****Oceano****
Ho le unghie completamente
rovinate. Suppongo che questo sia il pensiero meno sensato che io possa
concepire in questo memento, ma dato che tengo il microfono in mano, mi pare
ovvio guardare le mie terribili unghie, anche se le mie preoccupazioni in
teoria dovrebbero essere ben altre.
Spio ancora una volta dalla
fessura del sipario vermiglio, di nuovo mi porto automaticamente le mani alle
labbra e mordicchio nervosamente quel sottile strato di unghie che mi è
rimasto, prima di accorgermene e allora abbassare le braccia lungo i fianchi.
Scanso una ciocca di capelli corvini dalla fronte e li infilo dietro un
orecchio, non potendo addentarmi le unghie, anche perché non ne ho più, inizio
a passeggiare avanti e indietro, percorro più volte il corridoio delle quinte,
incrocio alcuni truccatori, un paio di costumisti, anche la Darbus una volta,
tutti mi rivolgono sorrisi incoraggianti, che non mi incoraggiano per nulla.
Una cosa sola potrebbe darmi
forza ora come ora, una cosa che non ho e che non avrò più, una cosa che mi
sono lasciata scivolar via dalle mani come acqua, una cosa che mi è stata
strappata, rubata, trafugata, rapita.
Chiudo gli occhi per asciugare
le lacrime prima che mi inondino le guance.
E pensare che lui è lì
fuori!!! L’ho visto, si è permesso di venire al mio provino, al mio canto di
Fenice, alla mia morte solitaria a cui lui mi ha condannata!
Una rabbia ghermisce il mio
corpo, il sangue nelle mie vene si oscura, il mio cuore ricorda di essere stato
spezzato e calpestato.
Non posso uscire così, però,
quindi faccio come mi ha detto Taylor, un bel respiro, profondo, ad occhi
chiusi e torna tutto a posto. Per fortuna ho un’amica che sa dare ottimi
consigli.
Un ragazzo mi raggiunge e mi
dice “Cinque minuti Gabriella, cinque
minuti ed entri ok?” e se ne va prima che possa rispondergli.
Faccio una corsa di fronte
allo specchio, controllo un attimo che quel filo di trucco che porto non si sia
sciolto, che l’abito argenteo non sia sgualcito, mi sento un po’ sciocca,
ricordando che la prima volta che ho calcato questo palco, indossavo un camice
da laboratorio, ma lui mi aveva detto che ero bellissima, e io ci avevo
creduto. Quando si ama si è sempre bellissimi, anche lui lo era, sudato e
nervoso, così tenero.
Ma è passato tanto tempo, anzi,
non così tanto, solo un anno, ma un anno pieno, un anno di cambiamenti, un anno
in cui lui ha deciso che preferisce le bionde, per così dire.
Non è il momento per pensarci
comunque, lui e la sua bionda hanno fatto la loro esibizione un giorno fa’,
c’ero anche io, fra il pubblico immenso, ad ascoltarli: sono stati bravi,
molto, lei è sempre egocentrica e megalomane, una vera star, lui non tanto, più
che altro le si adegua, ma segue il proprio cuore come sempre, solo che il suo
cuore non segue più me.
Stringo il microfono nella
mano e mi metto al centro del palcoscenico, in attesa che il sipario davanti a
me venga alzato, e mi mostri a un centinaio e più di persone, so che sono così
tanti perché li ho visti entrare da dietro le quinte.
Deve essere calata la luce,
poiché non sento più nessun chiacchiericcio, mentre rifletto a testa bassa a
questa possibilità, vedo con orrore il sipario alzarsi e la luce iniziare a
illuminare la punta dei miei piedi, mi volto rapidamente verso destra e verso
sinistra, nell’angosciata ricerca di qualcuno che mi prenda per mano e mi
rincuori, non c’è nessuno, non c’è più nessuno.
Il tendone mi arriva alla
vita, sento degli applausi, lentamente sale al collo e poi il volto, i capelli,
sono in scena. Non sorrido, non tanto almeno, finalmente vedo qualcuno amico:
Kelsie al piano mi sorride, so che tifa per me, e inizia a modulare al piano le
prime note della mia canzone.
Piove sull'oceano piove sull'oceano
piove sulla mia identità
Pioveva il giorno in cui mi hai detto addio, pioveva anche
il giorno in cui ci siamo scambiati il primo bacio, la pioggia è sempre stata
una costante fra di noi, se ci penso anche quando ci siamo incontrati per la
prima volta, piovevano fuochi d’artificio.
lampi sull'oceano lampi sull'oceano
squarci di luminosità
Mi trema un po’ la voce, ma è normale quando canto,
soprattutto da quando canto da sola, soprattutto quando sono le emozioni a
prendere possesso del mio corpo e muoverlo per me. Amo queste sensazioni, sono
l’unica cose che mi spinge a continuare a cantare, a vivere.
forse là in america
i venti del pacifico
scoprono le sue immensità
Eccolo, lo scorgo in prima fila, alla sua destra è
comodamente e tranquillamente seduta la bionda Sharpay, non è agitata, forse
pensa che da sola non possa batterla, ma si sbaglia, non conosce il mio
potenziale, alla sua sinistra invece c’è Chad, è ammirato come al solito,
dispiaciuto, e anche piuttosto irritato per essere così vicino alla Regina di
ghiaccio, stringe la mano a Taylor, questa mi guarda impietosita ma contenta
perché sono qui.
le mie mani stringono
sogni lontanissimi e il
mio pensiero corre da te
Fosse solo uno il pensiero che corre da te…invece sono
mille, sono i ricordi, le speranze, i sogni, le illusioni! Sono tutta la mia
vita, sono le spezie della mia giornata, sono tutte le immagini che si
riflettono su di te mentre ti guardo, ogni giorno, ogni minuto, ogni istante,
accanto a lei, quando ti vedo seguire i suoi movimenti con lo sguardo, e
rivolgerle sorrisi innamorati, quando vi sento parlare di quello che avete
fatto, di quello che vorreste fare, di quello che provate, quando vi vedo
baciarvi, senza alcun rispetto per me, forse sono egoista, oppure sono solo
ancora innamorata.
remo tremo sento
profondi oscuri abissi
Sono gli abissi che ora mi circondano, oscuri e profondi,
come canto, e io, su una scialuppa che imbarca acqua, sono stata costretta ad
abbandonare la tua nave, pur controvoglia, la mia cabina è stata occupata da
un’altra principessa, che l’ha tappezzata con carta rosa, e che ti vedo amare
ogni istante di più.
è per l'amore che ti do
è per l'amore che non sai
che mi fai naufragare
Tu non sembri nemmeno accorgerti che mi sto perdendo, che
sto naufragando, non ti rendi conto che ogni mio gesto per te è dettato
dall’amore, dalla speranza di riaverti, non sai quanto amore ti dono, non ne
hai la minima, pallida, tenue, fioca, idea di quanto io ti sia devota, non
capisci che se tu mi chiedessi di uccidere io lo farei, a patto di
riconquistare il tuo amore!
Sento la foga riempirmi il petto e far battere il mio
cuore, la sento imprimersi nella mia voce, che s’incrina addolorata, ma pare
dar così, ancor più realtà alla mia canzone, che si riempie di me, del mio
spirito.
è per l'amore che non ho
è per l'amore che vorrei
è per questo dolore
Faccio di tutto, tutto quello che immagino per recuperare
il tuo amore, che non ho, che vorrei, che mi fa piangere ogni sera, come un
dolore sordo al petto, batte, più forte e pesante del cuore, incessabile,
perché se smettesse, smetterei anche di vivere, a volte me lo chiedo, cosa
faresti tu, se io morissi? Piangeresti, forse, lo spero, magari ti sentiresti
anche in colpa per avermi persa, come sarei felice se fosse così, anche da
morta vivrei nel tuo amore ritrovato, ma non voglio morire, e da viva, non mi
ami. Dovrei forse arrendermi?
è questo amore che ho per te
che mi fa superare
queste vere tempeste
Tempeste interne, conflitti, confusioni, distrazioni e
crolli emotivi, tempeste esterne, scandali, visioni. E il mio amore per te, mi
fa da scudo, che mi fa lottare, perché mi fa capire che se io posso amare così,
anche qualcun altro potrà amarmi in questo modo, tu l’hai fatto?? Mi hai amato
quanto io amo te?? Vorrei domandartelo ma come potrei mai accettare una tua
risposta negativa? Mi cadrebbe il mondo addosso.
onde sull'oceano
onde sull'oceano
che dolcemente si placherà
Anche il mio male un giorno si
placherà, un giorno troverò la mia isola in questo oceano di tristezza,
attraccherò al suo porto, scenderò a terra, con i piedi toccherò la sabbia
fina, indosserò un abito logoro, distrutto da te e da quello che mi hai fatto,
sarò stanca, consumata, divorata dal mio stesso sentimento, ma in quell’isola,
troverò qualcuno che mi aiuterà, che mi farà indossare gli abiti regali che non
ricordo più, mi riempirà di quelle attenzione che ho scordato.
le mie mani stringono
sogni lontanissimi e il
tuo respiro soffia su me
Ora però non la vedo ancora
l’isola benedetta, ora sono ancora su questa dannata barca che si allontana da
te, sospinta dal vento che tu mi aliti addosso, amaro e perpetuo, solo questo
mi è rimasto di te: un respiro che non assomiglia a quello che mi davi mentre
mi baciavi, o a quello che sentivo sulla mia pelle dopo che avevamo fatto
l’amore, un respiro che mi manda via, che non mi vuole più.
remo tremo sento
vento intorno al cuore
Navigo senza sosta, fra i corridoi della scuola, ignoro
coraggiosamente i tuoi sguardi, a testa alta, chissà perché cerco di fingermi
forte poi, che mi interessa? Ormai ti ho perso, e comunque io a te faccio pena,
ti ipotizzo a parlare con Chad di me, magari lui ti racconterà di quanto
soffro, e allora i miei sforzi di sembrare spensierata e allegra saranno vani,
ho anche l’ardire di pensarti con Sharpay, mentre le dici che ti spiace per me,
e lei ti ascolta dipingendosi le unghie senza guardarti, io non l’avrei mai
fatto, io ti avrei ascoltato!
Mi fa male il cuore, sembra che batta fin troppo veloce,
non l’ho mai sentito così arrabbiato, sembra voglia uscire e prenderti a
schiaffi, mi porto una mano al petto, per impedirgli di farlo, la stringo con
impeto.
è questo 'amore che ho per te
che mi fa superare
mille tempeste
Cammino sino al limite del palco, sotto di me, sotto di
due metri, vedo distinte le facce del mio pubblico, mi ascolta rapito, è come
se stessi raccontando loro una storia, la storia della mia sofferenza, che
conoscevano solo dall’esterno, della quale non avevo mai fatto parola, perché
mie ero tenuta dentro tutto.
Il mio abito vola come aizzato da una brezza invisibile,
viene spinto dietro di me, sottolineando i contorni del mio corpo, tutto sembra
caricarmi, per la strofa più densa, più intensa della mia canzone, che non è
più solo una canzone, è un romanzo, è una mia creatura, una figlia, ed è
arrivato il momento di urlarla.
per l'amore che non ho
per l'amore che vorrei
da questo mare
Urlo le mie parole, non riesco più a controllare la mia
voce, né a sentirla, ma so che è meravigliosa, come non lo è mai stata,
limpida, pura, eterea, riempie ogni angolo del teatro, risuona in ogni
orecchio, si rispecchia in ogni sguardo, insinua ogni pensiero. È tutta me
stessa, completamente.
è per la vita che non c'è
che mi fai naufragare
in fondo al cuore
All’apice di tutta me stessa, grido tutto quello che ho
nascosto da quando mi hai lasciata, ma ora basta, ora mi senti, mi puoi
sentire, tu meglio di tutti, mi senti Troy? Questo è la vita che mi fai passare
ogni giorno!! E quella che non c’è più, che non dimenticherò mai, che ho amato,
che amo, che amerò per sempre, seppure adesso non esista, io continuo a
ciondolarmi in essa, sperduta, mentre raccolgo i pezzi del mio cuore!!!
So che mi stai guardando, so quanto sei stupito,
esterrefatto e sconcertato, ma io non sono ancora pronta a guardare te, e ho
gli occhi in alto, strizzati per lo sforzo, le labbra spalancate e la voce
altera, più forte che mai, più di quella di Sharpay, più convinta della sua,
perché lei è brava, ma io sono ispirata.
tutto questo ti avrà
e a te sembrerà
tutto normale.
Senza fretta la melodia cala, così la mia voce, così io,
che mi lascio scivolare a terra, in ginocchio, senza smettere di cantare ogni
nota, sempre più convinta, più sicura, seduta, con le gambe piegate su un
fianco, appoggiata ad una mano, gli occhi più bassi, sul legno del pavimento,
consunto quanto me.
Infine strepito le ultime frasi, e ci rifletto, e capisco
che tu, Troy, mi possiedi ancora, possiedi me e il mio amore, possiedi tutto, e
non te ne stupisci, forse lo trovi scontato, normale. Allora, quando lo
comprendo, mi lascio scappare un ultimo grido, che segue la fine della musica
di Kelsie, soave e leggero.
Mentre appoggio a terra il microfono, ormai svuotata di
ogni forza, di ogni dignità, di ogni goccia di orgoglio, si solleva un
applauso. Alzo il volto stupita e li vedo: tutti il mio pubblico, i miei amici
e anche i miei nemici, mi applaudono, con vigore, con le lacrime agli occhi,
urlano in mio favore, mi hanno capita, mi hanno ascoltata e ora conoscono la
mia verità, la condividono e mi dicono, che ad aiutarmi a risollevarmi, ci sono
tutti loro.
Trovo il coraggio di sorridere, di alzarmi in piedi, il
coraggio di sentirmi bellissima ancora, senza che nessuno me lo dica, di
guardarli tutti e baciarli con gli occhi commossi, in prima fila, Taylor e Chad
si sono alzati e mi acclamano più di tutti, la prima piange, stretta al suo
ragazzo ricciolino che grida quanto sono stupenda, quando valgo, e qualche
quale audace insulto contro suo fratello. Suo fratello, il mio ex ragazzo,
Troy, è rimasto seduto, incollato alla sua poltrona, come annichilito dal mio
canto, come se si rendesse contro solo in questo momento di quanto mi abbia
fatto patire, davanti al mio sguardo su di lui, però, si alza e mi applaude,
senza dire nulla, nei suoi occhi leggo una specie di scusa, che non accetto.
Sharpay non c’è più, suppongo sia scappata per non sentirmi più. Kelsie corre
ad abbracciarmi emozionata.
“Non temere” mi dice “ Nell’oceano ci sono molti pesci che
ti possono aiutare a raggiungere la costa”
Sorrido, respiro profondamente, ora so di poter dimenticare
il mio amore infranto, di poter accettare la nuova coppia, di poter rinascere
dalle mie ceneri e di trovare un principe azzurro, che preferisce le
brune.
Piccolo, breve, dolce racconto sulla
tenera Gabriella, abbandonata da un Troy innamorato da Sharpay, per la prima
volta scrivo in chiave Troy-Sharpay!!! Grazie alla mia sorellina che mi ha
fatto piacere questa coppia (anche se adoro sempre le troyelle!!!)
Baci a tutti
Sinfony