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Autore: Salmcroe    25/06/2014    1 recensioni
Era come una droga, una sensazione di potere illimitato e rabbia. La furia lo accecava voleva sangue, voleva morte, desiderava affondare le dita nella carne viva di chiunque avesse davanti, voleva sentirne l'ultimo respiro, o i rantoli di dolore, o le urla.
SPOILER NONA STAGIONE!
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler! | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Capitolo primo

 

 

Era come una droga, una sensazione di potere illimitato e rabbia. La furia lo accecava voleva sangue, voleva morte, desiderava affondare le dita nella carne viva di chiunque avesse davanti, voleva sentirne l'ultimo respiro, o i rantoli di dolore, o le urla. Voleva testare il suo sadismo, verificare quanto ancora ricordasse degli insegnamenti di Alastair, dell'inferno, e infilzare, tagliare, spellare, incidere fino all'ultimo brandello sanguinolento dei corpi di quelle che sarebbero state le sue vittime. Perchè di vittime ce ne sarebbero state, aspettava solo il momento giusto per scattare, prendere in mano la situazione ed iniziare col divertimento.

 

 

 

Se n'era andato da suo fratello, aveva paura di potergli fare del male; aveva allontanato Castiel, ed era solo. Si era stupito di come certi sentimenti ancora gli fossero così familiari, l'amore, l'amicizia... ora sembrava tutto così lontano.

Percepiva la lama vibrare, avvolta in un panno sul sedile posteriore dell'Impala. Stava guidando da giorni, senza una meta precisa, a dire il vero senza neanche sapere dove fosse. Percorreva strade polverose, sempre in mezzo al nulla, così che finiva per sentire solamente il fischio fastidioso dei suoi pensieri in testa. Non ascoltava più la sua musica, non mangiava, non si fermava mai. Era un automa, una spaventosa macchina con istinti omicida, scatti di rabbia e malata di solitudine. Le poche volte che si addormentava, riaffioravano i ricordi dell'inferno, quelli che credeva di aver sepolto da anni, ma li vedeva in modo diverso, li interpretava come un macabro intrattenimento. Tutta quella sofferenza, quella violenza e crudeltà. Lo sfrigolio delle carni quando le lame incandescenti che usava per le torture affondavano, il puzzo di zolfo, il caldo, le urla. Era tutto un gioco ora, non avrebbe mai pianto per quei dieci anni alle dipendenze dell'inferno, non si sarebbe mai pentito di una cosa che ora sembrava solo il naturale corso degli eventi.

Ogni tanto gli occhi gli bruciavano, per qualche secondo soltanto. Era come se le pupille gli si dilatassero, poi tutto diventava nero e buio. Pensava fosse stanchezza, poi che fosse polvere, poi l'alcool. Nessuna delle opzioni lo convinceva davvero. Due volte gli era capitato durante la guida, aveva sbandato, ed era finito fuori strada. Si era preso la testa tra le mani, si era stretto le tempie tanto da temere che le ossa gli si rompessero nella presa. Diceva di no a se stesso, non voleva credere che questo problema fosse dovuto a qualche stronzata demoniaca, che Crowley e Caino gli avessero omesso qualcosa. Magari davvero stava diventando un demone, magari la sua mente era come impossessata, il marchio l'aveva corroso dentro, l'aveva cambiato. Non mangiava, non beveva nulla che non fosse alcool, quasi non dormiva. Uccideva, cacciava, guidava, e uccideva di nuovo. Gli occhi bruciavano sempre più spesso, la vista a volte non andava via del tutto. In quei momenti però era come se vedesse nel buio, poi di nuovo normale. Temeva che quello che gli accadeva fosse una sottospecie di trasformazione. Forse la sua anima era talmente nera e corrotta che, pur essendo vivo, stava diventando un demone. Un fottutissimo demone. Uno dei figli di puttana che cacciava da tutta una vita. Era per quello che credeva che i suoi occhi, durante quei momenti di cecità, diventassero completamente neri, scuri e profondi come l'inferno stesso.

 

 

 

Negli ultimi ultimi tre giorni, il cacciatore si era occupato di un nido di vampiri. Erano stati un bell'impegno, gli avevano dato non pochi problemi, ma alla fine tutto si era concluso con un meritato bagno di sangue. Dean era soddisfatto, la sua sete omicida placata, per il momento, e per di più ne era uscito quasi totalmente incolume. Un'ottima caccia.

La sera era tornato al motel, ancora sporco del sangue scuro di quei mostri, aveva aperto la serratura della sua stanza, e si era buttato sul piccolo materasso del letto singolo facendone cigolare le molle arrugginite. Si era sbottonato la camicia ed aveva incrociato le mani dietro la testa rimanendo a fissare il soffitto bianco sporco, segnato dalle macchie di umidità e dalla muffa. Le palpebre gli ricadevano pesanti sugli occhi, ad un ritmo che non determinava più lui, ed il petto si alzava ed abbassava sempre più lentamente, sotto il cotone scuro. Per la prima volta in quella settimana, percepiva tutta la stanchezza che lo inchiodava su quel materasso, gli scioglieva i muscoli e gli rendeva la testa leggera. Chiuse gli occhi, e si addormentò.

Il silenzio venne squarciato dal trillo insistente del telefono, poggiato sul comodino alla sinistra del letto. Il cacciatore udendo il suono, scattò subito a sedere, portando in un gesto ormai automatico la mano alla cintura, dove teneva la pistola. Una vota passato il giramento di testa per il repentino risveglio, ed esclusa ogni possibile minaccia, il ragazzo si allungò per afferrare il telefono. Sullo schermo illuminato, lesse il nome di suo fratello.

 

Pensò alla possibilità di lasciar squillare il telefono a vuoto, o a quella di attaccare direttamente. Non aveva senso parlarci, si erano detti addio, aveva scelto di rimanere solo, di allontanarsi definitivamente, eppure non sapeva cosa fare. Magari Sammy aveva bisogno di aiuto. Magari era in pericolo. Forse voleva solamente sapere come stava suo fratello.

Nah, cazzate. Sta benissimo. Non ha bisogno di me.

Così interruppe la chiamata, e si ridistese sul letto, nella stanza ora ricaduta nel silenzio.

 

 

Ma che cazzo....

Il telefono aveva ripreso a squillare. Il ragazzo aveva riaperto gli occhi, imprecato sottovoce, ed aveva di nuovo raggiunto il comodino e preso il telefono. Si passò la mano libera sul volto, e dopo un sonoro sospiro, decise di rispondere.

 

-Spero sia qualcosa di importante, Sammy.

-Sei con Castiel?

-Come scusa?!

-Castiel. Castiel è lì con te?

-No, perché dovrebbe?

-Dannazione.

-Sam cosa succede?

-Sto venendo da te.

Dean spalancò gli occhi.

-Come scusa?

-Hai capito bene. Sto guidando, tra una mezz'ora sono li.

-Perchè stai venendo qui?!

-Ti spiego tutto dopo.

-Sam...Sammy! Cazzo.

 

Aveva chiuso la chiamata.

AHH, perché dev'essere tutto così complicato?!

Dean per la prima volta da mesi stava bene solo, non doveva preoccuparsi di niente e nessuno, ed ora, Sam se ne usciva con questa storia. Castiel era un uomo adulto e vaccinato, ormai poteva anche cavarsela senza dover dipendere da loro... Ma alla fine il cacciatore conosceva bene l'angelo, e sapeva che non era proprio così che stavano le cose.

Dunque era scomparso, quantomeno dalla vista di suo fratello. Il ragazzo non sapeva spiegarsi però il motivo per cui Sammy avesse pensato che fosse con lui.

Sarà andato per esclusione.

Si mise l'anima in pace, decidendo di non porsi più domande fino all'arrivo del suo fratellino. Mise due birre in fresco, buttò la maggior parte delle bottiglie vuote che popolavano la stanza in un sacco, che fece poi sparire in un grosso bidone del parcheggio, quindi rientrò in stanza. Ritornò sul letto, chiuse gli occhi, ed attese un sonno che non arrivò.

 

 

Finalmente bussarono.

Con placida calma il cacciatore si mosse dalla sua posizione, si sistemò la camicia e andò verso la porta e stingendo la maniglia tra le dita aprì. Sulla soglia, Sam. Aveva il viso tirato e le occhiaie di chi non dorme da giorni. Un livido violaceo aveva colorato lo zigomo destro, e più sotto, un taglio lungo poco più di due centimetri decorava il tutto. Aveva l'aria distrutta, ma manteneva la schiena dritta e la testa alta, come sempre.

Avrà lottato con qualcuno, di certo.

Dean si prese qualche secondo ancora per osservarlo, poi il fratello lo riprese.

-Allora, credi di volermi far entrare?

Aveva la voce più roca del solito, più cupa.

-Chi ti ha ridotto così?

Il giovane fuori dalla stanza roteò gli occhi all'indietro, e con un sospiro entrò facendo spostare il fratello, che richiuse la porta ancora in attesa di una risposta.

-Sammy, rispondi alla mia domanda.

-Perchè non possiamo salutarci come delle persone normali? Non ti vedo da settimane, tu non vedi me da altrettanto tempo, e neanche un “ciao”.

-Noi non siamo persone normali, speravo che almeno questo l'avessi capito. Comunque ciao Sammy.

Buttò lì il maggiore, aprendo le braccia a mo' di saluto e sfoderando il suo miglior sorriso arrogante. Di risposta ci fu solo un'occhiataccia ed un'alzata di spalle.

Ecco il mio fratellino.

-Vedo che non hai perso la voglia di scherzare.

-Tu invece hai perso il senso dell'umorismo. Ti fa male stare lontano da me, Sam.

Detto questo, Dean si avvicinò al frigo mini bar, sotto il tavolino in plastica vicino alla televisione. Aprì l'antina cigolante e prese le due birre che aveva messo in fresco prima. Ne lanciò una al fratello.

-Grazie.

I due bevvero un paio di sorsi, poi, Dean su una sedia, Sam sul letto, iniziarono la conversazione per cui il minore aveva raggiunto l'altro in quella squallida camera di motel.

-Forza. - bevve un sorso – Racconta. Prima di tutto, cosa hai fatto alla faccia, dopo dimmi perché cercavi l'angelo.-

-Certo..- altro sorso – Le cose stanno così...

 

Sono tornato due giorni fa da una caccia importante, che mi ha impegnato per almeno una settimana. Sono tornato quindi al bunker, e ci ho trovato dentro Castiel.

Era lì ad aspettarmi da chissà quanto. Mi ha chiesto subito di te, dicendomi che avevate una questione da risolvere. Gli ho spiegato la situazione, dicendogli che ci eravamo separati, era stata una tua scelta e che non ci sentivamo da quando avevi lasciato casa. -

 

Dean guardava il fratello annuendo meccanicamente, come per fargli capire che stava ascoltando, e per dargli conferma di aver capito tutto. Non gli era chiaro però, cosa potesse volere l'uomo da lui, cosa intendesse per questione da risolvere.

 

-Quindi, - il minore bevve un altro sorso – ha perso la testa. Gli ho detto che se voleva cercarti poteva chiamare, ma lui non ne voleva sapere, voleva parlarti di persona, ha cominciato a parlare di conseguenze, e di “agire in fretta”.... La situazione sta degenerando Sam, ha urlato ad un certo punto, tuo fratello è sul punto di non ritorno, se non lo fermerai tu ci penserò io stesso!..- Gesticolava con la bottiglia stretta tra le dita.

Dice la verità, è esausto e stanco e, forse, anche preoccupato.

-E... non so Dean, prima che se ne andasse ho cercato di farlo ragionare, di prenderlo e calmarlo, ma in cambio ho ricevuto solo un pugno in faccia. Poi ha blaterato qualche scusa, ed è uscito in fretta e furia. Sono venuto subito qui quindi, avevo paura che...- Guardò il fratello col classico sguardo ferito, deluso che gli rivolgeva solamente quando discutevano delle scelte che aveva ultimamente preso il cacciatore. Quando si parlava di questioni delicate come il Marchio.

-Avevi paura che se l'avessi visto avrei potuto fargli del male. Risparmiami la morale sulla dannazione e tutte quelle cazzate sulla violenza. Adesso il pazzo a piede libero non sono io, ma l'angelo del Signore che credo abbia intenzioni tutt'altro che pacifiche.

-Si, si forse hai ragione.

-Grazie. - disse Dean soddisfatto. - Cosa credi che voglia da me? -

-Non ne ho idea.

Parlarono ancora per un'ora, e bevvero altre due birre, poi, quando fuori era ormai buio pesto, Sam si alzò dal letto, si sistemò nella camicia troppo piccola per lui, e salutò il fratello.

-Ho la stanza a tre porte dalla tua, per qualunque cosa chiamami.

-Si mamma. - fu la risposta del maggiore. Dall'altro non un sorriso, solo uno sbuffo spazientito. - Eddai Sammy, ridere non fa male alla salute. Dovresti prendere la vita un po' meno sul serio.- concluse dandogli una pacca sula spalla.

-Grazie, lo terrò a mente quando mio fratello non sarà più per metà demone, ed il mondo non cadrà di nuovo in pezzi.

Dean tese il viso in un'espressione seria. Non gli piaceva più l'argomento su cui era verso il discorso.

-Buonanotte. - liquidò quindi Sam, che risposte a sua volta , -Buonanotte Dean.

 

Così il cacciatore chiuse la porta, con due mandate, per sicurezza. Si tolse la camicia ancora insanguinata, e si sciacquò la faccia con acqua gelida. Prese un bicchiere dalla credenza, e la bottiglia di whiskey scadente dal mini bar. Sorseggiava piano il drink, con lo sguardo fisso nel vuoto, quando per la seconda volta quella sera, bussarono alla sua porta.

Era stanco, voleva solamente bere, farsi una doccia e dormire fino a domattina, ma a quanto pare, il suo karma non aveva quei piani per lui quella sera.

-Cosa vuoi ancora, Sammy?!- chiese alla porta ancora chiusa. Nessuna risposta.

Si passò la mano sul volto, dove la barba pungeva appena sul mento e le guance, e tirò la maniglia.

-Sammy ascolta...

Sulla soglia, non era suo fratello.

Occhi blu cielo, capelli neri. Un impermeabile beige, una camicia bianca.

Dalla manica dell'angelo, il cacciatore vide lentamente spuntare il profilo argenteo, di una lama angelica. Scivolò fino all'impugnatura, dove le dita del soldato si strinsero forti.

 

-Ciao Dean.

 

Sentì quel bruciore, ma non si lasciò distrarre, non si lamentò, non diede segni di fastidio, non si mosse dalla sua posizione. Così, con lo sguardo fisso in quello dell'amico, li percepì mutare.

 

I suoi occhi.

I suoi occhi divennero bui.

Profondi e neri come l'inferno stesso.

 

 

 -Ciao castiel.

Salve a tutti :) .. sono tornata con una nuova storia. Spero che abbia il successo che ha avuto la mia precedente pubblicazione, ma ora non pensiamoci... Ho intenzione di sviluppare molto questa storia, mi piace molto  Demon!Dean, trovo che possa essere un personaggio bellissimo da descrivere, e da inserire in fanfiction come questa... comunque, non voglio annoiarvi oltre. Grazie per aver letto questo primo capitolo, spero che leggiate anche i prossimi che usciranno a breve. (Credo ci sarà molto della Destiel nelle prossime pubblicazioni...).... quindi, grazie ancora, al prossimo capitolo <3

  
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