Salve
tenerezze!
Stasera (ormai sono da 'ste parti ogni sera) Vi
propongo l'inizio di una raccolta
tremendamente angst,
tremendamente
triste e scassa marroni per quanto sarà forte
e nonsense,
ma sono in un periodo altalenante (per quello avrete notato scrivo un
botto, è uno sfogo) e mi viene da buttare giù cose tutt'altro che
positive, quando oscillo verso il basso come ieri sera.
Questa
fic doveva essere una flashfic singola ma da bravo bambino (?) ho
deciso di farne una raccolta! Si tratta di una sorta di relazione
sofferta (ma va') tra Naruto e Sasuke, osservata e raccontata dal
punto di vista di Naruto.
L'idea centrale che da il via a tutto è che Sasuke si presenta
sbronzo
quasi ogni sabato notte a casa di Naruto e questi non può fare altro
che accoglierlo.
Ogni sabato è diverso, ogni sabato è una
storia a sé eppure collegata a tutte le altre tristi storie che
raccontano di Sasuke. Questa raccolta sarà a flashfic incentrate
ognuna su di un sabato notte, scandito su di un desiderio,
un umore, una voglia di Sasuke. Man mano forse capiremo
qualcosa di più su Sasuke, sulla sua condizione, da lì prenderà il
via il racconto e il monologo strampalato di Naruto, anche la sua
vita. Insomma tante (o poche) cose! Spero che l'idea Vi abbia
incuriosito, io in questa prima fic (una specie di) prologo ci ho
vomitato l'anima la scorsa sera, riferimenti ne ho trovati e sparsi
nella storia: ovviamente tutto il resto è finzione. Oh, ci sarà del
nonsense, ovviamente: sono o no quello che vi rompe gli zebedei con
il nonsense?! AHAHA XD E pure con la confusione,visto il mio
tentativo fallito di spiegarvi cosa andrò a fare prossimamente,
guardate lo capirete spero leggendo look u.u
Quiiiindi bando alle
ciance ed ccco a Voi la prima, spero di incuriosirvi e lasciarvi
qualcosa, alla fine è pesante e tristissima, ma la realtà è una
mazzata. Vira però anche sul tragicomico...ricordiamoci che è
Naruto a parlare! Baka. :3
Buona lettura, spero di sentirvi nei
commenti.:3
Sasuke non era uno sbronzo felice. - Prologo.
Almeno
una volta a settimana si presentava da me sbronzo da morire,
ciondolando nel giardino e piombandomi addosso sui primi gradini di
casa; avevo preso l'abitudine di lasciare il cancelletto aperto e a
volte pure la porta d'ingresso, se per caso mi trovavo
impossibilitato a raggiungerlo in tempo.
Non era uno sbronzo
felice, Sasuke. O almeno, non quando beveva davvero troppo. Ti si
presentava di fronte con una faccia serissima, un po' omicida ma
tutto sommato a posto e avresti detto fosse pulito come un neonato se
non avesse aperto bocca per dirti il solito cadenzato “ospitami”
con voce gracchiante e non ti avesse riempito le narici di molecole
pestilenziali.
Di solito lo prendevo per un braccio e lo
trascinavo dentro, prendendomi nel tragitto fino al divano una
miriade di spintoni, gomitate, gestacci, sgridate perchè lui voleva
fare da solo ma a stento si reggeva in piedi.
Non era uno sbronzo
felice, Sasuke. Si piazzava seduto sul divano con le mani sulle
ginocchia e prima di tutto mi parlava di suo fratello in un lungo
monologo fatto di grugniti e “non vuole che io faccia così” “non
vuole che io faccia quello, quell'altro”. In pratica: odiava il
fratello perchè questi era iperprotettivo nei suoi confronti,
sostituiva – e questo lo diciamo io e la mia psicologia spicciola –
una madre ansiosa ela figura di un padre morti quando Sasuke aveva
neanche otto anni. Itachi non aveva mica capito che il fratellino
aveva ventidue anni, questo Sasuke me lo continuava a ripetere sempre
in un mantra.
Poi mi fissava ad occhi socchiusi e labbra schiuse,
anzi quasi aperte proprio, piccolo importantissimo segno che non era
proprio lucido: alla fine mi veniva da ridergli in faccia e spesso lo
facevo, sembrava gli avessero anestetizzato la lingua e le labbra.
Però come tutti gli sbronzi che si rispettano non sapeva di essere
una figura buffissima che biascicava le parole e ripeteva sempre
quella, che a scatti alzava le mani gesticolava disarmonico e
appoggiava di nuovo le mani sulle ginocchia, come si sentisse un
grande oratore.
Io ascoltavo in piedi davanti a lui, magari
abbassando a gradi il volume della televisione. Di solito tendevo a
lasciare acceso un canale di musica, sapevo che in qualche modo a lui
faceva bene – e pure a me – sentirsi qualche pezzo magari recente
ed idiotissimo.
Non che dicessi molto, più che altro ero in
posizione di dover stare attento a cosa dire: delle volte una mia
parola sbagliata poteva causarmi un livido che durava per giorni, o
poteva scatenare il mutismo più assoluto per uno sbronzo o poteva
fargli saltare in testa l'idea pazza di scopare. Pericolosa idea,
questa, visto che quando Sasuke non c'era di testa era violento e
sgraziato, ti lasciava altro che lividi. Ti lasciava il cuore
stracolmo di tristezza e allora sì che era difficile riprendersi.
Anche per lui che già l'indomani non ricordava nulla.
Non era uno
sbronzo felice, Sasuke. Arrivava a scompigliarmi quasi tutti i sabati
sera, quantunque io cercassi ogni volta di fargli la mia ramanzina
sobria e diligente. Quantunque io lo aiutassi tenendogli anche i
capelli quando vomitava rivolto sul water, a volte, quantunque
cercassi di fargli capire in ogni situazione il bene che provavo e
volevo per lui, lui si ripresentava sempre ubriaco fradicio.
“Naruuuuto” esclamava nei suoi momenti più attivi, entrando dal
cancelletto aperto a grandi e ondeggianti falcate, e sfumava sempre
l'ultima sillaba, chiamandomi finalmente con un diminutivo, un
vezzeggiativo – tutte cose che lui odiava, bene o male.
A volte
succedeva che anche piangesse, ma dovevo far finta di non guardarlo, non sapevo nulla io, guai al mondo se il mondo avesse
saputo che Uchiha Sasuke piangeva! Se provavo a consolarlo era buono
di morsicarmi una mano, se stavo zitto morsicava un cuscino.
No,
non era uno sbronzo felice, Sasuke. A volte voleva bevessi anche io e
mi minacciava con atroci punizioni se non prendevo il primo alcolico
povero dalla mia misera dispensa e lo trangugiavo a grandi sorsi. Ero
un coglione, sapete, ad accettare. A violenza si univa violenza, ma
perchè io soprattutto sulle prime diventavo allegro, più di sempre,
diventavo simpatico, facevo battute e sì gli ridevo in faccia. E
questo lo faceva incazzare da morire, si alzava dal divano e mi
spintonava, mi rubava la bottiglia di vino scadente e beveva, poi
ridacchiava e minacciava di ammazzarmi perchè «
tanto vi ammazzo tutti » diceva, tornandosene poi a sedersi sul
divano, riprendendo la posizione di oratore a schiena dritta.
Lo
ascoltavo attentamente anche da un po' brillo, ma dovevo stare più
attento alle cazzate, si è capito. Di solito quelli erano i sabati
notte meno pesanti, ma le domeniche mattine macigni che piombavano
sulle mie spalle. Sulle sue non so cosa piombasse, era troppo
occupato a soffrire e dirmi del mal di testa. A dirmi che « Vi
ammazzo tutti, tutti. » mentre si alzava troppo veloce dal letto e
gli veniva un calo di pressione, cosìcchè io accorrevo a
sorreggerlo e, se capitava, lo cingevo in un vero abbraccio. Erano
momenti teneri, quelli, non ci crederete. Anche se poi Sasuke mi
mollava un morso su una spalla e correva a chiudersi in bagno, anche
se volevo piangere per il male e la delusione.
No, non era uno
sbronzo felice, Sasuke. Lo ero io, non poteva esserlo lui.
Quelli
erano tempi in cui avrei tanto desiderato non vederlo più i sabati
sera, cosa assurda per me che tempi prima e anni dopo avrei anelato
alla sua presenza facendo di tutto, anche ammazzando il mondo vivente
intero per conto suo.
Ero un babbeo, un coglione, un amico
falso.
Non riuscivo a farlo sparire dai miei sabati sera.
A
farlo allontanare dai suoi mali affinchè si allontanasse
dall'alcool; erano lontani i tempi in cui si beveva per scherzare e
si scherzava per bere, cose da ragazzini. Sasuke e l'alcool non
avrebbero dovuto incontrarsi.
Un sabato di giugno però non si
fece vedere, ma era crollato a pochi metri da casa mia, steso a
pancia in giù sull'asfalto. Quanto risi, da grande stronzo quale
ero. Lo trascinai fino al cancelletto, non voleva alzarsi e cosa
strana rideva anche lui. Ma aveva smesso subito, facendomi passare
una indimenticabile
notte di cui porto ancora le cicatrici fuori
e dentro.
**
N/A
Solo
un piccolo preannuncio per la prossima! Si intitolerà “sabati
notte in cui Sasuke vuole solo scopare”,
sempre narrata da Naruto ovviamente. Su
questi schermi tra più o meno una settimana, se tutto va bene.
A
presto!
The other side of bidirezione