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Autore: DarkAngel99    25/06/2014    0 recensioni
"un incidente,emozioni, due batticuori,una sfilza di sentimenti belli e brutti da scoprire in una storia senza fine per far viaggiare la fantasia."
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa giornata ha giunto la fine inaspettata. Io in ospedale seduta in questo silenzioso corridoio con graffi,ferite e il mio vestito elegante strappato e reso uno straccio impolverato e con schizzi di sangue. Quell'abito che avevo preso per un'occasione speciale e unica da passare con qualcuno che riesce a farmi sorridere il cuore. Chi poteva sapere che una giornata che doveva essere una delle più belle si rivelasse un dirupo senza fine. Circa tre ore prima io e la mia famiglia abbiamo fatto un incidente stradale e l'unica incolume sono io. Perché?. Perché solo io?.

Mio padre e mia madre sono in prognosi riservata mentre la mia sorellina in coma. Sapere che non potrebbero più tornare a casa con me mi fa star male. Sono sola. Come lo sono sempre stata, fin dall'asilo. Sola nella mia cara casa circondata da silenzio imprigionata da un cuore pieno di ferite e dolore. Non mi resta che affogare in questa straziante agonia piena di tristezza e solitudine. É colpa mia. Se non avessi chiesto di uscire a mangiare insieme, questo non sarebbe mai accaduto.

Il silenzio mi avvolgeva e le ore a piangere e a pensare volavano. Quando una mano si pose sulla mia testa e con un lieve sorriso mi fece alzare il viso e si avvicinò lentamente come se avesse paura di farmi male. Con gli occhi gonfi,rossi,stanchi e pieni di lacrime non lo riconobbi subito, ma i suoi dolci modi di fare mi rincuoravano e rassicuravano era come una bolla trasparente e iridescente che mi racchiudeva lasciandomi isolata dalle cose che mi circondava. Era il mio Stefano. Come avevo potuto non riconoscerlo?.

Cosa ci fa qui? Mi staccai da lui lentamente e con le lacrime agli occhi gli chiesi con un sorriso dolce:”Cosa ci fai qui?” Subito non mi rispose sorrideva e basta. Accarezzava i capelli e mi teneva forte la mano. Con una mano sul collo e dopo avermi dato un bacio sulla guancia aggiunse:“Lo sai perché”.

Come aveva fatto a saperlo? Chi sarà mai stato a rivelarglielo?.

“Dai andiamo a casa”. Mi prese in braccio. Non opposi resistenza ero uno straccio non avevo forze e non ero quasi più cosciente. Prima di portarmi a casa sua, la polizia volle farmi le ultime domande per poter rintracciare l'auto che mi aveva causato quel dolore, ma anche trovandolo non potrà mai ridarmi quello che in trenta secondi ha cercato di togliermi. Stavo perdendo la mia famiglia la quale mi aveva cresciuta e insegnato facendomi diventare quella che sono ora come potrei vivere senza un loro schiaffo per una cavolata fatta? O i mille piatti che cucina mamma?

O le mille e mille litigate con mia sorella?

Ora come ora anche a piangermi addosso non potrà che farmi solo male.

“Stefano. Non lasciarmi anche tu, ti prego! Non lasciarmi sola!” una lacrima calda scese veloce percorrendo il mio viso dalla guancia fino al mento. Lacrime di suppliche fredde e piene di dolore che il cuore chiedeva, come mai aveva chiesto. Era la prima volta che desideravo qualcosa. Abbassai lo sguardo e chiesi se mi fece scendere sussurrandoglielo dolcemente all'orecchio. Mi fissava dubbioso e con un filo di voce “Stefano non ce la faccio più. Voglio morire ti prego se domani mattina non mi trovi al tuo fianco sai dove sono andata. In un posto migliore dove potrò vederti tutti i giorni e aiutarti a vivere felice”.

Mi fece scendere e mi abbracciò forte, stringendomi e dandomi tutto il suo amore. Sorridendo e con le lacrime agli occhi aggiunse:

“Tu sei tutto per me. Se vuoi ucciderti fallo, ma facciamolo insieme io non vivo senza di te.

Io ti ho sempre amato e ti amerò sempre! Ora quello che sta parlando non sei tu ma il tuo cuore ferito. Sei la mia leonessa e io il tuo leone. Viviamo insieme e facciamoci coraggio, viviamo”.
Ero stupefatta non mi aveva mai detto cose del genere. Ma mi ha convinto e per questo gli dissi “grazie” con le lacrime agli occhi, ma di felicità. Uscimmo dall'ospedale e mi portò a casa sua; quella sera l'abbracciai forte e mi addormentai con il piacere di risvegliarmi con il sorriso.

 

   
 
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