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Autore: Tully_    26/06/2014    2 recensioni
Misa Amane, persa la memoria sul Death Note, rimane senza Light, consapevole che i suoi sentimenti probabilmente non erano mai stati ricambiati. Il tutto accompagnato da un valzer che rivive pari passo la sua vita.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da leggere ascoltando necessariamente con questo sottofondo: http://www.youtube.com/watch?v=cxG-kOTMgaA




Quell’inizio in levare con F# di un valzer in si minore di Chopin anima improvvisamente il salotto di una casa vuota, dapprima condivisa con un uomo che teneva le redini della società creando un Mondo perfetto, disgregato subito dopo la sua sconfitta. Lo stereo continua a portare quella melodia leggera, libera e preziosa come uno zaffiro che contiene una parte di cielo nella gabbia di elemento della terra quale è.
“Light non è più qui, è morto.”
Riflette tra sé e sé Misa, l’unica residente, che è stata sempre dalla parte di Kira ma che ora non ricorda più nulla sul Death Note e il suo utilizzo, che fa procedere la vita come una persona qualunque. Il valzer continua e non può fare a meno di ballare da sola; davanti a sé vede volteggiare un ragazzo che identifica come il suo amato, che le lancia un sorriso, che prende le sue mani per indurla a danzare.
“Non mi ha mai corrisposto.”
Un due tre. Un due tre. La melodia pare soffermarsi assiduamente su quel fa diesis, come se indicasse un lamento malcelato, soffocato negli antri del proprio ego forse per vergogna, forse per non ammetterlo a sé stessa. Poi torna a essere veloce come lo sbatacchiare delicato delle ali del colibrì; nuovamente si sofferma su quelle note, con un ritmo strascicato quasi esasperante, va verso una nuova strada, come quella che lei sta ipotizzando con la sua mente corrosa dai sensi di colpa e dalla melanconia dei tempi passati.
“A tempo, con anima”
E’ ciò che dice lo spartito del brano per l’esecuzione della seconda parte del pezzo, per il tema B: aria, si respira aria libera; i piedi di Misa sfiorano leggiadramente il pavimento e la ragazza non può fare a meno di sorridere perché l’illusione sembra realtà.
Ma è imperfetta.
Non c’è Light di fronte a lei, non stanno ballando, è solo un fantasma che crudelmente le vuole ricordare quei bei momenti passati con lui, che desidera metterla in difficoltà per farla cadere nel baratro della disperazione.
Basta, basta, basta.
“Non voglio più abbandonarmi ai sogni; non voglio essere sorretta da alcuno, voglio essere libera.”
Ma nulla, metaforicamente i suoi occhi sono ancora ciechi della realtà che la circonda. E’ meglio bearsi di tutto ciò, per assaporare momenti mai vissuti ma che avrebbe voluto si realizzassero. Rimane soltanto il retrogusto amaro, alla fine.
Miele che nella gola si trasforma in fiele.

Il valzer cambia tonalità, andando verso il si maggiore.
Misa inizia a piangere.
E’ tutto un gioco malvagio per portarla alla rovina, per farla morire dentro.
Ma forse è già morta.
Ha mai provato vera felicità, vera soddisfazione?
E’ mai stata umana, viva?

Dopo i bei momenti in tonalità maggiore tristemente, tramite distorti ritorni alla vecchia tonalità, in cui quasi si maggiore e si minore si fronteggiano, una per prevalere sull’altra, Misa non si arresta nel suo ballo. La musica con la sua semplicità ma assurdamente complessità, evidenzia quasi tutta la sua vita, passata tra finti divertimenti, finti sentimenti a ciò che si celava dietro tutta questa recitazione. Le note continuano a precipitare una dietro l’altra nella sua testa, come il suo stesso animo: davanti a sé niente più anime rievocate dai ricordi, ma solo buio.


Si alza ed esce dalla stanza sotto un si basso pianissimo che l’accompagna dolcemente al destino.
  
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