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Autore: anicos89_    26/06/2014    1 recensioni
Questa breve storia è nata una sera dopo aver sentito un litigio che mi ha ispirata a scriverla, anche se il litigio era di altro argomento.
Durante una conversazione mi hanno chiesto se perdonerei un tradimento...
e l'unica spontanea risposta che ho potuto dare è stata: "Dipende da quanto amore c'è!"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le grida arrivano alte sino a smuovere il lampadario e a surclassare il fracasso della lavatrice in funzione. Le ante dei mobili vengono sbattute facendo vibrare i vetri della finestra adiacente. I suoi palmi colpiscono la tavola come impliciti schiaffi. Con ira si alza in piedi scaraventando la sedia a terra. Tenta di tirarsi su i capelli, ma il nervosismo la altera a tal punto da farle tremare le mani. Agita la testa e digrigna i denti. È implacabile la sua reazione a quella confessione. La responsabile se ne sta zitta con il timore che parlando aggravi la situazione. In tre anni del loro rapporto, non ha mai visto la sua Chloé tanto fuori di se, e mai avrebbe pensato di poter essere l’incrinatura che le avrebbe fatte allontanare. 
Accetta -come se li meritasse- tutti quegli insulti che con rabbia gli vengono rivolti. L‘ha fatto! Ormai è troppo tardi per rinnegare ciò che è successo. Tenta di giustificarsi dicendole che è stato solo l’errore di una notte; che avevano bevuto un bicchiere di troppo per smaltire il lungo viaggio in aereo; ma la fiducia che si è conquistata col tempo sembra ormai persa. Il mazzo di rose scarlatte che le ha portato muore sul tavolo; Chloé le guarda e ride con isterismo; poi con cattiveria gliele scaraventa sul petto spargendo i resti dei petali ovunque. Vedere quella espressione rancorosa mentre compiva quel gesto le aveva fatto capire di quanto ferita lei fosse. 
Sta lì ad implorarla di abbassare i toni per non dare ulteriori argomenti su cui far spettegolare i vicini. Di tutta risposta, Chloé alza la voce e le urla che è solo una fottuta bugiarda. Poi si avvicina con l'intento di colpirla, ma lei glielo impedisce bloccandole i polsi. Come una scalmanata inizia a disarcionare la sua presa. Le ribadisce che è lei che ama, ma Chloé non vuole sentir ragioni. I suoi occhi iniettati di sangue e il suo collo arrossato fanno trasparire il sangue che le ribolle dentro. Allenta la presa per non stringerle troppo i polsi e farle male; ma appena abbassa la guardia, Chloé la allontana e le tira uno schiaffo con il dorso della mano che per poco non le fa ruotare la testa sul collo. 
I capelli ramati, smossi dall'aria spronata con furia, le decelerano sul viso. Il sapore del sangue comincia a mischiarsi alla sua saliva. La figura di Chloé le si sdoppia davanti agli occhi. Deve appoggiarsi con la mano alla sedia per la perdita d’equilibrio che quell'urto le stava provocando. 
Visto il risultato di quella sua azione violenta, si avvicina per sincerarsi che stesse bene, ma lei blocca i passi di Chloé ponendo una mano a tenere le distanze. Le chiede se adesso si sente meglio dopo averla colpita, ma Chloé le risponde con una smorfia addolorata prima di voltare le spalle. Loquacemente le lacrime disobbediscono al suo orgoglio e le sfuggono senza emanare un lamento. Vederla piangere le ha sempre trasmesso emozioni negative, specialmente adesso che è lei la causa della sua tristezza. Le sue braccia provano a stringerla, ma viene ancora allontanata. Chloé esige di non essere toccata e lei indietreggia ripagata dal rifiuto.  
Hanno raggiunto il limite. La distanza che il tradimento ha dato origine tra loro due è gelida da farla vergognare. Resta seduta sulla sedia a scrutare la testa piegata di Chloé che siede in silenzio sul divano senza rivolgerle parola. E guardandola capisce che ha visto abbastanza; ha subito abbastanza; l’ha umiliata abbastanza. Percorre a brevi passi quelle mattonelle che avevano scelto insieme senza non poco battibeccare sul colore; il ricordo di quel momento insieme la fa sorridere e le soffoca il respiro. Solo per poco, sosta di fronte alla schiena singhiozzante di Chloé. La collera le ha corrotto l‘anima, la delusione ne ha accecato l‘amore, l’incredulità le ha deluso la fiducia, quelle emozioni le hanno lasciato solo una luce annerita che ha corroso il suo sorriso. Non può trattenersi oltre. Non può fare altro che andare via, anche se varcare quella porta significa lasciarla da sola. Si accinge a prendere esitante il manico della valigia, ma inaspettatamente Chloé la ferma e le domanda senza che la sua voce lasci trasparire i sentimenti: 

-«Ritornerai?» 

-«Solo se tu lo vorrai.» 

-«Perché me l’hai detto?» 

-«Perché ti amo!» 


-«E allora perché mi hai tradita?» 

  
  
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