Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |      
Autore: Kytalpha    26/06/2014    1 recensioni
Umani, un tempo cosė intelligenti, un tempo cosė furbi e gentili. Cosa si sono ridotti a fare per il desiderio di potere? Uccidere persone, uccidere bambini. Mi ricorda molto un uomo, che una parte di me tenta di nascondere, fingere che non esista e dimenticare col tempo, l'altra parte di me serba rancore, piange in silenzio e si lascia andare nel baratro di chi ha fatto una scelta sbagliata nel momento in cui solo quella scelta gli poteva sembrare quella giusta.
Genere: Angst, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Space-Time Man.
[Fairy Tail Sad Theme - Takanashi Yasuharu.]




Si potevano udire solo boati lontani farsi sempre più vicini nella notte, fredda, lugubre e grigia, come la cenere di una sigaretta appena spenta.
Natasha dormiva sogni irrequieti, con la paura che potessero venirla a prendere un'altra volta e torturarla con la fiamma ossidrica sulla schiena. Si divertivano così i membri dell'esercito: torturando orfani indifesi.  La si poteva sentire affogare nelle lacrime, aveva la paura e la rabbia che già la corrodevano non ostante fosse una bambina di appena otto anni. Aveva conosciuto il vero dolore, la vera paura, e la sensazione della pistola fredda a contatto con la pelle sudata, la tensione che potessero sparare e porre fine a tutto.

Il Dottore, era li, nel suo Tardis, ad ammirare una stella che collassava. Decise di avvicinarsi, ma fu un passo azzardato, forse troppo persino per il signore del tempo.
Il Tardis, sbandava contro le crepe del tempo, guadagnava terreno arretrando nel tempo,  vagava nello spazio-tempo senza meta, vedendo la nascita di Gaia, e giunse alla Guerra Fredda.
Umani, un tempo così intelligenti, un tempo così furbi e gentili. Cosa si sono ridotti a fare per il desiderio di potere?  Uccidere persone, uccidere bambini. Mi ricorda molto un uomo, che una parte di me tenta di nascondere, fingere che non esista e dimenticare col tempo, l'altra parte di me serba rancore, piange in silenzio e si lascia andare nel baratro di chi ha fatto una scelta sbagliata nel momento in cui solo quella scelta gli poteva sembrare quella giusta.
Osservava dal Tardis le truppe armate che irruppevano nelle case della povera gente, e, le fucilava al muro. Vedeva la cattiveria indotta nelle persone, da persone che un tempo potrebbero aver avuto un briciolo di umanità.
Camminava lungo le strade di cenere e neve che si confondevano ad ogni passo, invisibile, mentre i soldati picchiavano donne e uomini innocenti, e rimaneva a guardare, non potendo evitare il massacro, con dolore.
Il passato non si può cambiare. Cose terribili accadono alle persone che si intrufolano nel tempo.
Era invisibile agli uomini comuni, a coloro  a cui non era rimasto nemmeno un briciolo di speranza, di amore, di forza per opporsi ai regimi Nazzifascisti, Sovietici, e così via dicendo...
Si fermò davanti al cadavere di un bambino, si abbassò, la sua maglietta strappata e sporca di fango, era ricoperta  di sangue, e il suo magro stomaco forato da un proiettile.
Una lacrima scese sul viso del Dottore, e percorse il suo viso rigato dal tempo.  Prese il bambino fra le braccia, e percorreva lo stesso percorso.
Scusatemi tutti per quello che ho fatto, per quello che sto facendo, ma il passato non si può cambiare. Scusami piccolo, scusami veramente tanto, vorrei poter trovare un modo per fermare tutto questo, per far si che questo incubo finisca, per far si che la tua morte non sia stata una delle tante, e sopratutto che tu non sia dovuto morire invano. Il mio cuore destro riesce a pensare solo che ti trovavi nel posto sbagliato al momento sbagliato, il mio cuore sinistro dice che oramai non posso più fermare la guerra, è una causa persa. Poi c'è il mio cervello, che mi  ricorda ciò che ho fatto: per salvare l'universo ho bruciato la mia gente. Ma qui non si tratta di salvare l'universo da un invasione aliena, qui si tratta di salvare milioni di anime, vite terrestri, troppo piccole per andarsene.
Saliva sul tetto di un palazzo, con quel bambino stretto al petto, come fosse suo, con passione e con abbastanza coraggio da lasciarlo andare. Si fermò, e il corpo fragile e piccolo di quel bambino di nemmeno tre anni ricorperto di sangue venne scagliato in aria.  Il Dottore fece un gesto rapido con la mano prima che il suo corpo potesse toccare terra, divenne un manto di polvere argentea che tornò a danzare con il vento.
Ti do la speranza. Divieni la vita.

Natasha piangeva ancora sotto le coperte. Aveva paura. Udiva degli spari dalle scale che portavano al piano della sua stanzetta. Vi erano sei letti vuoti, e alcuni erano ricoperti di sangue secco. Natasha era rimasta sotto le coperte sporche e logore, nascondendosi. Ma cosa poteva fare un lenzuolo contro degli omoni palestrati?
Era buio, e freddo, quando la porta di camera sua venne aperta con un calcio da uno dei due militari. Natasha era nettamente più veloce e agile di entrambi, e passò in mezzo alle loro gambe; saliva le lunghe scale di marmo freddo a piedi nudi nel suo pigiama; sentiva il marmo delle scale farsi sempre più freddo, farle male ai piedi fino a non sentirseli più;  i suoi sapelli rossi sembravano uno schizzo di sangue che si muoveva ad alta velocità su uno sfondo grigio, schivando proiettili; arrivò all'ultimo piano e aprì una porta a caso per paura di essere presa. Una folata di vento gelido la investì, ma non fu quello a fermarla, fu il Dottore. Se lo ritrovò d'avanti, con uno strano marchingegno in una mano che la osservava, e lei osservava lui.
La porta sbattè di nuovo ed era circondata.
Vuoi lasciare un'altra bambina morire davanti ai tuoi occhi mentre chiede aiuto?
Il cervello del Dottore aveva parlato ancora una volta.
Guardò la bambina che lo stava fissando con le lacrime agli occhi urlando in cerca di aiuto.
Può vedermi.
Si voltò verso il Tardis come per voler scappare, ma invece, prese la bambina, corse e fece un salto abnormico per poter arrivare sano e salvo dentro la sua cabina telefonica blu.
Me la pagherai cervello.

"Come ti chiami?" Chiese alla bambina poco dopo.
"Natalia." Rispose con sicurezza la piccola.
Il Dottore sorrise "Io sono il Dottore." tese una mano alla piccola Natasha, mentre questa la accettava ancora incerta.
"Chi sei esattamente?" Chiese.
"Un signore del tempo." Rispose sistemandosi il ciuffo con la mano. " E sono certo che questo sia l'inizio di qualcosa di epico. Non è forse vero Natalia Alianova Romanova?" Aggiunse sorridendo alla piccola  che intanto lo guardava storto.



Angolo autrice:
Ed ecco a voi Kyt che è tornata con una brevissima OS crossover sl decimo Dottore di Doctor Who e Natasha Romanoff, che dedico ad un'amica, Anna, che c'è sempre per farmi sclerare. Si, ciao Anna, ti voglio bene anche io :'
Facendo parte di entrembi i fandom non potevo non scriverci qualcosina. Lo ammetto, è un po' tanto triste e macabra, ma Natasha, è risaputo, non ha avuto un'infanzia felice.
Oltre a questo, volevo anche darmi una spiegazione 'realistica' sul perchè Natasha Romanoff, essendo nata ai primordi della Guerra Fredda, ai giorni d'oggi ci appare ancora come una giovane trentenne. Ed ecco spiegato il motivo: Viaggio nel tempo con Ten!
Le recensioni sono ben accolte, sia positive, sia neutre che negative.
Alla prossima,
-Kyt.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Kytalpha