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Autore: Starships    27/06/2014    2 recensioni
Peter serrò la mascella indeciso. Ucciderla o non ucciderla. Era quasi dispiaciuto per lei. Così era quasi passabile come donna. Serrò il pugno e tese il braccio come la corda di un arco pronto a scoccare la sua freccia, ma la sua mano...
-- Questa storia è ispirata a Teen Wolf. Riprende l'episodio finale della 3a visto come avrei voluto io con l'aggiunta di alcuni personaggi che sono morti ed altri che sono arrivati nella 3b. Buona lettura, spero vi piaccia.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1 

Riusciva ancora a sentirlo. Scott riusciva ancora a sentire la forza e l’energia che aveva dentro il suo corpo.
Chiuse gli occhi per un istante e si ritrovò lì.
- Entrambe le mani poste una accanto all’altra che spingevano con forza su un muro invisibile. I muscoli delle braccia doloranti. I piedi ben saldi a terra. Il respiro accelerato. Gli occhi di Jennifer Blake lo scrutano al di là del muro invisibile. Lei sa che non può, lui non può distruggere il muro che li separa. Un ghigno beffardo le spunta sul viso. Scott continuava a spingere tanto forte da sentire bruciare ogni singolo muscolo del suo corpo. In quel momento Scott iniziò a pensare al motivo per cui doveva riuscire ad arrivare a quella donna apparentemente bella. Ripensò a sua mamma e a tutto quello che aveva dovuto passare. Melissa lo aveva cresciuto senza l’aiuto di nessuno. Gli aveva voluto bene quando credeva che lui fosse un ragazzo e un figlio come tanti altri e non aveva smesso di volergliene neanche quando aveva scoperto che lui non era affatto come tutti gli altri. Ripensò anche al signor Stilinksi. Il padre di Stiles. Anche lui come Melissa era stato costretto a crescere il proprio figlio da solo. Aveva perso sua moglie e ora stava per perdere suo figlio. Non poteva permettere che questo accadesse. Non poteva lasciar morire il padre del suo migliore amico. Sarebbe stato come perdere anche una parte di se stesso. Ispirò forte col naso e sentì la forza crescere dentro di lui. I suoi muscoli smisero di bruciare e sembrarono essere più duri, più forti. Guardò nuovamente Jennifer e si rese conto che qualcosa stava cambiando. Lei lo guardava con la fronte aggrottata come se qualcosa non stesse andando per il verso giusto. Come se qualcosa si stesse per rompere. Scott fece l’ultimo sforzo, i suoi occhi da oro divennero fuoco e il muro si ruppe. Jennifer cadde a terra visibilmente spaventata.
“Come ci sei riuscito?” Chiese Jennifer indietreggiando.
Scott la guardò attentamente e poi parlò “Sono un alfa, adesso.”
Jennifer indietreggiò ancora con il fiato corto. Deucalion si alzò lentamente anche lui scosso. Scott chiese a Jennifer di cessare la tempesta e che l’avrebbe uccisa se non avesse fatto come diceva, ma non fece in tempo a terminare la frase che Deucalion si avventò su di lei squarciandole la gola. Il volto di Jennifer cambiò. Diventò spaventoso. Senza labbra, la pelle sembrava bruciata e molliccia. Tre grandi graffi rossi le dividevano il volto in tre parti. Si sdraiò a terra convinta di riuscire a respirare, ma invece sentì solo il sangue caldo colarle tra le mani. In quel momento la tempesta si calmò.
 
Stiles aveva corso il più velocemente possibile. La mazza da baseball ben salda in mano. Era arrivato vicino al Nementon quando aveva visto tante voragini intorno al tronco tagliato. Senza esitare si era lanciato in una di quelle buche e si era ritrovato in una sorta di cantina. La tempesta aveva fatto cadere tutto e la terra franata aveva distrutto quei pochi mobiletti che si reggevano in piedi da chissà quanto tempo. Poi li vide. Isaac accovacciato che spingeva con tutte le sue forza una trave in legno posta proprio sopra la sua testa. Allison era sdraiata accanto a lui con un pezzo di legno piantato nul cuore. Melissa era poco più in là che faceva pressione con entrambe le mani insanguinate sul collo di Chris Argent.  Infine Stiles, vide suo padre che tentava da semplice umano di aiutare Isaac. Stiles si precipitò ad aiutarli e piantò la mazza da baseball tra la trave e il terreno. Suo padre alzò gli occhi e lo guardò con gratitudine. La tempesta cessò e Stiles strinse forte suo padre tra le braccia. Isaac invece era piegato sul corpo senza vita di Allison. Gli occhi della ragazza erano puntati verso l’alto e guardavano un punto indefinito. Isaac li chiuse e una lacrima gli rigò il viso. Si strusciò il dorso della mano sotto il naso e iniziò a pensare a come dirlo a Scott.
 
Kira dal canto suo era rimasta con Lydia e Cora nella clinica veterinaria. Non aveva fatto altro che pensare a Scott preoccupata. Anche Lydia sembrava agitata aveva mille sensazioni che le invadevano il corpo e nessuna di queste era buona. Si fermò un attimo ad osservare Cora che sembrava tranquilla, ma poi la vide mangiarsi un unghia e capì che anche lei era preoccupata.
 
Scott e Derek lasciarono andare Deucalion promettendoli che lo avrebbero ritrovato se non avesse rigato dritto. Jennifer era scomparsa, forse si era dissolta con la tempesta. Si incamminarono verso in Nemeton e Scott si sentì molto più leggero.
“Quindi sei un alfa.” Derek lo guardò con la coda dell’occhio pronunciando quelle parole con tono fiducioso e fiero.
“Sì, lo sono.” Scott non poté fare  a meno di sorridere.
“Chissà come la prenderà Peter.”
 
Jennifer si trascinò fuori dal magazzino. Fece una pausa appena si sentì al sicuro e poi tornò a gattonare dolorante verso l’unico posto che avrebbe potuto darle la forza di rialzarsi.  Sentiva ancora il sangue uscirle dalla gola. Sembrava bruciare sempre di più. Lei era una donna forte. Era caduta una volta e si era rialzata  e lo avrebbe rifatto. Di certo non aveva perso le speranze quando la sua migliore amica l’aveva quasi uccisa solo per avere un posto nel branco di Deucalion. Si era appoggiata al Nemeton che l’aveva guarita per darle la forza di vendicarsi. Ed era stata quasi vicina alla vendetta se non fosse stato per quello sciocco di Derek. Lei lo aveva amato. Era così bello e forte. Per un momento le era sembrato di essere ricambiata, ma si sbagliava. A Derek importava solo di essere il capo branco. Si sarebbe vendicata anche di lui appena il Nemeton l’avesse guarita. Quando arrivò al Nemeton non c’era nessuno. Si fece forza e si sollevò sul bordo del tronco, arrivo quasi a toccare il centro se non fosse stato per una mano con tanto di artigli a fermarla. Si voltò e vide Peter.
“Peter… ecco dov’eri finito. Quando il gioco si fa duro tu scappi!” Jennifer pronunciò quelle parole sputando sangue.
“A quanto pare sono nel posto giusto…” Un ghigno beffardo si fece piazzò sul suo bel volto squadrato. Gli occhi celesti erano diventati ghiaccio.
“Scott è diventato un alfa adesso. Tu invece?” Tossì e sputò un grumo di sangue. Jennifer sentì le palpebre diventarle sempre più pesanti. Appoggiò la testa al tronco e fece per sollevarsi, ma Peter le appoggiò una mano sulla spalla e la costrinse a guardarlo.
“IO SONO L’ALFA!!” Le ululò.
Jennifer si sventolò il naso con la mano sporca. “Come ti puzza l’alito!” Esclamò beffarda. Peter sollevò il braccio pronto a spezzarle il collo, ma lei prontamente sollevò le mani e disse: “C’è solo un modo per tornare ad essere l’unico alfa. E se mi uccidi non saprai mai come!”
Peter serrò la mascella indeciso. Ucciderla o non ucciderla. Era quasi dispiaciuto per lei. Così era quasi passabile come donna.  Serrò il pugno e tese il braccio come la corda di un arco pronto a scoccare la sua freccia, ma la sua mano non colpì il volto già dilaniato di Jennifer, finì sul tronco. Sollevò la donna e le trinò una mano verso il centro del tronco. Dalle fessure del Nemeton uscì una luce gialla intensa. Peter chiuse gli occhi e rimase accovacciato su Jennifer.
 
 
 
Una settimana era passata dalla morte di Allison.  Scott finì di preparare lo zaino ed uscì dalla stanza. Arrivò in cucina e trovò lo sceriffo Stilinski seduto a capotavola con una canotta e il pantalone del pigiama. Era un anno che il padre di Stiles frequentava la mamma di Scott. E dopo quello che era successo con Jennifer e Deucalion avevano deciso finalmente di andare a convivere. Ora aveva Stiles 24h su 24 tra i piedi.
“Allora fratello andiamo a scuola?” Stiles aveva appoggiato le mani sulle spalle del padre e con sguardo maligno guardava Scott.
“Sì. Dov’è Isaac?”
“Non ne ho idea… forse dorme ancora!”
“Dovreste prendere esempio da quel ragazzo. È uscito dieci minuti fa!” Esclamò Stilinski senza sollevare lo sguardo dal suo giornale.  
Uscirono di casa e Stiles salì sulla sua adorata Jeep. Scott sulla moto.
“Scotty vado a prendere Lydia, ci vediamo a scuola… ammesso che tu non ti voglia imboscare con Kira prima!” Stiles alzò le sopracciglia come suo solito. Scott rise e partì.
Quando Stiles arrivò davanti casa di Lydia la trovò seduta sui gradini del portico che guardava il cielo. Era bellissima. La sua pelle chiara e quelle labbra carnose. Sembrava una bambola. E quella bambola era la sua ragazza. Ancora non riusciva a crederci. L’aveva desiderata così tanto che ora che era sua neanche ci credeva. Tutto era successo quando lui aveva avuto un brutto attacco di panico e lei per calmarlo lo aveva baciato a terra nel bagno della palestra. Che bacio. Il suo primo bacio. Toccare finalmente quelle labbra morbide.
Lydia gli sorrise e si alzò ondeggiando verso la Jeep. Si era messa un vestitino blu a fiorellini.
“Stiles sei sempre in ritardo!” Lo rimproverò.
“Io arrivo tardi perché tu mi fai sempre aspettare un’ora!”
“Io sono una donna e in quanto tale ho le mie esigenze!”
“Beh puoi iniziare prima a fare le tue esigenze così quando arrivo io sei pronta!”
Lydia mandò gli occhi al cielo. Ogni mattina la stessa storia. Ormai era di routine. Lo trovava divertente. Lo prendeva sempre in giro e le piaceva farlo aspettare. Lui non si arrabbiava mai e quelle poche volte che lo faceva lei lo guardava con occhi dolci e finivano con il baciarsi.
 
Isaac quella mattina decise di andare a scuola a piedi. Non aveva voglia di stare in macchina con Lydia e Stiles. Quei due non facevano altro che punzecchiarsi a vicenda per poi baciarsi appassionatamente ad ogni stop o semaforo rosso. L’aria fresca gli fece venire la pelle d’oca, si mise le mani nelle tasche dei jeans e camminò così guardandosi i piedi. Era passata una settimana da quando aveva perso una cara amica, era arrabbiato con se stesso perché voleva sentirsi in lutto per quella perdita così importante e invece lui era contento perché sentiva di far parte di un branco, un vero branco. Non erano più solo lui, Erika e Derek. Ora c’era Scott, l’alfa, Kira,  Derek, Erika, Lydia e Stiles. E poi c’era anche Cora… Cora con quel sedere perfetto.
Lei aveva iniziato ad andare  a scuola con loro e i primi giorni non aveva indossato altro che pantaloni aderentissimi. Gli occhi di Isaac erano finiti sempre sul suo sedere. Lui non lo faceva a posta. Capitava. Cora se ne era anche accorta una volta e aveva girato gli occhi al cielo seccata.
Fu il primo ad arrivare a scuola quella mattina. Prese posto in classe e poco dopo arrivarono anche Kira e Scott mano nella mano. E lo stesso fecero Lydia e Stiles. Arrivò anche Erika che si guardò in torno con la puzza sotto il naso. Era così sexy quando si vestiva in pelle. Isaac voleva provare ad uscirci, ma Derek era arrivato prima di lui ed ora erano circa quattro mesi che quei due stavano insieme. Cora si sistemò dietro Isaac e iniziò a giocare con una matita.  Isaac si voltò a guardarla.
“Scusa Isaac, mi sono seduta prima che tu potessi sbavare guardando il mio culo.” Si finse dispiaciuta.
“Hai un bel sedere.” Le sorrise lui facendo spallucce.
Cora non fece in tempo a rispondergli perché in quel momento entro il Coach strillando dietro un povero ragazzo “Greenberg se fossi stato tua mamma mi sarei vergognato!”
 
Peter lasciò che il sole gli scaldasse la pelle. Aveva gli occhi chiusi davanti alla grande vetrata del suo appartamento. Sentii il rumore dell’acqua della doccia che colpiva qualcosa… per la precisione Jennifer. Si era trasferita da lui. Non stavano insieme erano semplicemente complici. Lei voleva vendicarsi di Derek e lui invece voleva tornare ad essere un alfa. Eliminare Scott e gli altri marmocchi avrebbe fatto felici tutti. Peter affinò l’udito e senti Jennifer che apriva il barattolo del bagnoschiuma, ma mano che scivolava sul proprio corpo.
 
Finalmente Jennifer era tranquilla. La doccia l’aiutava a rilassarsi era una settimana che organizzava con Peter un modo per vendicarsi. Ma quei due erano troppo differenti per avere idee comuni o accontentarsi dei piani dell’altro. Entrambi volevano comandarsi a vicenda e nessuno dei due voleva sottomettersi. Sarebbe stato più duro di quanto potessero immaginarsi.
L’acqua continuò a scorrere. Pace. Solo per qualche minuto. Jennifer si sentì come non si sentiva da tempo. E forse non sarebbe più tornata ad essere quella di prima. Sempre sorridente e gentile. Non dopo che le persone che amava di più al mondo l’avevano tradita.

 
                        

Mi sono cimentata in questa storia perché io e la mia bff volevamo che le nostre ship si realizzassero. 
Perché non eravamo contente della morte di alcuni personaggi. 
E' la prima volta che scrivo una fanfiction su personaggi creati da altri quindi site clementi. 
Spero vi piaccia.

xx Cla' 
 
  
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