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Autore: EmilyPlay    27/06/2014    2 recensioni
Campagna, guida a sinistra, pollo, domenica, l'abitacolo di un'automobile con la radio accesa.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Roger Waters
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La campagna del Cambridgeshire scorreva pigra al di là del finestrino. Prati infiniti, un gregge, un cottage, un altro gregge, tre mucche, ancora un gregge, qualche albero. I fili della corrente correvano e saltavano sui pali a intervalli più o meno regolari sopra quel monotono e sempre identico paesaggio.
Lanciò un’occhiata di sbieco a Judy. Forse finalmente aveva abbandonato la questione.
Svoltò a sinistra, pensando a quanto era stancante discutere con lei, che trovava sempre qualcosa da ribattere. Stranamente invece, quella volta aveva taciuto da sola, così all’improvviso, e Roger rimaneva dubbioso, perché non sapeva mai che cosa aspettarsi da lei. Sarebbe rimasta così, spaparanzata sul sedile con i piedi sul cruscotto e il viso rivolto dalla parte opposta alla sua, guardando fuori per il resto del viaggio?
No. Non fece nemmeno in tempo a sperarlo che Judy si tirò su lentamente e si sciolse i capelli, scuotendo poi la testa e voltandosi verso di lui. Roger la guardò di rimando e, dall’espressione che leggeva tra le ciocche bionde scomposte, capì che non aveva ancora mollato la presa; stupido lui ad illudersi, la conosceva fin troppo bene.
Il fatto era che ne avevano già parlato più  e più volte e nessuno si era mai schiodato dalla sua posizione: basta! Fosse stata una sciocchezza… ma con lei non si discuteva sulle sciocchezze, con lei non erano mai esistite sciocchezze neanche da menzionare ed era una cosa che aveva sempre amato. Ma allo stesso tempo odiava, odiava litigare sulle cose serie. Diventavano ancora più serie e pesanti e tremendamente reali quando uscivano dalla sua bocca e lui si trovava nella posizione di controbattere.
Intravide i suoi movimenti mentre si accendeva una sigaretta e subito dopo abbassava il finestrino per fare uscire il fumo. Scalò le marce, avvicinandosi all’incrocio.
No, no, no. Non ce l’avrebbe fatta a sopportarla questa volta, gli venne quasi la tentazione di sbottare un “Lascia cadere, ti prego! Non ce la faccio”. No, consideriamo le aggravanti, era un momento delicato. No, non mentre stavano tornando dal pranzo della domenica da sua madre. No, che non aveva neanche digerito quella cazzo di salsa che “accompagna magnificamente il pollo”. Un pollo che sembrava un tacchino del Giorno del Ringraziamento. Dove cazzo lo aveva trovato un pollo del genere? E forse aveva anche esagerato con la torta di mele che aveva portato Judy, che in quel momento fumava tranquilla, cambiando le stazioni radio, come per far trascorrere il tempo che le serviva per caricarsi.
Uscì dall’incrocio e accelerò. Gli piacque pensare che quelle poche automobili che incontravano per la strada fossero di gente che tornava stressata dal pranzo della domenica come loro. Magari anche quegli automobilisti avevano una madre che li trattava da quindicenni.
“Oh, Roger, che diavolo di camicia è questa, sicuro che non ne hai messo per sbaglio una di Judy? E i capelli immagino che non sarà mai possibile farteli tagliare, eh? Che mi dici, Judy, fa il bravo? Non rimane tutto il giorno rinchiuso a suonare, vero? Sta un po’ con te? Mangia? Perché mi sembra un poco emaciato”
Emaciato…ma se era lei che diventava sempre più, come dire, paffuta? Quello che succede a mangiare polli-tacchini…
E Judy era sempre così gentile, delicata e ferma che andava a genio a tutti. Bè, dopotutto per sopportare lui…
E suo fratello rideva. Già, proprio suo fratello che così innocentemente tra un boccone e l’altro se ne era uscito con un: “Ho sentito che state cercando un secondo chitarrista! Bella idea, che intenzioni avete?”
Subito Judy gli aveva lanciato quello sguardo, mentre si stava servendo le patate, ma era rimasta impassibile agli occhi degli altri.
“Nulla di particolare, sperimentiamo come sempre” aveva cercato di cavarsela così.
Tamburellò nervosamente le dita sul volante alle note di For What It’s Worth dei Buffalo Springfield trasmessa da qualche radio indipendente.
Dopo aver soffiato fuori il fumo, Judy si mise a cantare, porgendogli il mozzicone sigaretta, che Roger, dopo due profonde boccate, schiacciò nel portacenere. Proprio in quel momento il brano giungeva al termine e ne iniziava un altro.
Ecco, fu proprio preso alla sprovvista, per quello esplose, benché non ci fosse nulla di straordinario, alla fine era ovvio che passasse alla radio…solo che non era pronto, lì nella campagna del Cambridgeshire, dopo il pollo e le patate, con lo sguardo penetrante di Judy a mezzo metro, per sentire le corde del proprio basso risuonare nell’abitacolo. E insieme la sua voce: Arnold Layne had a strange hobby
“Senti, tu non capisci, non capisci proprio! Non possiamo andare da nessuna parte se lui continua così! Ci fa passare le ore a provare arrangiamenti a caso, si inventa i testi al momento e continua a cambiarli! E poi David non è un estraneo per lui, sono andati…”
“Cazzo, Roger!” un pugno al cruscotto  “Non è una chitarra rotta! Fategli smettere! Fategli smettere con quell’acido di merda!”
 
…Two to know, two to know, why can’t you see?


There's someone (in a car) in my head...
Mi sono resa conto solo ora che ho scritto un'altra storia con Roger e Judy ambientata di domenica...
Niente, è solo che mentre cerco di studiare nella mia testa passano in Roger e Judy in macchina. Mettere ciò per iscritto è stata una necessità per liberarmi la mente!
Ciau!
Emily
  
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