Il pavimento accoglie con durezza il corpo di Yuu, la mano si distende e il suono del pallone rimbalza contro le dita piccole.
Salvo!
Ad ogni balzo contro il terreno un nuovo livido si fa strada sulla pelle del ragazzo, ma ad ogni balzo lui è più sicuro di sé e più vicino a casa, dove la voce di Asahi che chiama la schiacciata { Sugawara, qui! } è ancora viva e l’Asso della squadra è ancora pronto a battersi per loro { Un’altra! Posso schiacciare ancora! }, con loro.
Ad ogni scatto delle scarpe che strusciano contro il pavimento ruvido le gambe di Yuu si fanno più pesanti, il fiato più corto e la vista più stanca, ma il mese è quasi finito e casa è dietro l’angolo, insieme a quell’area di gioco di cui lui è il Guardiano Protettore. Li salverà tutti, questa volta, così che il pallone torni sempre tra le mani di chi può fare punto e farà in modo di salvare anche il cuore di vetro di quello stupido gigante frignone { In cambio, non smettere di chiamare la palla, non smettere di credere in noi! }.

Yuu si getta a terra, la mano aperta, il pallone salvo e, nei suoi occhi ambrati, con cui guarda il mondo dal basso – e dal basso lo protegge –, si specchia con orgoglio una strada fatta di punti congiunti l’uno con l’altro, dove una palla di pallavolo continua a rimanere in aria, così che si possa giocare per sempre.
Si rialza, più forte di prima e, finalmente, è pronto per tornare a casa.