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Autore: Love Bites    27/06/2014    0 recensioni
«Te l’ho detto, non sono pronto, io…».
Il suono della sua risata profonda mi impedì di finire la frase.
«Tu non sarai mai pronto. Non hai le palle, Lou».
«Beh, scusami se ho paura del giudizio della gente», sibilai, prendendomi la testa fra le mani.
Percepii Harry voltarsi e fare qualche passo nella mia direzione. Si piegò sulle ginocchia in modo da essere alla mia altezza.
«E tu scusami, se ti amo troppo per continuare a nasconderlo».
Louis/Harry, Louis/Eleanor, Harry/Zayn.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Destined



Introduzione (16/06/14)

«Spiegami cosa sta succedendo, Harry, perché io proprio non lo capisco», mormorai,  sedendomi sul bordo del suo letto.

«Non lo so – ribatté lui e mi diede le spalle, per poi avvicinarsi alla finestra – so solo che non ce la faccio più».
«Lo dici continuamente…».
«No, Louis. Stavolta è diverso. Sono davvero stanco».
«Quindi mi stai lasciando?».
«E’ la cosa migliore da fare. I pettegolezzi su noi due finiranno e tu potrai continuare ad essere quello di sempre, senza preoccuparti per me».
Se avessi potuto vedere i suoi occhi sono certo che la gola mi si sarebbe chiusa in un groppo.
«Te l’ho detto, non sono pronto, io…».
Il suono della sua risata profonda mi impedì di finire la frase.
«Tu non sarai mai pronto. Non hai le palle, Lou».
«Beh, scusami se ho paura del giudizio della gente», sibilai, prendendomi la testa fra le mani.
Percepii Harry voltarsi e fare qualche passo nella mia direzione. Si piegò sulle ginocchia in modo da essere alla mia altezza.
«E tu scusami, se ti amo troppo per continuare a nasconderlo».
Il tempo di inspirare il suo profumo e lui si era già alzato, pronto ad uscire dalla stanza.
«Ti amo anch’io, Harry», dissi, troppo sconvolto per aggiungere altro.
«Lo so».
Il rumore della porta che sbatteva rimbombò nel silenzio assieme a quelle ultime parole.
  

 


14/08/14 (un mese dopo)

Zayn, eh? Quel bastardo.
Quel maledetto bastardo.
La bocca di Eleanor è già sulla mia, quindi non devo fare altro che stringere le mani sui suoi fianchi e avvicinarla a me. Lei non è ancora del tutto a suo agio e non posso darle torto: non la toccavo così da più di un anno.
Il suo profumo – sicuramente molto costoso – mi inebria la mente mentre affondo il viso tra i suoi capelli e riporto le labbra a collidere con le sue. E’ bella, lo è sempre stata, e questo basta a convincermi che quello che stiamo facendo non è poi così male.
Lei sa che la sto usando per impegnarmi la mente, ma come sempre tace e mi lascia il comando, troppo devota, troppo innamorata per dirmi di no, per opporsi, per cercare di consolarmi in qualche altro modo.
No, Eleanor sa che quello di cui ho bisogno adesso è baciarla e sfogare la mia frustrazione sul suo corpo e me lo permette, forse un po’ egoisticamente.
Così faccio scivolare le mani in basso, sul suo fondoschiena da modella. Lo amo, ma non c’è confronto con quello di Harry.
«Ah», geme, quando stringo un po’ troppo la presa.
«Rilassati», le intimo, tornando su e infilando le mani sotto la sua maglietta.
Lei annuisce e alza le braccia per permettermi di sfilargliela, dopo di che mi aiuta a liberarmi della mia. Le sue dita tracciando i contorni dei miei tatuaggi prima di scendere più in basso, graffiandomi delicatamente il ventre fino al bordo dei jeans. La sensazione è strana, ma mi piace.
«E’ un problema se saltiamo i giochetti e arriviamo subito al dunque?», le chiedo, quando lei mi sbottona i pantaloni e li abbassa fino alle caviglie.
«No – risponde, con un sorriso che sembra quasi imbarazzato – solo…hai un preservativo? Io non credevo che ci sarebbero serviti…».
Annuisco, ma non posso fare a meno di aggrottare le sopracciglia.
«Abbiamo già fatto sesso…tre volte, questa settimana».
«Appunto…non l’abbiamo mai fatto così spesso», risponde lei.
Sospiro e infilo le dita sotto i bordi dei suoi shorts, tirandoli giù assieme alle mutandine. El si sbottona il reggiseno e lo lancia sul pavimento.
«Dovresti ricominciare a prendere la pillola», dico, senza pensarci troppo. Infondo ho sempre odiato quegli affari di lattice e lei lo sa, così come lo sapeva Harry.
Eleanor cammina fino al letto, tenendomi per mano, poi si si sdraia sopra e mi invita a seguirla.
«Come vuoi, Lou», acconsente, mentre io mi posiziono di fronte a lei, allargandole le gambe per farmi spazio.
Mi chino in avanti per tornare a baciarla e lei sorride quando lo faccio. La sua bocca abbandona la mia solo quando, scartata la bustina rossa che ho recuperato dalla tasca dei miei jeans, mi infilo il preservativo e mi guido verso di lei.
Le entro dentro con una spinta controllata perché so di non averla preparata alla mia intrusione.
«Tutto bene?», chiedo, per scrupolo.
«Certo», risponde e si abbandona tra i cuscini della mia stanza d’albergo.
Quando inizio a muovermi la brutta litigata con Harry* di poche ore prima è fuori dalla mia testa.
Voglio solo scoparmi Eleanor e poi fumarmi una sigaretta sul mio cazzo di balcone, lontano da tutti e da tutto.
«Tranquillo, Lou», ansima la ragazza sotto di me, quando spingo un po’ troppo forte.
Le sue mani accarezzano la mia schiena dolcemente, come a ribadire il concetto.
«Grazie – mormoro, affondando il viso nella sua spalla – grazie per quello che fai per me».
«Sssh», sussurra.
E io riprendo a muovermi.
 
*«Chi è il ragazzo misterioso con cui mi hai sostituito? Eh? Chi è che ti scopi? Nick, non è vero? Quel maledetto bast…».
Mi manca il respiro, perché Harry mi ha appena tirato un  pugno nello stomaco, mandandomi a sbattere contro la parete di cemento alle nostre spalle. Presto il dolore si irradia in tutto il corpo, impedendomi perfino di imprecare.
«Vuoi davvero saperlo, Louis? Ti importa così tanto?».
«Certo… – tossisco, e fa male, cazzo, fa male – certo…che voglio…che voglio saperlo».
Un paio di iridi verde smeraldo inchiodano le mie, color dell’oceano in tempesta. Ancor prima che le parole di Harry mi arrivino alle orecchie sono già crollato a terra.
Non ce la faccio, ripeto a me stesso.
Non riesco neanche a pensare.
«Zayn – sibila  allora lui, con una cattiveria che non gli avevo mai sentito usare – mi scopo Zayn».
 
Spalanco gli occhi che ormai è notte fonda.
Ho i pugni serrati lungo i fianchi per la rabbia e, non appena li rilasso, piccole fitte mie attraversano le dita.
Non ho bisogno di voltare la testa per controllare se Eleanor è ancora nel letto, perché so che non è così. Se ne va sempre di sua spontanea volontà dopo che abbiamo fatto sesso, forse perché ha paura che sia io a cacciarla.
Lo farei? Conoscendomi, forse sì.
Eppure in quel momento vorrei solo che lei fosse al mio fianco, pronta ad accarezzarmi i capelli mentre io, con la testa appoggiata al suo petto nudo, ascolto il battito lento del suo cuore.
Forse dovrei chiederle di restare, la prossima volta.
Sì, forse dovrei.
Mi giro su un fianco e allungo un braccio ad afferrare il telefono dal comodino.
Sono quasi le due e nella barra di notifica posso notare tre chiamate perse.
Liam, Liam e mia madre.
Payne è preoccupato almeno quanto lei in questo periodo. Entrambi dicono che sono scontroso, che non sorrido più.
E come dargli torto? Il ragazzo che amo mi ha dato un ultimatum che non ho saputo rispettare e ora ha deciso di andare avanti senza di me, andando a letto con il mio migliore amico.
Bella merda.
Non so perché mi ritrovo ad aprire la chat di whatsapp corrispondente al nome “Curly”.
L’ultimo messaggio che ci siamo scambiati è una foto di noi due davanti allo stadio di San Siro, in Italia.
Più di un mese fa.
Mi manchi, scrivo velocemente.
E ti amo, Harry. Ti amo così tanto che fa male. Vorrei urlarlo al mondo intero il mio amore per te, ma non trovo la voce. Mi dispiace di essere solo un fottuto codardo.
Mi dispiace con tutto il cuore.
Fisso a lungo le parole sullo schermo, rileggendole fino allo sfinimento.
Più volte solo sul punto di inviarle, ma alla fine cancello tutto e lancio il telefono dall’altra parte del letto, dove atterra con un tonfo.
Codardo, ripete allora la mia coscienza.
 
Harry’s pov
 
«Perché gli hai detto che scopiamo?», mi chiede Zayn dal divanetto affianco al mio.
«Perché se lo meritava…- rispondo - e poi è vero».
Allungo le gambe sul tavolino da caffè ormai ricoperto di bottiglie di birra e buste di patatine mezze vuote.
«E’ successo solo una volta, Harry, e sinceramente ora come ora il mio culo non vuole più saperne».
Rido sommessamente e lascio che la testa mi scivoli indietro, contro lo schienale color crema. Rimango così, anche perché la stanchezza e l’alcool non mi permettono di fare altrimenti.
E’ Zayn ad alzarsi e a barcollare verso di me, crollando al mio fianco.
«Non so come facesse Lou a non lamentarsi. Hai una bestia nelle mutande, Styles».
Rido di nuovo, segretamente compiaciuto da quelle parole.
«Neanche tu sei messo tanto male, Zaynie».
«Io ho sempre detto di essere dotato», commenta lui.
Segue un attimo di silenzio durante il quale mi ritrovo ad appoggiare una guancia alla sua spalla. Non è il massimo della comodità, ma sinceramente non mi importa. Voglio solo un po’ di contatto fisico, tutto qui.
«Lo sai, vero, che ci odierà entrambi?», mormora Zayn, inspirando bruscamente dal naso.
«Ha importanza?».
«E’ il mio migliore amico».
«E io lo amo».
«Appunto».
Una lieve gomitata mi fa mugugnare.
«Se lo ami dovresti anche riuscire a capirlo», mi fa notare lui.
Sbuffo, non tanto per quello che ha detto, ma per il mal di testa. Ho davvero bevuto troppo.
«Ho cercato di capirlo per troppo tempo. Sono passati quattro anni, cazzo. Non posso aspettare per sempre».
Zayn mormora un “Mmh-mmh” e gira il viso verso di me.
«Vi do un mese – dice, sfiorando la mia fronte con le labbra – tempo un mese e tornerete assieme come sempre».
«Non credo proprio», ribatto, ma lui mi tira un’altra gomitata, stavolta molto più forte.
«Ah, piantala di fare il rompicoglioni. Non potete vivere senza l’altro e lo sapete meglio di me».
Qualcosa nel profondo del mio cuore mi dice che è vero, che non posso vivere senza Louis Tomlinson e che lo perdonerò, perché nonostante tutto lo faccio sempre.
E’ la mia mente martoriata dalla sbronza, in quel momento, a non accettare la cosa.
E così, senza neanche rendermene conto, mi sollevo appena e porto una mano sul petto di Zayn, mezzo scoperto dalla camicia a quadretti rossi e neri, mal abbottonata.
Lui apre gli occhi color cioccolato e mi fissa nella penombra della stanza d’albergo. E’ bellissimo come sempre, anche se ubriaco, anche se impregnato di quel maledetto odore di sigaretta che non lo abbandona mai.
«Grazie, per quello che stai facendo per me… – sussurro, sfiorando l’inchiostro nero che ricopre la sua pelle – …anche Louis dovrebbe ringraziarti, sai? Cerchi in ogni modo di farmi tornare da lui, di difenderlo…sei un buon amico, davvero».
«Ci credo, ti permetto di sfogare la tua frustrazione sessuale su di me...a proposito, sei bravo a sedurre, Styles».
«Che disdetta, eh? In genere sei tu quello a far cadere le ragazzine ai tuoi piedi», ridacchio.
«Diciamo che ce la giochiamo alla pari», risponde lui e ricambia il mio sorriso.
Lui volta la testa e inizia a guardare fuori dalla vetrata che ricopre tutta la parete nord della stanza. Le luci abbaglianti di Detroit brillano nel buio della notte come piccole stelle incandescenti.
Rimango a guardarlo finché il desiderio di soffocare il bisogno di Louis non si fa troppo intenso per rimanere inascoltato.
Faccio scivolare la mano via dal suo petto, portandola più giù, fino al cavallo dei suoi pantaloni.
So che non si lascerà convincere tanto facilmente stavolta, quindi, non appena lui si gira a fissarmi, gli sorrido nel modo più seducente che conosco.
«Ti va?», domando, a bassa voce.
«Te lo puoi scord…», inizia lui, cercando di spostare la mia mano.
«Solo per stanotte. Non succederà mai più».
Zayn aggrotta le sopracciglia e dopo qualche altro secondo di lotta riesce a spostarmi dalla sua zona calda, ma solo per finire ad intrecciale le dita alle mie.
I nostri anelli si scontrano, tintinnando.
«Harry…fai il bravo, su – mi intima – so di essere una macchina del sesso, ma non ho intenzione di venire a letto con te un’altra volta».
Sorrido e scuoto la testa, esasperato.
«Se è per il tuo culo che temi, puoi anche stare sopra tu stavolta».
Ed è una soddisfazione vedere un barlume di malizia  attraversare il suo sguardo.
«Non ho mai scopato con un uomo facendo l’attivo», mormora e io so che si sta mordendo l’interno guancia.
«C’è sempre una prima volta, no?», dico.
Zayn sospira, scuotendo la testa come me, poco prima. Lo so che la sua mente perversa muore dalla voglia di scoparmi, eppure sono altrettanto sicuro che non sarà così facile convincerlo.
«Le cose stanno così – mormoro – Siamo entrambi ubriachi ed entrambi bisognosi di distrazioni…io ho bisogno di togliermi Louis dalla testa e tu di non pensare all’enorme cazzata che hai fatto quando hai chiesto a Perrie di sposarti, dato che non sei per niente un tipo da matrimonio…».
«Hey! Io amo Perrie, lei…».
Sorrido, soddisfatto.
«Certo, certo…lei è perfetta e blablabla…allora perché ti è venuto duro?».
Per ribadire il concetto sciolgo l’intreccio delle nostre dita e torno a premere la mano sul cavallo dei suoi jeans neri.
Lui si morde le labbra a sangue per non darmi la soddisfazione si sentirlo gemere.
«Per favore, Zayn. Ho bisogno di…».
«Va bene – sibila lui, sconfitto – va bene. Ma a una condizione».
Alza una mano e me la preme sul torace.
«Voglio davvero che entro la fine del mese tu e Lou torniate assieme, intesi? Non ce la faccio a vedervi così…nessuno di noi ci riesce. Voi due siete destinati a stare insieme».
Fingo di pensarci, ma in realtà ho già la risposta pronta in mente.
«Affare fatto, Zaynie – dico, serio – ora però sta zitto e baciami».
Quando le labbra del moro raggiungono le mie non posso fare a meno di sospirare.
Non importa con chi andiamo a letto o quanto stiamo lontani.
Io e Lou continueremo ad amarci, sempre.

 

22/09/14 (un mese e nove giorni dopo)
 
«Volevo parlarti, ma non ho avuto il coraggio…».
«Non importa, davvero. Scusami se non sono riuscito a capirti…se mi sono arreso».
Louis mi stringe più forte affondando il viso nella mia spalla destra.
«Scusami tu – lo sento sussurrare contro la stoffa sottile della mia camicia – scusami se fin ora non ho avuto le palle di uscire allo scoperto».
«Fin ora?», chiedo, sinceramente incuriosito.
Ed è solo in questo momento che nel mio cervello si accende una lampadina.
Da qualche minuto, infatti, il mio cellulare vibra senza sosta nella tasca posteriore dei Jeans e il PC di Louis, abbandonato ancora acceso sul letto color sabbia, emette continui strilli.
Conosco quel suono, sono notifiche.
Notifiche di twitter.
«L’hai fatto?», chiedo sconvolto,  con gli occhi lucidi.
Il ragazzo tra le mie braccia annuisce e posso sentirlo sorridere contro il mio petto.
«L’ho fatto – sussurra, la voce resa stridula dalla commozione – siamo liberi, Harry».
, dico dentro di me, mentre mi chino ad afferrargli il viso tra le mani e lo bacio.
Siamo liberi, Louis.
Siamo liberi.

 


Spazio autrice.

Lo so, fa cagare. Amen. Non chiedetemi perché ho scritto sta cosa senza senso. 
Perché ho scelto gli Zarry? Perché secondo me quei due dovrebbe finire a letto almeno una volta. Farebbero scrintille, ahahah.
Vabbè, vado, che è meglio per tutti.
Un bacione.

 
 
   
 
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