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Autore: Merillion Chan    27/06/2014    1 recensioni
La storia inizia dall'episodio dell'anime "La determinazione di kakashi" (del manga non mi ricordo il numero, perdonatemi >.< ). Kakashi Gai e Naruto hanno scoperto la vera identità di Obito, che è appena stato raggiunto da Madara. La scena è incentrata su Kakashi e Obito. E' la mia prima FF quindi spero gradiate! Con amore :D
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kakashi Hatake, Obito Uchiha, Rin | Coppie: Obito/Rin
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Madara aveva appena fatto la sua entrata in scena e si era appostato al fianco di Obito. Era arrivato nel momento migliore. Per quanto Obito si fosse sforzato per tutti quegli anni di soffocare le sue emozioni per concentrarsi solo sul loro progetto, non riusciva ad ignorare il turbine di emozioni che gli aveva procurato Kakashi pronunciando il suo nome, non appena aveva scoperto la sua vera identità.
L'aveva osservato, in tutti quegli anni, nascondendosi dietro agli alberi del cimitero di Konoha mentre Kakashi visitava la sua tomba e quella di Rin. L'aveva osservato mentre allenava i suoi tre allievi, e non era riuscito a fare a meno di notare quanto quel trio fosse simile al suo vecchio trio. L'aveva osservato anche mentre si ritirava all'ombra degli alberi sul confine di Konoha, mentre leggeva quegli stupidi libri del ninja leggendario. 
Osservandolo per tutto questo tempo si era accorto che quello non era più Kakashi, il Kakashi suo migliore amico. Così come Rin non era più la sua Rin. 
In quei momenti aveva spesso avuto momenti di debolezza, soprattutto nei primi anni, facendosi scappare qualche lacrima sotto la maschera ripensando a quanto gli mancassero le liti con Kakashi, la dolcezza di Rin e la saggezza di Minato. La nostalgia era così forte che sentiva una presa ferrea alla bocca dello stomaco, ricordandogli che tutto poteva ancora essere recuperato, tutto sarebbe potuto tornare come un tempo se solo avesse continuato a seguire la strada che Madara aveva tracciato per lui.
E ora lo Tsukuyomi stava per avverarsi, e fortunatamente Madara era arrivato appena prima che il suo volto potesse tradire qualsiasi emozione. Aveva tentato un attacco per uccidere Kakashi e Gai, ma aveva anche già previsto che Naruto si mettesse in mezzo; avrebbe preferito che Kakashi potesse sopravvivere, così che anche lui avresse potuto vivere il suo sogno. 
L'aveva attaccato di nuovo, ma solo per aver l'occasione di immobilizzarlo e trasportarlo col Kamui nell'altra dimensione. 
Doveva parlargli. Doveva affrontare i suoi demoni. Non riusciva più a far finta che questo mondo non gli interessasse.
Raggiunse Kakashi nella dimensione del Kamui: il copia ninja era ormai sfinito, se avesse voluto avrebbe potuto ucciderlo all'istante.  Invece gli si avvicinò; l'altro non diede segno nemmeno di una vaga difesa. 
"Uccidimi..." disse soltanto.
"No" rispose Obito.
"Perchè no? Non è questo che vuoi?"
Obito rispose semplicemente "no".
Un velo di sorpresa si pose sul volto di Kakashi. Da sdraiato cercò di mettersi seduto, continuando a fissare il suo vecchio amico.
"Ho reciso ogni rapporto con questa realtà. Ma ciò non significa che mi sia dimenticato di tutto ciò che è successo prima della mia presunta morte. Voglio che tu sopravviva per poter vivere nello Tsukuyomi infinito."
"Preferisco morire piuttosto che vivere in un'illusione! Come puoi non vederlo anche tu, Obito? Rin non è morta finchè vive nei nostri ricordi!"
"NON NOMINARE IL SUO NOME!" urlò Obito. "Sei TU che non riesci a vedere la perfezione del progetto finale. E tu per primo dovresti capirlo: l'hai uccisa, Kakashi, con quella stessa mano. Ma c'è una via di uscita da questo incubo: il sogno infinito è la nostra via di fuga, il nostro punto di inizio. Tutto potrà tornare com'era, lei potrà tornare com'era. Tu potrai smettere di andare a piangere ogni giorno sulla sua tomba."
"Non succederà. Non condividerò mai il vostro progetto. Il dolore che sento è reale. E per quanto logorante sia, lo preferirò sempre ad un amore fasullo. Quindi puoi anche uccidermi Obito, se non lo fai tu lo farà Madara".
Obito rise. "Ti ho sempre considerato un ninja molto intelligente, ma evidentemente mi sbagliavo".
"Eri il mio eroe Obito. Ogni giorno, dalla tua morte, mi addormentavo pensando a quanto io fossi stato stupido per tutto quel tempo. Ogni giorno, dalla morte di Rin, mi addormentavo pensando a quante cose sarebbero potute andare diversamente se solo non fossi stato così stupido. Passavo ore a sciacquare la mia mano, sperando di poter lavar via tutto il suo sangue, che sentivo addosso come mille aghi. Passavo ore a parlare con Minato Sensei, a quanti sensi di colpa lui stesso avesse, pensando di essere stato un pessimo maestro, nonchè un completo fallimento. Due dei suoi allievi morti. E lui non aveva potuto far nulla in nessuno dei due casi. Tu eri il mio eroe Obito. Se fossi sempre stato come te tutto questo non sarebbe mai accaduto."
"Eroe.. Con i se non vai molto lontano Kakashi. Rin.. Lei.." Obito si mise una mano davanti agli occhi. Aveva iniziato a piangere. Non si sarebbe mai perdonato una cosa del genere. Kakashi si fece avanti per porre una mano sulla sua spalla, e lui lo lasciò fare.
Avere di nuovo contatti con qualcuno di famigliare era un'emozione che lo investì come uno tsunami.
Col Rinnegan trasportò se stesso e Kakashi in un'altra dimensione, dove tutto era bianco; ma non erano soli: davanti a loro c'era Rin. Rin cresciuta, i capelli castani ormai lunghi le ricadevano sulle spalle, il sorriso sempre presente e quegli occhi enormi, dolcissimi, in cui perdersi e dimenticare tutti i mali del mondo. 
Obito e Kakashi sussurrarono, all'unisono "Mi dispiace..." e subito si guardarono con sorpresa.
Rin prese la mano ad entrambi, e guardandoli disse loro: "Siete cresciuti!" e poi, rivolgendosi a Kakashi: "Kakashi-kun, basta lacrime; morire è stata una mia scelta e l'ho fatto per il bene della nostra gente. Mi spiace che tu debba essere stato il mezzo, non ho mai voluto che tu passassi attraverso una tale sofferenza". 
Si girò verso Obito e gli disse: "Obito-kun.. Tutto questo è sbagliato, e tu puoi vederlo. Non sei mai stato egoista, hai sempre pensato prima al bene dei tuoi compagni, al mio bene. Questo non sei tu: far vivere i tuoi compagni in un sogno non è il loro bene. Rivivere me in un sogno non è il mio bene. Il mio bene è che tu possa per sempre farmi vivere dentro di te. Non lasciare che l'odio ti sovrasti. Finchè ci sarà anche solo un uomo a lottare per esso, questo mondo non sarà mai fallito".
Fece un passo verso Kakashi e gli diede un bacio su una guancia; poi andò verso Obito e poggiò le sue labbra sulle sue. 
Aveva ancora le loro mani nelle sue: le avvicinò e gliele unì. Appoggiò una mano sulla guancia di Obito e una su quella di Kakashi, e con un ultimo sorriso svanì in una scia di stelle.
Tornarono nella familiare dimensione del Kamui, entrambi non riuscivano più a controllare lo scorrere delle loro lacrime.
Avevano ancora le mani unite. Le sciolsero, e Kakashi si voltò verso il suo vecchio amico.
"Tutto questo.. Tutto questo era una tua proiezione?"
"Non capisco" rispose Obito, "All'inizio.. All'inizio si, volevo immaginarla come se fosse stata qui ora ma poi.. Ha iniziato a parlare e.. non me l'aspettavo. Quella non era una mia immaginazione. Quella era LEI. Io so che era lei. Kakashi.."
"Non c'è più nulla da dire. Dobbiamo tornare alla realtà e porre fine a questo inferno."
Obito trasportò entrambi nella dimensione reale, e appena toccarono terra sentì Madara urlare "Dove diamine sei andato?!"
Ma Obito lo guardò, e Madara capì solo con quello sguardo che qualcosa era cambiato. 
"Sei solo un ragazzino Obito!"
Dopo aver lanciato l'ultimo attacco a Naruto, si scagliò verso il suo ex-alleato: "Katon: Hosenka no Jutsu!"
Una pioggia di palle di fuoco si scagliò verso Obito, che si voltò verso Kakashi e gli sorrise. Kakashi capì che non avrebbe lasciato che le palle gli passassero attraverso: tentò subito di evocare il muro di fango, ma il suo chakra non era abbastanza. Lanciò un ultimo sguardo disperato ad Obito che venne colpito con forza dalla pioggia di fuoco e scagliato 10 metri indietro. Tutto il suo corpo era ora avvolto dal fuoco, ma lui stava sdraiato immobile come se niente stesse avvenendo. Kakashi corse verso di lui e con la tecnica dell'acqua spense le fiamme, ma il suo corpo era ormai irrimediabilmente danneggiato. 
Sforzandosi, Obito disse: "Questo fuoco ha la capacità di penetrare all'interno del sistema circolatorio e bruciare lentamente ogni goccia di sangue.. Non mi rimane molto ormai"
Kakashi, guardandosi intorno in cerca d'aiuto gli rispose: "Non ti sforzare! Stai tranquillo.. Troverò qualcuno.. Faremo qualcosa.. Io.." 
Ma Obito obiettò: "Non si può fare niente contro questa tecnica.. "
"Perchè non sei passato attraverso il fuoco?! Perchè non l'hai trasportato col Kamui?! Proprio ora Obito, di nuovo! Proprio ora che tutto si era sistemato, Obito! Non puoi farlo di nuovo, non puoi!"
"Niente sarebbe più tornato come prima Kakashi.. Questa è la fine migliore. Ma stavolta non tornerò. Voglio andare da Rin, Kakashi. Devo andare da lei. Ti aspetteremo insieme.. Il più tardi possibile spero" disse Obito farfugliando.
Kakashi venne affiancato da Gai che gli pose una mano sulla spalla, e guardò Obito allungare una mano verso il cielo e sorridendo dire: "Rin.. Aspettami..". Il suo braccio si accasciò lungo il suo fianco, e Kakashi piangendo lo guardò esalare l'ultimo respiro, sorridendo alle stelle, dello stesso calore del sorriso di Rin. 
Gli chiuse gli occhi, e da lontano sentì la voce di Naruto chiamarlo, spronandolo a non arrendersi, chiedendogli di aiutare i suoi compagni.
I suoi compagni, che non avrebbe mai abbandonato. Ora Obito era davvero un eroe per lui.
Sorrise, pensando a quanto potesse essere felice il suo amico, riunito finalmente con la donna dei suoi sogni.
Invocò una preghiera silenziosa ai suoi due migliori amici, al suo Sensei, e li vide a fianco a sè, pronti a difendere quel mondo ad ogni costo, fino all'ultimo respiro.
E sorridendo disse: "Andiamo".
 
  
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