Se ti guardi bene attorno, con attenzione, ti accorgerai che il mondo è in continuo movimento. Tutto ciò che è, si muove. Tutto ciò che non è, o che non è più, non si muove.
Io mi muovo, dunque sono.
Genere: one-shot, introspettivo
Personaggi: Deidara
Warning: spoiler dal cap. 247
Alla mia amora
Sei una Deidara adorabile!
21 agosto 2008
Ratio vitæ in perenne motu artis
Mi muovo, dunque sono
“Ammirate, Danna: questa è Arte!”
Un botto assordante,
seguito da un pennacchio di fumo
che si alza nel cielo.
Subito dopo, lenta e solenne,
una figura bassa e tozza,
avvolta in un manto nero con nuvole rosse,
si allontana.
Come al solito, Sasori-Danna non vuole darmi retta… lui preferisce le sue marionette inanimate alla mia Arte istantanea, piena di vita.
Senza la mia Arte non sarei nessuno: nessuno si accorgerebbe di un ragazzino dagli occhi azzurri e, se anche lo facessero, sarei solo uno dei tanti, forse un po’ più carino della media… ma verrei immediatamente messo alla berlina se solo si accorgessero delle mie mani.
Le lingue vermiglie guizzano
e si sollevano inquietanti dai palmi,
sfiorando le dita agili, segnate dall’argilla.
Il giovane artista,
dal viso angelico e lo sguardo da demonio,
sorride mesto davanti a quella
che è la sua fortuna e maledizione.
Non voglio e non posso smettere di essere un artista. L’arte, questa Arte, è la mia ragione di vita, l’unica cosa che mi distingue dal mondo, che mi permette di essere qualcuno…
Non voglio e non posso fermarmi mai, e la mia Arte con me, perché altrimenti smetterei di vivere. Come alla fine ci si assuefa a qualsiasi cosa, per quanto sia bella o terribile, perché essa rimane sempre uguale a se stessa, così prima o poi il mondo finirebbe per assuefarsi a me… e facendo ciò mi dimenticherebbe…
Scuotendo la testa, si allontana lentamente
dal luogo della sua ultima creazione,
calciando via i sassi che lo intralciano nel cammino.
Si toglie il coprifronte sfregiato,
coperto di polvere d’Arte, e l’osserva.
E subito i ricordi tornano beffardi,
davanti al simbolo del ripudiato paese natio.
Proprio quel che è successo al mio squallido villaggio. Come le rocce che restano immobili per sempre e che alla fine non si notano nemmeno più, è sprofondato nell’oblio collettivo senza che nessuno degli abitanti se ne rendesse conto.
A me una vita del genere stava stretta. Con le mie opere d’Arte, ho provato a farglielo capire, a spiegar loro che così facendo sarebbero andati incontro al declino, ma non mi hanno capito affatto… per loro ero solo un ragazzino sciocco o, peggio, un folle - un terrorista quasi! Stupidi!
Per non soffocare, non ho potuto far altro che andarmene... non che qualcuno ne abbia sofferto, eh…
Con un sorriso e un’alzata di spalle,
lo fa scivolare nella manica del cappotto:
con quei pensieri, è un simbolo troppo pesante da portare.
Le mani sinuose corrono ai fianchi
e divorano rapide l’argilla.
In pochi istanti,
l’artista e la sua nuova Arte si librano in volo.
Inutile perdersi nei ricordi. Quella non era la mia strada e per fortuna me ne sono accorto in tempo. Quegli idioti non avrebbero mai potuto capire la maestà della mia Arte…
Beh, non che il resto del mondo sia meglio, ma almeno ho trovato persone come Sasori-Danna. Certo, la sua idea di arte è alquanto discutibile, ma almeno mi rispetta… e standogli accanto chissà che alla fine non riesca a convincerlo che la vera Arte, la mia ragione di vita, non è altro che continuare a volare…