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Autore: Moiraine    27/06/2014    2 recensioni
Dal testo: "Ci staccammo all’improvviso e ci guardammo negli occhi. Io stavo letteralmente impazzendo. Volevo stare con lui, volevo il contatto con la sua pelle e lo volevo subito. Nei suoi occhi leggevo chiaramente lo stesso desiderio".
Salve a tutti :) Spero che la storia vi piaccia; è la prima che scrivo di questo genere, quindi sono ben accette critiche di qualunque tipo!
Ringrazio in anticipo chi legge ;)
Moiraine.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La notte più bella
 
Era ormai notte fonda; una di quelle calde notti estive che non ti fanno dormire, e che ti costringono a tutto pur di non farti sdraiare su quel materasso incredibilmente caldo. Io ero affacciata al balcone di casa mia, incapace di prendere sonno, per cercare di godermi quel venticello, quasi inesistente, che di tanto in tanto soffiava. Ero immobile a contemplare la volta celeste, persa in pensieri che non ricordo, ma che probabilmente giravano intorno alla sua figura. La luna pallida se ne stava in mezzo al cielo e mi guardava, come a volermi suggerire qualcosa. Ma io ero stanca, avevo sonno, e volevo andare a dormire.
«Buonasera» mi disse una voce allegra, da sotto il balcone, facendomi sussultare. A sentire quella voce, la mia stanchezza sparì come risucchiata da un buco nero.
«Deam?» chiesi incredula, lasciandomi sfuggire un sorrisetto.
«In carne ed ossa» mi disse, facendomi intuire che stesse sorridendo, mentre io cercavo di scorgerlo nell’oscurità della notte. «Che stai facendo?» mi chiese con un tono di voce strano.
«Non riesco a prendere sonno» gli dissi scrollando le spalle. «Ma dove sei? Non riesco a vederti» gli dissi continuando a scrutare l’oscurità.
«Sono qui» mi disse, muovendosi da sotto il balcone per uscire alla luce della luna. E quando lo vidi, il mio cuore iniziò ad accelerare i suoi battiti, portandomi a poggiarmi una mano sul petto come per fermarlo.
«Beh, allora perché non scendi?» mi chiese con un sorrisetto eccitato all’idea di fare qualcosa di non permesso. Io risi e guardai distrattamente il display del cellulare.
«Sono le due e mezza del mattino, Deam» gli feci presente, con un sorrisetto.
«E allora? Passiamo una serata in compagnia» mi disse allegramente.
Io risi e mi morsi il labbro inferiore. Deam era sotto il mio balcone e mi chiedeva di uscire a farci una passeggiata; ovviamente non aveva nessun doppio fine, il ragazzo, ed io avevo una voglia matta di stare insieme a lui. Però erano le due e mezzo del mattino e se mia madre mi avesse scoperto mi avrebbe di sicuro uccisa. A casa mia il fatto che sei maggiorenne non conta nulla, soprattutto quando esci di casa nel bel mezzo della notte senza dire niente. Ma non potevo non uscire!
«Aspetta un attimo» gli sussurrai e lo sentii ridacchiare.
«Ci vediamo sotto» mi disse, facendomi l’occhiolino. Io sorrisi e rientrai in casa chiudendo la vetrata della cucina. Corsi in camera mia e mi vestii senza fare rumore. Non dovevo assolutamente svegliare mia madre.
Ero elettrizzata, come ogni volta, all’idea di stare in sua compagnia. Amavo stare insieme a lui: era bello, simpatico, divertente, presente, coraggioso e la sua presenza mi faceva sempre star bene.
Andai nuovamente in cucina e scrissi un breve bigliettino a mia madre dove l’avvertivo che stavo uscendo per fare una passeggiata. Ovviamente speravo che lei non lo leggesse e che quindi non scoprisse mai della mia uscita notturna.
Dopo aver finito di scrivere, recuperai le chiavi di casa che conservai nelle tasche della giacca. Poi, delicatamente, aprii la porta e me la chiusi alle spalle senza fare rumore. Corsi giù per le scale e finalmente lo vidi. Era seduto sul muretto del cortile con le gambe che penzolavano.
«Buonasera» mi disse con un sorriso saltando giù dal muretto e venendomi in contro.
«Buonasera» gli risposi sorridendo, avvicinandomi a lui.
«Che vuoi fare?» mi chiese allegro.
«Quello che vuoi» gli dissi felice, scrollando le spalle. Il suo sguardo si illuminò e le sue labbra mostrarono un sorriso splendente. Mi prese per mano e iniziò a correre verso la campagna, ridendo.
Un po’ confusa, mi lasciai trascinare ridendo insieme a lui. Era meraviglioso il contatto con la sua mano; avrei voluto non romperlo mai.
«Dove stiamo andando?» gli chiesi curiosa.
«Vedrai» mi disse allegramente, guardandomi di sottecchi. Io risi e lo seguii.
Continuammo a correre, fin quando non si fermò in mezzo ad una grande pianura erbosa. Da li si vedeva magnificamente la volta celeste. Le stelle brillavano in tutto il loro splendore e la luna era una falce chiara che squarciava il cielo. Spalancai occhi e bocca meravigliata.
Lui mi guardò con uno sguardo emozionato e mi sorrise.
«Che ne pensi?» mi chiese stringendo ancora la mia mano.
«È bellissimo» gli risposi guardandolo, con gli occhi che brillavano per l’emozione. La luce della luna gli creava degli strani riflessi sui capelli biondi che gli ricadevano sulla fronte. Gli occhi scuri erano stupendi.
Deam mi passò dolcemente il pollice sulla mano che teneva stretta tra la sua. Io deglutii e lo guardai, mentre un leggero brivido mi percorreva la schiena.
Gli sorrisi e il suo sguardo si illuminò. Mi mostrò un sorrisetto sicuro, ma timido allo stesso tempo. Quant’era dolce!
Poi con la mano ancora intrecciata alla mia, iniziò ad accarezzarmi una guancia, scatenandomi una serie di brividi. Abbassò il viso verso di me ed io automaticamente mi sporsi verso di lui. Il mio cuore stava letteralmente impazzendo. Stavamo per baciarci; finalmente dopo tantissimo tempo, stavamo per farlo. Le nostre fronti si toccarono così come i nostri nasi. Sentii il suo respiro fresco sulle labbra e deglutii nuovamente, cercando di avvicinarmi sempre di più al suo petto per farmi chiudere dalle sue braccia forti e sicure. Poi finalmente, con un colpo deciso, poggiò le sue labbra sulle mie. Il mio cuore perse un battito, mentre automaticamente mi spuntò un sorrisetto compiaciuto; avevo sognato quel bacio da non so quanto tempo, ma i miei sogni non erano completamente paragonabili a ciò che stava succedendo; in senso positivo ovviamente.
Le sue labbra erano calde e morbide, e sapevano di qualcosa di buono.
Mi baciò delicatamente, tenendomi ancora la mano sul viso. Ma quel bacio delicato, che era la fine del mondo già da sé, volevo farlo diventare qualcosa di più grande.
Gli portai le mani dietro la testa, allacciandomi ai suoi riccioli dorati, mentre lui, sorpreso, ma contento del mio gesto (almeno spero fosse contento), mi portò le mani sui fianchi, stringendomi finalmente contro di sé.  
Dischiuse le labbra per respirare ed io ne approfittai per far entrare la mia lingua dentro sua bocca. Lui la accolse volentieri; unì la sua alla mia, leccandola, succhiandola e strappandomi qualche gemito.
Ci staccammo all’improvviso e ci guardammo negli occhi. Io stavo letteralmente impazzendo. Volevo stare con lui, volevo il contatto con la sua pelle e lo volevo subito. Nei suoi occhi leggevo chiaramente lo stesso desiderio. Gli portai le mani sulle spalle e lo liberai della giacca. Lui mi guardò accigliato ed io gli sorrisi maliziosamente; un sorriso che lo fece uscire fuori di testa. Mi spogliò velocemente della mia giacca, che gettò da qualche parte sull’erba, mentre io facevo lo stesso con la sua maglietta.
Adesso era a petto nudo di fronte a me e metteva in mostra quelle spalle muscolose e quelle braccia così belle che il solo guardarle mi scatenava dentro un desiderio incontrollabile.
Lui mi sorrise e dopo avermi accarezzata dolcemente in viso, mi si allontanò per cercare la sua maglietta e le nostre giacche. Io la guardai confusa e lui mi si avvicinò per baciarmi.
«Non qui» mi sussurrò all’orecchio facendomi rabbrividire.
«Perché no?» gli sussurrai chiudendo gli occhi.
«Potrebbe vederti qualcuno» mi sussurrò prendendomi per mano e guardandomi dritto negli occhi.
«Soltanto me?» gli chiesi confusa. Lui mi guardò sollevando un sopracciglio.
«Non mi importa se vedono me nudo; il tuo corpo non lo vedrà nessuno» mi disse serio. Io mi lasciai sfuggire un sorrisetto compiaciuto e indossai nuovamente la mia giacca, così come stava facendo lui con i suoi vestiti.
Mi prese per mano e lentamente ritornò verso casa mia.
Percorremmo tutto il tragitto in silenzio, senza dire una parola. Ma non c’era tensione nell’aria. Eravamo ognuno perso nei suoi pensieri. Dal canto mio, io ero euforica e contenta. Io e Deam eravamo stati sul punto di fare l’amore. Sì, l’amore, non il sesso, perché io ero completamente innamorata di lui. Lo volevo non in quanto uomo in grado di soddisfarmi, ma lo volevo in quanto lui era Deam; il mio Deam. A pensarlo in questo modo mi lasciai sfuggire un sorrisetto da scema, che fortunatamente lui non notò, e strinsi ancora più forte la mano che stringeva alla mia, per sentire quel contatto per me ormai vitale. E lui, nel sentirmi stringergli la mano, mi guardò con un sorriso stupendo, felice e sincero, aumentando a sua volta la presa sulla mia.
Dopodiché sempre in silenzio, continuammo a camminare fin quando non arrivammo sotto casa mia.
«Vai via?» gli chiesi, con un tono che sembrava triste anche alle mie stesse orecchie. Lui mi sorrise, accarezzandomi il viso.
«No, stiamo solo salendo in macchina» mi ripose, strofinando la fronte contro la mia. Io gli sorrisi, socchiudendo gli occhi.
Lui mi aprì la portiera dell’auto e mi fece salire. Dopodichè salì al posto di guida.
«Dove andiamo?» gli chiesi quando mise in moto.
«Dove vuoi andare?» mi chiese lui con un sorriso.
«Dove vuoi» gli risposi guardando fuori dal finestrino. Sapevo che lui aveva casa libera per almeno un’altra settimana e speravo che la proponesse come possibile meta.
«Se ti va, possiamo andare da me» mi propose lentamente, come se stesse maneggiando una bomba. Io sollevai gli occhi al cielo. Che motivo aveva di essere così controllato se gli avevo appena mostrato di voler stare insieme a lui?
«Perfetto» gli dissi guardandolo dritto negli occhi, con un sorriso. I suoi di occhi si illuminarono e, una volta tolto il freno a mano, partì a razzo, facendomi ridere.
 
Finalmente, dopo una ventina di minuti, arrivammo a casa sua. Parcheggiammo, scendemmo dall’auto ed entrammo.
Una volta dentro, mi tolsi la giacca, appendendola da qualche parte, e mi sedetti comodamente sul divano. Amavo stare a casa di Deam; era confortevole e accogliente e ci avevo trascorso dentro così tanto tempo che ormai mi era diventata completamente familiare.
«Possiamo guardarci un film, se ti va» mi disse Deam, sedendosi accanto a me.
«Okay» gli risposi con un sorriso. «Ma che sia un cartone animato» gli dissi guardandolo di sottecchi. Lui rise e scosse la testa, guardandomi dritto negli occhi.
«Preferenze?» mi chiese, con quel sorrisetto che amavo.
«Frozen» gli risposi in fretta, con un sorrisetto. Lui mi guardò ridendo ed andò nella sua stanza ad accendere il computer per passare il film sulla pen-drive.
«Cavoli, avevo dimenticato che in questo lettore DVD non ci sono prese USB..» sussurrò amareggiato rientrando nel salone, grattandosi la testa.
«Non c’è quello nella tua stanza?» gli chiesi facendo la finta tonta.
«Certo» mi disse lui con un sorriso. «Andiamo di là» disse iniziando a incamminarsi. Io sorrisi elettrizzata tra me e me, e lo raggiusi.
Nella sua stanza, Deam aveva già sistemato tutto; così ci sdraiammo sul suo letto e fece partire il film. Mi attirò a sé e mi fece poggiare contro il suo petto, mentre un suo braccio mi coccolava dolcemente. Sarei rimasta in quella posizione per sempre. Amavo il suo profumo, e la sua stanza ne era stracolma.
Deam mi stava accarezzando i capelli dolcemente, quando all’improvviso le sue dita finirono con il toccare la parte di pelle dietro il mio orecchio, facendomi rabbrividire.
«Senti freddo?» mi chiese preoccupato, sollevandosi per guardarmi dritto negli occhi. Io scossi la testa ed arrossii.
«Vedi, quel punto che hai appena toccato per me è particolarmente sensibile» gli sussurrai guardandolo negli occhi, con leggero imbarazzo. Lui mi sorrise e il suo sguardo s’accese.
«Quindi se ti parlo così, ti piace?» mi chiese sussurrandomi proprio nel padiglione auricolare. Io chiusi gli occhi e presi un profondo respiro, afferrandogli le spalle per spingermelo contro.
«Si» gli sussurrai. Lo sentii sorridere e delicatamente mi poggiò le labbra dietro l’orecchio, scendendo più in giù fino a mordermi il lobo.
Mi stava facendo impazzire. Gli presi il viso tra le mani e, dopo averlo guardato intensamente per qualche secondo, lo portai sul mio, baciando avidamente le sue labbra, che sentii distendersi in un sorriso. Mi penetrò in bocca con la lingua strappandomi un gemito.
Gli tolsi velocemente la maglietta, beandomi di quelle braccia che ormai amavo, e lui mi fece sdraiare sul materasso. Iniziò a baciarmi e leccarmi delicatamente il collo, mentre, con lentezza snervante, sbottonava ad uno ad uno i bottoni della mia camicetta.
«Ti piace stuzzicarmi, vedo» gli dissi con un sorrisetto.
«Dici?» mi chiese guardandomi dritto negli occhi. Era veramente bellissimo ed io ero sul punto di uscire pazza e saltargli letteralmente addosso.
Finalmente, dopo altri secondi di snervante attesa, lanciò via la mia camicia, sbarazzandosi velocemente del reggiseno.
Adesso eravamo entrambi a torso nudo. Rimase un attimo a guardarmi, quasi imbambolato, facendomi arrossire; dopodiché delicatamente, (forse per accertarsi di non stare osando troppo) scese con le labbra dal mio collo fino al mio seno. Leccò, succhiò, mordicchiò un mio capezzolo turgido, mentre con una mano scendeva lentamente fino ai miei fianchi. Io non stavo capendo più niente. Mi sbottonò i jeans ed abbassò la cerniera per poi, quando alzai il bacino, togliermeli velocemente, lasciandomi semplicemente in biancheria intima.
Tornò a impossessarsi delle mie labbra, mentre io gli slacciavo velocemente la cintura e lo liberavo dei suoi pantaloni.
Eravamo ancora in intimo; lui ritto tra le mia gambe aperte. Ci guardammo negli occhi, entrambi con lo sguardo velato dal piacere. Eravamo affannati, i nostri cuori battevano a mille.
«Sei sicura?» mi chiese guardandomi dritto negli occhi, con uno sguardo serio e vigile, facendomi capire che, anche arrivato a quel punto, era tranquillamente pronto a fermarsi. Io gli sorrisi intenerita e annuii convinta.
«Solo, vacci piano okay?» gli chiesi delicatamente. Lui mi sorrise intenerito. Era ben consapevole che quella fosse la mia prima volta.  
Fece scivolare una mano fino ai miei fianchi e mi libero degli slip, mentre io facevo lo stesso con i suoi boxer.
Mi baciò dolcemente, cercando di farmi rilassare (anche se non faceva altro che aumentare il mio stato di eccitazione) dopodiché, delicatamente, mi penetrò. Mi fece male un po’, devo ammetterlo, ma per quello che venne dopo valeva davvero la pena soffrire un po’. Iniziò a muoversi avanti e indietro con intensità maggiore ad ogni colpo. I nostri bacini si muovevano in sincronia così come le nostre labbra. Ogni volta che mi entrava più dentro, mi provocava un gemito, che lo faceva sorridere soddisfatto. Era una sensazione stupenda sentirlo dentro di me, mi faceva sentire parte di lui. Ed era stupendo sentire i nostri corpi a contatto, la nostra pelle a contatto, come se facessimo parte di un unico essere. E in fondo eravamo proprio quello: due realtà legate insieme a formarne una sola: un’unica realtà.
E, ormai all’apice del piacere, mi strinsi più forte che potei al suo petto, per sentire con maggiore intensità il calore del suo corpo, venendo in quella maniera.
Deam stanco, mi crollò di fianco, con gli occhi chiusi e con un sorriso sincero e soddisfatto. Vedevo il suo petto alzarsi ed abbassarsi ad ogni respiro. Mi poggiai sul suo petto e sorrisi, soddisfatta e in pace con me stessa.
«Sai cosa significa questo, vero?» gli chiesi lentamente. Lui si girò su un fianco, portandomi a sdraiare accanto a lui, e mi guardò dritto negli occhi.
«Il fatto che abbiamo appena fatto l’amore?» mi chiese con un sorriso acceso. Io annuii, sorridendo. «Vuol dire che mi vuoi davvero tanto bene» mi rispose spostandomi alcune ciocche di capelli dal viso. Io scossi la testa e alzai gli occhi al cielo.
«Vuol dire che ti amo» gli sussurrai seria. Lui mi si avvicinò e mi baciò dolcemente le labbra.
«E il fatto che io l’abbia fatto con te, con la consapevolezza che tu l’avresti fatto soltanto con chi amavi davvero, vuol dire che di conseguenza ti amo anche io» mi sussurrò, guardandomi dritto negli occhi. Io gli sorrisi entusiasta e contenta; dopodiché, ci coprimmo con la coperta leggera e ci addormentammo abbracciati.   
Quella, era stata la notte più bella di tutta la mia vita. 
  
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