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Autore: Liviuz    27/06/2014    1 recensioni
Guardai il suo volto. Avevo sperato che si sarebbe aperta e mi avrebbe sorriso dolcemente. Era incantevole in quel vestito. Ma sul suo volto era dipinta un'espressione indecifrabile.
-C'è qualcosa che non va, Sam?-
Finalmente si voltò verso di me.
-Non hai capito niente, Calum.- sussurrò con gli occhi lucidi. -Tutto non va! Non sono la ragazza che pensi. Tutto questo è...è troppo.- parlò indicando il ristorante che avevo scelto per noi. -Non potrà mai funzionare, mi dispiace.- finì togliendosi di dosso i gioielli e lasciandoli sul tavolo.
***
-Non stavo scherzando, Irwin.- ringhiò lei puntando dritto verso di lui. Non era venuta per me. Non mi aveva ancora rivolto uno sguardo. -Se provi anche solo a torcerle un capello... ti ritrovi castrato, capito?-
Ashton smise di ridere quando capì che era seria.
Genere: Fluff, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 

 

 

 

Walking Disaster
Vidi Harry correre via verso l'altra parte parco giochi. Mi maledissi nella mia mente, mentre lo rincorrevo. Ashton poteva essere davvero stronzo a volte, e questa era una di quelle volte.
- Harry! Torna qui! Oppure chiamo tuo fratello! - urlai a gran voce attirando l'attenzione di tutte le persone presenti, anche dei vecchietti mezzi sordi mi avevano sentito! Incastrato a fare da babysitter al fratellino di Ashton! Ci potete credere? Mi fermai sconsolato per riprendere fiato. Ero piegato in due dalle fitte che mi erano venute ai fianchi nel rincorrere quel piccolo mostriciattolo. Irwin Junior era decisamente troppo simile al suo fratello maggiore, in pratica una sua miniatura. Alzai gli occhi al cielo e invocai Dio chiedendogli perchè tutto quello stava accadendo a me, nella mia mente. Per tutta risposta una bambina della stessa età di Harry mi lanciò una pallonata il faccia. Ora ne avevo davvero abbastanza! Ash non poteva piantarmi in asso così, con il semplice motivo che aveva una riunione importante con un altro suo amico batterista. Insomma! La sua cosiddetta "Riunione" era una chat via Skype con Josh Devine, il batterista degli One Direction. E le loro argomentazioni erano di tutt'altro che le batterie!
Tirai fuori il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni, accasciandomi sfinito sulla prima panchina accanto a me. Intanto Harry stava abbordando la bambina che mi aveva lanciato la pallonata il faccia, forse quei due si erano coalizzati contro di me.
- HARRY!!! ORA CHIAMO TUO FRATELLO!! - urlai abbastanza forte in modo che mi potesse certamente sentire. Ero certo che mi avevano sentito anche in Alaska. Qualcuno al mio fianco sbuffò irritato.
- Potresti smetterla di urlare? - a parlare era stata una ragazza dagli occhi nocciola e i capelli lunghi e castani. - Ci sono persone che a differenza tua stanno cercando di stare tranquilli, magari stanno anche leggendo un libro. - disse mostrandomi la copertina del libro in cui aveva infilato l'indice per segnare la pagina a cui era arrivata. Rimasi a fissarla con la bocca aperta e il telefono che squillava vicino all'orecchio.
- Pronto? - mi rispose Ashton dall'altra parte. Allontanai l'apparecchio dall'orecchio e gli chiusi la telefonata in faccia, per poi sorridere alla ragazza.
- Ciao, sono Calum. Calum Hood. - mi presentai porgendole la mano. La guardò scetticamente, come se fosse schifata. Mi guardai il palmo, c'era un po' di terriccio sopra, forse per la caduta di pochi minuti prima, quando ero inciampato nella radice di un albero mentre rincorrevo Harry. Ritirai la mano e la sfregai sui jeans sciupati. - Comunque tu come ti chiami? - le chiesi senza perdermi d'animo. La vidi sorridere beffardamente, prima che ritirasse il libro nella borsa e mi degnasse nuovamente di uno sguardo.
- Non sei tenuto a saperlo, Hood. - rispose sarcastica, soffiandosi via dagli occhi un ciuffo ribelle. Scrutandoli meglio, nei suoi occhi vidi delle sfumature smeralde. Sorrisi al pensiero che i suoi occhi erano quasi identici a quelli di Ash. Ora ero decisamente meno incazzato con lui.
- Davvero? - le domandai sfoderando uno sguardo da cucciolo bastonato, quello in cui le ragazze solitamente si scioglievano immediatamente. Alzò gli occhi al cielo a mia sorpresa.
- Illuminami un po', Hood. Quante ragazze hai abbordato facendo quel sorriso stupido e quegli occhi che teoricamente dovrebbero intenerirle? -
Colpito ed affondato. Risi di gusto alla sua frecciatina. Non mi aveva riconosciuto come uno dei membri della boy-band che stava spopolando in tutto il mondo. Non sapevo però se esserne frustato oppure esserne entusiasta. Optai per la seconda e le regalai il sorriso che solitamente serbavo per le persone che conoscevo.
- Io? Credimi, faccio ben altro per abbordare le ragazze. - risposi ammiccando. Finalmente le sue labbra si curvarono fino a disegnare sul suo volto un sorrisino divertito.
- Quindi mi stai dicendo che non stai flirtando con me, giusto? Che io non ti interesso più di tanto? - ribatté inarcando un sopracciglio. Cazzo! Mi stava ritorcendo contro le mie stesse parole... Ammirevole la ragazza! Aprii la bocca per ribattere, ma non mi venne in mente niente da dire. Ci fosse stato Michael al mio posto, o Ashton, avrebbero già risposto a modo e avrebbero già anche il suo numero, se non anche un appuntamento per il giorno dopo.
- Cosa ci fai qui al parco? - feci cambiando poco elegantemente argomento.
- Sono qui per lei. - disse indicando la bambina che stava giocando a pallone con Harry. La fissai confuso.
- Fai da babysitter? - le domandai, sperando che non me lo chiedesse anche a me. Quella bambina avrà avuto su per giù quattro anni, come Il fratellino di Ashton.
- No. - rispose le seccamente. La fissai perplesso, prima che un'idea assurda mi venisse in mente. Spalancai gli occhi turbato. Era troppo giovane! Forse aveva la mia età, o un anno in meno, eppure... non erano certo rari quei casi nemmeno in Australia. Conoscevo un paio di ragazze che venivano a scuola con me che erano incappate in quel problema.
- È tua figlia? - chiesi cautamente. La ragazza si voltò di scatto alla mia domanda e iniziò a tossire convulsamente, forse un po' di saliva le era andata di traverso. Le colpii un paio di volte la schiena, per farle calmare un po' la tosse e quando finalmente finì di tossire, sentii le guancia bruciare pulsante.
- Come diavolo ti permetti, idiota! - mi urlò contro alzandosi in piedi, mentre io mi stavo tenendo con un mano la parte ferita del viso dal suo schiaffo. Iniziai a balbettare delle scuse a cui lei non fece nemmeno caso da quanto era incazzata nera. Perchè avevo sparato quella stronzata che non stava né in cielo e né in terra? Mi maledissi nella mia mente, finché non mi accorsi che la ragazza non stava più gridandomi contro. Tirai un sospiro di sollievo.
- Allora? Hai capito cosa ti ho detto? - mi sputò lei con gli occhi che ancora rodevano di rabbia. Sbattei velocemente le palpebre. Non la stavo nemmeno a sentire.
- Cosa? Scusa puoi ripetere? -. La mora sbuffò indispettita e si mise la borsa a tracolla sulla spalla per poi andare verso la bambina. Le corsi dietro, non sapendo che altro fare.
- Scusami! Non volevo essere impertinente! - mi scusai nuovamente prendendole un polso per voltarla verso di me. Non feci resistenza quando volle togliere la mano dalla mia stretta, ma invece di urlarmi contro come pensavo, prese un sospiro e incrociò le mani al petto.
- Solo impertinente? - fece tagliente con voce controllata.
- No, non solo. Ma davvero, mi dispiace tanto. È solo che quando mi trovo in presenza di una ragazza, di solito vado in confusione totale. - ammisi. Cuciti la bocca Calum! Ora le hai appena ammesso che con le ragazze sei una frana! Ma bravo!
Iniziai a torturarmi le mani, fissandomi le scarpe logore.
- Ok. - sospirò lei. Alzai lo sguardo sorpreso. - Accetto le tue scuse. -. Le sorrisi timidamente.
- Davvero? -
- Sì. - mi rispose alzando gli occhi al cielo. - Ma ora devo andarmene. - disse voltandosi. Sentii l'ansia impossessarsi del mio corpo. - Annabeth Clarisse White! Staccati da quel albero e vieni immediatamente qui! - la chiamò a gran voce. La bambina si voltò appena per poi prendere Harry per mano e trascinarlo da noi.
- Aspetta un attimo! - dissi afferrandole nuovamente il polso, questa volta non si staccò da me, ma inarcò solamente un sopracciglio.
- Che c'è ora? -
- Ci rivedremo? - le chiesi senza mezzi termini. Mi guardò allibita qualche secondo, per poi prendere per mano Annabeth, che stringeva il pallone sotto il braccio.
- Perchè dovremmo rivederci? Hai detto che io non ti interesso, quindi non ce n'è motivo, no? -
- Sì, l'ho detto. Ma io pensavo a Harry. - risposi, sorprendendo anche me stesso. Ha fatto amicizia con Annabeth e penso che forse vorrebbero rivedersi ancora, no? -
- Mia sorella fa amicizia con chiunque le capiti a tiro, come del resto penso Harry, no? -
Avevo la gola secca. Fissai il bambino che stava sorridendo ad Annabeth. Sua sorella! Perchè non ci avevo pensato prima? Harry era il fratello di Ashton e avevano una differenza di età notevole.
- Tanto perché non si trovino a fare i capricci, perchè non ci scambiamo i numeri di telefono? - chiesi. Ero decisamente ridicolo da vedere. Lei sembrò pensarci su, mentre fissava la bambina, poi si guardò il polso per vedere l'ora e spalancò gli occhi.
- Oddio! Sono in ritardo! Devo prendere la corriera e comunque non ho da scrivere. - fece lei iniziando a camminare verso la fermata del bus. Imperterrito la seguii. Non mi sarei fatto sfuggire un'opportunità con lei. Tirai fuori un pennarello nero, che solitamente usavo per autografare le fans.
- Dammi il polso che ti scrivo il mio numero. - parlai, mentre Harry mi stava seguendo docilmente. Appena si fermò, senza neppure aspettare il suo consenso le afferrai un polso e ci scarabocchiai sopra il mio numero. Proprio in quel attimo la corriera arrivò.
- Chiamami se hai bisogno, ok? - le dissi. Mi lanciò un occhiata divertita mentre stava salendo.
- Contaci Thomas. - rispose mentre le porte si chiudevano.
Rimasi lì impalato per qualche minuto, prima che Harry mi riportasse con in piedi per terra, strattonandomi la maglietta. Lo riportai da suo fratello il velocemente possibile.
- Calum Thomas Hood! - mi gridò dietro Ashton appena misi piede in casa sua. Sembrava parecchio incazzato.
- Che vuoi Irwin? - chiesi gettandomi sul suo divano, mentre suo fratello gli si era incollato ad una gamba. Guardò il suo piccolo sosia e mi trucidò con lo sguardo.
- "Che vuoi?" mi stai chiedendo? - si sputò irritato come non mai. - Seriamente? Mi hai fatto quasi venire un infarto, dannazione! - mi urlò contro.
- Ragazzi?! Perchè state urlando? - entrò in casa Michael sbucando fuori dalla cucina.
- Già, perchè? - domandò Luke spuntando dietro di Micky. Mi limitai a fare spallucce, non sapendone nemmeno io il motivo.
- Perchè il nostro caro Calum mi ha sbattuto il telefono in faccia! Pensavo fosse successo qualcosa ad Harry! - urlò Ash. Le bocche di Lucas e Mike si curvarono in una "o", mentre prendevano ad annuire comprensivi, anche se comunque non avrebbero capito Ashton, perché nessuno di noi aveva fratelli minori, se per questo Michael era figlio unico.
- Ma ora è a casa, no? Quindi calmati. - disse Mike. Cosa vi dicevo? Nessuno avrebbe capito Ash. Lui di tutta risposta annuì e prese ad accarezzare la testa bionda di suo fratello.
Una vocina ruppe il silenzio di quel momento. - Calum ha trovato una ragazza. -
Piccolo traditore!
La stanza proruppe in un boato. Era una novità per i ragazzi la faccenda, così dovetti spiegare tutto per filo e per segno di quello che era successo, e purtroppo con tutto intendevo anche la scenata in cui le avevo chiesto se fosse una neo mamma. Ashton non si dimenticò di ricordarmelo ogni giorno per una settimana intera ed io per una settimana intera aspettai invano una sua telefonata. Avevo anche provato a cercarla su Facebook, ma senza risultato, visto che di White ce n'erano a migliaia anche solo qui a Sydney.
- È inutile che continui ad andare al parco, Cal. Dimenticatela, ok? -
Facile per Michael dirlo, non l'ha incontrato lui, non c'ha parlato lui, non l'ha vista sorridere lui.
- E comunque non puoi saltare un'altra prova. - mi ammonì Luke.
Peccato che sapessi che anche loro morivano dalla voglia di conoscere l'anonimata. Sbuffai spazientito.
- Cer... -, ma mi bloccai a causa del cellulare che stava squillando. Era un numero sconosciuto quello che mi stava chiamando. Il silenzio era calato nella stanza.
- Pronto? -
- Pronto Calum? Sei tu? Sono la ragazza del parco, ti ricordi di me? -
I ragazzi mi si attaccarono tutti vicino al telefono, avevano capito che si trattava di lei.
- Uhm, forse. - dissi. Stavo facendo lo stronzo senza nemmeno accorgermene. A furia di stare vicino a loro ero certo di esserlo diventato.
- Sono la sorella di Annabeth, la bambina che giocava con Harry. Davvero non ti ricordi? -
Presi un respiro profondo per cercare di non farmi venire un infarto.
- Ah, sì. Ho capito! Sei... Uhm, non credo tu mi abbia detto ancora il tuo nome. -
- Samantha. Mi chiamo Samantha White. -
- Ah, ecco. Ciao Sam. - la salutai. La sentii ridere alla altro capo del telefono. Le gambe sembravano diventate di burro. - Hai bisogno di qualcosa? - chiesi ripensando alle parole con cui l'avevo lasciata.
- Ehm, a dire in vero sì. - fece lei nervosamente. - Mi avevi detto che stavi facendo da babysitter a quel bambino l'altra volta, no? Così pensavo che magari potessi tenermi per qualche ora la mia sorellina. - disse lei tutto d'un fiato. Spalancai la bocca frastornato. - Per te è un problema? Io devo fare uno stage per un lavoro e non ho da chi lasciare Anna. Se vuoi ti pagherò, ma ti prego non rifiutare! - mi prego disperatamente. I ragazzi mi facevano segno di voler sapere cosa stesse succedendo. La verità era che non lo sapevo nemmeno io.
- Uhm, aspetta un attimo che devo andare alla porta che è arrivato un mio amico. - mentii, per poi allontanare l'apparecchio dall'orecchio.
- Allora? Cosa ti ha chiesto? - parlò Luke dando voce ai pensieri di tutti e tre.
Cercai di parlare ma mi bloccai. Presi un respiro e cercai di calmarmi. - Vuole che faccio da babysitter a sua sorella. - risposi alla fine. I ragazzi non potevano mostrarsi più sorpresi di così.
- Babysitter? - ripeté Michael incredulo. Assentì con la testa. - Stiamo scherzando, 'bro?! -. Mi limitai a stringermi nelle spalle.
- Perchè no, dai. - sbottò Luke sorprendendo tutti. - Accetta, se questo è l'unico modo di rivederla poi. - spiegò. La sua idea non faceva una piega. Michael scosse la testa.
- Certo, Lucas! Una sconosciuta che non sapeva nemmeno chi fossi ti viene a chiedere di fare la babysitter a sua sorella, e dopo una settimana peraltro! Ha avuto una dannatissima settimana per fare ricerche su di Calum, e sono certo che ne avrà fatte un sacco! Quindi sa che non fa da babysitter e che invece è un musicista... - replicò cupamente Ashton. Nemmeno Ashton aveva torto. Eppure ero sicure che lei mi conoscesse... Sapeva il mio secondo nome quando io nemmeno l'avevo menzionato. Mi riscossi dai miei pensieri quando Luke mi posò una mano sulla spalla.
- Cosa hai intenzione di fare? -
Li guardai tutti negli occhi. Presi una decisione subito e avvicinai il telefono all'orecchio.
- Pronto? Sam? Sei ancora lì? - chiesi.
- Sì, sì, sono ancora qua. Allora hai accettato? - domandò speranzosa.
- Certo che accetto! - sorrisi.
- Oddio! - strillò lei. - Mi stai salvando la vita, Cal! Ti mando dopo il mio indirizzo per messaggio e il giorno! -
- Ok. -
- Grazie mille, Calum. - ripeté più dolcemente e prima che potessi rispondere aveva già riattaccato.
- Ti sei ficcato in un casino, Cal. - mi rimproverò Ashton. Li guardai e sospirai.
- Ragazzi, almeno questa volta… non rovinate tutto. –
Michael annuì, senza dire niente.
- Non combinare casini, allora. – si raccomandò Luke.
***
Ciao 5SOSFam! *esulta felice* Sono venuta anche ad incasinare questo fandom (?), non avrei mai pensato di arrivare a pubblicare una FF su di loro, ma eccomi qua! Che ve ne pare? È solo il prologo, quindi... PIETÀ! Spero che entri non ne rimanga deluso! L'ho scritto tutto di getto oggi, mentre i ragazzi erano a Milano! Wow, sarà stato fantastico vederli per chi era là, io purtroppo non ho potuto!
However! Grazie mille a chi recensirà!
Io mi dileguo! Bye bye!
Ps: RINGRAZIO _Camelia PER AVERMI FATTO IL BANNER! LA ADORO! NEL PROSSIMO CAPITOLO METTERÒ LE IMMAGINI DEI PERSONAGGI, QUINDI DETTO TUTTO, ORA VADO VIA DAVVERO *lol* BYE BYE!!!


Vidi Harry correre via verso l'altra parte parco giochi. Mi maledissi nella mia mente, mentre lo rincorrevo. Ashton poteva essere davvero stronzo a volte, e questa era una di quelle volte.

- Harry! Torna qui! Oppure chiamo tuo fratello! - urlai a gran voce attirando l'attenzione di tutte le persone presenti, anche dei vecchietti mezzi sordi mi avevano sentito! Incastrato a fare da babysitter al fratellino di Ashton! Ci potete credere? Mi fermai sconsolato per riprendere fiato. Ero piegato in due dalle fitte che mi erano venute ai fianchi nel rincorrere quel piccolo mostriciattolo. Irwin Junior era decisamente troppo simile al suo fratello maggiore, in pratica una sua miniatura. Alzai gli occhi al cielo e invocai Dio chiedendogli perchè tutto quello stava accadendo a me, nella mia mente. Per tutta risposta una bambina della stessa età di Harry mi lanciò una pallonata il faccia. Ora ne avevo davvero abbastanza! Ash non poteva piantarmi in asso così, con il semplice motivo che aveva una riunione importante con un altro suo amico batterista. Insomma! La sua cosiddetta "Riunione" era una chat via Skype con Josh Devine, il batterista degli One Direction. E le loro argomentazioni erano di tutt'altro che le batterie!Tirai fuori il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni, accasciandomi sfinito sulla prima panchina accanto a me. Intanto Harry stava abbordando la bambina che mi aveva lanciato la pallonata il faccia, forse quei due si erano coalizzati contro di me.

- HARRY!!! ORA CHIAMO TUO FRATELLO!! - urlai abbastanza forte in modo che mi potesse certamente sentire. Ero certo che mi avevano sentito anche in Alaska. Qualcuno al mio fianco sbuffò irritato.

- Potresti smetterla di urlare? - a parlare era stata una ragazza dagli occhi nocciola e i capelli lunghi e castani. - Ci sono persone che a differenza tua stanno cercando di stare tranquilli, magari stanno anche leggendo un libro. - disse mostrandomi la copertina del libro in cui aveva infilato l'indice per segnare la pagina a cui era arrivata. Rimasi a fissarla con la bocca aperta e il telefono che squillava vicino all'orecchio.

- Pronto? - mi rispose Ashton dall'altra parte. Allontanai l'apparecchio dall'orecchio e gli chiusi la telefonata in faccia, per poi sorridere alla ragazza.

- Ciao, sono Calum. Calum Hood. - mi presentai porgendole la mano. La guardò scetticamente, come se fosse schifata. Mi guardai il palmo, c'era un po' di terriccio sopra, forse per la caduta di pochi minuti prima, quando ero inciampato nella radice di un albero mentre rincorrevo Harry. Ritirai la mano e la sfregai sui jeans sciupati. - Comunque tu come ti chiami? - le chiesi senza perdermi d'animo. La vidi sorridere beffardamente, prima che ritirasse il libro nella borsa e mi degnasse nuovamente di uno sguardo.

- Non sei tenuto a saperlo, Hood. - rispose sarcastica, soffiandosi via dagli occhi un ciuffo ribelle. Scrutandoli meglio, nei suoi occhi vidi delle sfumature smeralde. Sorrisi al pensiero che i suoi occhi erano quasi identici a quelli di Ash. Ora ero decisamente meno incazzato con lui.

- Davvero? - le domandai sfoderando uno sguardo da cucciolo bastonato, quello in cui le ragazze solitamente si scioglievano immediatamente. Alzò gli occhi al cielo a mia sorpresa.

- Illuminami un po', Hood. Quante ragazze hai abbordato facendo quel sorriso stupido e quegli occhi che teoricamente dovrebbero intenerirle? -

Colpito ed affondato. Risi di gusto alla sua frecciatina. Non mi aveva riconosciuto come uno dei membri della boy-band che stava spopolando in tutto il mondo. Non sapevo però se esserne frustato oppure esserne entusiasta. Optai per la seconda e le regalai il sorriso che solitamente serbavo per le persone che conoscevo.

- Io? Credimi, faccio ben altro per abbordare le ragazze. - risposi ammiccando. Finalmente le sue labbra si curvarono fino a disegnare sul suo volto un sorrisino divertito.

- Quindi mi stai dicendo che non stai flirtando con me, giusto? Che io non ti interesso più di tanto? - ribatté inarcando un sopracciglio. Cazzo! Mi stava ritorcendo contro le mie stesse parole... Ammirevole la ragazza! Aprii la bocca per ribattere, ma non mi venne in mente niente da dire. Ci fosse stato Michael al mio posto, o Ashton, avrebbero già risposto a modo e avrebbero già anche il suo numero, se non anche un appuntamento per il giorno dopo.

- Cosa ci fai qui al parco? - feci cambiando poco elegantemente argomento.

- Sono qui per lei. - disse indicando la bambina che stava giocando a pallone con Harry. La fissai confuso.

- Fai da babysitter? - le domandai, sperando che non me lo chiedesse anche a me. Quella bambina avrà avuto su per giù quattro anni, come Il fratellino di Ashton.

- No. - rispose le seccamente. La fissai perplesso, prima che un'idea assurda mi venisse in mente. Spalancai gli occhi turbato. Era troppo giovane! Forse aveva la mia età, o un anno in meno, eppure... non erano certo rari quei casi nemmeno in Australia. Conoscevo un paio di ragazze che venivano a scuola con me che erano incappate in quel problema.

- È tua figlia? - chiesi cautamente. La ragazza si voltò di scatto alla mia domanda e iniziò a tossire convulsamente, forse un po' di saliva le era andata di traverso. Le colpii un paio di volte la schiena, per farle calmare un po' la tosse e quando finalmente finì di tossire, sentii le guancia bruciare pulsante.

- Come diavolo ti permetti, idiota! - mi urlò contro alzandosi in piedi, mentre io mi stavo tenendo con un mano la parte ferita del viso dal suo schiaffo. Iniziai a balbettare delle scuse a cui lei non fece nemmeno caso da quanto era incazzata nera. Perchè avevo sparato quella stronzata che non stava né in cielo e né in terra? Mi maledissi nella mia mente, finché non mi accorsi che la ragazza non stava più gridandomi contro. Tirai un sospiro di sollievo.

- Allora? Hai capito cosa ti ho detto? - mi sputò lei con gli occhi che ancora rodevano di rabbia. Sbattei velocemente le palpebre. Non la stavo nemmeno a sentire.

- Cosa? Scusa puoi ripetere? -. La mora sbuffò indispettita e si mise la borsa a tracolla sulla spalla per poi andare verso la bambina. Le corsi dietro, non sapendo che altro fare.

- Scusami! Non volevo essere impertinente! - mi scusai nuovamente prendendole un polso per voltarla verso di me. Non feci resistenza quando volle togliere la mano dalla mia stretta, ma invece di urlarmi contro come pensavo, prese un sospiro e incrociò le mani al petto.

- Solo impertinente? - fece tagliente con voce controllata.

- No, non solo. Ma davvero, mi dispiace tanto. È solo che quando mi trovo in presenza di una ragazza, di solito vado in confusione totale. - ammisi. Cuciti la bocca Calum! Ora le hai appena ammesso che con le ragazze sei una frana! Ma bravo!Iniziai a torturarmi le mani, fissandomi le scarpe logore.

- Ok. - sospirò lei. Alzai lo sguardo sorpreso. - Accetto le tue scuse. -. Le sorrisi timidamente.

- Davvero? -

- Sì. - mi rispose alzando gli occhi al cielo. - Ma ora devo andarmene. - disse voltandosi. Sentii l'ansia impossessarsi del mio corpo. - Annabeth Clarisse White! Staccati da quel albero e vieni immediatamente qui! - la chiamò a gran voce. La bambina si voltò appena per poi prendere Harry per mano e trascinarlo da noi.

- Aspetta un attimo! - dissi afferrandole nuovamente il polso, questa volta non si staccò da me, ma inarcò solamente un sopracciglio.

- Che c'è ora? -

- Ci rivedremo? - le chiesi senza mezzi termini. Mi guardò allibita qualche secondo, per poi prendere per mano Annabeth, che stringeva il pallone sotto il braccio.

- Perchè dovremmo rivederci? Hai detto che io non ti interesso, quindi non ce n'è motivo, no? -

- Sì, l'ho detto. Ma io pensavo a Harry. - risposi, sorprendendo anche me stesso. Ha fatto amicizia con Annabeth e penso che forse vorrebbero rivedersi ancora, no? -

- Mia sorella fa amicizia con chiunque le capiti a tiro, come del resto penso Harry, no? -

Avevo la gola secca. Fissai il bambino che stava sorridendo ad Annabeth. Sua sorella! Perchè non ci avevo pensato prima? Harry era il fratello di Ashton e avevano una differenza di età notevole.

- Tanto perché non si trovino a fare i capricci, perchè non ci scambiamo i numeri di telefono? - chiesi. Ero decisamente ridicolo da vedere. Lei sembrò pensarci su, mentre fissava la bambina, poi si guardò il polso per vedere l'ora e spalancò gli occhi.

- Oddio! Sono in ritardo! Devo prendere la corriera e comunque non ho da scrivere. - fece lei iniziando a camminare verso la fermata del bus. Imperterrito la seguii. Non mi sarei fatto sfuggire un'opportunità con lei. Tirai fuori un pennarello nero, che solitamente usavo per autografare le fans.

- Dammi il polso che ti scrivo il mio numero. - parlai, mentre Harry mi stava seguendo docilmente. Appena si fermò, senza neppure aspettare il suo consenso le afferrai un polso e ci scarabocchiai sopra il mio numero. Proprio in quel attimo la corriera arrivò.

- Chiamami se hai bisogno, ok? - le dissi. Mi lanciò un occhiata divertita mentre stava salendo.

- Contaci Thomas. - rispose mentre le porte si chiudevano.



Rimasi lì impalato per qualche minuto, prima che Harry mi riportasse con in piedi per terra, strattonandomi la maglietta. Lo riportai da suo fratello il velocemente possibile.

- Calum Thomas Hood! - mi gridò dietro Ashton appena misi piede in casa sua. Sembrava parecchio incazzato.

- Che vuoi Irwin? - chiesi gettandomi sul suo divano, mentre suo fratello gli si era incollato ad una gamba. Guardò il suo piccolo sosia e mi trucidò con lo sguardo.

- "Che vuoi?" mi stai chiedendo? - si sputò irritato come non mai. - Seriamente? Mi hai fatto quasi venire un infarto, dannazione! - mi urlò contro

.- Ragazzi?! Perchè state urlando? - entrò in casa Michael sbucando fuori dalla cucina.

- Già, perchè? - domandò Luke spuntando dietro di Micky. Mi limitai a fare spallucce, non sapendone nemmeno io il motivo.

- Perchè il nostro caro Calum mi ha sbattuto il telefono in faccia! Pensavo fosse successo qualcosa ad Harry! - urlò Ash. Le bocche di Lucas e Mike si curvarono in una "o", mentre prendevano ad annuire comprensivi, anche se comunque non avrebbero capito Ashton, perché nessuno di noi aveva fratelli minori, se per questo Michael era figlio unico.

- Ma ora è a casa, no? Quindi calmati. - disse Mike. Cosa vi dicevo? Nessuno avrebbe capito Ash. Lui di tutta risposta annuì e prese ad accarezzare la testa bionda di suo fratello.

Una vocina ruppe il silenzio di quel momento. - Calum ha trovato una ragazza.

-Piccolo traditore!



La stanza proruppe in un boato. Era una novità per i ragazzi la faccenda, così dovetti spiegare tutto per filo e per segno di quello che era successo, e purtroppo con tutto intendevo anche la scenata in cui le avevo chiesto se fosse una neo mamma. Ashton non si dimenticò di ricordarmelo ogni giorno per una settimana intera ed io per una settimana intera aspettai invano una sua telefonata. Avevo anche provato a cercarla su Facebook, ma senza risultato, visto che di White ce n'erano a migliaia anche solo qui a Sydney.

- È inutile che continui ad andare al parco, Cal. Dimenticatela, ok? -Facile per Michael dirlo, non l'ha incontrato lui, non c'ha parlato lui, non l'ha vista sorridere lui.

- E comunque non puoi saltare un'altra prova. - mi ammonì Luke.

Peccato che sapessi che anche loro morivano dalla voglia di conoscere l'anonimata. Sbuffai spazientito.

- Cer... -, ma mi bloccai a causa del cellulare che stava squillando. Era un numero sconosciuto quello che mi stava chiamando. Il silenzio era calato nella stanza. - Pronto? -

- Pronto Calum? Sei tu? Sono la ragazza del parco, ti ricordi di me? -I ragazzi mi si attaccarono tutti vicino al telefono, avevano capito che si trattava di lei.

- Uhm, forse. - dissi. Stavo facendo lo stronzo senza nemmeno accorgermene. A furia di stare vicino a loro ero certo di esserlo diventato.

- Sono la sorella di Annabeth, la bambina che giocava con Harry. Davvero non ti ricordi? -

Presi un respiro profondo per cercare di non farmi venire un infarto. - Ah, sì. Ho capito! Sei... Uhm, non credo tu mi abbia detto ancora il tuo nome. -

- Samantha. Mi chiamo Samantha White. -

- Ah, ecco. Ciao Sam. - la salutai. La sentii ridere alla altro capo del telefono. Le gambe sembravano diventate di burro. - Hai bisognodi qualcosa? - chiesi ripensando alle parole con cui l'avevo lasciata.

- Ehm, a dire in vero sì. - fece lei nervosamente. - Mi avevi detto che stavi facendo da babysitter a quel bambino l'altra volta, no? Così pensavo che magari potessi tenermi per qualche ora la mia sorellina. - disse lei tutto d'un fiato. Spalancai la bocca frastornato. - Per te è un problema? Io devo fare uno stage per un lavoro e non ho da chi lasciare Anna. Se vuoi ti pagherò, ma ti prego non rifiutare! - mi prego disperatamente. I ragazzi mi facevano segno di voler sapere cosa stesse succedendo. La verità era che non lo sapevo nemmeno io.

- Uhm, aspetta un attimo che devo andare alla porta che è arrivato un mio amico. - mentii, per poi allontanare l'apparecchio dall'orecchio.

- Allora? Cosa ti ha chiesto? - parlò Luke dando voce ai pensieri di tutti e tre.

Cercai di parlare ma mi bloccai. Presi un respiro e cercai di calmarmi. - Vuole che faccio da babysitter a sua sorella. - risposi alla fine. I ragazzi non potevano mostrarsi più sorpresi di così.

- Babysitter? - ripeté Michael incredulo. Assentì con la testa. - Stiamo scherzando, 'bro?! -. Mi limitai a stringermi nelle spalle.

- Perchè no, dai. - sbottò Luke sorprendendo tutti. - Accetta, se questo è l'unico modo di rivederla poi. - spiegò. La sua idea non faceva una piega. Michael scosse la testa.

- Certo, Lucas! Una sconosciuta che non sapeva nemmeno chi fossi ti viene a chiedere di fare la babysitter a sua sorella, e dopo una settimana peraltro! Ha avuto una dannatissima settimana per fare ricerche su di Calum, e sono certo che ne avrà fatte un sacco! Quindi sa che non fa da babysitter e che invece è un musicista... - replicò cupamente Ashton. Nemmeno Ashton aveva torto. Eppure ero sicuro che lei mi conoscesse... Sapeva il mio secondo nome quando io nemmeno l'avevo menzionato. Mi riscossi dai miei pensieri quando Luke mi posò una mano sulla spalla.

- Cosa hai intenzione di fare? -Li guardai tutti negli occhi. Presi una decisione subito e avvicinai il telefono all'orecchio.

- Pronto? Sam? Sei ancora lì? - chiesi.

- Sì, sì, sono ancora qua. Allora hai accettato? - domandò speranzosa.

- Certo che accetto! - sorrisi.

- Oddio! - strillò lei. - Mi stai salvando la vita, Cal! Ti mando dopo il mio indirizzo per messaggio e il giorno! -

- Ok. -

- Grazie mille, Calum. - ripeté più dolcemente e prima che potessi rispondere aveva già riattaccato.

- Ti sei ficcato in un casino, Cal. - mi rimproverò Ashton. Li guardai e sospirai.

- Ragazzi, almeno questa volta… non rovinate tutto. –

Michael annuì, senza dire niente.

- Non combinare casini, allora. – si raccomandò Luke.




***


Ciao 5SOSFam! *esulta felice* Sono venuta anche ad incasinare questo fandom (?), non avrei mai pensato di arrivare a pubblicare una FF su di loro, ma eccomi qua! Che ve ne pare? È solo il prologo, quindi... PIETÀ! Spero che entri non ne rimanga deluso! L'ho scritto tutto di getto oggi, mentre i ragazzi erano a Milano! Wow, sarà stato fantastico vederli per chi era là, io purtroppo non ho potuto!However! Grazie mille a chi recensirà!Io mi dileguo! Bye bye!

Ps: RINGRAZIO _Camelia PER AVERMI FATTO IL BANNER! LA ADORO! NEL PROSSIMO CAPITOLO METTERÒ LE IMMAGINI DEI PERSONAGGI, QUINDI DETTO TUTTO, ORA VADO VIA DAVVERO *lol* BYE BYE!!!


   
 
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