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Autore: _Emme    28/06/2014    2 recensioni
1868. Deserti rocciosi del Texsas. Una storia dimenticata da tempo.
2014. Georgia. Un incontro inaspettato che sconvolgerà la sua esistenza.
Dal capitolo 1:
Ecco qua: con un semplice messaggio era finita la mia serata. A quel punto non sapevo se tornare a casa un po' delusa oppure andare a vedere il film da sola. Decisi che visto che mi trovavo già lì, avrei visto il film e poi sarei tornata subito a casa. Mai decisione fu più azzeccata.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. L'incontro bizzarro.

  Il clima caldo e umido della Georgia mi travolse appena uscii di casa. Avevo appuntamento al cinema, dove mi stavo dirigendo. La mia migliore amica Lindsay mi aveva invitata a passare una serata in sua compagnia davanti ad un buon film. Ne avevo sentito parlare ed avevo compreso l'entusiasmo di Lindsday: deserti texani, impavidi ranger su cavalli instancabili che percorrevano miglia e miglia senza cedere mai, pub in perfetto stile western... decisamente il suo genere. Ero quasi arrivata quando mi arrivò un messaggio. Era Lindsay.

Hey cara, mi dispiace taaaanto ma non posso proprio esserci stasera :( mamma ha scoperto il mio piccolo segreto.. Poi ti spiego, L.

  Ecco qua: con un semplice messaggio era finita la mia serata. A quel punto non sapevo se tornare a casa un po' delusa oppure andare a vedere il film da sola. Decisi che visto che mi trovavo già lì, avrei visto il film e poi sarei tornata subito a casa. Mai decisione fu più azzeccata. Dopo aver pagato il biglietto, mi recai nella sala 5 e cercai il mio posto. 11..12..13,trovato! Mi sedetti in attesa che la sala si riempisse e che il film cominciasse. Intanto mi guardai intorno: c'erano poche persone, prevalentemente sedute nei posti davanti allo schermo, ma solo una attirò la mia attenzione. Un uomo sui trent'anni probabilmente, ma che, nel modo in cui era conciato dava l'idea di avere almeno dieci anni di più. Lindsay l'avrebbe trovato fantastico. Portava stivali a punta in perfetto stile western, appoggiati al sedile davanti, le gambe incrociate erano fasciate da pantaloni in pelle con tanto di cinturone di cuoio in vita. Mi augurai che la pistola vecchio tipo incastrata in una delle asole della cintura fosse una buona imitazione di una pistola vera, niente di più. Il busto era coperto da una camicia bianca, che era talmente sporca e logora da aver cambiato totalmente colore, e da un gillet marrone in pelle. A completare l'abbigliamento insolito per quell'epoca che i suoi avrebbero definito decisamente fuori luogo, era un cappello da cow boy, di quelli che usa Chuck Norris nei suoi film e che molti texani indossano ancora orgogliosamente per le strade di alcuni paesini più piccoli, i quali sono ancora affezionati alle tradizioni. Era un cappello bianco, ma come la camicia sporco e rattoppato qua e là, che andava ad incorniciare un viso emaciato, sporco e coperto da una barba ispida e mal fatta. Le sopracciglia spesse facevano sembrare gli occhi azzurro ghiaccio, ancora più incavati. Probabilmente avrebbe potuto essere un bell'uomo se solo si avesse curato il suo aspetto, ma a modo suo lo trovava affascinante.
  Mentre riflettevo su questo arrossendo un poco dei miei pensieri, le luci si spensero e il film cominciò. Ciò che mi piaceva di più di quel cinema era il fatto che, prima di un film, non ci fosse pubblicità. Infatti iniziarono a susseguirsi immagini di un deserto roccioso e in basso apparve la scritta "Maggio 1868". Mi misi più comoda sul sedile, quando sentii un borbottio sommesso provenire dalla fila dietro la mia. Mi girai e vidi lo sguardo furente dello strano uomo-cow boy, confermato dai pugni talmente serrati da far diventare le nocche delle mani sporche e rovinate bianche. Mi chiesi il motivo di tanta rabbia, quando lui si volto verso di me. Distolsi immediatamente lo sguardo, colpevole di essere stata colta in flagrante. Sentii un fruscio dietro di me, segno che l'uomo si era alzato e si apprestava ad andarsene. Volsi il mio sguardo curioso verso l'uomo, proprio mentre lui si girava un'ultima volta a guardarmi prima di sparire dietro la porta scura della sala. Sicuramente mi sbagliavo ma sembrava quasi che mi incitasse a seguirlo. Scacciando quel pensiero dalla mente, riportai la mia attenzione sullo schermo, o perlomeno ci provai. La mia mente lavorava febbrile e ripensava al viso di quell'uomo e alla sua rabbia ingiustificata. Mi voltai ancora e ancora finchè mi alzai e mi diressi verso l'uscita nella speranza di trovarlo. 

  
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