And I cry and no
one can hear
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E piango e nessuno può sentire, |
E aspetto fissando la
Stella del Nord
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And I wait staring
at the Northern Star
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And they paid, I
cry and cry for you
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Ed hanno pagato, piango e
piango per te
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E aspetto, fissando la
Stella del Nord
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And I wait staring
at the Northern Star
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And I want you
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E voglio te, e benedetti
sono i falliti
E t'imploro, nessuna solitudine nessuna miseria è degna
di te |
Northern Star - Hole
Si svegliò di soprassalto. Si
trovava su un furgoncino e attorno a lei vi erano alcuni fanti della Shinra.
Più che normale, visto che il veicolo stesso apparteneva alla compagnia. Non si
sentiva affatto minacciata, perché si trovava esattamente dove voleva essere.
Si accorse di indossare la
divisa che tanto aveva odiato, per lungo tempo. La sua modernità contrastava
con l’aria antiquata di tutto ciò che la circondava. Persino il modo di parlare
dei Fanti era diverso da quello a cui era abituata. Doveva fare l’abitudine ad
entrambi.
Tra le mani reggeva quattro
fascicoli segnati come estremamente riservati. Due contenevano tutto ciò che
c’era da sapere sulle due persone che doveva spiare e non li aveva ancora
aperti. Il terzo la riguardava. L’aveva studiato a fondo, per poter entrare nel
proprio personaggio.
Anche il quarto era spiegazzato
come il terzo. Ma per una ragione diversa. Conteneva le informazioni a lei
necessarie per conoscere il proprio collega. Era stato inviato mesi prima a
Nibelheim per proteggere i due scienziati che da quasi due anni proseguivano
sul posto una serie di esperimenti su una creatura non ben identificata.
Jenova.
Diede una letta al proprio
fascicolo, sorprendendosi per la quantità di missioni riportate. Era nei Turk
da tre anni, stando ad esso. Se fosse stata di umore diverso, avrebbe sorriso.
Qualche anno prima, forse, avrebbe sorriso. Ma non lo faceva da anni.
Tutto ciò che era riportato in
quel documento era falso. Non era nei Turk da tre anni, ma da cinque giorni. E
quelle missioni erano completamente inventate. Ed era l’unica a saperlo.
Se si trovava là, in quel
preciso momento, era perché aveva una missione ben diversa, di cui lo
spionaggio dei due scienziati rappresentava una minima parte. Per dirla tutta,
le importava ben poco di quei due idioti.
Era per quello che era in quel
posto preciso, in quel periodo preciso. Aveva una missione e avrebbe fatto di
tutto per portarla a termine. Aveva studiato ogni possibilità.
-Miss Kisaragi? Siamo
arrivati.- annunciò il fante alla sua destra, interrompendo il flusso di
pensieri.
Scese dal furgone ed egli le
posò l’unica valigia accanto, prima di ripartire.
Infilò i fascicoli nella tasca
esterna della borsa e la sollevò da terra. Era leggera. Non la sorprendeva, non
era mai stata il tipo da portarsi l’armadio in missione. Sospirò, cercando di
darsi un minimo di contegno. Era un Turk, almeno lì. In quella Nibelheim del
1967.
Spinse il cancello della Shinra
Mansion.
Note
Ok, sto decisamente
esagerando... So che dovrei continuare a scrivere Kage no Moroboshi, visto che
mancano solo tre/quattro capitoli, ma ho voluto iniziare comunque questa nuova
fic... Ma ho un sacco di idee...
Che ve ne pare di questa breve
introduzione? Vi piace? La canzone mi piace tantissimo, mi commuove sempre
ascoltarla... Penso si adatti alla situazione.
Ci vorrà un pò per arrivare al
nocciolo della questione, ma vi prometto che ci arriveremo molto prima della
fine della storia.