Il vento soffiava leggero e mite, mentre Elyna era seduta a gambe incrociate sotto un albero. Il Sole stava tramontando, incendiando il cielo e facendolo diventare rosso.
Elyna non era proprio una ragazza che si poteva definire normale, ma al contrario era probabilmente unica nel suo genere. I capelli lunghi fino alle spalle erano di un verde foglia che andava poi schiarendosi sulle punte; aveva gli occhi neri come la pece, due pozzi scuri e senza fondo di fronte ai quali era difficile non rimanere incantati. La pelle era chiara e diafana, e lasciava intravedere le vene.

Seduta sull'erba, fasciata dai suoi immancabili jeans e giacca di pelle, pensava a come sarebbe stato bello poter solcare il cielo oltre le nuvole, per atterrare poi su una terra sconosciuta.

Si lasciò cadere indietro, sdraiandosi a terra e sospirando. Tutta quella fantasia le creava problemi più qualsiasi altra cosa. Le causava un senso di inadeguatezza, come se casa sua non fosse qui sulla Terra, ma in un posto immaginario, lontano anni luce.

Si alzò sgrullandosi la terra di dosso, si era ormai fatto buio, poi si incamminò per il sentiero che portava verso il centro storico della sua città, dove si trovava casa sua. Sì, perché quella era purtroppo e senza via di scampo la sua casa, dove i suoi genitori l'aspettavano per la cena.

La strada di sera era irrimediabilmente buia a causa della scarsità dei lampioni e questo le faceva sentire addosso mille occhi invisibili ma vigili.

Ad un tratto avvertì un spostamento dietro di sè. Si girò lentamente, ma non riuscì a vedere nulla.

Quando tornò a guardare avanti scorse un uomo seduto su una panchina, avvolto in cappotto nero. La stava fissando. Elyna cercò di apparire il più calma possibile e tirò dritto. L'uomo non si mosse, neppure quando gli passò davanti. Appena giunse a una svolta Elyna si mise a correre. Corse fino a casa, ignorando i polmoni che imploravano pietà. Cercò le chiavi di casa con le mani tremanti, e quando finalmente riuscì ad aprire il portone del condominio e ad entrare tirò un sospiro di sollievo e chiuse gli occhi. Si richiuse rumorosamente l'uscio alle spalle, appongiandocisi. Quando riaprì gli occhi l'uomo era a pochi metri da lei, e la fissava con spaventosi occhi velati e vuoti. Il cuore perse un battito. Elyna si fiondò su per le scale, fino al quarto piano e bussò violentemente alla porta di casa. Le aprì sua madre, con una faccia a dir poco stravolta.

-Ma perché fai tutto questo casino? Hai le chiavi, perché non le usi?- le chiese.

Elyna entrò e sbattè la porta.

-Non è il momento giusto, mamma- rispose. Non le disse nulla, sapeva che l'avrebbe guardata come si guardano i pazzi.

Entrò in camera sua e si tolse la giacca, buttandola poi sul letto.

La camera era non troppo piccola, con i muri rosso scuro tappezzati di poster, foto e fogli vari. Il mobilio era essenziale: un letto, una scrivania e un armadio, anch'essi ricoperti di fogli.

Il disordine che vi regnava dopotutto rispecchiava l'animo della sua proprietaria.

Con un improvviso brivido di terrore Elyna sentì di nuovo gli occhi freddi di quell'uomo addosso.

Si affacciò alla finistra e, senza troppa sorpresa, lo vide in piedi in mezzo alla strada.



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Dunque!
Questa è la mia prima storia e davvero non so cosa dire, l'idea mi è venuta vedendo la foto di una ragazza con i capelli verdi. Ho cominciato ad immaginare e ho deciso di mettere nero su bianco la mia immaginazione.
Spero vi piaccia!