NON
BASTA NIENTE
Ogni tanto penso
ancora a te
a quello che
se
se fosse
stato... fossi stato si
se fossi qui
ho bisogno di
credere
che sei stata
importante per me
anche se non
ricordo più
nemmeno
perché..
Ichigo era
disteso sul letto in uno dei rari momenti di riposo che si
concedeva.
Da quando aveva
deciso di racimolare un po’ di soldi facendo un lavoretto e
partecipando ai vari club sportivi della scuola non aveva
più molto tempo
libero.
Quindi quello
era un momento più unico che raro e stava cercando di
goderselo a fondo.
Stava fissando
il soffitto bianco, beandosi con i raggi del primo sole
primaverile sulla pelle, mentre le sue orecchie si riposavano in un
insolito
momento di silenzio in casa Kurosaki.
Suo padre e le
sue sorelle erano usciti o per fare la spesa o per altri
impegni che all’arancio non importavano.
E in uno di
quei pochi momenti di calma la mente è portata ad associare
momenti di pace con quelli vissuti nel passato.
Sbuffò
stanco ricordando quante volte si era sdraiato sul letto esausto
dopo aver purificato un hollow, mentre una voce famigliare lo
rimproverava per
la sua pigrizia.
Anche in quel
momento lei
l’avrebbe ripreso, perché perdeva tempo a dormire
anziché ad allenarsi o a
studiare.
E lui le
avrebbe risposto di riposarsi accanto a lui, di godersi il sole
sul viso, la brezza che entrava dalla finestra, il cinguettio degli
uccellini.
Di godersi quei
momenti, perché la vita era fatta di momenti da godersi.
E
l’avrebbe stretta a se, perché aveva ammesso con
se stesso quanto lei fosse
stata importante, quanto gli avesse cambiato la vita e quindi ora
doveva dirlo
a lei.
Aveva bisogno
della consapevolezza che non si sarebbe comportato da sciocco
se l’avesse avuta vicino a lui in quel momento.
E le avrebbe
sussurrato quanto fosse importante sdraiato su quel letto,
elencandole tutto ciò in cui lei l’aveva cambiato.
Erano milioni
le cose che le avrebbe detto, sussurrato, ammesso, mentre le
sue guance avrebbero preso quel colorito rosato.
Eppure in quel
momento non ricordava più perfettamente tutto
l’elenco che
voleva farle da così tanto tempo.
Ogni tanto guardo
intorno a me
a quello che
c'è
se poi
davvero è proprio tutto così!
Se
è tutto qui!
Ho bisogno di
credere che
c'è
qualcosa più grande di me
anche se non
capisco però
neanche
cos'è!
Ichigo era
seduto al suo posto in aula, mentre svogliatamente seguiva la
lezione.
Nella noia
più totale si ritrovò ad osservare i suoi
compagni.
Inoue era
seduta in prima fila, mentre scarabocchiava strambi disegni sul
bordo del quaderno.
Dietro di lei
sedeva la sua migliore amica, Tatsuki, che seguiva svogliata
la lezione, mentre i suoi occhi andavano troppo spesso a sbirciare la
bella
giornata che li aspettava fuori.
Alla sua destra
un tempo sedeva lei,
che seguiva ogni lezione con attenzione, anche la più noiosa
perché tutto le
appariva nuovo e la entusiasmava.
Ora invece
sedeva un ragazzino che lo venerava ogni cosa lui facesse, nella
speranza che lui entrasse nel suo stesso club, e la cosa stressava
parecchio
Ichigo.
Voltandosi
poteva vedere i suoi amici Asano, Mizuiro e molti altri con cui
era cresciuto, che dopo la fine di quel anno temeva non avrebbe
più rivisto,
con l’inizio dell’università.
Poi
c’erano Inoue, Chad e Ishida, che avevano legato moltissimo e
passavano
la maggior parte del tempo assieme, cercando sempre di includerlo nei
loro
discorsi, con scarsi risultati.
Avevano
qualcosa di diverso, di speciale, loro.
Qualcosa che ad
Ichigo mancava terribilmente.
Spesso
scattavano fuori dalla classe con scuse assurde e l’arancio
in quei
casi osservava i compagni ignari di tutto e li invidiava.
Voleva anche
lui avere l’illusione che quel mondo fosse l’unico,
che non
esistesse nient’altro.
Ma sapeva
benissimo che non si fermava tutto li, che esisteva
dell’altro,
molto più grande di loro.
Un mondo che
per lui non esisteva più.
Ehhh...
Oh no!
Cosa c'è!?
sono qui
e penso ancora a te
son vivo o no?
E allora cosa aspetto... oh
oh no!
Cosa c'è!
Io son vivo anche senza di te
ma non mi basta mai...
... Non basta niente!
L’arancio
entrò nella sua camera da letto e si buttò sul
letto sconsolato.
Chiuse gli
occhi affondando la faccia nel cuscino trattenendo il respiro,
finché non gli fecero male i polmoni.
Non capiva il
perché quel pensiero non gli uscisse dalla mente,
perché tutti
quei ricordi non svanissero com’era svanita lei.
Se per lei era
stato così facile scomparire, perché non si era
portata via
tutto quello che la riguardava?
In fondo
appartenevano a due mondi opposti.
Lui era vivo e
lei no.
Era sempre
stato qualcosa di impossibile, di sbagliato
il loro stare insieme, andava contro natura quel
rapporto.
E
ciò era stato lampante quando lei era tornata al suo mondo e
lui era
sopravvissuto al dolore.
E lui era
rimasto li, a vivere la sua vita.
Era
sopravvissuto al dolore nonostante quello l’avesse logorato
all’interno.
Eppure
respirava, mangiava, viveva. Senza
di lei.
Ogni tanto penso
ancora a te
e non so
perché!
Perché
respiro l'aria intorno a me
che cosa
c'è!
Ho bisogno di
credere
che sei stata
importante per me
anche se non
mi ricordo più
nemmeno di te!
Ichigo
aprì l’armadio per deporre il suo futon e si
bloccò per un attimo.
Un sorriso
nostalgico gli si dipinse sulle labbra, solo per un momento, poi
depose l’oggetto che aveva in mano e richiuse
l’armadio, tornando alle sue
faccende.
Un attimo solo
il suo ricordo gli
aveva attraversato la mente, ma non era bastato per farlo piombare
nuovamente
in quell’agonia in cui aveva passato interi mesi qualche
tempo prima.
In fondo, dopo
tutto il tempo che era passato, non riusciva a rievocare con
chiarezza il viso di quella shinigami, che si perdeva in chiazze di
chiaroscuri
come il dipinto di un pittore impressionista.
Era conscio che
era stata importante, che non avrebbe mai dimenticato come
l’avesse aiutato per avvicinarsi per un momento a coronare il
suo sogno, che
fosse stata la prima a fargli battere il cuore, che fosse stata lei a
farlo
crescere.
Ma in quel
momento tutto ciò era talmente lontano e a volte arrivava a
credere che fosse stato tutto un sogno.
Probabilmente
il fatto di non vedere più i fantasmi aveva reso meno reale
quel ricordo, facendogli quasi credere che fosse stato tutto un sogno.
Ormai non
provava neanche più senso di colpa quando ammetteva che lei non gli mancava, probabilmente
perché
era passato troppo tempo.
Si
buttò la giacca sulle spalle ed uscì di casa a
passo spedito, non doveva
arrivare in ritardo all’appuntamento che aveva prima
dell’inizio delle lezioni
all’università.
Il sole di
Karakura lo metteva di buon umore, mostrando come in quella
primavera la cittadina fosse immersa nella pace.
Ichigo sorrise
alla ragazza con i capelli biondi che lo stava aspettando ed
insieme si diressero a bere un caffè.
E in quel
momento non vide un paio di grossi occhi azzurri al posto di
quelli ambrati della ragazza, com’era successo spesso tempo
addietro, ma solo
quelli della nuova conoscenza.
L’aveva
dimenticata.
Perché
il tempo è il peggior nemico dei ricordi.
E il tempo, con
Ichigo Kurosaki e Rukia Kuchiki, aveva vinto tutto.
Mi
scuso per la depressione che lascia questa fanfic e
che io emano nell’ultimo periodo! Nell’ultima
fanfic ho ammazzato Ichi, ora gli
faccio dimenticare l’uno dell’altra..! Giuro che mi
rifarò con un po’ di gioia
molto presto! (Spero! :P )
Tra
l’altro non ho nulla di cui essere depressa, visto
che mi sto pompando per il concerto del buon Vasco! :D
Spero
che abbiate comunque apprezzato!
Besos!
Saru