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Autore: GabrielleWinchester    28/06/2014    5 recensioni
Alcune volte le lacrime sono il più potente alcoolico del mondo e se si mescolano al whisky, bè diventano una miscela esplosiva che dovrebbe cancellare ogni dolore e invece rovina la tua vita...Perchè a volte l'amore fa esaltare il cuore ed affossare l'animo, ma per nessuno bisogna cadere nella trappola dell'alcolismo. Un sogno doloroso, fatto di lacrime al sapore di whisky. Buona lettura.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Buona sera a tutti,
ecco a voi "Lacrime al sapore di whisky", la storia di una ragazza che affonda i suoi dispiaceri nell'alcool, dopo avere letto la lettera d'addio del suo ragazzo, cercando di affondare il dolore sordo che prova nell'alcool, annientandosi come persona, salvata in extremis dal padre...Un sogno doloroso che rappresenta la sua parte più paurosa di lei e tutto quello che lei vorrebbe non accadesse mai. Storia completamente inventata, non c'è nessun riferimento alla realtà o a persone che conosco.  Ho solo immaginato come potrebbe comportarsi una persona di fronte a un amore finito. Io griderei fino a sfinirmi. Il tema che ho scelto di trattare è delicatissimo e lo ho fatto con la maggior discrezione possibile. Mi scuso per eventuali errori presenti nel racconto. A volte l'amore ferisce, ma nessuno dovrebbe rovinarsi la vita per una persona che ha giocato con il nostro cuore e alla fine non ha nemmeno il coraggio di guardarci in faccia, questo è un piccolo consiglio per chi soffre per amori non corrisposti o amori finiti. Siate più forti di un cuore spezzato! Ringrazio di cuore tutti coloro che la stanno leggendo e la leggeranno, tutti coloro che la stanno recensendo e la recensiranno, tutti coloro che mettono e metteranno le mie storie nelle seguite/ricordate/ preferite e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno nelle autrici preferite :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)

                                                           Lacrime al sapore di Whisky
 
Alzo gli occhi e osservo la bottiglia di whisky ormai vuota accanto a me. C’è solo un piccolo residuo, poche gocce di quel liquido ambrato, distillato dai cereali, il quale lo uso come panacea per tutti i mali, per l’amore che sa di miele e corrode come fiele.
Osservo il liquido sbattere contro i bordi della bottiglia, un whisky scadente, uno comprato a pochi soldi, non distillato secondo l’antica tradizione.
Un alcolico fatto con i cereali, campi sterminati e incontaminati, dove perdersi e fare l’amore, profumo di tradizione e natura, ridendo spensierati e mandando a quel paese tutti i problemi che ci affliggono. 

Io che sono astemia, mi sono ridotta ad attaccarmi alla bottiglia.
Io che sono forte, che incoraggio gli altri, adesso sto crollando di fronte a questo vizio, un vizio che fa dimenticare chi sei e cancella ogni dolore, o almeno dà la parvenza di farlo.
Un piccolo sorso mi dico, non potrà farmi male. Al massimo mi verrà una cirrosi epatica, ma chi se ne importa! Voglio solo affogare, annientare, asfissiare, dimenticare un dolore sordo che mi rovina il cuore e mi fa sperare di una speranza che, forse, non ci potrà mai essere.
Avvicino la bocca alla bottiglia e incomincio a bere, piccoli sorsi via via sempre più grandi, un lungo tuffo nel fiume Lete.
Intanto le mie lacrime scorrono a fiumi lungo le mie guance, le quali mescolandosi al sapore forte dell’alcool danno vita a lacrime dal sapore di whisky, un potente miscuglio che dovrebbe ottenebrare i miei sensi, farmi dimenticare che sto soffrendo come non mai, farmi dimenticare che anche io ho un’ anima da rompere e da spaccare.
“Tesoro, sei lì?”
Io grido senza gridare, un grido che spacca i miei pensieri e nel contempo è ignorato dagli altri. Mio padre abbassa la maniglia, chiedendomi di aprire la porta, ma non trovo la forza per farlo. Non voglio farmi vedere triste, che sono caduta così in basso da prendere una bottiglia di whisky invecchiato ed essermi ridotta a bere in bagno.
“Amore mio, sai che papà ci sarà sempre”
Sono intenerita dalla dichiarazione di mio padre, ma non gli apro la porta ugualmente. Accanto a me c’è una lettera, una lettera che ha distrutto ogni mia speranza, come un tornado spazza via una casa di marzapane. In quella lettera il mio ragazzo mi ha lasciata, addolcendo l’addio in modo mellifluo. Ho riletto talmente tante di quelle volte la lettera, le parole escono dalla mia testa, parole che hanno avuto l’effetto di una pugnalata al cuore e hanno corroso la mia anima al pari dell’acido solforico. Il non sono la persona giusta che tu credevi, il io sono un bastardo e un cattivo sono solo scuse che tentano di mascherare la profonda vigliaccheria di un uomo che ha giocato con il mio cuore.
E quel ti amo che sa di beffa comica.
Spacco la bottiglia contro il lavandino e osservo i pezzi di vetro smerigliato sparsi per la stanza. Le mie mani sono ferite, il sangue scorre a fiotti, io non ci faccio neanche caso, anzi rido a più non posso di quel sangue che esce.
Appoggio la testa sul pavimento e in quel momento sento un rumore forte, ovattato dal troppo alcool in circolo nel mio corpo. Mio padre mi prende per le braccia e mi fa uscire dal bagno. Cerca di gridare, di farmi reagire, mentre io singulto “Io. Io lo amo, papà”
Lui non mi dice nulla e mi porta in ospedale, appena in tempo per evitare un coma etilico. Fanno uscire tutto l’alcool che avevo in corpo, io sono dispiaciuta perché stanno levando ogni residuo di oblio, quell’oblio che mi fa sentire tranquilla..
Il mio ex è accanto a me e fa la faccia afflitta, un ipocrita in grande stile. Voglio sputargli in faccia, fargli vedere il mio dolore, ma il tranquillante che mi hanno dato è troppo potente, è un liquido che sta fiaccando la mia volontà e la mia voglia di prenderlo a calci nel basso ventre e fargli provare un po’ di dolore… così tanto per par condicio.
La sfiga si deve condividere tra fidanzati!
“Valentina”
“Vattene” dico con la bocca impastata “Vattene stronzo”
Federico non dice nulla, chiude la porta ed io chiudo gli occhi.
“Svegliatiiiiiii”
Io mi alzo, intontita. Dovrei cambiare la sveglia, mi sa. È troppo potente per i miei gusti ed ha svegliato anche la persona che amo.  Quello che ho appena vissuto, era un sogno. Mi giro a vedere il mio fidanzato, il suo respiro profondo, la sua leggera barbetta che tanto mi ha eccitato la notte precedente, quando mi ha preso per i fianchi e avevamo fatto l’amore, di una passione estrema e romantica, di quella che fa battere il cuore e sconvolgere l'anima. Lui mi guarda senza dire nulla, l’amore stampato negli occhi. Lo bacio a labbra schiuse. Quanto vorrei che il sogno che ho appena fatto non si trasformasse nella peggiore delle realtà, visto che il mio ragazzo me lo sono ampiamente conquistata a furia di essere testarda. Mi guardo nello specchio e ripeto a me stessa “Cortesia, educazione, rispetto, professionalità e mai fare vedere un cuore spezzato”.
Lo ripeto più volte, forse per dare coraggio alla protagonista dei miei sogni, una Valentina che rappresenta la parte più paurosa di me, quella che crolla di fronte alle difficoltà.
Mi vesto e dopo esco fuori. Non ho voglia di fare colazione a casa, ho voglia di un bel caffè al bar.
Di lacrime al sapore di whisky ne ho avute abbastanza. Anche se sono state solo un sogno.



 
  
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