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Autore: HarrysJuliet_x    29/06/2014    4 recensioni
24 Marzo 1990
Michael Jackson, una popstar famosa, sta per pubblicare il suo terzo album: dangerous. Per lanciarlo propone di fare un documentario che si chiamerà: Journey to dangerous, nel quale mostrerà com'è il suo lavoro. Qui entra in gioco la bella Mirabelle Martìn, una ragazza di ventidue anni, la quale avrà l'onore di collaborare all'intervista che farà parte del progetto.
Ma cosa conosce di Michael Jackson? Tutto e niente. Una parte di lui è custodita dove nessuno vi ha accesso. Una parte pericolosa.
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Una personalità così simile alla mia, era come se lo conoscessi da anni. 
Ed era una cosa strana per me, perché non ero mai stata bene con una persona del sesso opposto.
-Perchè sono qui, allora?- Domandai ingenuamente. 
La sua risposta non tardò ad arrivare:- Perché ho visto qualcosa nei tuoi occhi, prima.- 
Scossi il capo confusa.
-Mi perdoni, ma ancora non capisco, signor Jackson..- Lui diventò ancora più serio. -Il terrore.- Mi spiazzò.

Lui sapeva?
Forse aveva sofferto così tanto da imparare a riconoscere la sofferenza degli altri attraverso i loro sguardi.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bad and dangerous

 

24 Marzo 1990

 

Una giornata come tante, una giornata fatta di competizione, solitudine, commiserazione. Non era facile fare la giornalista, no, non lo era affatto. Non volevo scrivere su un tabloid, volevo pubblicare i miei articoli su un giornale rispettabile, ma era una lotta ardua, quella all’ultimo scoop. Dovevi trovare una storia fantastica ogni mese altrimenti non sopravvivevi in quell’ambiente. Avevo preso una laurea in lettere moderne da poco ma ero stata scelta come reporter in un giornale per adolescenti. ‘Today facts’ era il suo nome ed ogni persona che ci lavorava si occupava di rovinare la vita delle celebrità. No, non esageravo quando spiegavo ai miei amici le crudeltà che venivano inventate e poi pubblicate.
Fatti privati che venivano sbandierati al mondo intero, io lo trovavo assurdo, ma dovevo pur fare la gavetta, no?
Uscii di casa per prendere l’autobus, il tempo a Los Angeles non era dei migliori, ma ci ero abituata.
Le nuvole coprivano il sole proprio come il mio umore.
Scesi alla terza fermata, fortunatamente il posto di lavoro era vicino, così mi incamminai verso l’entrata colma di giornalisti.
Rimasi basita nel vedere la folla che cresceva a dismisura. Non ero stata informata di niente, ero totalmente all’oscuro.
-Lei è?- Domandò un uomo alto. Era un bodyguard, lo capii dal suo abbigliamento.
-Mirabelle Martìn.- Gli mostrai il cartellino e mi fece passare. I flash dei paparazzi mi accecarono, per qualche secondo vidi sfocato.
-Questa me la sono persa, Berenice.- La mia amica ridacchiò. Posai la borsa maldestramente sulla scrivania prima di sbuffare.
-E’ arrivato Michael Jackson, sai il cantante. Reid lo vuole intervistare, però prima vuole vedere te.- Lo disse con naturalezza. Notai un pizzico di enfasi nella sua voce.
-Cosa? Ma sei seria? Non è uno scherzo divertente!- Mi portai una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio, lei era seria. Continuai: -Perché vuole vedermi? Giuro che non ho detto niente a nessuno, nemmeno lo sapevo.-
Avrebbe incolpato me?
Berny rise nuovamente di gusto. -Muoviti che ti sta aspettando nel suo ufficio, non farti troppi complessi, però.- Presi un respiro profondo.
Guardai la mia immagine riflessa alla finestra, decisi che avrei dovuto legare i capelli in una crocchia, così feci. Non venne bene, li sciolsi e poi corsi al piano di sopra dove mi aspettava il mio capo.
Salii gli scalini due a due, quando arrivai a destinazione ero parecchio affannata. Mi ripetei a mente il nome della pop star, realizzai che forse voleva fare causa alla redazione per aver scritto quelle cavolate sulla chirurgia. A mio parere, stava bene, non era un brutto ragazzo.
Bussai con il cuore in gola. Non era una cosa da tutti i giorni conoscere una persona così famosa ed importante. Mia madre lo adorava, era il suo cantante preferito, quando gli avrei raccontato la storia ero sicura che non mi avrebbe creduto.
-Avanti.- La voce dura e fredda di Reid mi richiamò alla realtà. Entrai nella stanza, quasi non svenni quando lo vidi li.
-Mirabelle, lui è Michael Jackson, ma penso che tu lo conosca.- Annuii troppo emozionata per rispondere. L’ambiente era illuminato da una luce artificiale, le finestre erano state coperte dalle tapparelle, ma riuscivo a percepire l’eccitazione di tutti i presenti.
Amanda, una delle segretarie, mi sorrise per rassicurarmi, poi mi concentrai sul mio capo.
-Bene, sai che Andrea doveva fare da giornalista per il nuovo documentario di Michael?-
Annuii nuovamente. -Oggi è entrata in travaglio, solo tu puoi aiutarci, dovrai fare da spalla a Laila.-
Stava chiedendo a me di aiutare ad intervistare una persona che non conoscevo affatto? Insomma, si, lo avevo sentito nominare spesso, era famoso, avevo ascoltato qualche canzone, ma non ero una fan e non sapevo molto di lui.
-Ehm, si, sarebbe bello lavorare per il mitico MJ.- Abbassai lo sguardo imbarazzata.
Michael era vestito molto bene, aveva i suoi mocassini neri ed i calzini bianchi, i pantaloni del colore delle scarpe, la canottiera e la giacca rossa. I rayban gli coprivano gli occhi, ma non mi dispiacque perché gli stavano molto bene. Rimasi colpita dalla sua umiltà, dal suo modo di fare semplice. Quando una persona del suo calibro entra in una stanza, ti aspetti che se la tiri, che non ti noti nemmeno, ma lui aveva stretto la mano ad ognuno di noi.
-Sarebbe un onore anche per me, signorina.- Si presentò, mi ribadì il suo nome nonostante lo sapessi. Rimasi incantata dalla dolcezza dei suoi gesti e della sua voce. Ci guardammo per un tempo indefinito, ma poi Ross parlo:-Vedi Belle, ci serve la massima discrezione durante le riprese. Questa intervista sarà il lancio per il nuovo album di Mike, si chiama ‘Dangerous’, non è finito, manca ancora una canzone, per questo vogliamo portare dietro le quinte il pubblico, fargli vedere come si vive quando si è una star mondiale.- Il suo tono era professionale, diretto, non lasciò trapelare nessuna emozione. Era un imbroglione, avrebbe manipolato le informazioni, lo sapevo benissimo.
Stavo avendo l’occasione della mia vita, non potevo farmela scappare.
-Certo, manterrò la parola, non dirò niente a nessuno. Quando dovrebbero iniziare le riprese?…- L’emozione nella mia voce mi tradì leggermente, nessuno ci fece caso.
-Avevamo concordato con la tua collega di cominciare oggi alle dodici, quindi adesso ti conviene andare a scriverti le prime domande, mancano solo tre ore.-
Dio mio, che domande avrei posto? Ricordavo solo alcuni fatti della sua vita, non volevo domandargli della sua infanzia o dei Jackson five, no, sapevo che era un confine da non oltrepassare.
Mi accigliai un po’, risposi comunque in modo garbato:-Certo, corro subito.. Arrivederci signor Jackson, è stato un piacere fare la sua conoscenza.- Uscii distrattamente, andai contro la porta che era chiusa.
La testa da tutt’altra parte non aiutava i miei movimenti, anzi. Paonazza in volto abbandonai la stanza e ritornai alla mia scrivania.
-Allora? Sei emozionata?- La mia amica dai capelli ramati si girò con un espressione euforica.
-Tu! Tu sapevi tutto!- L’accusai ironicamente. Mi avevano fatto la sorpresa più bella del mondo, ancora non riuscivo a crederci.
-Dio mio Belle, sono così felice per te.- Berenice si alzò dalla sedia e mi strinse in un caloroso abbraccio. Inalai il suo profumo e sorrisi. Metteva lo stesso da quando l’avevo conosciuta, il profumo più buono di tutti: Chanel n°5. Un vero tocco di classe, degno di una ragazza come lei.
-DIO SANTO! Ho voglia di gridare dall’emozione. TI RENDI CONTO? Berny, lui era lì in carne ed ossa, mi ha parlato e stretto la mano. Ho mantenuto il contegno all’inizio, poi però ho sbattuto contro la porta.- Nel ricordare l’accaduto diventai nuovamente rossa come un pomodoro.
-Sempre la solita.- Sghignazzò. Le mie brutte figure erano note a tutti, soprattutto quando ero sotto pressione la razione aumentava.
Sbuffai ripensando alle domande, così senza perdere tempo mi misi a lavoro.
La macchina da scrivere era rotta, dovetti fare tutto a mano per non perdere tempo.
-Cosa sai su Thriller?- Mark si girò. La sua faccia era palesemente turbata.
-E’ l’album più venduto al mondo, Belle. E’ il suo capolavoro più grande, comunque, ma dove vivi? Ha fatto scalpore qui a L.A! Ne erano tutti entusiasti.-
Mi giustificai dicendo che in Inghilterra, nella mia piccola cittadina, non c’erano così tanti fan di Michael.

 

In balcone presi un po’ d’aria, mi riempii i polmoni e poi la buttai fuori. Il non sapere tutto di lui mi dava fastidio, avevo pochissimo tempo e non c’era nulla che potesse aiutarmi davvero. I miei colleghi erano stati gentili a dirmi qualcosa sui suoi successi, mi ero fatta una piccola idea, ma per le domande del giorno successivo avrei chiesto a mia madre.
-Così a Bath, nessuno mi conosce?- Mi voltai di scatto, avevo una mano sul petto impaurita mentre il mio interlocutore era divertito.

 


Ciao ragazze, questa è la mia primissima fanfiction su Michael. Sono anni che ne voglio scrivere una su di lui, ma ogni volta sto male perchè so che è morto e sinceramente ho cercato di distaccarmi un po' da lui e dal fandom.
Sono passati tanti anni, adesso ho un po' superato la cosa, ma sono sempre molto arrabbiata con chi non lo ha aiutato. Mi manca tantissimo.. 
Anyway, spero vi piaccia il capitolo!
Una recensione?:33

  
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