Serie TV > Dawson's Creek
Ricorda la storia  |      
Autore: _Marta Gasparon_    29/06/2014    2 recensioni
“Pace... Ti andrebbe di fare quella cosa che ci piace tanto fare?”.
Pacey la guardò perplesso, fingendosi scandalizzato dalla proposta ricevuta, poi le rispose: “Vuoi fare proprio quella cosa?”.
Joey Potter annuì energicamente e, prendendolo per mano, condusse il ragazzo all'interno della True Love dove, tra le tante cose ammucchiate su scaffali e ripiani, si potevano notare in bella vista due amache, poste una sopra l'altra. Pacey si distese comodamente su quella più bassa, incrociando le braccia dietro alla testa mentre Joey, prima di seguirlo, raccolse da un comodino in legno un libro piuttosto voluminoso caratterizzato da una copertina variopinta sulla quale si poteva leggere, stampato a caratteri ben chiari, il titolo "Pocahontas".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joey Potter, Pacey Witter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Joey rimase incantata a osservare il sole, quell'enorme sfera infuocata che aveva la sensazione di poter sfiorare con un dito, tramontare lentamente. Sembrava quasi stesse per tuffarsi nel mare scuro e liscio come l'olio con il quale la giovane aveva iniziato a prendere confidenza durante quei giorni di navigazione.
Pacey, sempre attento e concentrato a mantenere la True Love sulla giusta rotta, si lasciò sfuggire un sorriso mentre la spiava da sotto il frontino del berretto che indossava.
  
Non riusciva ancora a credere, nonostante fossero oramai trascorsi una ventina di giorni dalla partenza dal molo di Capeside, che la ragazza per la quale aveva inaspettatamente perso la testa fosse lì, insieme a lui, sulla sua adorata barca che avrebbe condotto entrambi verso mete sconosciute e lontane.
Sentirsi avvolto dal profumo che la pelle e i capelli di lei emanavano, percepire il suo respiro calmo la notte, prima di addormentarsi, tenendola stretta fra le sue braccia, aprire gli occhi alle prime luci dell'alba e ammirarla silenzioso in tutta la sua straordinaria bellezza e inconsapevole sensualità...
Pacey non si capacitava ancora che, ciò che fino a poco tempo prima era stato solo frutto delle sue fantasie, si fosse magicamente tramutato in realtà.

“Voglio venire con te,” gli aveva detto Joey prima che l'amico fraterno di Dawson, quello che sin da ragazzina aveva sopportato a fatica, prendesse il largo. Pacey, di tutta risposta, aveva sgranato gli occhi incredulo.
La giovane, decidendo di vivere un'avventura in piena regola lunga un'estate intera, aveva dato a Pacey quella dimostrazione d'amore che egli stava attendendo con impazienza da tempo, da quando cioè aveva messo la sua amata di fronte ad un bivio: o lui o Dawson.
  J
oey Potter, dopo un periodo tormentato, in cui si era sentita tirare da entrambe le parti, con eguale determinazione, si era resa conto che la sua scelta, quella che il cuore le suggeriva con violenza notte e giorno, non poteva che essere una, anche se ammetterlo a se stessa le faceva una gran paura.
Abbandonare Dawson, il suo primo amore, la sua anima gemella... Più la testa le diceva di rimanere con lui, più il battito del cuore accelerava al pensiero di quel ragazzo - alle volte un po' superficiale, altre volte così disarmante nella dolcezza e nelle attenzioni che le riservava - che l'aveva fatta innamorare davvero per la seconda volta nella sua vita.
Nemmeno lei, in fondo, credeva possibile nutrire un sentimento tanto forte, quanto quello provato per l'amico d'infanzia, nei confronti di un altro ragazzo; eppure, si era dovuta ben presto ricredere.

Raggiunta una piccola insenatura, il giovane Witter attraccò la True Love a un molo che faceva da collegamento ad un sottile strato di terra sabbioso tempestato di conchiglie colorate. Navigare di notte poteva infatti essere molto pericoloso, tanto che Pacey, ancor prima di tracciare il percorso definitivo da seguire, si era innanzitutto raccomandato che avrebbe trovato un porto sicuro al calare del sole, e sarebbe poi ripartito la mattina successiva alle prime luci dell'alba; e così aveva effettivamente fatto sino a quel momento.
Nel corso della giornata Joey si ritrovava spesso a studiare i suoi movimenti: si fidava ciecamente di lui e assecondava con entusiasmo le proposte che egli le rivolgeva relativamente al viaggio da intraprendere e alle tappe da toccare.
  
Quando qualche giorno prima i due si erano ritrovati a dover affrontare una violenta tempesta, nonostante la giovane tremasse al solo rumore delle onde che si infrangevano sui fianchi della True Love, era più che certa che Pacey l'avrebbe protetta anche a costo della sua stessa vita, e questo le bastava per sentirsi al sicuro.
La forza della natura non dava loro tregua, facendo dondolare terribilmente l'imbarcazione che continuava a riempirsi di un'acqua verde e schiumosa, eppure Joey, abbracciata a colui che il suo cuore le aveva indicato come quella metà che l'avrebbe completata, sapeva che non le sarebbe accaduto nulla di male, poiché Pacey era lì, accanto a lei, che la teneva stretta sul suo petto, rivolgendole parole di conforto.
  
Rispetto a quando erano ancora adolescenti, il ragazzo era cresciuto moltissimo; era maturato non soltanto nel fisico, più solido e muscoloso, ma anche e soprattutto nel carattere e nella personalità: aveva mantenuto quel suo lato ironico e giocoso che lo aveva sempre definito, ma nel contempo egli aveva iniziato a distinguere quando era bene ridere e fare battute spontanee da quando al contrario era bene mantenere una certa serietà e un certo controllo.
Anche nello studio Pacey Witter aveva incominciato ad applicarsi di più, ottenendo discreti risultati, suscitando così un certo stupore nei suoi insegnanti.
  
Joey non poteva che essere orgogliosa del suo ragazzo. Lo amava, e il fatto che avesse deciso di assaporare insieme a lui una magica estate su una barca, lontano da tutto e da tutto - proprio lei, sempre tremendamente razionale in ogni sua azione - ne era stata la conferma lampante.

Il cielo somigliava ad una coperta di color nero, con sopra cucite centinaia di stelle scintillanti.
I due innamorati, col naso all'insù, si godevano lo straordinario spettacolo che il sopraggiungere della notte offriva loro, nella speranza di riuscire a intravedere almeno una stella cadente.
“Guarda!” esclamò improvvisamente Joey puntando il dito verso una scia luminosa proprio sopra le loro teste e, rivolgendosi a Pacey, il quale teneva le braccia incrociate attorno al suo bacino, aggiunse: “A Capeside non se ne vedono quasi mai. Che meraviglia! Amore, esprimi un desiderio...”.
Il giovane Witter le baciò la guancia e, avvicinata la bocca all'orecchio, le sussurrò: “Il mio si è già avverato”.
Alle sue parole gli occhi di Joey divennero lucidi; voltò dunque il capo all'indietro cercando le labbra di lui, sulle quali poggiò poi dolcemente le sue. Rimasero fermi così, protetti da quell'immenso cielo tutto scintillante che li avvolgeva con discrezione e cullati dal movimento del mare che profumava di salsedine. Ogni tanto percepivano un gabbiano volare sopra di loro, ma non ci facevano caso, immersi com'erano in quella magica atmosfera che solo l'amore vero può regalare.
  
Dopo essersi baciati a lungo, Pacey puntò i suoi occhi in quelli grandi e vivi della giovane sorridendole, come volendola ringraziare per le indescrivibili emozioni che stava assaporando in quei giorni trascorsi insieme a lei.
"Ti amo,” le disse con voce tenera, inspirando la piacevole brezza marina che carezzava i loro corpi stretti l'uno all'altro.
“Io di più,” ironizzò Joey di rimando e, dopo una breve pausa, proseguì facendo gli occhi dolci: “Pace... Ti andrebbe di fare quella cosa che ci piace tanto fare?”.
Pacey la guardò perplesso, fingendosi scandalizzato dalla proposta ricevuta, poi le rispose: “Vuoi fare proprio quella cosa?”.
Joey Potter annuì energicamente e, prendendolo per mano, condusse il ragazzo all'interno della True Love dove, tra le tante cose ammucchiate su scaffali e ripiani, si potevano notare in bella vista due amache, poste una sopra l'altra. Pacey si distese comodamente su quella più bassa, incrociando le braccia dietro alla testa mentre Joey, prima di seguirlo, raccolse da un comodino in legno un libro piuttosto voluminoso caratterizzato da una copertina variopinta sulla quale si poteva leggere, stampato a caratteri ben chiari, il titolo Pocahontas.
  
Tenendo il romanzo fra le mani, la giovane raggiunse Pacey, arrampicandosi agilmente sull'amaca superiore alla sua. Restando a pancia in su, abbassò un braccio per cercare la mano del ragazzo il quale, prontamente, intrecciò le dita alle sue. Dopo essersi schiarita la voce, cominciò a leggere:

La principessa indiana continuava a correre nella foresta più forte che poteva.
Sentiva il cuore quasi esploderle nel petto per la fatica, ma sapeva di non potersi fermare: John Smith era in pericolo e lei avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarlo, anche mettersi contro il volere di suo padre.
Inciampò più volte nelle grosse radici di qualche albero ma si rimise presto in piedi, cercando di non fare caso al dolore che sentiva alle ginocchia ferite. Correva, correva senza prendere fiato, terrorizzata al pensiero di non riuscire ad arrivare in tempo.
  Pocahontas raggiunse finalmente la collina dove si erano radunati i due eserciti: da una parte quello del suo popolo, i cui uomini si erano dipinti il volto e il petto con disegni stilizzati che richiamavano il tema della guerra, dall'altra quello inglese, i cui “visi pallidi”, come suo padre li definiva con disprezzo, osservavano tesi la scena che avevano davanti ai loro occhi.
  
John Smith, sempre bello e affascinante anche in quella terribile circostanza, stava in ginocchio, ai piedi del capo indiano Powhatan, con la testa poggiata su un grosso masso.

Joey passò il libro a Pacey il quale, trovato il punto in cui era arrivata, proseguì scandendo bene le parole:

Appena Pocahontas lo vide lì, con le mani legate dietro alla schiena e la camicia strappata e sporca di sangue, sentì una morsa allo stomaco. Con le ultime energie che le restavano, la bella principessa corse disperatamente fino in cima alla collina, lanciandosi sopra il corpo indifeso dell'amato, proprio nel momento in cui suo padre stava per colpirgli la testa con il grosso bastone che stringeva fra le mani.
  
Powhatan urlò rabbioso contro la figlia la quale, per l'ennesima volta, aveva disobbedito alle sue leggi. Quelle che Pocahontas seguiva, infatti, erano solo quelle del suo cuore.
La principessa sentiva il respiro affannoso di John Smith, dunque lo strinse forte a sé, coprendogli il volto coi suoi lunghi capelli sciolti, nel tentativo di farlo sentire al sicuro.
Se lo uccidi dovrai uccidere anche me! Io lo amo,” urlò con coraggio la giovane rivolgendosi al padre, nella speranza che le sue parole potessero farlo ragionare.
Il capo Powhatan, perdendosi nello sguardo della figlia, in quei suoi grandi occhi da cerbiatta, capì quanto ella fosse cresciuta in quegli ultimi tempi; non voleva ammetterlo a se stesso - forse l'idea lo spaventava - ma Pocahontas era diventata una donna, una donna che aveva compreso che cosa fosse l'amore, quello vero, proprio come lui l'aveva scoperto molto tempo addietro dopo aver conosciuto sua madre.
Nessuna legge, divieto o magia avrebbe potuto fare nulla per frenare quell'incontrollabile sentimento che, lo leggeva chiaramente nei suoi occhi innamorati, animava la sua bella primogenita.
  
Trascorso qualche istante, che a Pocahontas parvero una infinità, Powhatan abbassò l'arma, facendola cadere sul terreno brullo. La giovane sospirò sollevata puntando lo sguardo in quello del padre il quale, accennando un lieve sorriso, sembrò quasi volesse dirle: “Ho sbagliato, perdonami”.
  
John fu liberato e l'esercito inglese espresse tutto il proprio entusiasmo con un grido liberatorio, gettando i fucili a terra in segno di ringraziamento nei confronti di quel capo indiano che aveva dimostrato una grande nobiltà di cuore.
Pocahontas abbracciò John Smith che, penetrando le dita nei suoi capelli scuri, la baciò con passione.

Pacey fece per passare il romanzo a Joey, ma si accorse che si era addormentata.
“Buonanotte Jo...” le sussurrò allora con dolcezza, spegnendo la luce che illuminava il piccolo ma confortevole interno della True Love.

Le loro dita rimasero intrecciate le une nelle altre per tutta la notte, fino al mattino seguente.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Dawson's Creek / Vai alla pagina dell'autore: _Marta Gasparon_