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Autore: Oducchan    29/06/2014    0 recensioni
Sotto quella matassa di capelli rossi come fuoco vivo che arde impetuoso, Akashi ha la pelle gelida come neve fresca, appena caduta dal cielo plumbeo.
L'arte dell'ubbidienza è difficile da padroneggiare
[AkaHai]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Seijuro Akashi, Shogo Haizaki
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan_OfTheLowerCourt 
Titolo: Fire above, Ice below
Personaggi: Akashi Seijuuro, Haizaki Shougo
Pairing: AkaHai
Genere: generale, erotico alquanto leggero, introspettivo... credo?
Avvisi: dub!con (ma no, figurati)
Rating: giallo
Note:
Uhn. Volevo costruirla sul contrasto tra Akashi che è rosso come il fuoco e Haizaki che è più o meno la raffigurazione della cenere ma mi è sfuggita di mano <.< Vabbè, c'è sempre materiale per un'altra shot, almeno.
Non lo so. Forse fa schifo. Io e Bicromo non siamo in estrema sintonia, ormai si saprà XD
(NB No, perché mi sto facendo le peggio pare ma non ho più voglia di modificare il testo. Non è che mi ricordi con precisione com'è che son soliti rivolgersi l'uno all'altro, mh; in goni caso quel -kun in fondo vuole essere provocatorio. Ecco. Sapevatelo (?))
Il titolo viene da Fire Above, Ice Below  degli Agalloch (che è un bel sottofondo su cui scrivere).

 

Fire Above
 Ice Below

 


Sotto quella matassa di capelli rossi come fuoco vivo che arde impetuoso, Akashi ha la pelle gelida come neve fresca, appena caduta dal cielo plumbeo. Le sue dita hanno la stessa temperatura del ghiaccio fuso, quando gli sfiorano leggere il viso, e Haizaki non trattiene un brivido e un sussulto, assieme all’istintivo bisogno di sottrarsi al contatto.
Pessima scelta.
Lo sguardo di Akashi muta, cambia innanzi a lui. Tra un battito delle ciglia carminio e l’altro si indurisce, metallico, e si affila come la lama di un rasoio. Diventa pericoloso, e tagliente, una lama pronta a squarciare.
La sua mano continua a scivolare. Ritrova la sua guancia, il polpastrello del pollice che preme sulle ossa dello zigomo, e ne percorre le forme fino al mento, prima di addentrarsi sotto il colletto della camicia e afferrargli il collo. Sono artigli di gelo, quelli che gli graffiano la carne, e Haizaki boccheggia un lamento di dolore.
Pessima mossa.
Akashi sembra aspettarselo, quello schiudersi delle labbra, perché le sue vanno subito a coprirle. Impone la sua bocca contro la sua, spinge la mandibola ad abbassarsi per poter far accedere la lingua, gli lecca il palato e i denti e gli impedisce di ritrarsi, di sottrarsi, di fuggire. Haizaki annaspa, incapace di incanalare il fiato nelle narici. Non può respingerlo. Le sue mani sono legate dietro la schiena. Non può toccarlo, così ha deciso l’Imperatore. E il suo cervello infiammato dalla mancanza di un corretto apporto di ossigeno lo convince a reagire nell’unico altro modo possibile.
Lo morde. Torce il capo e forza il massettere a contrarsi, quel tanto che basta a ritrovarsi tra i canini la carne tenera del suo labbro, e lo morde, con forza, finché non avverte la cute cedere ed escoriarsi .
Pessima idea.
Akashi si allontana subito, anche se la presa sul collo non si allenta minimamente. Sbatte di nuovo le palpebre, si lecca la bocca, e gusta il sapore acidulo e ferroso del proprio sangue. Si macchia i denti candidi, mentre lo ingoia, e passa distrattamente il pollice sulla ferita, prima di fissare impassibile la macchia color porpora intenso che dilaga sulla pelle lattea. Tace, e Haizaki viene scosso da un tremito, di terrore e di eccitazione pura.
Akashi lo guarda.
-Sei una bestiola infida, Shougo- annota, la voce calma e algida ma che al suo udito è intrisa delle peggiori (o migliori?) minacce –Dovrò impegnarmi per insegnarti l’arte dell’obbedienza-
E anche se gli viene spontaneo ringhiare e ribattere che no, qualunque cosa Sua Maestà voglia provare a fargli, nulla sarà mai in grado di spezzarlo e di sottometterlo, c’è quella parte di lui annidata nel marcio che gli infesta l’anima che a vedere quegli occhi così freddi incendiarsi con lentezza inesorabile e divampare solo per lui, non trattiene l’aspettativa.
Non vedo l’ora, Akashi-kun.
   
 
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