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Autore: xmaliksmilk    29/06/2014    5 recensioni
Tutti e cinque i membri della famosa band inglese One Direction sono morti in meno di una settimana. Uno strozzato da una carota, un altro ucciso da un abbraccio, un altro ancora è morto a causa di una lavatrice, un altro è annegato nel water e l’ultimo è morto vedendo il suo panino trapassato da un proiettile. Anche il batterista Josh Devine è stato trovato morto a causa di una stretta di mano troppo forte che gli ha bloccato la circolazione del sangue.
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehi, il mio nome è Pinca Pallina, per gli amici Kyle. Ho diciassette anni - il sedici e il diciannove sono troppo da sfiggy - e il mio aereo sta atterrando proprio ora a Londra, dove mi sono appena trasferita dall’Italia. Convincere mia madre ad andare a vivere da sola in una metropoli tanto grande dove potrei tranquillamente incontrare un serial killer con cui prendere un caffè al bar è stata davvero un’impresa ardua.
“Ciao, mamma”, feci io mentre lei stirava la camicia di papà. “Devo chiederti una cosa.”
“Certo, amore, dimmi”, rispose lei sorridendo e piegando la camicia stirata poco prima.
“Posso trasferirmi da sola a Londra?”, sputo.
“Certo, amore, vai pure! Ah, ricordati di inviarmi qualche souvenir del posto!”, esclamò lei tutta contenta.

L’importante, però, è che io ce l’abbia fatta! Voglio dire, Londra è una città magnifica, come si può non amarla? Si tratta di una metropoli talmente grande che ho il duecento per cento di possibilità di incontrare Harry Styles degli One Direction in una strada deserta del Kansas. Che importa se questa regione non si trova in Inghilterra, ma è dall’altra parte del mondo?
La voce metallica proveniente dagli altoparlanti dell’aereo annuncia l’imminente atterraggio. 
Un cartello con scritto ‘è severamente vietato l’utilizzo di cellulari ed altri apparecchi elettronici sull’aereo; tenerli in modalità offline’ attira la mia attenzione. L’avviso è accompagnato da una stampa rappresentante un cellulare con sopra una linea rossa. Distolgo l’attenzione dal cartello e afferro il mio cellulare - un Iphone 8S bianco che ho comprato con i saldi da un vu cumprà in spiaggia. Compongo il numero e faccio uno squillo a mia mamma per avvisarla dell’imminente arrivo a destinazione. Già che ci sono le dico anche che ho scoperto cos’è un babirussa. Mammifero artiodattilo degli Ungulati, simile a un piccolo maiale, con quattro grandi zanne arcuate verso l'alto nel maschio; caratteristico delle isole Molucche.

Poco dopo tocco il suolo anglosassone con le mie Nike bianche taroccate comprate dallo stesso vu cumprà che mi ha venduto l’Iphone. Subito corro a ritirare il mio bagaglio, ma nella fretta mi scontro con un ragazzo che al posto degli occhi a delle orbite verdi e al posto dei capelli un topo morto.
“Scusa, non volevo…”, esclamo volgendo lo sguardo all’ottava meraviglia del mondo: il mio Iphone.
“Oh, no, i miei ricci voluminosi grazie a L’Oreal! Ora non valgo più!”, si lamenta lui.
“Oh mio Dio, ma tu sei Harry Styles degli One Direction!”, strillo una volta distolto lo sguardo dall’Iphone.
“Oh mio Dio, ma questo è un Iphone 8S!”, esclama lui eccitato indicando il mio cellulare. “Come fai ad averlo?, uscirà soltanto nel 2087!”
“I vu cumprà sono molto più avanzati di noi”, dico semplicemente.
“Senti, sei venuta da sola qui a Londra?”, mi chiede dopo un po’ il riccio mentre io annuisco col capo.
“Allora puoi venire a stare a casa mia e dei miei amici!”, propone lui entusiasta mentre io annuisco e mi faccio scappare un urlo di gioia.
“Vado a prendere la mia valigia all’aeroporto, allora”, annuncio per poi allontanarmi.

“Come avete perso la mia valigia?!”, urlo strabuzzando gli occhi rivolta all’hostess incaricata di consegnare i bagagli.
“Signorina, non so cosa dirle…”, si giustifica lei a capo chino.
“È forse questa la tua valigia?”, domanda un ragazzo alle mie spalle.
“Sì, è questa!”, annuisco gioiosa voltandomi e indicando il bagaglio che il moro tiene in mano. “Come mai ce l’aveva lei?”
“Diamoci del tu”, mi dice il ragazzo mentre io annuisco col capo. “Non lo so… l’ho trovata e mi sembrava la mia, così l’ho presa…”, si giustifica confuso mentre mi porge la mia valigia rosa shocking. Dopodichè si dirige verso il deposito bagagli e ne torna poco dopo con una valigia nera.
“Il mio nome è Zayn”, si presenta subito dopo.
“Pinca Pallina, per gli amici Kyle.”

Che bello, sono così emozionata… e ho anche un gran culo, diciamocelo. Sto per varcare la soglia dell’umile dimora di Zayn Malik, Niall Horan, Harry Styles, Liam Payne e Louis Tomlinson! 
“Ciao!”, mi accoglie a braccia aperte Harry, quello che ha le orbite al posto degli occhi. “Stavo pensando… tu conosci il mio nome, ma io non so il tuo…”
“Mi chiamo Pinca Pallina”, mi presento.
“Per gli amici è Kyle!”, urla Zayn da dentro casa.
“D’accordo Pinca…”
“Chiamami Kyle”, interrompo il riccio.
“Ah, va bene, Kyle, vuoi accomodarti in casa?”, mi propone il ragazzo facendomi cenno di entrare.
“Certo”, esclamo io per poi accomodarmi.
“Fai pure come se fossi a casa tua!”, mi dice Harry.
Così io mi dirigo in cucina, afferro una confezione di gelato alla vaniglia dal freezer e mi spaparanzo sul divano ad inghiottirlo mentre guardo Art Attack alla tv.
“A casa mia faccio così”, mi giustifico sotto lo sguardo stranito di Harry.
“Sarà”. Alza le spalle e si dirige in cucina insieme agli altri quattro.

Aah!”, sento un urlo provenire dalla cucina e subito mi precipito a controllare che sia tutto a posto.
“Che cosa succede?”, irrompo nella stanza.
“Niall è svenuto! È molto grave!”, esclama preoccupato Liam fissando la figura distesa per terra.
“Oh, no, ma è terribile! Che cosa gli è successo?”, esclamo preoccupata.
“Stava mangiando un panino con una cotoletta di pollo comprata ieri al supermercato con lo sconto del venticinque per cento, trentacinque chili di cipolla importata da Tropea, ventinove fette d’aglio, centocinquanta grammi di insalata verde, venticinque di lattuga - che è molto diversa dall’insalata secondo il commesso del centro commerciale - senza grassi idrogenati, quando un proiettile ha sfondato il vetro della finestra ed ha trapassato il panino del biondo, il quale per lo spavento è svenuto!”, spiega tutto d’un fiato Liam.
“Ma è terribile! Avete già chiamato l’ambulanza?”, chiedo preoccupata.
“Sì, ma c’è parecchio traffico e arriverà nel giro di dodici ore, quarantasei minuti e ventisette secondi!”, dice Harry sconvolto.
“Non arriveranno mai in tempo!”, constato.
“E quindi Niall potrebbe anche…”, mormora preoccupato Zayn.
“Sì, Zayn, mi dispiace”, tento di consolarlo.
“Ma come faremo senza di lui?”, inizia disperato Louis. “Insomma, chi mangerà tutti gli avanzi di cibo? Chi cucinerà le torte Cameo senza far esplodere la cucina? Chi si libererà del barattolo della Nutella in tempo di record? Chi comprerà tutto il cibo esistente sul pianeta Terra e su Nettuno? Chi scasserà i maroni ai camerieri dei ristoranti Nando’s tutti i santi giorni? Chi curerà tutte le mie carote in mia assenza?”
“Non preoccupatevi. Voi mi avete offerto una casa - e che casa! - ed ora io vi ripagherò prendendo il posto di Niall nella band”, annuncio con tono solenne.
“Lo faresti davvero?”, esclama Louis con una luce di speranza nell’oceano racchiuso nei suoi occhi azzurri come il maglione che nonna Brunilde cucì per me il giorno del mio undicesimo compleanno con tanto affetto e pazienza.
“Certo che lo farei”, lo rassicuro abbracciandolo.
“Grazie, Pinca, tu sei un angelo caduto dal cielo!”, mi loda Louis asciugandosi una lacrima.
“Chiamami pure Kyle.”

Siamo al funerale di Niall ed io sto per fare il mio discorso commemorativo, che ho scritto ieri sera. Ovviamente, però, non ho intenzione di seguirlo. Leggerò le prime due righe e mezzo, dopodichè sospirerò, accartoccerò il foglio, lo lancerò in aria e mi inventerò un nuovo discorso, tanto per fare una cosa ad effetto.
“Pinca Pallina”, mi chiama il prete.
“Mi chiami Kyle”, gli dico io.
“Kyle Pallina”, mi richiama l’uomo.
“Così va meglio”, sorrido per poi alzarmi e andare al microfono, riassumendo un’aria triste.
“Ho conosciuto Niall di persona l’altro giorno, non posso dirvi molto di lui, ma posso dirvi con certezza che era un ragazzo con i capelli tinti”, inizio per poi sospirare come da programma, accartocciare il foglio e lanciarlo in faccia al prete. Dopodichè prendo fiato e… merda. Non so più cosa dire. Pensa, pensa, pensa. Dai, Pinca, fai come Winnie The Pooh che dice “Pensa, pensa, pensa” e gli viene la genialata.
All’improvviso un istinto più forte di me mi costringe ad allontanarmi dal microfono. “Devo farmi una cagata”, dico per poi correre fuori dalla chiesa. “Torno subito”, aggiungo prima di chiudere le porte alle mie spalle.
Mi guardo intorno e finalmente trovo un cesso piantato in mezzo al marciapiede apposta per me e non esito ad usarlo.
“Ah!”, sospiro una volta terminato di cagare. Tiro lo scarico, che è un po’ difettoso, quindi mi fa impiegare cinque secondi e otto nanosecondi della mia vita ad usarlo, dopodichè torno in chiesa e mi riavvicino al microfono, pronta a ricominciare il mio discorso.
Mi schiarisco rumorosamente la voce. “Allora, dicevamo… Niall aveva i capelli tinti, questo è vero, ma usava Pantene, che impediva al colore di rovinare i suoi bellissimi capelli”. Un applauso interrompe il mio discorso. Una volta terminato, posso continuare: “Non mi scorderò mai dei suoi capelli tinti ma nutriti da Pantene, del suo stomaco paragonabile a una pentola senza fondo, delle sue scoregge rumorose e più puzzolenti di tutto l’aglio che conteneva l’ultimo panino della sua vita, né di niente”. Un nuovo applauso invade tutta la chiesa.
“Grazie mille, Kyle, puoi tornare al posto”, mi dice il prete.
Una volta seduta, sento uno strappo dei miei pantaloni neri presi al mercato a cinque sterline.
“Cazzo”, impreco a bassa voce.
“Il tuo discorso è stato davvero commuovente”, mi dice Harry seduto accanto a me.
“Grazie”, dico mentre una lacrima solca la mia guancia.
Il pollice del riccio mi asciuga il dolore dal viso. Sì, lo so che potrei dire semplicemente ‘lacrima’, ma non trovate che ‘dolore’ sia più figo?
Istintivamente lo abbraccio forte, ma stringo troppo e lui muore asfissiato.
“Harry!”, urlo disperata una volta accortami di averlo ucciso col mio gesto d’affetto. “Harry!”
Niente. Il suo corpo giace senza vita tra le mie braccia.
“Harry! Perché?! Per quale fottuta ragione ti sei permesso di morire, rovinando così il mio lieto fine che prevedeva che noi due avremmo scopato allegramente come conigli in calore per la fanfiction?”, urlo disperata.
“Che cosa è successo?”, domanda preoccupato il prete.
“È… morto”, dico fra le lacrime.
“Oh, no! Ora c’è un altro funerale da celebrare! E io che speravo di poter andare a casa da mio figlio… ehm, volevo dire, da mio… nonno Giseldo”, dice il prete.
“Ce ne saranno altri tre”, annuncio io con un’espressione diabolica stampata in volto.
Liam, Louis e Zayn sembrano parecchio spaventati.
“I-io devo… andare a fare il bucato!”, si dilegua Zayn.
“I-io… vado a sturare il water!”, anche Liam si allontana.
“Io vado a mangiare le carote!”, annuncia tranquillamente l’ultimo.

Sono al funerale di Louis e tra poco ci saranno anche quelli di Liam e Zayn. Non ho pianto una sola lacrima dalla morte di Harry, devo aver finito la scorta.
“Il destino ha riservato al povero Louis una morte ingiusta, che non auguro neppure al mio peggior nemico: il ragazzo è morto asfissiato, strozzato da una carota”, annuncia solennemente il parroco.
“Già, già, ma vada al sodo che tra poco c’è il funerale di Niall!”, dico sorbendomi lo sguardo stranito del prete.
“Riposa in pace, fratello”, conclude l’uomo per poi scappare dalla chiesa a gambe levate.

Ora tocca ai funerali di Liam e Zayn, che verranno celebrati insieme per permettere al prete di fare visita al figli… ehm, nonno Giseldo.
“Anche la loro morte è stata tra le più terribili, tanto che questa sera alle ore venti nel programma televisivo ‘100 modi per morire’ verranno mostrate le loro esperienze. Zayn ha per errore avviato la lavatrice mentre analizzava il suo interno infilandoci la testa, mentre Liam è morto perché gli è caduta la testa nel water. Poverini”, sospira il prete. “Che riposino in pace, ora vado da mio figli… ehm, nonno Giseldo”, conclude il prete per poi uscire in fretta e furia dalla chiesa.
Una lacrima solca il mio viso. Wow, bere Rocchetta allora serve a qualcosa!
“Ehi, che ti prende?”, mi chiede il ragazzo seduto accanto a me.
“Siamo a un doppio funerale, cosa vuoi che faccia se non piangere?”, dico fra i singhiozzi.
“Giusto… comunque il mio nome è Josh Devine”, dice porgendomi la mano.

Tutti e cinque i membri della famosa band inglese One Direction sono morti in meno di una settimana. Uno strozzato da una carota, un altro ucciso da un abbraccio, un altro ancora è morto a causa di una lavatrice, un altro è annegato nel water e l’ultimo è morto vedendo il suo panino trapassato da un proiettile. Anche il batterista Josh Devine è stato trovato morto a causa di una stretta di mano troppo forte che gli ha bloccato la circolazione del sangue”, esclama la voce della giornalista al telegiornale.
Uhm, tutte le persone che ho conosciuto qui a Londra sono casualmente morte. Sarà che sono io che porto sfiga? Nah.










 
CUPCAKE.
Buonsalve esseri umani e forme di vita aliene.(?)
Vi prego di non chiedermi come ho partorito questa 'cosa', HAHAHAH.c:
Inizialmente doveva essere una specie di parodia sulle fanfiction degli One Direction, ma scrivendo ho avuto l'idea di sterminare gli One Direction. Chiaramente non auguro la morte a nessuno di loro, lunga vita ai miei idoli.u.u
Ah, volevo dirvi che la storia è stata appositamente scritta in maniera così demenziale: so benissimo che nessuna madre al mondo darebbe il permesso alla figlia di andare a vivere da sola a Londra così facilmente. Semplicemente avevo voglia di strapparvi un sorriso o una risata.owo
Anche se so già di aver scritto una gran cagata, vi prego di scrivermi un vostro parere, ci tengo.c:


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Baci,
Marty.
   
 
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