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Autore: Riyu87    03/01/2005    1 recensioni
che dire...Il diario quotidiano di un simpatico killer! ^_^
AVVISO: la storia fa pena!
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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::* Buon Natale!*::

Siccome che sono una puella che trabocca di spirito natalizio, ho deciso di pubblicare il nuovo capitolo della ff oggi (che non sarebbe proprissimo natale ma quasi!^^'') e visto che le mie ff serie sono da svenamento totale vi conviene mettervi buone e leggere con a portata di mano le seguenti cose:

-un tranquillante per cavalli (l' ideale per calmare le crisi di nervi)

- un secchio per il vomito (da castorama ne vendono di deliziosi! n_n)

- un' aspirina (nel caso che la testa inizi a surriscaldarsi per lo sforzo di capire la storia)

Che altro dire? 0_o Buona lettura!

 

**

"Non so cos' hai combinato fratello ma sei fottuto. Forse ti consolerà il fatto che verrai ucciso da uno non meno fottuto di te, e la cosa più strana è che ti invidio perchè nonappena ti avrò ficcato un paio di pallottole in corpo per te sarà tutto finito, mentre io...beh, fratello,io dovrò continuare a vivere." [della serie:" sono ottimista e ne vado fiero"! -_-||| nda]

Volevo domandare al tipo che razza di uomo era e se per caso mi stava già aspettando, quando il telefono interruppe l' interrogatorio. Prima di rispondere aprii le finestre e tirai le tende affinchè l' aria fresca dissipasse la coltre di nebbia formatasi con le centinaia di sigarette che avevo fumato durante la notte.

Era ormai giorno e la luce di Tokyo mi feriva le pupille in modo atroce.

-dormito bene?- mi salutò l' uomo degli incarichi.

-hai qualcosa per me?-

-problemi. Tanti problemi. Troppi problemi- sospirò lui.

-non mi sovraccaricare la valigia, oggi sarò in viaggio, ricordi?-

-certo. Ma prima hai appuntamento con un fattorino nel bar dell' albergo. Arriverà alle dieci in punto, fai in modo di esserci. Alle dieci e un quarto ti richiamo-

-ah- mi limitai a dire.

Guardai l' orologio, erano le nove del mattino, perciò mi infilai sotto la doccia e rimasi per un abbondante quarto d' ora sotto un getto d' acqua gelata. [certo che se non metti quella calda rimarrà sempre fredda..<_< nda][posso ricordarti che qui l' autrice sei tu? ndboris]

"Bene. Prima o poi doveva succedere. I tuoi scrupoli cominciano a farsi vivi, perchè te la prendi tanto? sei un essere umano anche tu, in fondo", mi disse allo specchio un tipo in costume adamitico che mi somigliava come una goccia d' acqua

"Non mi lamento, so perdere. Ma non sopporto la slealtà: diventare coscienziosi così all' improvviso è una cosa infame" replicai mentre dividevamo la stessa schiuma da barba.

"un assassino che parla di lealtà?! Ipocrita." ribattè lui sollevando un rasoio simile al mio.

Alle dieci in punto ero al bar a ordinare un sandwich e una birra, il fattorino fu puntuale. Era un ragazzo sui diciott' anni che entrò tenendo sollevato in aria un cartello, su cui si poteva leggere uno dei miei tanti nomi, come se fosse il trofeo del Tour de France. Mi consegnò una busta e ringraziò per la mancia accostando una mano alla tempia. Presi panino e birra e mi portai tutto in camera.

Là, mentre aspettavo la chiamata dell' uomo degli incarichi aprii la busta. C' erano cinque fotografie del tipo con cui avevo monologato quasi tutta la notte. La prima lo mostrava mentre scendeva da un' auto, una Mercedes blu targata Kijev. Aveva i capelli parecchio più lunghi di come erano nella foto che già conoscevo [e a questo punto si necessita un poscritto: non ho la più pallida idea di come si possa notare che i capelli del baldo Yuri crescano, essendo la sua pettinatura...diciamo a triangolo isoscele...magari crescono i cornetti...boh? o_O nda]. Nella seconda stava parlando con un tizio di mia conoscenza, un certo Vladimir Borkov - uno dei più osceni mercanti d' armi di tutte le russie, un giorno di questi renderò un servizio alla comunità e me ne libererò- ma il paesaggio sullo sfondo, dei boschi, non mi diceva nulla. La terza foto lo mostrava mentre entrava in una casa che mi parve parte integrante di una strada di Pechino.. La quarta era quasi un doppione della foto che avevo ricevuto il giorno precedente. Lo stesso tavolo, ma con persone diverse e una variazione nel cartello, che diceva:" secondo incontro delle Organizzazioni Non Governative". Nell' ultima foto lo riconobbi a fatica. Aveva i capelli neri ed una pettinatura alquanto diversa. Qualcosa mi infastidì in quell' immagine e mi avvicinai alla finestra per osservarla con più attenzione. Il tipo camminava in un posto che riconobbi immediatamente: il tipo era stato fotografato proprio mentre passava in una via di Hong Kong ;ma non era questo a infastidirmi, bensì qualcosa che gli rigonfiava con insolenza i vestiti all' altezza della vita, e -salvo qualche strano evento psico-somatico- era di sicuro una pistola a farlo. In quel momento squillò il telefono.

-hai ricevuto i progetti?- chiese l' uomo degli incarichi

-si, e credo che il terreno sia pronto- dichiarai

-gli appaltatori vogliono un lavoro perfetto e allo stesso tempo indimenticabile- spiegò

-daccordo, quando devo partire?-

-dovrai aspettare un paio di giorni perchè ci manca il materiale più importante-

-va bene, oggi torno a San Pietroburgo. Chiamami là- dissi, e riappesi

Così l' amico era sparito, "ci manca il materiale più importante" Dove diavolo si era cacciato? E gli appaltatori pretendevano per lui una morte che nessuno potesse dimenticare. Accidenti. Non era il genere di incarico che accettavo con piacere. L' ultima volta volta che avevo portato a termine qualcosa del genere era stato a Los Angeles, con un tipo che si era scordato di pagare i suoi debiti. Per entrargli in casa avevo dovuto far fuori due guardie di sicurezza -lavoro extra che non compare sulla parcella- e dopo averlo legato gli avevo attaccato addossso una bomba finta. Poi avevo chiamato gli sbirri, i pompieri e l' ambulanza [e perchè non pure le giovani marmotte e l' esercito del kwait? -_-||| nda] e uscendo gli avevo ficcato sette pallottole nella coscia sinistra. Si era dissanguato gridando che lo aiutassero, ma nessuno aveva voluto avvicinarsi per paura della bomba.

Accidenti all' amico della foto! A quanto pareva i suoi peccati erano di quelli grossi, e si mostrava abile. L' uomo degli incarichi mi chiama solo quando le prede sono perfettamente reperibili, perchè io mi limito ad andare, ammazzare e ripartire. Trovarli è compito dei fiutamutande.

Una foto in Bielorussia, un altra in Cina. Pensare a faccende di coca è troppo semplice, e poi cose del genere preferiscono sistemarsele da sè, con sicari qualunque, a meno che il trasgressore non sia un vip.

"accidenti fratello" dissi guardando le foto "cosa cercavi laggiù? o meglio, cos' hai trovato laggiù? E che storia è quella di giocare al filantropo in due convegni O.N.G.? Forse me lo spiegherai quando arriverà la tua ora. Ti assicuro che avremo tutto il tempo di fare una chiaccherata interessante e magari, chissà, anche altro..."

Pagai il conto e mi diressi alla ricerca di un taxi. Durante il tragitto fino all' aereoporto dovetti sopportare un altro di quei deficenti logorroici che sono i tassisti

"ti piacciono i tori?" attaccò.

"dipende da come li arrostiscono" risposi

"ehi, ma io mi riferisco alla corrida, ai toreri, capito?" perfetto, mi ero beccato un immigrato spagnolo nostalgico

"e io mi riferisco alla palle alla griglia, ma del toro, capito?"

Evidentemente capì, perchè dopo aver cantato le lodi di un certo matador a cui le donne tiravano i reggiseni, passò a lamentarsi dei giapponesi, degli arabi, dei negri, degli zingari, di quei terroni dei sudamericani, e di tutta l' umanità che non corrispondeva ai suoi canoni di nanerottolo europeo puzzolente di fritto. Ancora una volta deplorai l' assenza di una quarantacinque nella mia mano destra.

All' aereoporto, prima di fare il check in, andai in bagno a cambiarmi la camicia. Nello specchio, un tipo molto simile a me si asciugava il volto con i fazzolettini di carta che gli porgeva un inserviente magro e silenzioso uguale a quello che avevo al mio fianco.

"stai esagerando" mi disse il tipo nello specchio.

"non so di cosa parli" replicai.

"scusi?" mormorò l' uomo magro dei fazzolettini.

"non sono affari tuoi!" sbuffai ,allontanandolo a pedate.

"Hai visto? Calmati. Hai avuto mucchi di incarichi e a mucchi ne avrai ancora. Senti, hai ancora molto tempo. Spedisci la valigia e poi beviti un pò d' alcol" mi consigliò il tipo nello specchio.

Gli detti retta. In genere seguo i suoi consigli, soprattutto quelli professionali. Stavo bevendo il secondo gin quando involontariamente lanciai un occhiata al giornale che leggeva il cliente accanto a me al bancone. Era un quotidiano Turco, e non capivo nemmeno una parola dei titoli, ma lì c' era l' incarico, fresco e sorridente, in mezzo a un gruppo di uomini e donne.

"parla inglese?" chiesi al lettore del giornale, non chiedo mai se la gente sa parlare russo,sarebbe un eresia

"inglese, spagnolo, francese e tedesco. Non è facile vendere tappeti di questi tempi" mi rispose, dimenando dei gran baffoni.

"quell' uomo, il terzo della fotografia" dissi indicando ovviamente il primo idiota che mi capitava davanti "è un vecchio amico. Può spiegarmi cosa dice la didascalia sotto l' immagine?"

"dice che il gruppo prende parte a un convegno di architettura. Megalopoli e problemi migratori è il tema principale. E' iniziato ieri e si chiude fra tre giorni. Tutto qua."

"dov' è il convegno?"

"a Istanbul. E' una bella città, io sono di lì" spiegò l' amico venditore di tappeti

dopo pochi minuti la mia chiamata sorprendeva l' uomo degli incarichi

-a Istanbul? sei sicuro?-

-partecipa a un convegno di architettura che finirà fra tre giorni-

-rimani dove sei e telefonami tra un ora-

Così feci. Sentii che chiamavano varie volte qualcuno col mio stesso nome, invitandolo a imbarcarsi al più presto, e mi resi conto che la valigia stava partendo senza di me e che avrebbe fatto giri e giri sul nastro continuo dell' aereoporto di San Pietroburgo, sola e abbandonata, mentre io aspettavo che passassero i sessanta minuti che forse mi avrebbero portato a Istanbul, dall' incarico, da un uomo che dovevo far sparire dalla piazza in maniera esemplare e che mi interessava in modo idiscutibile.

 

**

 

Passeggiando su un marciapiede della Pennsylvania Station, dopo essermi asciugato il sudore dalla fronte, mi accesi una sigaretta con la sensazione che nel momento in cui mi fossi finalmente calmato sarei stato in grado di concorrere all' appalto per trasportare la piramide di Cheope dall' Egitto fin sopra l' Empire State Building, a mani nude e in costume da bagno...Ma mentre tiravo la terza boccata fui fermato da un tamburellare sul finestrino del treno che avevo affianco, e alzai lo sguardo per sbirciare. Fui colpito così da un' occhiata disperata del mio capo, seduto sulla poltroncina dello scompartimento-letto che avevamo prenotato su quel treno che somigliava ad un pullman e in cui lo avevo depositato tutto d' un pezzo. Mi urlò dal finestrino chiuso:

"Kon ! Maledizione, venite qui! Il treno sta per partire e avete voi i biglietti!"

gli urlai di rimando :" avete detto che lo scompartimento è troppo piccolo per fumare. Sono solo le nove e trentadue e in più ho appena deciso di non partire e di andare in Florida ad allevare struzzi. Addio"

Continuai a passeggiare. Biglietti un corno. Non erano affatto i biglietti a preoccuparlo, tremava per la paura di essere solo su un treno e che questo cominciasse a muoversi. Odiava tutto ciò che si muoveva e si divertiva a sostenere che nove volte su dieci i posti dove la gente va non sono per nulla migliori di quelli che si lasciano. Però, accidenti, avevo dovuto portarlo in stazione con venti minuti di anticipo, senza contare sciocchezze tipo tre valige, due borse, tutte e due le Carson trenta a canna corta e tre ombrelli(per soli quattro giorni di viaggio e nel mese di aprile), si sarebbe potuto pensare che stessimo partendo per la stratosfera per dare una lucidata alla luna e raccogliere qualche stella vagante, e credo che con il nostro equipaggiamento da guerra del golfo avremmo potuto benissimo farcela.

 

**

 

Me: bene bene bene! ^_^ eccomi qua, con questa mia nuova storia, insensata e inconcludente come le precedenti! Innanzitutto ci tengo a preciasre che alcuni dei fatti narrati e del gergo che uso sono presi da libri, film e cagate varie sul mondo della malavita, quindi non è che siano inventati di sana pianta, oddio...non proprissimo!

Boris: ecco, mi fa molto piacere, ma adesso mi spieghi perchè devo fare la parte dell' alienato mentale? o parlo con una foto o se sono fortunato con la mia immagine allo specchio....-__-'''

Me: è che hai una personalità sfaccettata caro! n_n

Boris: sarà, ma io mi sento tanto un coglione...-__-'''

Me:e non è forse così? ^_^

Rei: e come la metti con me, he devo fare il facchino di un tizio sconosciuto con manie di persecuzione?

Me: balle, il tuo capo è davvero una persona ammodo! imparerai a conoscerlo... -_^ ringrazio coloro le quali hanno commentato, ma non siate così scarne nei commenti, insultatemi pure liberamente se volete! alla prossima...

 

 

  
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