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Autore: Katiya    23/08/2008    2 recensioni
Ciao a tutti!la storia si basa su un fatto reale,la vista di una foto di una mia paziente prima di ammalarsi.E sopra ci ho costruito la mia storia.La mia versione.La vita di una persona che deve lottare per sopravvivere al dolore di una persona cara e poi cercar di vivere.Di superare una malattia che sembra averla scelta.Non vi è vita senza malattie.
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Debora osservavò perplessa l'operatrice di turno che le metteva d'innanzi un piccolo quaderno.Un diario come ella continuava a ripetere.
"Visto che hai tanta fantasia,riponi qui i tuoi scritti Deb"continuava a ripeterle la giovane ragazza.
Debora spostò lo sguardo da ella alla finestra che le rifletteva la vita che fuori continuava,una vita che non li voleva più.
Lei e quelli come lei,rinchiusi in quelle quattro mura,in quella cooperativa sociale.
Il vetro,oltre che il mondo fuori,le restituiva l'immagine del suo volto riflessa nel vetro.
Un volto malinconico,un volto che nemmeno ricordava la bellezza di un tempo,persa per sempre.
Debora si portò una mano al volto a toccar quella pelle untuosa,grassa ed a macchie,lo sguardo si fermò su quegli unici due denti che le rimanevano,facendola assomigliar tanto ad un coniglio.
I capelli,i pochi capelli che aveva stretti in un chignon dall'aria malconcia da cui uscivano delle ciocche che erano inanellate alle orecchie.Capolavoro di qualche artista anonimo.
L'unica cosa di vivo in lei erano gli occhi.Pozzi marroni scuro che si muovevano frenetici per il luogo,soffermandosi appena sugli altri ragazzi e sorvolando proprio sulle operatrici.
No.Quelli non erano occhi vivi.Erano gli occhi di un ricordo.
La mano,che prima giaceva sulla gota,ora era scivolata sul quaderno,e ,come se di volontà propria fosse,l'aveva aperto mostrando le candide pagine bianche che attendevano di essere riempite di parole...ma soprattutto di ricordi.
Ricordi di un passato che stava per tornare a sommergerla.
Veloce la mano si mosse ad afferar la penna,ad impugnar il mezzo tramite cui le parole sarebbero sgorgate a riempir le pagine intonse.

La Mano si mosse velocemente a portar sulla carta quelle parole mentre gli occhi chiuse.
Immagini e suoni gli tornarono alla mente.Volti conosciuti.




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Sua madre era ormai morta da oltre un anno eppur,tutte le volte che Debora passava davanti alla porta della sua camera,udiva dei gemiti provenir da essa,come se non fosse mai morta,come se non l'avesse mai lasciata.
Suo padre,da quando era morta,viveva nel suo mondo fatto di cinema di vecchi anni,di film e di romanzi harmony,dove l'amore e la passione sempre vincono.
Non s'accorgeva di chi aveva vicino.Non s'accorgeva di sua figlia che si muoveva la notte silenziosamente per i corridoi di quella casa troppo grande per due solo.
Debora era bella.
Lunghi capelli biondi le incorniciavano il paffuto volto color pesca.Luminosi erano gli occhi,che come specchi,osservavano il mondo con triste estraneità.
Le Piaceva studiare.Le piaceva il greco ed il latino che le propinavano al Liceo Classico.
Amava nascondersi dietro i Libri.Le piaceva viaggiare con la fantasia,scappare da quella casa troppo silenziosa.
Ma l'amore più grande era custodito nell'arpa d'oro bianco che sua madre le aveva lasciato come eredità e che le era proibito suonare.





----------------CONTINUA-------------------

Ciao a tutti^^!eccomi di nuovo qui.
Questa fic prende spunto da un fatto che mi è accaduto l'altro giorno a lavoro.
Io son OSS in una casa di cura e l'altra sera mi hanno mostrato la foto di una nostra paziente quanto aveva 15anni e non era ancora ammalata.
Era bellissima e così le ho costruito sopra una mia storia^^.
Ditemi se vi piace!!!Un Kiss!!!
   
 
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