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Autore: Mokusha    30/06/2014    3 recensioni
Edith è solo un guscio vuoto.
Un pesante guscio vuoto, e si sente sporca, sporca di tristezza, di dolore, una triste untrice di desolazione e malinconia
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- I WILL DIE WITHOUT A SOUND -



Edith cammina, sul ciglio della strada.
E’ notte, o forse no, forse è giorno, ma Edith non lo sa.
Non se ne accorge, Edith non distingue più il giorno della notte perché non ricorda la luce.
Per lei è sempre buio, tutto buio.
Cammina, ubriaca, non di alcool, ubriaca di dolore.
C’è qualcosa in lei, che la stordisce, e tutto ciò che la circonda sembra ovattato.
Le macchine le sfrecciano accanto, facendola rabbrividire e lei procede ciondolando, incurante.
Piove, o forse no. Forse il cielo è sereno e la tempesta è solo dentro di lei, ormai Edith conosce solo il freddo, ha dimenticato il calore.
Edith spera, prega, che qualcuno la veda, che qualcuno la fermi.
Ma continua ad essere invisibile, in bilico, sul ciglio di quella strada.
Cammina, come un’equilibrista sulla linea bianca, ma traballa e non vede l’ora di fare un passo falso e, finalmente, cadere.
Edith è scalza, e la sua anima è nuda, con le ferite, squarci e lividi in bella vista, brandelli di anima che urlano, ma nessuno vede, non la guardano nemmeno, perché le passano accanto troppo velocemente.
Non è spaventata, è solo stanca e si sente vuota, perché le hanno rubato tutto.
L’amore, il calore, la luce, la speranza.
Edith è solo un guscio vuoto.
Un pesante guscio vuoto, e si sente sporca, sporca di tristezza, di dolore, una triste untrice di desolazione e malinconia.
Adesso Edith corre, sa di non avere tempo per vivere la vita, e quindi corre incontro a Madre Morte bramando il suo gelido abbraccio.
Corre, quasi a perdifiato, corre, poi cammina, poi corre di nuovo, giocando con quella linea salvavita dipinta sull’asfalto.
Un passo di qua, un passo di là.
Di qua, di là.
Di qua, di là.
Prega di incontrare degli occhi che la guardino, e che la vedano.
Delle mani che la salvino.
Prega anche che la sua corsa finisca, che qualcuno, qualcosa, la colpisca, la investa, la faccia a pezzi, la uccida.
Prega che almeno una delle sue preghiere venga esaudita presto.



Edith è sull’asfalto, ed è umido, ha piovuto, quindi. Chissà se piove ancora, Edith non ne è sicura.
Fissa le stelle, è notte allora. Da quanto tempo non vedeva le stelle?
Adesso tutti sono fermi, e tutti la guardano, lì distesa, sulla strada provinciale.
Ha gli occhi spalancati, immobili, spenti.
Dischiude appena le labbra, sospirando via il suo ultimo frammento di vita.
Muore così com’è vissuta.
In silenzio.

(405 parole)
   
 
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