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Autore: Ashura_exarch    30/06/2014    7 recensioni
Questa storia partecipa al contest indetto dalla pagina facebook di Pokemon Adventures ITA (l'avrò sicuramente scritto male) e allo stesso tempo fa da prologo per una long che arriverà tra un po' di tempo. Se vi incuriosisce vi chiedo un favore, qualcuno la può linkare nei commenti alla pagina facebook già citata perché io facebook non ce l'ho? (Non capite male, cari moderatori, nel contest sta scritto di fare così).
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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- Generale Ilyakin, è in linea?
Un attimo di silenzio, poi qualcuno rispose dall'altra parte.
- Sì, la sento, professor Aldikov.
- Meno male, ultimamente le trasmissioni stanno avendo vari problemi. E' vero che l'esercito ha occupato Vilnius?
- Sì, è vero. I lituani vogliono l'indipendenza, ma a Mosca non sono disposti a dargliela.
- Meno male che non siamo in Lituania. Comunque, ritorniamo al motivo per cui l'ho chiamata. Gli esperimenti stanno andando magnificamente. Su sei soggetti che abbiamo testato tutti e sei hanno portato a termine le sperimentazioni con successo. La formula del dottor Valenkov funziona davvero.
- Ma non bisogna dimenticare che non è solo merito vostro, professor Aldikov.
- Già - sbuffò lui leggermente insoddisfatto - Devo ammettere che senza gli appunti di quel giapponese non ce l'avremmo mai fatta. Non mi ricordo il suo nome, generale, può rinfrescarmi la memoria?
- Il dottor Tajiri.
- Ah sì, giusto. Ha davvero una fantasia eccezionale, questo sì. Anzi, aveva.
- Perché? Che gli è successo?
- Purtroppo il dottor Tajiri è deceduto tre giorni fa per un caso particolarmente grave di meningite. Ma non si preoccupi, siamo riusciti a contenere l'infezione, e nessun altro membro dell'entourage è stato contagiato. Comunque, quando al Cremlino ci conferiranno i premi per le nostre ricerche, non vorrà partecipare anche lei?
- No grazie, professor Aldikov. Come lei sa, io sono sempre stato contrario a quelle... quelle cose. - ci fu un attimo di pausa - Non è umano, professore. Cosa ve ne farete di quei mostri, una volta finito?
- Questo non è affar suo, generale. No, decisamente non lo è. Comunque può riferire ai piani alti che gli esperimenti sono stati un successo, che il gas P è pronto per il brevetto e che sono sempre disponibile per recarmi a Mosca.
- Trattenga i bollenti spiriti, professore. Non è detto che ai piani alti siano soddisfatti.
- E allora? Non mi importa nulla dei piani alti, io lo faccio per il bene della scienza.
- Certo, come no.
- Può andare, generale.
La trasmissione si interruppe. Il professor Aldikov restò per un po' seduto a guardare nel vuoto, pensando tra sé e sé. "Ho detto una piccola bugia" pensava leggermente su di giri "ma era necessaria. In fondo quel giapponese non aveva motivo per continuare a prendere parte al progetto".
Restò immobile ancora per un po', poi cominciò di nuovo a regolare le frequenze della radio.
- Roman, sei in linea?
- Sì, professore.
- Bene. Dai al personale il via libera per procedere all'ultimo esperimento.
- Certamente, professore.
La trasmissione si interruppe, e quasi nello stesso momento uno degli schermi della stanza si accese, mostrando una stanza spoglia e dai colori spenti, con una sedia al centro. Ma non era una sedia normale. Era infatti provvista di cinture per legare chi vi si fosse seduto ai braccioli e alle gambe, lasciandolo immobilizzato.
Circa un minuto dopo la porta si aprì. Quattro uomini del personale vestiti con tute isolanti entrarono, trattenendo a fatica un quinto uomo che si divincolava ed urlava come un pazzo. Lo portarono fino alla sedia, e mentre due lo tenevano gli altri lo legavano. Una volta finito, il personale uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Si udì un suono secco, segno che le porte si erano chiuse ermeticamente. L'uomo agitava la testa, urlando come se fosse fuori di se.
Poco dopo cominciò ad essere emesso il gas dai condotti dell'aria. L'uomo, alla vista di quella sostanza giallognola, urlò ancora più forte e provò a liberarsi, invano. Inspirò il gas, e dopo poco, tra rantoli e lamenti, cominciò la trasformazione. Era ironico pensare che lo stesso che aveva pensato quei mostri si stesse trasformando in uno di loro.
Mentre guardava, il professor Aldikov prese a pensare tra sé e sé. "Maledetto giapponese, di quei mostri ne ha pensati più di settecento, e ancora non abbiamo finito di catalogarli. Ne poteva ideare tre o quattro e basta? Questo qui è ancora diverso. Pazienza, l'esperimento è comunque riuscito".
  
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