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Autore: harrehpottah    30/06/2014    2 recensioni
Daniel Radcliffe si presenta alla porta del camerino di Emma Watson, e i due passano un pomeriggio insieme.
Ma in un pomeriggio, qualsiasi legame può cambiare.
E un'amicizia potrebbe diventare qualcosa di più grande.
Daniel/Emma
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel Radcliffe, Emma Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NARRATO DAL PUNTO DI VISTA DI EMMA
 
Percorro la stanza a passi lenti, mi guardo intorno.
Guardo distrattamente i libri sugli scaffali. Un sacco di storie bellissime in cui mi sono rifugiata.
Ecco, un altro mio problema.
Mi rifugio nei sogni e mi dimentico di vivere. O almeno, così dice una frase di un libro che adoro.
E ho prestato il volto ad uno dei personaggi principali di quel libro, Hermione Granger.
Un sacco di storie perfette su quegli scaffali. Inizio a sfogliare le pagine di ogni libro che trovo.
Per la maggior parte sono libri di fantasia; c'è chi sottovaluta questo genere ma il mondo senza questa sarebbe una semplice ellisse persa in un noiosissimo e infinito universo.
Ho insistito apposta per avere una libreria nel mio camerino, spazioso quanto noioso.
È pomeriggio, appena dopo pranzo e il tempo è molto nuvoloso.
 -Emma? - Qualcuno bussa alla porta, chiamandomi.
Poso il libro che avevo in mano e vado ad aprire.
-Dan. - Le mie labbra si incurvano in un sorriso, senza che io comandi loro di farlo.
Anche lui mi sorride e rimaniamo a sorriderci, lui fermo sulla porta.
-Che sarebbe quel dipinto sulla tua maglietta? - Dan indica la mia maglietta, rompendo finalmente il silenzio.
-Oh, Dan! Come puoi non conoscere la ‘Notte stellata’ di Van Gogh? - Sospiro guardandolo con un’espressione di rimprovero, per poi lasciarmi scappare una risata.
-Beh scusa, qui davanti a te hai Harry Potter, non Hermione Granger. Quella intelligente sei tu. – Ride anche lui.
-Comunque bella, la maglietta. – Dice lui, sorridendo. – Sei fortunata oggi, Watson. –
Inarco un sopracciglio: - Fortunata? –
Lui annuisce, un sorriso furbo stampato in viso: -Certo. Oggi mi annoiavo e quindi, per salvare anche te dalla noia, ho deciso che passeremo un pomeriggio insieme.  –
Un senso di felicità mista all’eccitazione si fa strada in me.
-Mh…- Lo guardo facendo un piccolo sorriso – E che ne sai, Radcliffe, che io preferisco passare il pomeriggio con te piuttosto che annoiarmi e oziare?-
-Ti prego, è ovvio che non aspettavi altro che passare del tempo con me. - Lui inclina le labbra, sorridendo.
-Mi hai beccata. - Mi abbandono ad una risata e subito dopo ride anche lui.
-Bene, dato che piove un po’… Potremmo guardare un film. – Esordisce Dan.
-Perfetto. -
-Quale film guardiamo? Non mi proporre cose tipo Titanic perché giuro che esco dalla stanza e ti lascio alla noia, Watson. - Dan ride appena, guardandomi.
-Non è certo il mio genere- Rispondo accigliata.
-Si da il caso che il mio camerino sia pieno zeppo di film. Dimmi un titolo, lo prendo e torno. -
Ci penso un po’ su, senza risultati.
-Guardiamo un horror!- Gli occhi di Dan si illuminano, mentre pronuncia quelle parole.
-Non se ne parla, io ho paura. – Ammetto.
-Ci sono io. - Mi dice lui, rassicurante.
Avanti, Emma. Hai la possibilità di stringerti fra le sue braccia guardando quel film, mi dico.
-Okay allora.- Gli sorrido.
-Ne scelgo uno e arrivo! - Prima che potessi dire altro si precipita fuori dal camerino.
Mi siedo sul letto e poco dopo lui entra con in mano un DVD.
-Ne ho scelto uno fantastico. Fa un po’ di paura, ma non preoccuparti. - Mi sorride incoraggiante, inserendo il DVD nel lettore.
-Io ho paura di questi film, Dan. - Ammetto con un po’ di vergogna.
-La paura può servire, ma mai la codardia, Watson. - Daniel mi guarda, col suo solito sorrisetto.
-Oh, smettila di citare Gandhi, Radcliffe. - Gli tiro una leggera cuscinata, per poi sgusciare nel letto del mio camerino, coprendomi completamente con il lenzuolo.
Beh, il mio camerino è più una stanza da letto; spesso capita che la produzione ci faccia restare a dormire qui agli studios.
-Posso venire anche io? - Mi chiede Daniel, inclinando la testa.
-Certo. - Sorrido e gli faccio spazio, e anche lui mi raggiunge sotto le coperte.
-Giuro che se quel film mi farà venire gli incubi, ti uccido. – Lo guardo, uno sguardo minaccioso e ironico al tempo stesso.
-Ma dai, mi ringrazierai dopo averlo visto. – Mi guarda inclinando le labbra in un sorriso.
Sbuffo, e poggio la testa sul suo petto senza pensarci due volte.
Sto per ritirarmi imbarazzata, quando sento le sue braccia circondarmi.
In questa posizione, cosa vuoi che sia un film horror, penso.
-Come si chiama il film? - Alzo lo sguardo su Daniel.
-È ‘Shining’. Conosci? -
Ci penso un po’ su -Beh… Mi pare che sia un libro di  Stephen King, scrittore di horror.-  dico infine.
-Mi sembra che sia tratto da un libro, si. – Annuisce lui.
-Bene, sta per iniziare. – Sorride lui, guardando la Tv.
Mi stringo di più a lui, e inizio a fissare la tv.
Il film prosegue, con alcune scene che mi invogliano a chiudere gli occhi e a non guardare e con altre meno spaventose.
Nella Tv, un bambino su un triciclo percorre un corridoio, e si ritrova davanti due gemelline (assassinate anni prima dal padre) che lo invitano a giocare con loro.
Ho paura di ciò che possa succedere al bambino e preparandomi ad una scena successiva che immagino già tremendamente inquietante, affondo il viso nell’incavo del collo di Dan.
È bello sentirlo vicino a me. Sentire il suo profumo.
Per qualche istante dimentico il film, e penso solo ad ascoltare il respiro di Daniel.
-Emma? Va tutto bene? – Mi chiede, accarezzandomi i capelli.
-Io… Si. È solo un po’ inquietante. – Rispondo.
-Vuoi che tolga il film? –
-No, no. Va bene così. – Lo guardo, sforzando un sorriso.
-Trova il lato positivo, così hai una scusa per restarmi incollata- Ride lui.
-Ma ti prego, posso anche mettermi un cuscino davanti agli occhi. – Cerco di non darlo a vedere, ma sono arrossita un po’ alla sua considerazione.
-No, no. Si sta così bene in questo modo. – Mi sorride.
-Già. – Annuisco, tornando a guardare il film sullo schermo.
-E poi…- Aggiunge Dan- Non si può dire tutti i giorni di aver condiviso il letto con Emma Watson. – Lui scoppia a ridere, e lo stesso faccio io.
-Radcliffe, non dirlo in giro che la gente potrebbe capire male. – Gli bacio una guancia, soffocando una risata.
-Pervertita. Quello che intendevo io con ‘dire in giro di aver condiviso il letto con Emma Watson’, non significava ‘far credere alle persone che mi sono fatto Emma Watson’. Hai interpretato male tu ciò che io ho detto nel modo più innocente possibile. – Lui ammicca, sorridendo furbamente.
Arrossisco, sbuffando: -Non sono pervertita. Tu sei snervante. –
-Però mi ami lo stesso. – Ribatte, senza cancellarsi il suo solito sorrisetto dalla faccia.
È vero. Però lo amo lo stesso.
-No.- Rispondo secca, facendogli la linguaccia. –
-Radcliffe- Lo guardo, e lui si gira verso di me ricambiando lo sguardo - Da quando il sesso è diventato così facile, amare davvero è diventato sempre più difficile. Io non sono una pervertita, non penso mai alle persone in quel senso. –
Continua a guardarmi, divertito: -Oh Watson, se c’è una cosa che ho imparato dalle donne è che quando dicono una cosa vogliono il contrario. Quello che hai appena detto era in realtà un invito poetico rivolto a me a toglierti i vestiti immediatamente? –
Lo guardo male: -Idiota- gli dico, secca.
-Mi piace un sacco farti arrabbiare. – Mi guarda sorridendo, e mi tira a sé.
I nostri visi sono vicini, e contemplo i suoi occhi. Bellissimi.
-Tu cancelli tutte le regole che conosco sulle ragazze – Mi dice, mordendosi un labbro.
Rido appena: - E credi che questa sia una cosa positiva o…? -
-Positiva, credo. Sei diversa, diversa in senso migliore. Però non so come comportarmi, una volta perse le regole basilari sulle ragazze. –
-Improvvisa. – Gli sorrido.
-Mi stai facendo perdere tutto il film, Watson, con queste tue fantasie poetiche. – Sbuffa, tornando a guardare il film.
Metto il broncio e mi giro su un fianco dall’altra parte, senza guardarlo.
Passano pochi secondi, e sento le sue braccia avvolgermi da dietro, le sue mani che scostano i miei capelli, e le sue labbra che mi lasciano piccoli baci sul collo.
Resto ferma. Non so cosa fare.
-Sai, gli altri ragazzi mi darebbero dell’idiota. Hai Emma Watson nel letto e pensi ad un film. – Sento la sua risata vicino al mio orecchio, e poco dopo mi lascia un bacio sulla guancia.
Sorrido, tanto so che non può vedermi bene. –Si da il caso che anche Emma Watson ti stia dando dell’idiota. –
-Aspetta… Per il fatto che ti ho detto di non disturbarmi per il film o per il fatto che ti ho nel letto e che non ti ho ancora baciata? - Mi chiede Dan.
Immagino che stia sorridendo. Parla di cose complicate sempre con leggerezza.
Probabilmente perché di me non gli importa, perciò prende tutto facilmente.
Gli ho dato dell’idiota per entrambe le cose, direi.
Ma non posso certo ammettere che voglio che mi baci, così dico solo: -Certo se non mi hai baciata fino ad ora non credo che sia necessario che tu lo faccia. – Mi giro verso di lui, guardandolo.
-Bene bene, quindi era per il film. –
Annuisco.
-Hai ragione, mi sono stancato anche io di vederlo. È una noia. Facciamo altro. – Mi sorride.
-Finalmente! – Trovo il telecomando e spengo la Tv, velocemente, come se avessi paura che lui possa cambiare idea e farmi vedere la fine del film.
Mi giro verso Daniel, e vedo che mi sta fissando.
Lo guardo con sguardo interrogativo e lui mi risponde prontamente: - Nulla. È solo che… Sei bellissima. –
Gli sorrido, le mie guance sono probabilmente in fiamme: -Oh…Grazie. –
-Non c’è di che, Watson. – Gli torna il suo solito sorriso furbo con le labbra inclinate, non riesce mai a rimanere serio per pochi secondi.
E io lo amavo.
Mi abbraccia, e una delle migliori sensazioni al mondo è quando qualcuno ti abbraccia e tu ricambi abbracciandolo più forte.
-Ti va di fare un giro? - Mi chiede Dan.
-Certo. Ma con la pioggia? –
-Ho condiviso il letto con Emma Watson, cosa ci sarà di male ora a condividere con lei anche un ombrello? – Sorride guardandomi, e ci alziamo insieme dal letto.
Prendo una giacca azzurra, mi rimetto le scarpe e così fa anche Daniel.
Poco dopo siamo già fuori dagli Studios, e camminiamo appiccicati sotto un ombrello rosa.
Guardo Daniel con in mano l’ombrello, e scoppio a ridere.
-Hey! – Ride anche lui – Era l’unico ombrello che ho trovato. –
Continuiamo a ridere per un po’, poi lui cinge la mia spalla con il suo braccio, stringendomi a sé.
-Dan? –
-Dimmi tutto. –
-Mi piace da morire stare con te. Mi piace da morire quando mi abbracci senza un motivo apparente. –
Il viso di Daniel si illumina in un sorriso, e sorrido anche io.
-Se ti abbraccio senza motivo è perché anche a me piace da morire abbracciarti. – Mi dice.
-Cosa hai fatto quest’estate? – Gli chiedo per cambiare discorso ed evitare di arrossire nuovamente.
-Niente di che. Una breve vacanza al mare, una breve relazione con una tipa. Cose così…Tu? - Alza le spalle Dan.
Ignoro la sua domanda -Una breve relazione con una tipa? – Chiedo, cercando di non sembrare troppo interessata.
-Si. L’ho incontrata in spiaggia, siamo stati insieme per pochissimo tempo perché per me era solo una cosa poco seria. – Mi dice.
-Oh, okay. – Annuisco, chiedendomi chi fosse quella ragazza e provando una punta d’invidia nei suoi confronti.
Avevo bisogno di una sola cosa: lui.
Ma, sicuramente, lui non aveva bisogno di me.
Continuavamo a camminare abbracciati, senza curarci di dove stavamo andando, stretti sotto l’ombrello rosa, sotto una scrosciante pioggia.
-Adoro la pioggia. – Daniel esce dall’ombrello e lo passa a me, facendosi bagnare dalla pioggia.
-Dan! Ti prenderai un raffreddore! – Lo guardo, con uno sguardo di rimprovero.
-Vieni anche tu, è bellissimo. – Mi dice.
-Io… Oh, okay! – Lascio l’ombrello rosa per terra e lo raggiungo.
Lui mi prende in braccio, e ci guardiamo, mentre la pioggia continua a bagnarci incessantemente.
Mi tiene in braccio, e io lo guardo. Respiro piano, mi sembra di impazzire. Sono felice.
-Voglio che mi baci. – Lo guardo, seria. – Ora. Subito. Altrimenti il ‘chissà come sarebbe stato’ mi tormenterà per sempre. –
Lui mi sorride, e poggia la fronte sulla mia. E mi bacia.
Alla fine ci stacchiamo, e ci sorridiamo a vicenda.
-Credo che non avrei mai potuto immaginare così bello un ‘come sarebbe stato’. –
-Oh, Watson. E tu che volevi passare tutto il pomeriggio in camera tua ad annoiarti. – Ridacchia Dan.
Ormai siamo bagnati fradici, ma non importa.
-Conviene rientrare, si sta mettendo a piovere di brutto. – Dice lui, riprendendo l’ombrello rosa.
Annuisco, e ci dirigiamo verso li Studios.
-Mi rendi felice, sai? – Mi dice Daniel, poco dopo.
-Siamo sentimentali, Potter? – Lo guardo ridendo.
-Ma dai, io dico qualcosa di carino e tu Watson, dato che non sei una ragazza normale tutta miele e zucchero, devi rovinarlo. – Sbuffa lui, fra le risate.
-Va bene, se vogliamo essere da diabete, anche tu mi rendi felice. Davvero felice. – Gli dico, e lui mi bacia a stampo.
-Andiamo a toglierci questi vestiti, o davvero finiremo ammalati. – Mi dice Dan.
Andiamo nella mia stanza, ormai è quasi ora di cena e il tempo è volato.
Prendo una maglia larga, con su scritto ‘Let it be’, ovvero ‘Lascia che sia’.
Guardo Daniel, che si è tolto la maglietta. È una meraviglia, in poche parole.
-Sei un figo. – Gli dico ridendo.
-Ma grazie. – Mi risponde, e ride di rimando.
-Ora chiudi gli occhi, Radcliffe, che devo cambiarmi. –
Lui chiude gli occhi, e io tolgo i vestiti bagnati. Metto la maglietta larga, che mi calza come un vestito corto.
-Puoi riaprire gli occhi. – Gli dico, e lui mi guarda.
Vedo il suo viso illuminarsi, e mi sorride: -Sei la cosa più sexy che abbia mai visto, Watson. –
-Ma ti prego, indosso una maglietta enorme. Come puoi trovarmi sexy? – Inarco un sopracciglio, divertita.
-Giuro, sei bellissima. – Mi dice.
E arrossisco. Mi avvicino a lui e lo bacio, con passione.
-Devo andare a prendere i miei vestiti in camerino. – Dice Dan.
-Okay. Torna però. Questa sera dobbiamo dormire qui, possiamo passare la serata insieme. – Gli sorrido.
Lui annuisce: -Lo so che la mia compagnia fa sempre piacere, Watson. Ah… Bella maglietta comunque! Si riferisce a ‘Let it be’, canzone dei Beatles? –
-Beh, si, probabilmente. – Guardo la maglietta, poi poso lo sguardo su di lui.
Mi fa l’occhiolino, ed esce dalla stanza.
Poco dopo ritorna, ed entra nella stanza chiudendo la porta dietro di sé.
-Ti sono mancato, eh? – Mi chiede, col suo solito sorriso furbo.
-Da morire, credimi. – Annuisco, accennando una risata.
Mi siedo sul letto, e lui si siede di fronte a me.
-Ti piace Bonnie? – Gli chiedo tutto d’un tratto, incerta.
-Bonnie?- Mi guarda interrogativo.
-Bonnie. Wright. Ho visto come ti guarda, ti mangia con gli occhi. Anzi, più che altro, ti spoglia con gli occhi. - Gli dico, cercando di restare seria.
Lui scoppia a ridere: -Bonnie? Ma davvero? –
Annuisco.
-No, non mi piace. Cioè, è molto bella e tutto il resto, ma non è il mio tipo. – Mi dice.
-E qual è il tuo tipo? –
-Scarlett Johansson, hai presente? – Mi risponde.
Lui ride, guardandomi.
Io lo fulmino con lo sguardo.
-Idiota. – Gli dico, e Dan si becca un’altra delle mie micidiali cuscinate.
-Mi piace un sacco farti arrabbiare, ribadisco. – Mi dice fra le risate.
-Idiota. – Gli ripeto.
-Ti amo. – Mi guarda, sorridendo. E pronuncia quelle due parole.
Il mio cuore accelera, respiro, espiro. Mi dispiace cedere ai sentimentalismi, ma mi sembra che sia solo un sogno.
-Davvero? – Chiedo a Dan, infine.
-Elementare, Watson. – Mi risponde lui, e a quel punto scoppio a ridere anche io.
Getto le braccia al so collo, e gli sussurro a mia volta: -Ti amo. –
-Credo che questo sia stato uno dei giorni più belli della mia vita. – Gli sorrido, e lo bacio a stampo.
-Tutto merito mio, lo so. – 
-Smettila di pavoneggiarti, Radcliffe. Che ne sai che non mi sia successo qualcosa di stupendo questa mattina, tipo aver incontrato un ragazzo fantastico prima che venissi tu a cercarmi nel pomeriggio? - Lo guardo, senza sapere che senso abbia la sfida che gli ho proposto con questa domanda.
-E tu che ne sai se io stamattina mi sono portato a letto Bonnie Wright? – Ribatte lui.
Gli arriva un’altra cuscinata alla Emma Watson, sulla testa questa volta.
-Smettila con questo cuscino, Watson. – Mi guarda, accigliato. – Comunque non hai incontrato nessun ragazzo stamattina, no? –
-No.- Rispondo – E tu non ti sei portato a letto Bonnie, stamattina, no? –
-No. – Mi risponde Dan.
-Bene. –
-Ammettilo, quindi. – Daniel mi guarda – Che il motivo della tua felicità è il nostro bacio sotto la pioggia. – Dice, sicuro di sé.
-Lo ammeto. Contento ora? – Sbuffo, e subito dopo mi lascio sfuggire un sorriso.
-Molto contento. – Annuisce. –Comunque anche per me è stato un giorno memorabile, Watson. Volevo baciarti dal primo film di Harry Potter. –
Sorrido, e lo guardo sorpresa.
-Perché non mi hai mai baciata prima, allora? – Gli chiedo.
-Sai, speravo che la Rowling facesse finire insieme Harry ed Hermione. E che quindi ti avrei baciata sul set. – Mi risponde, alzando leggermente le spalle.
-Ma, proprio in questo libro, la Rowling ha fatto capire che a Harry piace Ginny e che a Hermione piace Ron. – Sospiro.
-Già, cosa dannatamente sbagliata. Grazie al cielo ci siamo baciati e non abbiamo aspettato di farlo sul set. – Ridacchia Dan.
-Già! – La sua risata ha contagiato anche me. –Però, sai, senza Rowling non ci saremmo mai conosciuti. – Dico.
-Vero, ora le mando un SMS per ringraziarla. –
-Non dirai sul serio? – Gli chiedo, divertita.
-No okay, meglio di no. –
Scoppiamo a ridere di nuovo.
-Smettila di farmi ridere. – Gli dico, inclinando la testa e mantenendo lo sguardo su di lui.
-Farti ridere – Inizia lui – È il mio modo per dirti che ti amo, sai?  Meglio farti ridere anziché ripeterti all’infinito un mieloso ‘ti amo’. –
Oh, Daniel.
Solo lui può dire cose del genere. E lo amo. Davvero.
Ci baciamo.
E voglio che continui a baciarmi, che continui a farmi ridere.
Che continui a guardarmi con quel suo sorriso furbo, le labbra inclinate.
Voglio restare sempre fra le sue braccia, di questo sono certa.

NOTE AUTRICE:
Saaalve.
Dopo un lungo silenzio sono tornata, miei cari.
Questa volta con una fan fiction Dan/Emma, coppia che personalmente adoro.
Spero che ciò che ho scritto non faccia troppa pena e non contenga troppi errori, dato che non l'ho ricontrollato bene per mancanza di tempo.
Questa volta ho scritto con uno stile meno impegnativo e pesante, ho cercato di variare un po'.
Spero che non risulti troppo elementare come modo di scrivere, è solo che volevo far scorrere meglio il testo senza perdermi in digressioni manzoniane.
Spero anche che vi piaccia, e che ci siano molte recensioni.
Sara (harrehpottah)



 

  
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