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Autore: _Roxanne    30/06/2014    1 recensioni
-"Grazie mille, Ryuzaki."-
-"Non c'è di che, Klara. Sono sicuro che avrai modo di rivederli un giorno."-
Sorrise ancora una volta e io ricambiai. Gli ero davvero grata per tutto ciò che stava facendo per me. Così, senza pensarci, mi alzai di scatto e lo abbracciai, sussurrandogli nuovamente un "grazie" all'orecchio. Gli lasciai un morbido bacio sulla guancia, prima di dirigermi verso la camera, pensando fosse davvero arrivato il momento di dormire dopo quella chiacchierata.
-"Nessuno mi aveva mai abbracciato così."- osservò Elle con lo sguardo perso nel vuoto.
Genere: Fluff, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1. 
**La Wammy's House.** 

 

Essere davanti a quel portone mi metteva in soggezione. Era alto, scuro e minaccioso. Non avrei voluto entrare all'interno, ma il vecchio signore accanto a me mi prese la mano e mi condusse nel bel giardino curato. Mi aspettavo una struttura fatiscente, ma al contrario l'interno era caldo e accogliente.
-"Roger, perché siamo qui?"-
La domanda mi sfuggì dalle labbra senza che me ne rendessi conto. Roger esitò per qualche istante sulla risposta e poi sorrise.
-"I tuoi genitori preferiscono tenerti qui, piuttosto che saperti chissà dove."-
I miei genitori, vecchi amici dell'uomo che mi stava accompagnando nella mia nuova casa per le vacanze. Pagarono davvero molto per riuscire a convincere Roger a portarmi lì. La Wammy's House era un istituto per ragazzi orfani, ma specialmente dotati. Ed io non possedevo quel tipo di intelletto.
-"Ma io non sono una ragazzina dotata come gli altri che vivono qui."-
Il mio non era un lamento, ma una chiara affermazione realistica. Quel luogo non era adatto a me, non era adatto ad una ragazzina normale, decisamente.
-"Non dire così. Non siamo tutti uguali."-
Questo lo sapevo perfettamente. Erano anni che tutti mi ripetevano la stessa identica cosa, soltanto per non farmi sentire inferiore.
Salii un'ampia scalinata di marmo e svoltai a destra, sempre seguendo Roger. Dopo aver percorso un lungo corridoio, ci fermammo davanti ad una porta sul quale era affisso un cartello dorato con un'incisione che riportava la parola "Office". Roger bussò due volte e subito dopo una donna di mezza età aprì la porta salutandoci con un cenno freddo. I suoi lineamenti erano duri, come scolpiti nella pietra.
-"Chi è questa ragazzina?"-
La donna si rivolse a Roger con un tono glaciale.
-"Non ti preoccupare, Dolores. La signorina rimarrà con noi solo per due mesi."-
Il breve scambio di parole tra i due non mi rassicurò. Quella donna mi scrutava da sopra gli occhiali poggiati sul naso aquilino e il suo sguardo freddo mi fece intendere di essere come non mai indesiderata. Una mano si posò sulla mia spalla e Roger mi condusse fuori dall'ufficio. Ripercorremmo in silenzio il corridoio fino a ritrovarci all'ingresso. Quella volta prendemmo il corridoio di sinistra, identico al precedente. Non avevo idea di dove mi stesse portando, ma sembrava che la mia voce fosse rimasta in quell'ufficio. Quel posto era opprimente.
-"Eccoci."-
La voce di Roger era dolce, mentre apriva una porta uguale alle altre che mi scorrevano accanto. Lentamente, feci capolino sull'ingresso. La stanza che si apriva sul corridoio era fiocamente illuminata e una figura scura giaceva sul pavimento, concentrata in un qualche compito. Sicuramente il ragazzo percepì la nostra presenza, ma non si voltò per controllare chi avesse aperto la porta.
-"Near"-
Roger chiamò il ragazzo con dolcezza e lui si voltò subito al richiamo.
-"Roger, non mi aspettavo una tua visita a quest'ora."- replicò neutro il ragazzo.
Non riuscii a scorgere perfettamente la sua faccia, ma il suoi occhi, di un grigio così chiaro e innaturale, parevano brillare nel buio.
-"Questa ragazza rimarrà qui per due mesi, Near. Ho pensato che potesse restare in questa stanza, dopo che Mello ha deciso di cambiare compagno."-
Il tono di Roger era esitante e sembrava soppesare le parole con cura, ma non era intimorito, piuttosto sembrava incerto sulla reazione del ragazzo.
-"Come vuoi, Roger."-
Il ragazzo era nuovamente voltato e concentrato su qualcosa che non riuscivo a scorgere. Roger si congedò in fretta, lasciandomi sola con uno sconosciuto. Non mi accorsi nemmeno di essermi seduta sulla sedia accanto ad uno dei letti che erano disposti sui lati corti della stanza, uno difronte all'altro.
-"Qual è il tuo nome?"-
La voce del ragazzo mi ridestò dai miei pensieri.
-"Cosa?"- domandai disorientata.
-"Ti ho chiesto il tuo nome."-
-"Oh, Klara, Klara Webb."-
Non avevo la minima idea di come comportarmi, ero decisamente a disagio e avevo la sensazione lui lo sapesse. La sensazione che lui fosse diverso, che avesse qualcosa di speciale.
-"Piacere, io sono Near. Il letto accanto al quale sei seduta era quello di Mello. Potrai dormire lì."-
-"G-grazie."-
Non avrei saputo che altro dire, ma non ce ne fu bisogno perché in un secondo mi accorsi che il sonno stava avendo la meglio e, dopo il viaggio, il mio unico desiderio era dormire. Così mi infilai sotto le coperte vestita e in un soffio mi addormentai.

 

 

MY SPACEEE. <3

Eccomi qui, nello spazio autrice, a rompere le scatole per fornirvi alcune informazioni. 
Innanzitutto, volevo dirvi che alcuni fatti non sono perfettamente riconducibili al prodotto originale. 
I dialochi più importanti, sono, invece, fedeli all'originale, poichè non ero sicura che sarei stat in grado di impersonare bene quei personaggi in quelle determinate situazioni. 
Non ho altro da dirvi, perciò mi dileguo. 
Alla prossima, ragazzi, spero appreziate la mia storia. ;)

 

 

   
 
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