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Autore: Iokyko    30/06/2014    1 recensioni
Dopo la guerra, a Panem, tutti tornano a vivere e a pensare al futuro. Anche nel Villaggio dei Vincitori, nel distretto 12, la vita continua.
Dal testo:
La sua mano si posa sul mio petto, e trasalisco per un momento. E' calda, proprio sul cuore. Quella sensazione di tepore si spande e fluisce fino allo stomaco. Realizzo che è passato molto tempo dall'ultima volta che mi ha toccato così, spontaneamente.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Spengo la luce della lampada mentre la guardo prendere sonno. Mi rigiro su un fianco lentamente, cercando di non disturbarla, e le poso il mio braccio attorno alla vita. I suoi capelli sciolti sfiorano le mie guance. Da poco più di un mese passiamo la notte insieme, come avevamo fatto tanto tempo fa sul treno, prima dell'edizione della Memoria, prima della rivolta, prima della guerra. Lei dorme, io la guardo dormire. Quando si agita nel sonno o si risveglia da un incubo, la tranquillizzo. Sembra non essere cambiato niente da allora, invece niente è più lo stesso.
Il suo respiro regolare mi fa compagnia anche questa notte. Non dormo più come allora, alcune notti non dormo affatto, ma averla qui con me è tutto ciò di cui ho bisogno. Dopo quello che tutti abbiamo passato, noi vincitori, i ribelli e l'intera Panem questa normalità non sembra reale. Che lei sia qui con me non sembra reale...
Guardarla dormire è un modo per assicurarmi che sia tutto vero. Un esercizio, come il gioco che facciamo ancora, ogni giorno. Abbiamo vinto la guerra, il governo di Snow è caduto. Vero. Ora vivo nel distretto 12, nel Villaggio dei Vincitori. Vero. Sono qui con Katniss. Vero anche questo.
Mentre mi sto interrogando percepisco il suo sonno sempre più irrequieto, il respiro incostante che si mescola ai singhiozzi. Il suo viso Si contrae in una smorfia di sofferenza, e poi urla. Ed è terribile.

- Katniss..- la chiamo con voce chiara e paziente, di chi è abituato a ripetere la stessa procedura ogni notte - sono qui. È solo un sogno..- le scuoto una spalla e le prendo il viso tra le mani. Scotta e la sua fronte gronda sudore. Quando non si agita più, dopo un momento di esitazione mi guarda negli occhi, con le orbite annebbiate, lontane. Posso leggere la paura nei suoi occhi liquidi, il tormento dell'incubo che stava vivendo un attimo fa. La stringo tra le mie braccia, tuffandomi sul suo collo, e l'odore della sua pelle si mescola al mio. E già temo il momento in cui dovrò lasciarla. Poco dopo risponde al mio abbraccio, allacciandomi le mani al collo, mentre i suoi respiri diventano più lenti. Rimaniamo abbracciati così, senza parlare, godendoci il contatto. Questa è una lezione che abbiamo imparato dalla guerra: goderci le piccole cose che ci ha lasciato.

Posso capire cosa sta provando, cosa prova ogni notte, il terrore che le scava il cervello come un verme con la terra. Sussurro di nuovo il suo nome. Adesso la mia voce è più morbida, quasi dolce.
- Peeta - mi chiama, con una nota di disperazione. Io allento la presa e la guardo negli occhi, in quegli occhi.
Il suo sguardo spaventato mi ricorda quello degli scoiattoli che una volta portava a casa mia, degli animali che hanno visto la morte. Ma lei è viva, qui con me. Non per merito mio... ma è viva. Siamo vivi.
Le accarezzo le guance arrossate, in un impeto di dolcezza, e mi accorgo delle lacrime che le scendono dagli occhi. Con dedizione le passo le mie dita tra i capelli, sulle palpebre, sul viso. Come se le mie mani possano cancellare il ricordo dell'incubo.
- Sono qui..- le sorrido, senza fatica.
La sua mano si posa sul mio petto, e trasalisco per un momento. E' calda, proprio sul cuore. Quella sensazione di tepore si spande e fluisce fino allo stomaco. Realizzo che è passato molto tempo dall'ultima volta che mi ha toccato così, spontaneamente.
Eravamo nelle profondità di Capitol City, lo ricordo anche se non ero totalmente in me...
Nelle ultime notti si è limitata a non uscire dalle mie braccia quando si svegliava dall’inferno, e bastava ad entrambi.
La sua mano risale il mio collo incerta. E' una strana sensazione, che non ricordavo. Procede a tentoni, come se stesse imparando a muoversi, e non sapesse bene come farlo. Come se lei stesse reimparando a camminare. Ed è ciò che stiamo facendo entrambi... Si posa infine sulla mia guancia destra.
- Resta con me - la sua voce vacilla sull’ultima sillaba, che mi arriva in un sussurro. Indifesa, ecco come sembra qui, tra le mie braccia. E capisco quanto siamo cambiati, quanto abbiamo perso, tutti. La paura non ha abbandonato il suo sguardo. Paura per la mia risposta? Oppure paura di me, o di qualsiasi cosa...

Mi avvicino fin quando avverto il suo respiro tiepido sul mio viso, in una tacita risposta che non riesco ad articolare. E sono colto da mille pensieri improvvisi. Dal terrore di farle del male, e di non riconoscerla al mio risveglio, al pensiero -terribile- di non vederla mai più, o peggio di vederla sgretolarsi sotto il peso della sua disperazione. Ripenso a quando, nell'ultima arena ci siamo separati per non riunirci più. Ma poi, prepotentemente, rivedo lei, bambina, che cantava in classe, riassaporo i nostri baci sulla spiaggia, le sue parole... -Io sì, io ho bisogno di te-. Neanche il depistaggio è bastato a togliermi questo, dopotutto...
Una stretta violenta mi aggroviglia lo stomaco. Mentre le mie resistenze crollano una dopo l'altra l'aria tra di noi è improvvisamente come risucchiata da una forza invisibile, e prima che me ne possa rendere conto sento le sue labbra umide premute sulla bocca. Il mio cuore perde un battito e poi sembra voler portarsi avanti di un decennio.
La bacio a lungo, senza pensare più a nient'altro, con urgenza. O è lei a baciare me? Quel contatto ha sbaragliato le mie ultime difese, e il mio corpo ora aderisce completamente al suo. Il nostro abbraccio, il nostro bacio sanno di disperazione e bisogno. La sua presa diventa più forte attorno alla mia schiena. Mi stringe come se avesse solo me al mondo.
Forse è così… per me lo è. Lo è da molto tempo... E' allora che il sapore delle sue labbra e il tumulto del mio corpo cancellano qualsiasi altro pensiero. Tutti i pensieri tranne uno...

-Sempre-





Questa è una nuova versione di una mia one shot già pubblicata. Ho voluto pubblicareanche lei perché ne sono più soddisfatta, tuttavia non ho voluto cancellare la vecchia per rispetto verso chi l'ha preferita e/o recensita. Spero apprezzerete.
  
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