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Autore: ShariKia    30/06/2014    1 recensioni
Da anni i ribelli cercano di rovesciare il regime autoritario di Zaal, ma invano. Nemmeno aver arruolato tra le proprie fila l'esperto mago Sel aveva giovato alla loro missione, tuttavia, durante una delle svariate e ripetitive riunioni, il vecchio capo dei ribelli Siaj annuncia una scoperta che potrebbe segnare una svolta...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminava nel buio della galleria, illuminando il cammino con la sola luce della piccola sfera magica che teneva tra le mani, quasi temesse che pure quel lieve chiarore lo facesse scoprire. Ma chi mai avrebbe potuto seguirlo fino a lì? Sapeva che arrivato a quel punto era ormai al sicuro. Comunque, si trattenne dal bussare troppo forte alla porta di legno davanti alla quale si era fermato. Udì appena i passi che si avvicinavano, ma la voce dall’altra parte si sentì forte e chiara: «Le uniche cose che accadranno», diceva.
«Saranno la morte del tiranno e il nostro trionfo», rispose il giovane, prima che un rumore metallico di catenacci e chiavistelli riempisse la galleria per lunghi momenti. Sel fu scosso da un brivido gelido, e il terrore di esser smascherato per via di quel frastuono gli attanagliò il cuore facendolo tremare e costringendolo a guardarsi alle spalle. Rimase a lungo con gli occhi puntati nell’oscurità che si era lasciato dietro, mentre si domandava come mai quella sera si stesse lasciando prendere dal panico così tanto.
Scrollandosi di dosso la paura, il ragazzo si fece spazio tra i presenti accalcati sul tavolo in centro alla piccola stanzetta, nella quale una volta ogni sette giorni si riuniva gran parte dei dissidenti del regime autoritario di Zaal. Senza troppa fatica, Sel raggiunse il solito angolino dove passava le riunioni. Era dietro due file di persone, ma la voce del vecchio gli arrivava pulita, così quando quest’ultimo parlava poteva decidere se ascoltarlo o permettersi di distrarsi.
«Oggi, dopo un anno di continue ricerche improduttive, posso invece annunciarvi un’importante svolta!»
La storiella era cominciata, ma Sel percepì da subito la mancanza di euforia con la quale invece l’uomo era solito annunciare le liete notizie. “Sarà solo un'altra pessima novità mascherata con qualche aggettivo che possa farla sembrare positiva. Tuttavia…” Ancor prima di finire il pensiero, il ragazzo si guardò intorno meglio, per assicurarsi che l’aumento di presenze non fosse solo un’impressione. “Non devo essere il solo ad aver ricevuto una lettere d’invito personale alla riunione di oggi; che davvero il vecchio abbia una buona nuova?”
Se ne stava quasi convincendo, ma quando cominciò a rievocare tutta la storia di loro ribelli, si ravvide subito.
Nella loro pessima condizione, nulla di ciò che gli venne in mente avrebbe potuto salvarli. Quando invece volse il pensiero alle loro disavventure, tornò ancora una volta a pensare che gli facessero pronunciare la parola d’ordine più per convincerlo che la loro causa non era completamente persa che per sicurezza. Invece, per la prima volta, gli tornò in mente come i ribelli l’avevano accolto tra loro… era appena un maghetto di basso ordine che per mostrare il suo valore si scontrava con i coetanei, ma era stato così che aveva allenato i suoi poteri fino a fare di sé uno dei migliori in città. Tuttavia Sel, che al tempo non aveva ancora totale consapevolezza della propria forza, si azzardava a sfidare ragazzi sempre più grandi ed esperti. Accadde che uno di questi giovani già veterani nell’arte magica, lo sconfisse riducendolo quasi in fin di vita; probabilmente era ancora vivo solo perché l’arrivo dei gendarmi aveva fatto scappare l’avversario prima che gli infierisse il colpo finale. Dei giorni seguenti ebbe poco da ricordare, se non che erano occupati da parecchie ore di sonno, ma successivamente alla convalescenza gli si presentò un uomo che gli riferì le origini del ragazzo che l’aveva sconfitto e lo introdusse ai dissidenti. Così Sel scoprì di aver giurato vendetta a quello che era l’attuale tiranno mentre in seguito, e convinto dai pareri negativi che la gente aveva sul dittatore e dal parlare determinato dei ribelli che gli presentarono il loro piano di liberazione del regno, decise di nascondere il suo bisogno di regolare i conti dietro la reputazione di paladino della giustizia, accettando di entrare tra i dissidenti.
Sel fece un mezzo sorriso tornando alla realtà, per ascoltare la voce di quel vecchio ciarlatano di Siaj che come sempre prima di passare alle novità faceva il resoconto di tutte le battaglie combattute contro il tiranno. Questo perché nella maggior parte dei casi le novità scarseggiavano, ma ci teneva comunque a riempire il tempo che aveva in mente di dedicare al ritrovo.
“Siaj…”, di nuovo il giovane ridacchiò scuotendo la testa. Proprio lui era giunto al suo capezzale in seguito all’incidente, ed era stato così bravo a convincerlo di quanto sarebbe stato importante il contributo di un ragazzo così virtuoso in campo magico tra i ribelli… l’avevano voluto tra loro per il suo potere, non semplicemente per aumentare il proprio numero. E Sel, ancora giovane, cinque anni prima aveva pensato che assecondando il vecchio avrebbe potuto ottenere non solo vendetta, ma anche fama di liberatore del popolo. Tuttavia quando ne ebbe l’occasione, nulla andò come previsto.
L’esercito organizzato dai dissidenti si spingeva contro le mura maestose della roccaforte del tiranno, nonostante le pessime condizioni atmosferiche. Siaj l’aveva preso con sé tra le prime file affinché uno di loro comandasse la schiera di guerrieri, l’altro desse istruzioni ai maghi. Nei primi momenti, anche se l’assedio non procedeva al meglio, la situazione era sotto controllo; nessuno dalle mura scagliava frecce o rispondeva agli attacchi magici, piuttosto la fortezza sembrava abbandonata. A Sel pareva tutta una presa in giro, così ordinò che fosse portato avanti l’ariete per sfondare l’accesso alla prima cinta muraria e potersi scontrare con l’esercito nemico, ma prima che il mezzo giungesse di fronte all’entrata, i battenti di quest’ultima si erano già spalancati, e così anche quelli della seconda fila di mura. Il giovane aveva spalancato gli occhi davanti a un affronto simile, e ordinando la carica si lanciò dentro il cortile della roccaforte, che trovò deserto. Era completamente vuoto. Sel si era guardato intorno spaesato, scoprendo che peraltro i suoi maghi non l’avevano seguito all’interno della cinta. Scoprì presto che ne erano impossibilitati, siccome una barriera magica ostruiva l’ingresso, e i maghi non potevano nulla contro la magia nera del tiranno.
Sel fu scosso da un brivido al ricordo di quel che gli accadde in seguito, e chiuse gli occhi per ristabilire la tranquillità della sua mente, ma quello che vide non appena calò le palpebre furono coltelli, fruste, chiodi, pozioni velenose e… sangue. Il suo, che era uscito a fiotti quando l’avevano torturato nella fortezza di Zaal al fine di fargli perdere energia per fare in modo che non potesse ribellarsi con attacchi magici. E di nuovo sangue, quando l’avevano immerso nella piscina del tempio del dio Toro Nero. Non era mai riuscito a scoprire la finalità del rito che l’avevano costretto a compiere; non aveva provato dolore e velocemente erano tornate le forze, con esse i poteri magici, eppure tutto quello avrebbe dovuto per forza avere un senso. Questo Sel l’aveva capito anche perché, in seguito a quel rituale, il tiranno l’aveva liberato di sua spontanea volontà, cosa che non era mai accaduta a nessun prigioniero.
Il ragazzo aprì le palpebre, e stavolta si sforzò di prestare attenzione al discorso di Siaj che a quanto pareva stava entrando nel merito della questione.
«Dopo vari assalti conclusi negativamente e parecchi sicari che hanno dato la vita nel tentativo di uccidere il tiranno», cominciò il vecchio. «…abbiamo deciso che l’unica via percorribile per scoprire il punto debole di Zaal sarebbe stata una che ci portasse ad avere i suoi stessi poteri», Sel, che aveva lo sguardo puntato a terra, annoiato, lo alzò di scatto per fissare l’occhio di Siaj che intravedeva appena tra le teste dei presenti in piedi davanti a lui. “Il vecchio ha intenzione di iniziare dei maghi alla magia nera per sconfiggere Zaal?”, pensò, sconvolto.
Nel silenzio degli ascoltatori allibiti, alcuni stavano per farsi avanti e controbattere la scelta del vecchio, che nonostante parlasse al plurale doveva per forza aver deciso tutto da solo, ma bastarono poche altre sue parole per capire che il male era già stato fatto.
«Per quanto questa scelta potesse esser criticabile, ha dato i suoi frutti: ora sappiamo come mai, nonostante le numerose ferite mortali che qualcuno è riuscito ad infierire al tiranno, questo non è mai perito», le voci di protesta si fermarono a metà, e furono sostituite dal mormorio di chi stava tirando ad indovinare la soluzione. Il cuore di Sel batteva impaziente, curioso di sentir la verità. «Il tiranno ha consacrato l’anima di un giovane al Toro Nero, affinché la sua salute sia eterna…», i primi della fila si stavano spostando, il ragazzo vedeva le loro teste scomparire lasciando un varco, così si alzò dalla panca, pronto a spostarsi anche lui qualora servisse. «Questo ragazzo trattiene in sé parte dell’anima di Zaal: custodendola nel proprio corpo, fa sì che le ferite inferte al corpo del tiranno si rimarginino in pochi istanti, impedendogli di morire; così mentre la vittima perde energia ogni volta che il dittatore subisce danni, quest’ultimo rimane illeso. Per questo finché il giovane sarà in vita, non ci sarà alcuna possibilità di annientare il dittatore; deve morire», il tono aggressivo e autoritario si Siaj faceva paura a Sel, che stava cercando con gli occhi il vecchio per poi guardarlo e fargli capire che avrebbe dovuto smettere se non voleva incutere terrore ai presenti, ma durante la ricerca si accorse che al resto della gente pareva non dar fastidio quell’intonazione. «Inoltre, il tiranno ha scelto con cura la sua vittima: ha deciso di affidare il suo spirito ad un giovane potente, cosicché le probabilità che questo deceda diminuiscano…», anche la seconda fila si stava scostando e lasciava il posto a Siaj, che avanzava verso Sel lentamente, nascondendo le mani dietro la schiena mentre spostava lo sguardo da terra verso di lui. Il ragazzo appoggiò la mano sul proprio avambraccio, sfregiato da una lunga cicatrice comparsa una notte, senza perché. L’aveva subito occultata per evitare che qualcuno pensasse si fosse ferito scontrandosi con altri maghi, credendo poi che fosse stato sconfitto, e arrivando a convincersi, attraverso varie congetture, che le sue abilità fossero calate.
Ricacciando indietro il terrore, Sel ebbe il sangue freddo di incontrare gli occhi del vecchio e fingere risolutezza, mentre il suo cuore mancava un battito. Si raddrizzò con calma, passando poi ad assumere l’espressione di chi veniva incolpato ingiustamente e pronto a negare l’accusa, fece per aprire la bocca. Ma Siaj non gli lasciò emettere alcun verso, allungò la mano nella direzione del ragazzo, che ancor prima di sentire il contatto fece un passo indietro, incontrando il muro e cominciare a tastarlo, esplorandolo velocemente con la stessa foga di un topo in cerca di una via di fuga dal gatto. Non gli venne in mente di ricorrere alla magia. Iniziò a sudare preso dal panico, e capendo che di certo non poteva fuggire attraverso il muro serrò le palpebre e abbassò il capo come un condannato a morte. Quando la mano del vecchio raggiunse la sua spalla, lui spalancò gli occhi provando al cuore lo stesso dolore di una ferita lacerante.
«Ragazzo, tu sei l’unico in grado di trovare la vittima del tiranno», e così dicendo, Siaj gli allungò un pugnale, sorridendo fiducioso.   
 
   
 
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