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Autore: Geilie    30/06/2014    2 recensioni
«Bisogna pur avere degli hobby» risponde Q.
«E il tuo è l’arte?»
«Il mio è creare problemi e risolverli. Esercizi di stile, se vogliamo.»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Bond, Q
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Geilie
Titolo: Esercizi di stile
Fandom: Skyfall (2012)
Personaggi: James Bond, Q
Rating: verde; Pg
Avvertimenti: What if? post-film
Parole: 450 (Word)
Note: partecipa alla Caccia al Tesoro organizzata per festeggiare il primo compleanno di Pseudopolis Yard. Non avevo mai scritto su di loro, non avevo mai neanche pensato di scrivere su 007, ma mi è presa così. All’ispirazione non si comanda…
Prompt: 1.4 = René Magritte - The Banquet


 
Esercizi di stile


James si prende il suo tempo. Non ha fretta, non troppa, e fermarsi di tanto in tanto per osservare meglio un dipinto o leggere un pannello informativo lo rende di sicuro meno appariscente. Si mescola alla folla, navigando tra le sale con tutta l’aria dell’appassionato di arte moderna.
Trova Q seduto davanti a un Magritte, subito riconoscibile con quei suoi capelli perennemente arruffati. Il ragazzino ha quasi sempre l’aspetto di uno che sia stato svegliato di botto e sia appena saltato fuori dal letto, infilandosi addosso la prima cosa capitata a tiro. Per un agente è un’ottima copertura, a dirla tutta, ma James è abbastanza certo che nel caso di Q non sia affatto voluta.
«Ti piacciono proprio tanto i musei…» esordisce con nonchalance, accomodandosi accanto a lui sul divanetto.
Entrambi parlano tenendo gli occhi puntati sul quadro ‒ è un tramonto, col disco rosso del sole che ignora tutte le regole della prospettiva per imporsi in primo piano sul boschetto relegato a fare da sfondo.
«Bisogna pur avere degli hobby» risponde Q.
«E il tuo è l’arte?»
«Il mio è creare problemi e risolverli. Esercizi di stile, se vogliamo.»
James sbuffa una mezza risata.
«Suona terribilmente simile al tuo lavoro» dice, senza indagare oltre su come i musei entrino nell’equazione.
«Fare un lavoro che ti appassiona è alla base di una vita felice, mi dicono» è la risposta, e a James non sfugge il sorrisetto apparso per un attimo sul viso dell’altro. «Mi piace pianificare furti perfetti delle opere d’arte che catturano il mio sguardo» spiega poi. «Non sia mai che possa tornarmi utile, un giorno. Tornarti utile, più probabilmente. Se mai avessi bisogno di entrare al Louvre in pieno giorno e uscire portandoti dietro la Gioconda, potrei avere la strategia giusta.»
James riporta gli occhi sul Magritte.
«Pare sensato. E se dovessi portarmi via Guernica?»
«Quello è un bel grattacapo, ci sto ancora lavorando.»
Si concedono qualche istante di silenziosa contemplazione, a quel punto, e Q ne approfitta per fargli scivolare in mano il chip che doveva consegnargli.
Per ora la missione è conclusa, in teoria non c’è più niente che li tenga su quel divanetto, ma nessuno dei due fa per alzarsi. Non ancora.
«Quindi come sta andando l’elaborazione di questo furto perfetto?» chiede James, con un cenno al quadro che ancora non hanno smesso di fissare. «Sei qui da parecchio, ormai dev’essere a buon punto.»
«Oh? Ah, no» fa Q, togliendosi gli occhiali per lucidare una lente, «nessun piano.»
Sembra quasi in imbarazzo mentre si alza, lancia un’ultima occhiata al dipinto e poi, un attimo prima di farsi inglobare dalla folla di turisti, si volta verso di lui e gli dice: «Magritte mi piace e basta».
  
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