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Autore: Pimpetta20    01/07/2014    1 recensioni
In questa storia troveremo una persona che dovrà affrontare molte diffcoltà,ma lui sin dall'inizio é rimasto forte e cosí ha affrontato gli scheletri nel suo armadio con una persona speciale accanto. Vedremo le sua avventure in cui ci farà ridere ma anche le sue disavventure in cui una lacrimuccia ci uscirà dall'occhio. Dedico questa storia ad un Luca che io conosco e che non si è mai arreso di fronte alle difficoltà della vita e forse qualche volta sarà inciampato ma si è sempre rialzato più forte di prima
Genere: Drammatico, Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Morgan, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scese dalle scale e vide i due genitori che si guardavano in faccia quasi divertiti,con un ghigno di chi come qualcuno stava tramando qualcosa. Appena scese dalle scale il padre lo guardó in faccia è gli si geló il sangue nelle vene, poi disse -Ti dobbiamo parlare-. Quelle parole gli rimbombavano nella testa e Luca si limitò ad annuire timidamente. Sua madre e suo padre si sedettero di fronte a lui e iniziarono a parlare -Abbiamo scoperto il tuo "piccolo segreto"-, Luca si sentì quasi svenire e poi disse con voce tremante e le lacrime agli occhi -C...cos..a??- disse spezzando tutte le parole con la voce tremante. -Non fare il finto tonto con me!!....hai capito??- disse il padre alzando la voce e sbattendo le mani sul tavolo, a Luca gli scese una lacrima sul viso e tutto ad un tratto si alzó e si incamminó piano verso le scale per salire in camera sua. Suo padre lo prese per il colletto della felpa e lo sbattee violentemente sulle scale urlandogli in faccia -Brutto frocio di merda, vai via da questa casa!!!!- e terminó l'offesa sputandogli in faccia. Luca si alzò tutto dolente e si avviò nella sua camera, trascinando la gamba tumefatta e asciugando quel fiume di lacrime che gli scendeva dagli occhi. Non si sapeva spiegare perché continuava a camminare lentamente e a tremare come un foglia, invece di andare più veloce della luce per non far succedere un'altra volta quello che era successo cinque minuti fa. Entró in camera e sempre molto lentamente prese la valigia e la aprí sul letto, aprí le ante dell'armadio ma questa volta con uno scatto veloce mise tutto quello che c'era nell'armadio dentro la valigia e la chiuse. Prima di uscire da quella "prigione" che aveva imprigionato la sua infanzia, si giró e fece una faccia quasi schifata per salutare quella camera che gli era stata sempre stretta. Quando scese c'era sua madre seduta sul divano e suo padre seduto sulla poltrona che lo fulminó un'ultima volta con lo sguardo prima di riportarlo sul giornale. Luca non era più preoccupato o indifeso come prima, infatti senza guardare in faccia a nessuno e a testa alta se ne andó senza degnare di uno sguardo quelli che secondo lui non sarebbero stati i suoi genitori, ma dei mostri che avevano creato una famiglia dove per sbaglio era nato lui. Andó fuori e il piú lontano possibile, chiamó un taxi che ritardó di quasi un'ora, e così ebbe il tempo di riflettere sulla proposta che la sua professoressa di inglese gli aveva fatto quella stessa mattina. Visto che aveva superato il test di inglese con i massimi voti la sua professoressa gli disse che c'era un posto per Oxford, dove lei conosceva un professore e lo avrebbe fatto entrare subito se avesse voluto. Lui gli disse subito di sí ma lei gli aveva detto di prendere del tempo per riflettere e parlarne con la sua famiglia che ormai non aveva più e cosí aveva fatto, d'altronde quello di andare a studiare a Londra era, é e sarà il suo più grande sogno; ma non solo per studiare, ma perché a Londra abitava il suo idolo. Così senza pensarci due volte chiamò il numero segnato sul foglietto che la sua professoressa la mattina gli aveva dato e compose il numero senza esitare. Appena rispose gli disse chi era, -salve professoressa, sono Luca le volevo riconfermare la proposta chè mi aveva fatto oggi" disse con tono deciso e la sua professoressa ne fu molto compiaciuta, infatti appena attaccato la telefonata con Luca; avrebbe telefonato di persona a Londra. Dopo aver attaccato la chiamata mise le cuffiette, alzò il volume e fece partire underwater di Mika, ancora non era riuscito a sapere come quel cantante che ascoltava ormai da anni gli faceva tornare il buon umore anche nelle situazioni più difficili come quella che stava affrontando in quel momento, Mika lo aveva aiutato ad accettarsi per quello che era e aiutarlo con la musica anche se lui fisicamente non c'era. Appena smise di pensare a tutte quelle cose vide arrivare il taxi che guardando l'orologio era in ritardo di un'ora e mezza, ma non ci fece caso perché quel tempo gli era servito per riflettere su cose molto importanti. Salí e appena il tassista lo vide con il labbro spaccato e l'occhio nero fece un piccolo balzo indietro -Cavolo sei messo male figliolo- gli disse il tassista con voce molto potente ma Luca non ci fece caso e gli disse di portarlo al pronto soccorso, cosí il tassista si limitò ad annuire preoccupato e scusandosi per il ritardo. Per tutto il tragitto Luca pensó a sua Nonna che lo capí sin da subito e tra di loro si era instaurato un grande rapporto, infatti quando si sentiva triste o c'era qualcosa che non andava si confidava con lei e subito lo consoleva e lo capiva. Cosí si ricordò del braccialetto che gli aveva relegato sua nonna prima di morire e dentro al braccialetto c'erano incise queste parole -Un vincitore é un sognatore che non ha mai smesso di sognare-. Infatti subito dopo il suo sguardo cadde sul polso dove aveva sempre con lui il bracciale di sua nonna e pensò come sarebbe stato bello in quel momento ricevere un caloroso abbraccio da lei e pensó a quella frase che ormai scriveva dappertutto e che gli serviva a tenere duro, cosí ogni volta che ne avrebbe avuto bisogno poteva girare il braccialetto e leggere quella frase che lo rendeva ogni volta più forte. La voce possente dell'autista lo riportò alla realtà dicendogli che erano arrivati al pronto soccorso, così mosse la testa come per far andare via i pensieri che lo avvolgevano, pagò,si diresse verso l'entrata e cercò qualcuno che potesse aiutarlo. Buongiorno a tutti!! forse vi starete chiedendo perchè metto sempre il nome Luca in ognuna delle mie storie.....Perche?? La risposta è semplice. Ho conoscito un certo Luca che ha vissuto veramente quello che ho scritto in questo primo capitolo, così ieri mi è venuta l'ispirazione e ho deciso di dedicargli questa storia perchè non ha smesso mai di combattere e lo sta facendo tuttora. Ieri dopo averci parlato mi è venuta l'ispirazione e così ho incominciato a scrivere e a non fermarmi più. Lo so che ho 2 storie in sospeso, ma quelle lasciamole stare perchè questa storia per me è molto importante. Spero che vi piaccia e recensite in tanti! Al prossimo capitolo Baci....... La vostra Pimpetta P.S: per please aiutatemi a capire perchè il testo me lo scrive sempre tutto attaccato :(
  
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