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Autore: Kixiu_    01/07/2014    4 recensioni
"Ho detto che non lo avrei mai lasciato, e mai l’ho fatto."
La storia di Alec e Magnus dall'inizio fino alla fine.
[Malec]
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Our Story



“La prima volta che lo vidi era solo un bambino. Io e gli altri nascosti ci eravamo recati lì unicamente per distruggere definitivamente il Circolo di Valentine, quindi mi stupii quando fra la folla e i bagliori delle lame angeliche scorsi un bimbo, tenuto in grembo da una donna dai capelli corvini e lo sguardo fiero che respingeva a colpi di spada chiunque cercasse di avvicinarsi a lei e al figlio. Smisi di lanciare fiamme azzurrine e mandai verso i due un incantesimo di protezione nonostante sapessi che facevano parte della schiera nemica, non volevo che il piccolo venisse ferito. Nel frattempo, la donna si era sbarazzata di un Figlio Della Luna contro il quale stava ardentemente combattendo e aveva iniziato a chiamare a gran voce il marito, evidentemente preoccupata per la sorte del figlio. Non appena l’uomo la raggiunse, si allontanarono velocemente ed entrambi scomparvero in un batter d’occhio nel cuore della notte.
Non pensavo che li avrei più rivisti.
Invece il caso volle che i due coniugi fossero esiliati dagli altri Nephilim proprio a  New York, la mia città, a dirigere l’istituto locale. La prima volta che mi recai lì per degli affari, rividi il bambino: era cresciuto e teneva per mano una bambina poco più piccola di lui. Entrambi avevano i capelli neri come la pece e l’unica cosa che i differenziava era i colore dei loro occhi: se la più piccola aveva degli occhi scuri e misteriosi, il maggiore li aveva del colore del cielo nella più limpida delle giornate. Lo sguardo di entrambi però era lo stesso, un misto fra curiosità e timore, ma non so se fosse perché non avevano mai visto uno stregone prima di allora o per via dei miei capelli cosparsi di glitter e sparati verso l’alto, non ebbi l’occasione di chiederglielo. Quando mi affrettai per uscire dall’ Istituto i due non c’erano più.
Rividi i due fratelli una decina di anni dopo in occasione di una festa nel mio loft di Brooklyn. Non erano più i due bambini intimoriti: la minore era diventata una ragazza bellissima, con i lunghi capelli neri che cadevano morbidi sul suo corpo sinuoso e lo stesso sguardo della madre. Ma non fu lei a colpirmi, bensì il ragazzo che le stava accanto. Sembrava non accorgersi della sua bellezza al contrario della sorella: era vestito con abiti larghi e consunti e i capelli, spettinati, ricadevano sulla fronte nascondendo in parte gli occhi. Appena alzò lo sguardo, capii di essermene innamorato. Era bellissimo. E poi è risaputo, ho un debole per i ragazzi con i capelli neri e gli occhi azzurri. Purtroppo, i Nephilim, una volta risolto il problema per cui erano venuti, se ne erano andati così come erano arrivati, lasciandomi con uno strano senso di vuoto nel petto.
Qualche giorno dopo un messaggio di fuoco mi arrivò dal tutore dell’ istituto, dicendo che uno dei cacciatori era stato ferito gravemente da un demone superiore e subito pensai a lui, al ragazzo che con un solo sguardo mi aveva rubato il cuore. In pochissimo tempo ero lì, distinguevo nel buio della notte la facciata della chiesa che era la casa dei Nephilim. Quando la porta si aprì capii che i miei sospetti erano reali: la ragazza che mi aveva accolto subito mi trascinò nella sua camera, dove il fratello giaceva supino, bianco come un lenzuolo e madido di sudore. Feci il possibile per salvarlo, e quando finalmente riaprì gli occhi, tirai un sospiro di sollievo: era salvo.
Pian piano il timido ragazzo divenne parte della mia vita, la mia lunghissima vita di cui lui non sapeva nulla, la mia lunghissima vita che avrei continuato a vivere per sempre, anche dopo la sua morte. Eravamo molto innamorati, non avevo mai amato qualcuno così tanto, ma commettemmo entrambi degli errori e il nostro rapporto si ruppe. Pensavo di averlo perso per sempre, ma mi sbagliavo. Il nostro amore andava oltre qualche stupida incomprensione, qualche stupida bugia, lo capii mentre ero prigioniero ad Edom, lontano da lui, e quando il ragazzo venne a salvarmi con gli occhi pieni di terrore dopo aver visto le mie condizioni la prima cosa che feci fu baciarlo. In un attimo tutta la rabbia che avevo provato al solo pensiero di quello che aveva fatto svanì, lasciando al suo posto un amore, se possibile, ancora maggiore di quello che provavo prima. Per questo quando riuscimmo ad uscire, non senza problemi, da quella dimensione malvagia, cercai di ristabilire il rapporto ormai spezzato, e tutto fortunatamente tornò come prima.
Qualche anno dopo decidemmo di sposarci: fu una cerimonia fantastica, non solo perché la organizzai io, ma perché per la prima volta dopo tanto tempo ero veramente felice, felice di aver unito indissolubilmente le nostre vite, anche per il poco tempo che ci rimaneva. I miei conoscenti e amici immortali dicevano che mi sarei annoiato e me ne sarei andato non appena il ragazzo avrebbe iniziato ad invecchiare, ma non li ho ascoltati e ho continuato a vivere la mia vita accanto al Nephilim che amavo così tanto.
Ho detto che non lo avrei mai lasciato, e mai l’ho fatto.”

 Magnus posò lo sguardo felino sul volto di Alec, che aveva chiuso gli occhi. Quest’ultimo era disteso sul letto, il respiro appena percettibile, con i capelli bianchi sparpagliati sul cuscino colorato. Non appena si accorse che lo stregone aveva smesso di parlare aprì gli occhi, che non avevano perso nulla del loro splendore.
“Magnus” la voce di Alec era flebile “È una storia bellissima”
Magnus sorrise, mentre delle calde lacrime gli scorrevano sul volto per poi precipitare sulle loro mani unite, quella color caramello del nascosto giovane e con le unghie perfettamente smaltate, quella del cacciatore piena di segni della vecchiaia, cicatrici e con le unghie rovinate.
“È bellissima perché è la nostra storia” disse tirando su con il naso “Ti amo”
“Ti amo anche io, ma questo lo sapevi già” disse il Nephilim, con un sorriso.
Lo stregone si chinò per baciarlo, un semplice bacio a stampo. Entrambi sapevano che sarebbe stato uno degli ultimi, se non l’ultimo.
“Mags” disse Alec dopo una breve pausa con gli occhi velati di lacrime “dici che avrò ancora una possibilità nella mia prossima vita?”
Dopo quella domanda, le lacrime di Magnus si trasformarono in un vero e proprio pianto. Aveva provato tutto pur di renderlo immortale, di allungare di un po’ la sua vita, inutilmente. Ed entrambi sapevano che quel momento sarebbe arrivato, prima o poi. Ma non pensava che sarebbe stato così difficile dirgli addio.
Alec chiuse gli occhi. Delle lacrime scivolarono dagli angoli, bagnando le ciglia bianchissime.
“Mags, grazie. Grazie di tutto. Ti amo.”
Dette queste parole, Alec Gideon Lightwood morì.

 


Note dell’autrice
Se avete riconosciuto la citazione storpiata della canzone “Have Faith In Me” degli A Day To Remember vi amerò per sempre.
Okay, l’idea di questa fan fiction l’ho avuta un sacco di tempo fa, prima dell’uscita della Cronaca Di Magnus Bane “L'ultima sfida dell'Istituto di New York” dove si parla dello scontro contro il Circolo, ma ero troppo pigra e troppo piena di studio per poter scrivere la ff con l’unico risultato che la nona cronaca pone una visione completamente diversa dello scontro contro i seguaci di Valentine rispetto alla mia storia, yaaaay. Fingerò di non averla mai letta. Ma dovevo pur scrivere qualcosa dopo aver letto COHF ç.ç

Che dire, spero vi piaccia! 
Kixiu_
  
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