Ho sempre saputo che questo giorno sarebbe arrivato, ma questo non vuol dire che non mi spaventi.                 
Certo è molto ironico che chi sia sopravvissuto agli Hunger Games abbia paura di raccontare la sua esperienza, no?                                                                                                                                                                   
Di solito rifiuto di parlarne con chiunque, ma voi non siete chiunque, ma i miei nipoti e pertanto sento di dover essere sincero con voi.                                                            
Innanzi tutto, penso che voi ormai abbiate capito che essere un tributo non sia un’opportunità di gloria o comunque, almeno lo spero perché altrimenti sareste degli stupidi come lo sono stato io e vorreste soltanto la morte.
Perché non c’è vita dopo i giochi: non si ritorna mai più sé stessi.
Da parecchi anni sono ormai obbligato a recitare una parte nonostante la grande sofferenza che provo e che non posso più ignorare e la cosa peggiore è che solo voi, vostro padre e vostra nonna conoscete il vero me stesso.
Immagino che sicuramente vorrete sapere tutti i dettagli: i nemici e gli alleati che ucciso, i pericoli che ho corso e la spaventosa arena vulcanica in cui ho dovuto sopravvivere.
Così vi racconto di Claudia, la mia alleata e compagna di Distretto, uccisa dagli altri favoriti e di come la ho vendicata eliminandoli tutti brutalmente.
Poi è il turno di Venus, la ragazza del 5, da me falciata e lasciata in pasto agli ibridi.
In seguito, vi parlo di Arthur e Mandy, il ragazzo del 7 e la ragazza del 8, innamoratisi durante i giochi e da me massacrati in maniera violenta.
Vedo le vostre espressioni e capisco che siete scioccati, ma ormai ho iniziato a parlare e non posso più fermarmi e pronunciò i loro nomi e le loro orribili morti: Julia, Maxwell, Cyrus e Hector.
Arrivato a Hector, iniziò a piangere: è stato lui ha risvegliarmi dal sogno in cui vivevo e per questo, non volevo ucciderlo, ma non avevo altra scelta.
Quando finisco di parlare, il silenzio invade la stanza e o ora che ho risposto alle vostre domande, temo che iniziata ad avere paura di me. Ma in fondo, sono sempre io, nonno Brutus e vi ho sempre voluto bene e sostenuto.
Nell’arena combattevo guidato nella sopravvivenza, mentre adesso lo fa la mia famiglia.
Nell’arena ero solo, mentre adesso non lo sono più.
Nell’arena combattevo ibridi-infuocati, tributi letali e la follia degli strateghi, mentre adesso lo faccio per assicurarmi che voi viviate una vita felice e non veniate mai mietuteti.
Spero che quando oggi guarderemo insieme la quarta edizione della memoria per festeggiare i cento anni della nostra nazione lo farete con occhi diversi pensando a quello che ha dovuto sopportare vostro nonno.
E io, invece?
Io continuerò a recitare il mio ruolo e andare avanti nonostante il dolore supportato unicamente dall’affetto delle persone che amo.
 

Ciao e grazie a tutti i lettori che hanno letto questa "cosa".
In teoria, per questo turno del contest indetto da ManuFury avrei dovuto continuare "Quello che aveva sempre desiderato", ma il giorno in cui era possibile scegliere i pacchetti mi sono distratto e sono rimasti questo (Il tributo, da vecchio, narra ai suoi nipoti la sua avventura nell’Arena (+1 punto se è presente un “What if?” in cui Katniss non ha sconfitto Capitol City)  e alcuni altri che erano impossibili per Brutus.
Probabilmente continuerò la storia se passerò al quinto turno, così farò contenti i fan di quella storia (ovvero 0 + MagicaDark007 che mi recensisce per pietà e Manufury che avendo indetto il contest deve per forza recensire tutte le storie, anche gli orrori come questo.)
Spero sul serio di non venire eliminato e che voi apprezziate questo lavoro (ma non penso che succederà),
A presto,
Dragone 97