Serie TV > Castle
Ricorda la storia  |       
Autore: thatswhatfriendsarefor    01/07/2014    11 recensioni
SPOILER 6X23
La macchina di Castle è in fiamme in un fossato e Kate attonita guarda tutta la sua vita andare in fumo.
Come potrà andare avanti? Cosa è successo veramente?
La nostra personalissima versione della 7x01 e 7x02.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'E se l'inizio fosse stato diverso?'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

INTRODUZIONE

Eccoci di nuovo al lavoro in tandem!

Come per “Dreams come true”, anche per questa storia abbiamo scritto un capitolo a testa, concordando a grandi linee qualche punto chiave, ma lasciando piena libertà alle reciproche vene creative. E, come è successo in precedenza, anche in questo caso ci siamo divertite tantissimo a leggere, correggere, aggiustare, commentare, integrare l’una ciò che l’altra aveva scritto, così che in ogni capitolo c’è davvero un po’ di entrambe.

Speriamo che anche questo esperimento sia di vostro gradimento.

Buona lettura,

Debora e Monica





Image and video hosting by TinyPic




 

CAPITOLO 1 – Dolore

E’ rimasta in piedi sull’orlo della scarpata in fondo alla quale si trova la carcassa dell’auto, la visione offuscata dalle lacrime e dal fumo sprigionato dalle fiamme.

Non ci può credere.

Tutto il suo mondo si è capovolto nel giro di pochi minuti.

Aveva appena ricevuto un dono splendido, l’ennesimo regalo da parte di Martha: un paio di meravigliosi orecchini con i quali la futura suocera le aveva dimostrato ancora una volta di averla accolta come figlia nella propria strampalata famiglia. Stava per portare a compimento la sua favola d’amore, quand’ecco che una telefonata ha dato inizio alla catastrofe.

Perché la vita le ha tolto anche lui?

Non bastava aver perso sua madre?

Non erano sufficienti tutte le lacrime che aveva già versato per Johanna?

Non si meritava un po’ di felicità?

Dopo anni di dolore e di frustrazione, adesso che è finalmente riuscita a trovare giustizia per Johanna, mettendo il senatore Bracken dietro le sbarre, così che possa pagare fino in fondo per le colpe che ha commesso, adesso che sta per coronare il suo sogno d’amore con l’uomo più generoso, irritante, straordinario, paziente, folle, fanciullesco al mondo, l’uomo che è riuscito nell’impresa epica di portare di nuovo il sorriso e la magia nella sua vita, ecco che il destino le presenta nuovamente il conto.

Nella mente di Kate i ricordi si rincorrono impazziti: la fila interminabile per ottenere il suo primo autografo, il loro primo incontro, il suo modo di fare strafottente e immaturo, ma tanto, tanto affascinante, quel bacio sulla guancia, la prima volta che le loro mani si sono sfiorate, il primo bacio sotto copertura, il primo bacio vero così a lungo desiderato e negato, le sue parole quando stava per morire al funerale di Montgomery, il suo appoggio incondizionato anche quando lei continuava imperterrita a tenerlo a distanza, la prima volta che hanno fatto l’amore e poi tutte le altre, i loro progetti…

No, non può essere vero.

Se ne sta lì, pietrificata, lo sguardo perso davanti a sé, vuoto, quasi come se non vedesse il viavai dei vigili del fuoco che stanno domando le lingue di fuoco che avvolgono la vettura.

Sembra una scena surreale tratta da un film giapponese: una bellissima sposa, bianca come un cigno, immobile di fronte all’apocalisse.

Esposito è dietro di lei, anche lui sconvolto dal dolore, incredulo per ciò che sta succedendo davanti ai suoi occhi. Ripensa a quanto hanno riso, sofferto, gioito tutti insieme, loro quattro, la squadra al completo, sin da quando Rick ha messo piede al distretto.

Una volta estinte le fiamme, uno dei pompieri si avvicina all’abitacolo. Si chiama John Grant ed è un giovane volontario che svolge il suo lavoro con passione, anche se non ha una lunga esperienza. Frequenta il Polytechnic School of Engineering a New York, ma nel fine settimana torna negli Hamptons, dove vivono i suoi genitori, e dedica parte del suo tempo al volontariato, seguendo una tradizione di famiglia: anche suo padre, infatti, è un Vigile del Fuoco. Sa che lo spettacolo che lo aspetta potrebbe sconvolgerlo fin nelle viscere, ma prende un bel respiro e, per rispetto a quella bella signora ancora in abito bianco, va a controllare i resti del guidatore.

Ciò che vede lo lascia perplesso.

Era pronto a tutto ma questo non se lo aspettava proprio.

Chiama il suo capo e, dopo una rapida occhiata, anche lui concorda con John.  Decidono di non rivolgersi alla signora, chiaramente sotto shock, bensì di andare da quell’ispanico che l’ha accompagnata e che a prima vista sembra più lucido.

Vedendoli recarsi nella sua direzione, Esposito scuote la testa, quasi a voler allontanare il flusso dei pensieri e dei ricordi del suo caro amico, e rientra in modalità poliziotto: “Sono il detective Javier Esposito dell’NYPD, sono… ero un amico della vittima. Ha già qualche idea sulla dinamica dell’incidente?”

“Detective, sono Mark Cooper, comandante dei vigili del fuoco degli Hamptons” Esposito fa un cenno del capo poi il pompiere prosegue “non c’è nessuna vittima.”

A Javier è parso di capire che non c’è nessun corpo, ma non può essere vero. Forse il dolore gli ha fatto un brutto scherzo al cervello, provocandogli allucinazioni uditive, tanto che scuote di nuovo la testa e chiede: “Come ha detto?”

“Non ci sono resti umani nell’abitacolo, detective. L’auto è vuota” ripete Cooper, scandendo bene le parole. A pensarci bene, pare che il suo interlocutore non sia poi tanto più lucido della signora. E dire che si è anche presentato come un detective… bah, nella grande mela sono tutti un po’ strani. Deve essere colpa dell’inquinamento: troppo monossido di carbonio e le sinapsi non funzionano più.

“Ne è sicuro?” domanda un Esposito sempre più confuso.

“Faccio questo lavoro da tanti anni, mi creda, so riconoscere un cadavere carbonizzato. Le ripeto che l’auto è vuota” risponde Cooper, leggermente irritato dalle domande insistenti del detective che sembra mettere in dubbio la sua competenza.

Javier ha bisogno di qualche secondo per metabolizzare quelle parole, poi si volta verso Kate. Beckett è ancora nella stessa posizione, lo sguardo perso sull’auto di Rick, ormai ridotta a un rottame fumante, il vestito di Johanna ancora stretto in una morsa dalle mani chiuse a pugno, tanto che le nocche sono diventate più bianche dell’abito ormai scurito dalla fuliggine.

Esposito la chiama ma lei non si muove di un millimetro.

L’uomo le si avvicina e le prende un braccio, facendola voltare verso di lui. Incatenando i propri occhi a quelli della donna rimane sconvolto per lo sguardo che le rivolge.

Uno sguardo vacuo eppure colmo di dolore.

Uno sguardo che gli arriva come un pugno in pieno petto e lo fa vacillare.

Poi le dice: “Kate, l’auto era vuota!”

Beckett lo guarda come se fosse un marziano che si esprime in un idioma straniero.

Esposito ripete: “Kate, Rick non era lì dentro!”

Il primo pensiero è che sia stato sbalzato dalla vettura quando è finita nella scarpata, ma se così fosse lo avrebbero visto, se ne sarebbero accorti, se non loro almeno i vigili del fuoco. Ma allora dove è finito? Cosa gli è successo?

In quel momento, il cellulare di Kate, abbandonato sul sedile dell’auto con la quale sono sfrecciati fino al luogo dell’incidente si mette a suonare.

Esposito afferra il telefono e nel suo cuore si accende la speranza che dall’altro capo della linea ci sia Castle, con un’assurda spiegazione per ciò che è successo. Gli andrebbe bene anche che gli raccontasse una storia sulla mafia e gli alieni. Crederebbe anche agli omini verdi, lui che, a differenza di Ryan, è sempre stato razionale, proprio come Kate. Deve ammettere, però, che Rick e le sue fantasiose teorie li hanno aiutati a risolvere più di un caso, o se non altro ad alleggerire la tensione del loro lavoro. Porge il cellulare a Beckett che, con voce tremante, dice: “Pronto.”

“Sono il capo Brady della polizia degli Hamptons, parlo con il detective Beckett?”

“Sì, sono io” risponde incerta.

“Detective, non so se si ricorda di me, ci siamo incontrati quasi due anni fa quando è stato ritrovato un cadavere nella piscina del signor Castle. Ah, fra l’altro ho letto del vostro fidanzamento, congratulazioni!” dichiara ciarliero Brady.

Beckett aggrotta la fronte, non ha certo voglia di perdersi in chiacchiere da salotto, tanto meno con Brady, il cui tempismo resta sempre memorabile. Ha ben altro a cui pensare in quel momento. Sta realizzando piano piano che il suo fidanzato non è finito arrosto in quell’auto ma è comunque sparito nel nulla e deve trovarlo.

“Senta, capo Brady, mi ricordo di lei, ma al momento sarei molto impegnata, potrebbe dirmi rapidamente il motivo della sua chiamata?”

“Sì, detective, capisco, ma vede … ho ragione di pensare che il signor Castle sia stato rapito.”

L’istinto da poliziotto di Beckett riprende il sopravvento e fuga ogni nebbia nella sua mente. Mette il vivavoce così che anche Esposito possa sentire la conversazione e chiede al suo interlocutore: “Rapito? E da chi?”

“Venga a trovarmi alla stazione di polizia, immagino si ricordi dov’è, ho una cosa da mostrarle.” Taglia corto Brady e chiude la telefonata.

Kate guarda per un momento il display del cellulare e le mani che le tremano ancora un po’ per lo shock. Inspira a lungo, profondamente, ed espira lentamente dalla bocca come per prendere possesso del suo corpo e delle sue facoltà mentali. Questa giornata si preannuncia infinita.

  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: thatswhatfriendsarefor