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Autore: Gio318    01/07/2014    2 recensioni
John Watson ha un diario. Che cancella periodicamente. Non che la cosa possa affliggere Sherlock. Affliggere sarebbe una parola troppo grande. Diciamo che stava solo rodendo dalla curiosità. E perchè John sembrava così...stanco?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lo fissava, appena da sopra lo schermo del computer.
Le mani si muovevano rapide sui tasti, ticchettando ritmicamente.
Watson si passò una mano sul viso, stropicciandosi gli occhi.
Lo sapeva anche Sherlock che non stava lavorando al blog.
 
Stava lì delle ore, a digitare discorsi su un blocco note, puntualmente cancellati con cura prima di riporre il computer.
 
Ma cosa stava digitando con tale costanza e fervore su quel computer, se poi veniva cancellato? Qualcosa scritto con tanto impegno e dedizione doveva pur avere un significato, doveva pur essere qualcosa che valeva la pena conservare.
 
Sherlock Holmes pensava a ciò, mentre suonava distrattamente il violino in cucina, spostandosi a controllare due enormi pentoloni che sobbollivano sul fuoco, emanando spiacevoli odori. Sentì uno scatto: John aveva aperto la finestra. Nonostante fosse un inverno particolarmente freddo, il puzzo proveniente dai pentoloni doveva turbarlo particolarmente, al punto di preferire congelare.
 
John Watson sembrava stanco. Era stanco. I capelli, anche se pettinati, ricadevano in maniera sgraziata sulla sua fronte, facendolo quasi sembrare un ragazzino. La camicia di flanella a quadri era arrotolata fino ai gomiti, lasciando scoperti i pallidi avambracci. Ombre scure si stagliavano sotto i suoi occhi, mentre i suoi occhi grigi erano persi a fissare un punto vuoto al di là dello schermo. L’angolo destro della bocca era leggermente curvato all’ingiù.
 
Non si tratta del blog. Non si tratta di nuovi casi: non ne avevano da settimane. Ma allora cosa diavolo sta scrivendo? Ho rivoltato quel dannato computer da cima a fondo.. e niente. Non salva nemmeno, cancella direttamente. John, John…cosa stai combinando? Sembri così stanco…le nocche ti protrudono dalle mani, mettendo in rilievo le vene. Mangi poco. Dormi poco. Sembri stanco. I tuoi occhi… Si fermò.
 
Watson si era alzato, aveva preso la giacca ed era uscito.
Holmes posò il violino e si avvicinò alla finestra. Stava nevicando. Copiosamente. Nevicava e il suo amico era giù sul marciapiede, seduto su un gradino.
Stava per scendere, quando squillò il cellulare. Un messaggio.
 
-Non scendere. JW
-Inizi ad essere un buon investigatore. SH
-Comunque non scendere. JW
-Sta nevicando. Fa freddo. Non sarei sceso comunque. Non ci tengo a prendermi una polmonite. SH
-La polmonite è virale. JW
-Se non vuoi che scenda, come mai continui a rispondere? SH
-Sei strano. Sempre attaccato a quel pc. Non ti sarai trovato una fidanzatina su internet? SH
-Vaffanculo. JW
 
John rimise il cellulare in tasca. Sospirò. Non sarebbe cambiato nulla. Né adesso né mai. Scrivere lo aiutava a schiarire la mente, ma se ne vergognava al punto da non lasciare traccia dei suoi pensieri. John Watson non stava diventando un romanziere, ma narrava le sue memorie, quasi a sé stesso, per poi eliminarle. Era il suo sfogo. Scriveva di tutto ciò che gli capitava, ma aveva un argomento che poteva considerare preferito. Lo stesso argomento che lo stava turbando tanto e lo aveva ridotto in quello stato.






NdA: è una vita che non scrivo. Una mia amica mi ha introdotto a questa serie (meglio tardi che mai) e me ne sono innamorata perdutamente. Tanto da inizare a scriverci su. I personaggi non mi appartengono (Sigh, Watson). Spero che riusciate ad apprezzare la mia storia.
 
  
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