Fanfic su attori > Cast Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Sindy22Bool    01/07/2014    1 recensioni
La sua risata risuonava fresca e contagiosa anche nel frastuono del locale.
Il suo sorriso spiccava tra quelli delle sue amiche.
Il suo accento, che mi ricordava molto quello americano, mi entrava nelle orecchie e mi metteva in confusione.
E poi c’erano i suoi occhi. Beh, i suoi occhi mi avevano illuminato.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mattew Lewis, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Capitolo 1
La ragazza del bar

 

Leeds era sempre la stessa, non cambiava mai. In più, l’autunno la rendeva ancora più meravigliosa, la migliore città al mondo in cui vivere, secondo il mio modesto parere.
Appena entrato nel salotto di casa, le valigie ancora sparse nell’anticamera all’ingresso, mi ero lasciato cadere sul divano di pelle nera. Si assaporava odore di chiuso. D’altronde le finestre erano state chiuse per parecchio tempo, sette o otto mesi, insomma.
Ero appena tornato a casa dal Sud Africa, dove ero tornato a girare il seguito della serie Bluestone 42, di cui facevo parte. Era stata davvero apprezzata dal pubblico, quindi i produttori avevano deciso di darle un seguito.
Mi mancava davvero tanto Leeds.
Dopo parecchio tempo, immerso nel silenzio della casa, decisi di aprire le finestre. Mentre camminavo verso la grande vetrata del salotto mi bloccai: i vicini avrebbero saputo del mio ritorno e si sarebbero immediatamente catapultati alla mia porta. Decisi così di lasciare le tapparelle abbassate, e accesi le luci.
Affamato, mi trascinai verso la cucina. Aprii il frigorifero di vernice lucida rossa, e rimasi a bocca aperta quando lo vidi completamente vuoto.
- Fanculo -.
Mio fratello Anthony aveva sicuramente ignorato di proposito i messaggi che gli avevo lasciato riguardo la spesa che avrebbe dovuto gentilmente fare per “il suo fratellino preferito che tornava dal Sud Africa”, ecco come mi ero spacciato. Leccaculo.
Chiusi con forza la porta del frigo. Erano le sei di sera, il fuso orario mi aveva scombussolato. Avevo urgente bisogno di mettere nello stomaco una pizza, un doppio hamburger, un’insalata mista… Insomma, avevo bisogno di mangiare, perché il mio stomaco non la smetteva di brontolare.
Alterato, afferrai il telefono.
*Duuu, duuuu, duu…*
- Leeds’s Pizza, mi dica – rispose una voce roca e allegra dall’altro capo della cornetta.
- Buonasera, volevo ordinare una pizza a domicilio… Salsiccia e patatine fritte – gli diedi il mio indirizzo e riattaccai.
Mi buttai immediatamente sotto la doccia, e ci rimasi per una buona mezz’ora. Avevo un terribile mal di testa, così, dopo essermi vestito, presi un’aspirina.
Quando il campanello d’ingresso suonò, verso le sette, scesi di corsa le scale. Sentivo già il profumo di pizza che riempiva il mio stomaco impaziente. Non appena aprii la porta, rimasi un tantino deluso.
- Matt! – esclamò Nick, abbracciandomi forte – Bentornato, amico -.
Notò immediatamente la mia espressine non troppo entusiasta, anche perché non avevo ricambiato l’abbraccio: le braccia mi penzolavano lungo i fianchi.
- Sai Matt, anche io non vedevo l’ora di rivederti – fece, ironico.
- Stavo aspettando la pizza – mi giustificai.
Nick sorrise, e io lo invitai ad entrare. Ci sedemmo a tavola, uno di fronte all’altro.
- Anthony ci aveva detto che saresti tornato oggi – sorrise.
- Quel bastardo – sbottai – Si è ricordato di dire a tutti quando tornavo, ma la spesa non me l’ha fatta -.
- Rimpatriata stasera? – mi fece l’occhiolino – Una birretta tra amici? -.
- Nick, sono appena tornato dal Sud Africa – alzai un sopracciglio.
- Quale miglior modo di festeggiare? -.
Lo guardai torvo.
- Avanti, Lewis – sbuffò – Sono otto mesi che non vedi i tuoi amici del cuore, e che non ti bevi una birra decente -.
Aveva perfettamente ragione, ma non lo avrei mai ammesso davanti a lui: le birre che si trovavano in Sud Africa non erano sicuramente buone come quelle di Joe, al Pub.
- Ci penserò, d’accordo? -.
Nick fece spallucce.
Il campanello dell’ingresso suonò nuovamente.
- La mia pizza, vi supplico – imprecai, mentre mi avvicinavo alla porta.
Finalmente potevo saziare il mio stomaco in subbuglio, così Nick se ne andò, ricordandomi il ritrovo da Joe alle dieci. Annuii distrattamente, mentre addentavo con desiderio il primo pezzo di pizza, quando il mio amico si chiuse la porta di casa alle spalle.
 
Ero davvero sazio, e la voglia di alzarmi dal divano era pari a zero. Il Pub quella sera non mi allettava, volevo solo vedere qualche replica del Rugby e poi fiondarmi sotto le coperte, perché avevo un fuso orario da ristabilizzare.
Ma mi dispiaceva per Nick e per i ragazzi della compagnia che non vedevo da più di otto mesi. Non sapevo dire di no, soprattutto se si trattava di una birra con gli amici.
Mi vestii decentemente, un paio di jeans e una maglietta, la mia giacca di pelle, infilai le scarpe e uscii di casa.
Fuori tirava un vento quasi freddo, classico della Leeds autunnale che tanto mi mancava. Fortunatamente il sole era già sceso, e l’oscurità si stava impadronendo delle graziose strade della città, in modo da poter passare inosservato. Non avrei gradito dovermi fermare a scattare qualche fotografia in quel momento.
Riuscivo a intravedere il Pub di Joe in lontananza, le luci e la musica erano notevolmente alte. Stavo per fare dietrofront verso casa, ma i miei amici mi avevano già notato. Erano rimasti apposta fuori ad aspettarmi, come al solito. Cercai almeno di sembrare sorpreso e deliziato, avvicinandomi a loro con un sorrisetto stampato in faccia. Dovevo almeno sforzarmi.
- Matt! Finalmente, il nostro attore – esclamò Alan, dandomi una pacca sulla spalla.
- Ci sei mancato, Matty – aggiunse Louis.
Li salutai uno per uno, ed entrammo nel Pub. Non era troppo affollato, anche se parecchi dei presenti ci fissarono, quando entrammo. Trovammo il nostro solito tavolo vista ingresso riservato. Anche Joe fu contento di rivedermi.
Mi sedetti spaparanzato sulla panca rivestita di morbido tessuto e assaporai a pieni polmoni il profumo di birra che aleggiava nell’ambiente.
Joe, omone sulla sessantina, capelli brizzolati, ci raggiunse per le ordinazioni – Il solito, ragazzi? -.
- Il solito – dissi, con un sorriso.
- Bentornato tra noi, Lewis – mi fece l’occhiolino.
 Dopotutto non era stata una pessima idea andare al Pub quella sera, mi sentivo già più rilassato dopo aver bevuto metà del mio calice di birra. Era rigenerante. E inoltre ero finalmente a casa, in famiglia.
La replica della partita di rugby giocata la sera prima dal Leeds ci teneva con gli occhi incollati alla tv al plasma attaccata alla parete.
- Wow – esclamò Nick, ad un certo punto, picchiando i pugni sul tavolo di legno.
Distolsi gli occhi dallo schermo per un secondo, cercando la risposta a quella reazione improvvisa negli occhi ammaliati del mio amico, che mi fece cenno con il capo di guardare verso l’ingresso del locale.
Proprio sulla porta, erano ferme tre ragazze. Il mio sguardo cadde immediatamente su una delle tre.
Era magra, gambe sottili, ma allo stesso tempo aveva delle bellissime forme. Capelli mossi di un color biondo cenere, e un sorriso luminoso. Ma ciò che più di tutto notai, furono i suoi occhi. I suoi occhi azzurri mi spiazzarono.
Aveva un abitino di pizzo blu notte, e un paio di scarpe con il tacco grigie scamosciate, abbinate alla borsa.
Insieme alle altre due ragazze che erano con lei, raggiunse il bancone. Tutti, nel locale, le seguirono con lo sguardo.
Ero ancora incantato su di lei, quando Nick richiamò la mia attenzione.
- Dicevi? – tentai di riprendermi, passandomi una mano sul viso.
Nick soffocò una risata, fece per dirmi qualcosa, ma l’ingresso di un’altra ragazza lo colse nuovamente di sorpresa.
Tutti noi riconoscemmo la ragazza mora che era appena entrata: era l’amica storica di Nick, Lea. Si conoscevano da quando erano piccoli. Non appena lei lo vide sbracciarsi, venne verso di noi e ci salutò.
- Non farti più vedere in giro, mi raccomando – fece lui, sarcastico.
- Non fare il permaloso – sbuffò lei, sorridendo.
- Lela – la chiamò Kevin, un altro amico della compagnia. Lela era il soprannome con cui Nick la chiamava quando erano piccoli. Ormai per tutti lei era rimasta ‘Lela’.
Lea si girò a guardarlo, e arrossì lievemente. Ho sempre pensato che avesse una cotta per lui. Sarebbero stati una bella coppia.
- Le ragazze al bancone – fece, indicando con il pollice della mano destra alle sue spalle – Sono amiche tue? -.
Lea lanciò un’occhiata al bancone, annuì e iniziò a chiamare le ragazze. Quelle si girarono verso il nostro tavolo. Anche io mi voltai a guardarle.
Fu proprio in quell’esatto istante che i miei occhi incrociarono quelli azzurri della ragazza bionda.
Fu come un pugno nello stomaco. Lei sgranò gli occhi, sembrava stupita e al tempo stesso emozionata nel vedermi. Mi feci piccolo piccolo sulla panca, perché i suoi occhi mi intimidivano. Erano meravigliosi, pieni di luce… Brillavano.
Ero così perso nei suoi occhi che non mi ero accorto quanto si fossero avvicinate.
- Lui è Nick, e loro sono Kevin, Alan, Louis, Zac e Matt – disse Lea, indicandoci uno per uno. Quando mi presentò accennai un sorriso.
- Loro invece – continuò Lea, pronta a presentare le sue amiche – Sono Taylor – e indicò la ragazza dai capelli lunghi e rossi – Quinn – e fu il turno di quella dai capelli castani – e Alice -.
Alice.
Così si chiamava la ragazza che non riuscivo a smettere di guardare. Avevo ancora i miei occhi immersi nei suoi.
Nick cercò immediatamente di sfoderare la sua vena da simpaticone, mostrandosi cordiale – Vi va di unirvi a noi? -.
Le tre ragazze fecero per consultarsi con qualche occhiata intensa, ma Lea tagliò corto – Siamo solo di passaggio -.
Nick e Kevin la fissarono come per dire “Lela, sei una stronzetta”. Lei sembrò interpretare il loro sguardo, e accennò un sorrisetto malizioso.
Le quattro ragazze si sedettero ad un tavolo poco distante dal nostro. I miei amici, alquanto rassegnati, ricominciarono a guardare il Rugby. Cercai di seguire il loro esempio, distraendomi da Alice, ma non riuscivo a smettere di guardarla.
La sua risata risuonava fresca e contagiosa anche nel frastuono del locale.
Il suo sorriso spiccava tra quelli delle sue amiche.
Il suo accento, che mi ricordava molto quello americano, mi entrava nelle orecchie e mi metteva in confusione.
E poi c’erano i suoi occhi. Beh, i suoi occhi mi avevano illuminato.
Quando lasciarono il locale, rimasi a guardarla. Immersi un’ultima volta i miei occhi nei suoi, che ricambiò lo sguardo, prima di scomparire alla mia vista.


 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sindy22Bool