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Autore: sfiorisci    01/07/2014    9 recensioni
Tele di carta, acquarelli, pennelli, cavalletti, la luce del crepuscolo. Una casa di campagna, lontana dal centro, un uomo solo. I pennelli si sollevavano dal loro barattolo come per magia e finiscono nella mano del pittore: li prende al volo e i suoi occhi si illuminano, la stanza comincia a ruotare vorticosamente, i lamenti della donna appaiono lontani, vuoti, forse non esistono nemmeno.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’uomo che intrappolava le donne nei quadri

 
Tele di carta, acquarelli, pennelli, cavalletti, la luce del crepuscolo. Una casa di campagna, lontana dal centro, un uomo solo. I pennelli si sollevavano dal loro barattolo come per magia e finiscono nella mano del pittore: li prende al volo e i suoi occhi si illuminano, la stanza comincia a ruotare vorticosamente, i lamenti della donna appaiono lontani, vuoti, forse non esistono nemmeno.
Il pittore osserva, contempla, ammira, mentre le stelle si fanno sempre più vicine e la Terra scompare. Ora non è più con noi, è in un’altra dimensione in movimento; prima qui, poi lì, poi ovunque e in nessun posto.
Quando dipinge, quando le soffici setole del pennello toccano la ruvida tela, la sua definizione di esistenza cambia: questa per lui non è altro che una parola, lettere vuote e prive di significato. Non c’è gioia nella parola esistenza, non c’è colore, non c’è suono, la parola stessa non esiste, così come non esiste lui.
La donna urla sempre più forte, vorrebbe portarlo alla realtà, lo sa, ma niente è in grado di interrompere le sue opere, l’anima che grida dentro di lui è più forte di qualsiasi rumore esterno.
Ecco, di nuovo la vista gli si appanna, mentre prende alcune pennellate di colore: un po’ di rosso per i capelli, marrone per la pelle abbronzata, grigio per le varie ombre. Altre pennellate altri colori e – il pittore osserva rapito – la sua opera è completa.
Torna alla realtà, la donna non c’è più. Il suo elegante tappeto è macchiato dal sangue di lei, sangue che si va ad aggiungere a quello già depositato, e l’odore non gli dà fastidio. Un giorno pulirà, o forse no.
Il sangue gli ricorda il sacrificio della bellezza e lo lascia lì, come promemoria.
Il quadro è concluso, la donna rapita, intrappolata in una maschera d’orrore all’interno di esso, eppure è bella. La linea del suo viso è delicata, i vestiti mettono in risalto le sue forme e i capelli, le sue gambe sono scoperte. Non c’è volgarità, sangue o un provocazione in quel quadro, solo un’orribile bellezza.
Il pittore prende il quadro e lo deposita in cantina, insieme agli altri. Ammira per un secondo, per un secondo solo, la sua collezione, tutte le bellezze intrappolate nel suo piccolo forziere.
È soddisfatto di se stesso, compiaciuto dalla sua bravura: non è facile intrappolare la bellezza.

 


 
Salve a tutti! Questa flash-fic è il mio primo esperimento nella sezione e spero che sia riuscito. Non avevo pubblicato mai nulla del genere prima e spero davvero di aver centrato cosa si intende per 'Nonsense'.
Fatemi sapere, critiche e consigli sono sempre ben accetti!

Francesca.
   
 
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