Storia partecipante al contest A Brother is a Friend given by Nature di
eamesie sul Contest Mania.
Autore:
Chloe R Pendragon.
Titolo:
La leggiadria delle piume.
Fandom:
Inuyasha.
Personaggi:
Kagura, Kanna.
Avvertimenti:
Nessuno.
Rating:
Verde.
Note:
Nessuna.
La leggiadria delle piume.
Il castello feudale era immerso in un profondo
silenzio, reso ancor più inquietante dall’oscurità della notte; sul tetto
dell’edificio sedeva Kagura, gli occhi vermigli rivolti al cielo, un velo di
tristezza a ottenebrarle il pallido volto.
Ogni singola cellula del suo esile corpo ribolliva
di rabbia, pensando a quanto ingrata fosse la sua sorte. Lei, Dominatrice del
vento, imprigionata da un mezzo demone. Non riusciva a rassegnarsi a
quell’assurdo destino, non poteva: la
sua natura era quella di uno spirito libero, non di una marionetta nelle mani
di uno spietato burattinaio.
La sua mente rimuginava freneticamente alla
ricerca di un piano per sfuggire al controllo di Naraku, mentre le sue membra
tremavano per la frustrazione che la affliggeva.
«Kagura!»
quel flebile sussurro giunse alle sue orecchie appuntite con la stessa
intensità di un grido, facendola sobbalzare e voltare di scatto. Tirò un
sospiro di sollievo quando si accorse che era stata Kanna, sua sorella maggiore
nonché compagna di sventure: anche lei era un’emanazione di quel mezzosangue,
tuttavia non mostrava la sua stessa insofferenza verso quella prigionia.
Certo,
era tipico di quel piccolo demone non palesare le sue emozioni, chiusa com’era
nella sua inespressività, eppure la Signora del vento non riusciva a credere a
quella freddezza, era sicura che ci fosse dell’altro.
«Ti
ha mandato Naraku?» chiese con una punta di amarezza nella voce, le labbra
carnose piegate in un ghigno beffardo. La giovane scosse lentamente la testa e
le si avvicinò silenziosamente, sedendosi al suo fianco con l’inseparabile
specchio poggiato sulle ginocchia.
«Perché
sei triste?» domandò atona, spiazzando per una manciata di secondi Kagura, la
quale non si era aspettata un simile quesito, non da lei: inarcò un
sopracciglio, soppesando attentamente le parole da dire, per poi rispondere con
un ulteriore interrogativo.
«Dimmi,
Kanna: pensi mai a come saresti se fossi libera?» le chiese con garbo,
studiando la maschera di ghiaccio della sorella. Quest’ultima la guardò negli
occhi, facendo calare un imbarazzante silenzio prima di replicare: «Che intendi
dire?».
La
Dominatrice del vento rimase nuovamente interdetta, riflettendo accuratamente
sulla maniera in cui spiegarle un concetto tanto semplice e immediato, ma che
pareva non appartenere all’indole della bambina. Prese una delle piume che
adornavano il nastro con cui legava i lunghi capelli castani, la staccò e la
lasciò in balìa delle correnti.
«Vedi
quella piuma? Prima era “imprigionata” in questa fascia, mentre ora è libera di
fluttuare nell’aria: non desidereresti essere al suo posto? Essere libera? »
Il
piccolo demone osservò la leggiadria e la grazia con cui la piuma volteggiava,
quasi ipnotizzata dal suo percorso mentre sussurrava tra sé quell’ultima
parola. Kagura la guardò intensamente, cercando in tutti i modi d’interpretare
i pensieri della misteriosa sorella, la quale però non lasciò trapelare alcuna
emozione.
Kanna
si limitò a stringere al petto lo specchio, per poi alzarsi e allontanarsi
senza risponderle, continuando a sussurrare quel vocabolo; l’altra sospirò,
rassegnandosi di fronte all’enigmaticità della giovane creatura, e riprese a
guardare il cielo.
La
sua mente tornò a ordire nuovi piani per sconfiggere Naraku, tuttavia ogni
pensiero era permeato da una rabbia ancor più intensa di prima: vedere sua
sorella, inconsapevole vittima del loro carceriere, aveva aumentato la sua
frustrazione, rendendo le sue macchinazioni più feroci e acuendo il suo
desiderio di rivalsa.
Vedrai, Kanna: un giorno io e te saremo libere come
il vento, pensò tra sé, tremante di rabbia.
Un giorno io e te danzeremo come quella piuma,
leggiadre e felici.