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Autore: Calliroe    24/08/2008    0 recensioni
La donna aveva cambiato velocemente umore: non aveva più voglia di scherzare. Si accese una sigaretta e cominciò a fumare, senza chiedere il permesso al potenziale cliente. Nella sala si mescolò l’odore acre e lievemente sgradevole di tabacco con quello dolce dell’incenso. - Me la racconti, quella storia. – disse [...] lo scrittore. La donna spense la sigaretta, portò le ginocchia al petto, chiuse gli occhi; poi cominciò a raccontare la sua storia, che da tanto tempo cercava di dimenticare.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’uomo si alzò di scatto, furibondo; le mani gli tremavano, la voce era un convulso.
-    Come… Come… Come vi permettete! Sono un uomo sposato! – disse, e facendo questo cominciò a girare senza meta nella stanza – Sono un uomo perbene! E felicemente sposato!
-    Non lo metto in dubbio – disse lei, tranquilla.
Lo scrittore prese il cappello, lo rigirò tra le mani e, con frenesia, raggiunse a passi svelti la porta.
-    Non... Io non… Non rimetterò mai più piede, mai più, in questa squallida casa d’appuntamento!
-    Non ne sono sicura! – disse lei, sorridendo.

Con grazia e calma, sorprendendo chiunque, si alzò e accompagnò il cliente alla porta.
-    Ci rivedremo, presto o tardi, e lei lo sa.
-    Oh no, NO!
-    Vedrai – disse lei, appoggiandosi all’uscio della porta, sussurrando dolcemente – Arriveranno giorni, mio caro scrittore, che sarai ossessionato dal mio ricorso… Sarò sempre con te, nei tuoi pensieri, sempre… e nemmeno la morte ci separerà…
                                L’uomo uscì, raggiunse l’altra sponda della strada in un baleno; il buio inghiottì la sua figura, mentre Cecylia rimaneva con gli occhi incollati alla boscaglia, pregando di vederlo ricomparire da un momento all’altro.


Lo scrittore rimase parecchi mesi, a ripensare a quel giorno. O meglio, a quella notte… sembrava un sogno, irreale… Ricordava la figura snella di Cecylia, le sue rughe attorno alle labbra, il suo fare provocante la prima sera che l’aveva incontrata…
    Ricordava persino il suo modo di fumare, con che naturalezza fumava le sigarette e andava ad accendere le candele e gli incensi…

Pensava a lei. Ogni giorno.
Cecylia l’aveva maledetto, di questo ne era sicuro.


-    Simeon! Simeon!
Lo scrittore si risvegliò tutt’un tratto: s’era assopito ancora una volta, leggendo il giornale.
-    Scusami, mia cara – fece lui di rimando alla moglie - Mi ero così concentrato che…
-    SMETTILA!
-    … Cosa? – alzò gli occhi dal giornale, e incontrò il corpo tozzo e massiccio della moglie. Stringeva le mani sui fianchi, e quella posa la faceva sembrare ad una grassa gallina – Smettere di fare cosa, moglie mia?
-    Sei… Sei impossibile! Rimani tutti i giorni a leggere ed oziare… Papà è stanco di farci prestiti, lo sai… e tutti noi vogliamo vedere il tuo libro, quello che tanto avevi annunciato pochi mesi or sono!
-    Cara, mia cara… - disse lui, in tono grave, scotendo la testa – Tu non capisci… Non ho l’ispirazione…
-    L’ispirazione? L’ISPIRAZIONE? Sai meglio di me, che non potremo continuare a nutrirci di speranze! Tua figlia, tra poco andrà a scuola! E i libri costano! E…
-    Ve bene, va bene! – disse lui, sbottando.
Scappò dalla stanza, lasciandosi dietro le urla della moglie.
    
    Simeon vagabondò per la campagna, finché senza accorgersi raggiunse una ben nota fattoria. Scosse le testa, chiedendosi se fosse o meno un caso che fosse capitato davanti alla casa di quel caro amico comune a lei e Cecylia, che molto tempo prima gli aveva parlato di una prostituta con una bella storia da raccontare.

Il proprietario del casolare – nonché amico comune di Simeon e Cecylia -  era un uomo alto, robusto, con la barba vecchia di qualche giorno e mal rasata; si avvicinò allo scrittore e gli diede un pacca amichevole sulla spalla.
-    Simeon! Vecchio scrittore squattrinato!
-    Sempre gentile come sempre, eh, Joakim?
-    Andiamo, andiamo… lo sai che non sono un tipo da cerimonie! – facendo questo, passò una mano sulla pancia, così grossa che, se Joakim fosse stato una donna, sarebbe sembrata incinta di otto mesi. – Entra dentro, compare! Di questi tempi, se non ci fosse un bicchiere di vino per tirarsi su di morale, la vita non avrebbe attrattive!
    Simeon entrò nella cucina, facendo attenzione a non pestare le vecchie bottiglie di liquori sparse in giro per la casa. I due vecchi amici chiacchierarono per un’ora, fino a quando il vino non sciolse del tutto le loro lingue: solo allora, Simeon si fece forse, e gli chiese:
-    Joakim, hai più notizie di Cecylia?

Joakim riservò all’amico un occhiata strana.
Poi, inspirando profondamente, appoggiò il suo bicchiere nel lurido tavolo, e raccontò all’amico tutto ciò che sapeva.



  
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