Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |      
Autore: Liris    24/08/2008    8 recensioni
Ciò che ho passato in questo mezzo mese penso che si possa paragonare ad un purgatorio.
Quello che vorrei semplicemente è finire all’inferno e mettere una pietra sopra a tutto.
Il viaggio di ritorno da West City è stato già di per se distruttivo….pensare che eravamo solo all’inizio, anche ora mi fa attorcigliare le budella, se esistono ancora.

Come promesso, il secondo capitolo speciale dalla mia fic I want you to Know
Genere: Triste, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Frozen and Flames-






I can feel your sorrow
You won't forgive me
but I know you'll be all right
It tears me apart that you will never know but I have to let go






Lento è il paesaggio che attraverso il finestrino del treno, mi passa davanti agli occhi semichiusi.
L’ennesima missione di routine
L’ennesimo ritorno a casa

Casa.
Ovvero luogo dove una persona si sente amata e protetta, circondata dalle sue piccole cose e dalla persona che ama e dalla quale viene ricambiata.

Mi chiedo se dovrei ancora chiamarla così.

Ormai è solo un vuoto posto dove sto solo per mangiare qualche sera e dormire.


Sento la presenza di Al, davanti a me, e più di tutto, sento il suo sguardo puntato sulla mia persona.
Credo che appena tornerò a casa, mi lascerò semplicemente tutto alle spalle, dopo aver rimesso anche la colazione della mattina.
Mi sembra anche questo ormai un gesto quotidiano.

Tsk…manco fossi malato.

O forse lo sono davvero.


Ciò che ho passato in questo mezzo mese penso che si possa paragonare ad un purgatorio.
Quello che vorrei semplicemente è finire all’inferno e mettere una pietra sopra a tutto.
Il viaggio di ritorno da West City è stato già di per se distruttivo….pensare che eravamo solo all’inizio, anche ora mi fa attorcigliare le budella, se esistono ancora.

Il viso sorridente e le ciance allegre di Havoc erano l’unica cosa che mi risollevava da un morale sotto i piedi.
Avevo passato quella settimana in ospedale da solo, anche se più delle volte la mia forzata solitudine veniva smossa dall’arrivo di qualche amico, pronto a farmi almeno sorridere nel mio mortale pallore.
Roy…o beh, lui era comparso solo due o tre volte, con tutti gli altri, solo per dar presenza e basta.
Questo penso sia stata la parte più dolorosa di quei giorni.
Vederlo e non poterci parlare. Provare ad aprire bocca e venir subito fermato dallo scuotere della sua testa e la sua sparizione.

Poteva benissimo mettere una parola fine subito….invece che arrivare fino a qui

Come dicevo, beh.. Appena ho messo piede a casa, ho cercato subito il suo sguardo, che però non ho trovato.
Non avevamo fatto in tempo a tornare, che lui si era già dileguato in bagno, mentre io come un deficiente ero rimasto immobile in sala.
Sinceramente, penso di non aver avuto la minima forza di muovere le gambe e attaccarmi alla porta del cesso per richiedere la sua attenzione.
Penso di non meritare nemmeno un suo sguardo.
È già tanto se al mattino ci diamo il buongiorno, o al al Quartier Generale parliamo di lavoro, scambiandoci i vari fogli da firmare.

Per quanto riguarda il giorno, beh, ho passato intere mattine immerso nei rapporti da revisionare, o a fare la ronda con Havoc per i sobborghi di Central City, visto alcuni casi di brigantaggio.
Le notti più che alzarmi e andare a calmarli in bagno….non avevo molte scelte.
I ricordi di ciò che è accaduto in quella maledetta stanza penso mi segneranno a vita.

Il mio personale inferno

Perfetto per uno come me, che non è più degno dell’amore dell’uomo che ama.

Ogni stramaledetta notte mi alzavo madido di sudore, e fuggivo a chiudermi in quella piccola stanzina, dove, abbracciando il water, rimettevo anche l’anima.
Nessuna parola di conforto o gesti d’affetto quando riuscivo a trovare la forza per tornarmene a letto.
Roy passava così tanto tempo immerso nel lavoro che il più delle volte toccava solamente il materasso e entrava bellamente nel mondo dei sogni.
Mentre io bastava che chiudessi gli occhi per trovarmi da solo, con dolori allucinanti che tornavano a toccare la mia mente, quasi fossero reali, svegliandomi poi di botto.

E poi si chiedevano se ero dimagrito.

Sfido chiunque a passare quello che stavo vivendo io…li sfido a non diventare quasi come un fantasma.

E non è ancora finita.

Non finirà mai, a meno che me ne vada da Central e me ne ritorni a Reesebol.
O forse no…
Al me l’ha chiesto; mi ha detto “Perché non vieni a vivere da noi, se non c’è più niente da fare?”

Il mio Nii-chan.

Come potrei fargli capire che andarmene sarebbe anche peggio?
Forse lo capirebbe..
Ha capito quando gli ho parlato proprio ieri sera.
Credo di non essermi mai sfogato così tanto in vita mia.

E ringrazio il cielo che non ero solo.

È successo tutto in una manciata di secondi.
Siamo tornati in albergo, dopo che avevo rischiato grosso contro un criminale che eravamo andati a catturare.
Alphonse mi ha gridato contro che sono uno avventato stupido, e che potevo farmi ammazzare tranquillamente per le mie azioni.

E io sono crollato.

Gli ho urlato contro che non mi interessava, visto che ormai non mi rimaneva altro che i miei ricordi.
Che ero qualcosa di impuro da cancellare dalla faccia della terra.
E non ho mai provato tanta soddisfazione, dopo lo schiaffo che mi ha dato il mio Nii-chan.
Mi ha talmente scombussolato che mi sono aggrappato a lui e ho pianto come un bambino contro il suo petto, chiedendogli perdono e sparando a raffica parole e singhiozzi.

Mi sono ridotto ad uno straccio per amore….che stupido.


Ora mi sto rintanando nella mia mantella rossa, quasi come se fosse una coperta nel quale nascondersi, come quando da piccolo mi nascondevo nel mio letto dopo averne combinato una delle mie e mamma mi cercava arrabbiata.
Sento il sospiro di Al, davanti a me, e puntando i miei dorati occhi su di lui leggo tanta tristezza, tutta rivolta al suo Nii-san.
Mi meriterei un altro bello schiaffo e un’altra lavata di capo, come ieri.
L’unica cosa semplicemente bella che ricordo della sera precedente, e l’abbraccio del mio Nii-chan che mi tiene stretto e mi rassicura con parole d’affetto.

Per un’unica notte gli incubi mi hanno lasciato in pace, e no n ho dovuto rintanarmi in bagno a nascondere il viso contro le gambe per far andar via tutti gli spiacevoli ricordi del mondo di Huges..

Non chiederei nient‘altro a Roy…solo questo.
Potermi almeno stringere la notte e rassicurarmi anche per solo due minuti.

Non merito neanche questo, vero?



I’m going down in flames
I’m falling into this again,
I’m going down in flames
I’m falling into this again






Varco la soglia di casa e sono quasi le tre di notte.
La Hawkeye mi ha tenuto segregato in quel maledetto ufficio fino ad ora, per delle pratiche troppo importanti per essere rimandate.
Il lavoro si sta facendo intenso, e io ho deciso proprio bene a buttarmici a capofitto or ora.

Ho visto Edward solo verso le cinque…una sola volta in questo maledetto giorno, e fa terribilmente male.

Sono riuscito a non far trapelare niente dal mio viso
Dopotutto sono bravo a nascondere ogni emozione, quando viene il momento.
Così il ritorno di Ed è passato come una cosa di routine: le solite domande, le solite risposte.

Mentre in realtà avrei voluto alzare il culo dalla sedia e stringermelo addosso.

Non lo merito….davvero.

Con passo calmo mi infilo in cucina per bere almeno un po’ di latte, prima di coricarmi.
Domani dovrò ancora alzarmi presto e filare in ufficio come una scheggia, se non voglio essere preso di mira dal Colonnello Riza.
Una volta avrei sorriso, sapendo che il giorno dopo Edward sarebbe stato accanto a me, nel tentativo di calmare la donna dall’uccidermi.

Chiudo il mio unico occhio, sospirando appena, mentre sciacquo il bicchiere nel lavandino, dirigendomi poi in camera, dove di sicuro Mame-chan sta dormendo.
E infatti, appena varcata la soglia della stanza, vedo la sua testolina dorata fare capolino dal lenzuolo in cui si è avvolto.
Mi si stringe il cuore ogni volta che lo vedo così vicino, ma anche così maledettamente lontano.

Avanti, Roy…hai scelto tu, dopotutto, di lasciarlo alla sua vita per paura di ferirlo ulteriormente.

Allora perché sento che sto sbagliando?

Edward si agita nel sonno e lo sento mugolare, mentre fuori la pioggia si abbatte sui vetri della finestra.
Un acquazzone in piena regola.
Non ha fatto che piovere tutto il santo giorno, e ringrazio i Numi che Falman, dopo avermi aspettato pazientemente, mi ha dato il passaggio con la macchina.
Senza altri indugi, mi infilo nel letto, sentendo la piccola figura di FullMetal rannicchiarsi di più su se stesso, girandosi poi verso di me.
Ho pensato per alcuni minuti che fosse sveglio, e volesse parlarmi.
Invece i suoi occhi sono coperti dalle palpebre, strette quasi come a voler nascondermi a tutti i costi le sue polle dorate.

Dio quanto mi mancano.

Quelle che vedo ogni giorno sono così diverse da come me le ricordavo.
Velate, quasi spente…lo sto forse cancellando?

Sto pian piano facendo sparire l’angelo che amo?
Ma io voglio solo proteggerlo da me stesso e……
…..non lo so più nemmeno io.

Passo con lentezza una mano sul suo viso, rimanendomene su un fianco con la testa appoggiata sul palmo della mano aperta.
Lo sento andare a fuoco.

No, non sto scherzando.

Allarmato mi tiro su, mettendomi in ginocchio sul materasso, portando di nuovo la mano sul suo volto per sentirne la fronte.
Scotta terribilmente.
Accidenti….è uno stupido! Deve essere tornato a casa sotto quest’acquazzone, tanto orgoglioso da non chiedere nemmeno un passaggio.
Ci credo che ha la febbre alta.

Mi blocco, portandomi una mano fra i capelli, pensando a cosa fare.
Ecco l’ennesimo senso di colpa….dovevo dirgli di aspettarmi, o chiedere a Falman o Havoc di accompagnarlo.
Sono un emerito idiota…

Si muove ancora nel sonno, e sento distintamente alcune parole biascicate uscire dalle sue labbra.
-T-ti prego….- il bisbiglio è soffocato dal cuscino contro il quale si è stretto.
-Ed…Edward, guardami- mormorò, passandogli una mano dietro la schiena, sollevandolo appena per osservarlo in viso.
Mi preme le mani contro il petto, scuotendo energicamente la testa, mentre confuso e ancora stordito si oppone alla mia presa.
-L-lasciami…lasciami! Ti prego, smettila!- le lacrime scendono dagli angoli dei suoi occhi

Ogni suo tentativo di fuga è per me un ago nel cuore che credevo chiuso da mura impenetrabili.
Sta di sicuro rivivendo ciò che è successo dall’altra parte….me lo sento.
E quello che si vede stringerlo è l’uomo che me l’ha rimandato mezzo morto.

Che poi…sono io, no?

È la mia convinzione, dopotutto.
Ma ora non è questo il problema principale.
Mando a quel paese i miei sensi di colpa e la mia mente che dice di non toccarlo, di non rovinarlo ancora di più, seguendo invece la mia anima.
Devo fargli scendere la febbre e subito.
Tossisce, aggrappandosi alle mie braccia, con poca convinzione, mentre posa la fronte contro il mio petto, respirando a fatica.
-Ed, adesso ti porto in bagno, quindi aggrappati a me, va bene?- non aspetto la sua risposta.

Mi tiro su, trascinandomelo dietro, mentre lo vedo reggersi a fatica in piedi.
Gli occhi sono socchiusi e guardano a terra, mentre le mani tremanti sono ancora strette a me.
Entrando insieme in bagno, lo faccio appoggiare al lavandino, assicurandomi che rimanga appoggiato con la schiena al mio petto.
Non è del tutto lucido, per via della temperatura alta, ma almeno è sveglio.
Di sicuro ricorderà poco o niente di quello che sta succedendo stanotte…e di questo ne sono grato al cielo.

Non deve più esserci alcun contatto fra di noi.
Preferisco vederlo lontano da me che soffrire a causa mia, come sta accadendo anche adesso.

Apro il rubinetto dell’acqua fredda, e cerco con lo sguardo una spugna da poter passare sotto al getto, trovandola sulla mensola bianca.
È un metodo vecchiotto, quello che sto facendo, ma mia nonna sapeva bene come farmi passare un febbrone da record, nelle notti d’inverno.
Con fare attento e tranquillo porto la spugna proprio adesso strizzata, sulla fronte di Edward che al contatto geme di poco, buttandosi tutto di peso contro di me.

Lui non se la ricorderà di certo, questa nottata, ma io si.

Procedo lento con il mio lavoro, assicurandomi di detergergli il viso con delicatezza, in modo da dargli un po’ di sollievo e tenergli il cervello ad una temperatura normale, anche se il suo corpo va a fuoco.
Lasciando andare la spugna nel lavandino, prendo il polso di carne, mettendoglielo sotto al getto freddo.
-Edward…- provo, ma niente.
Non è nelle facoltà ideali per rispondermi, visto come si sta aggrappando ancora al bordo del lavabo.

Penso mentalmente cosa devo fare una volta riportato a letto, cercando di non soffermarmi sul profumo che hanno i suoi capelli sciolti lungo la schiena e le spalle, in modo disordinato.
Non posso farci niente…lo amo così tanto che lo terrei stretto a me fino a che il mondo non crollasse su se stesso.
-R….roy..-a fatica è riuscito a chiamarmi, cercando poi con l’auto-mail al braccio destro di afferrare il mio tutto intento a tenergli fermo l’altro polso.
-Si, Ed…sono qui. Ora cerco di raffreddarti un po’ e poi vado a prepararti una buona tisana.- mormoro come un padre animato da senso di protezione verso il figlio.

Non sai quanto mi stai facendo penare, Mame-chan.

Il tuo corpo scosso dai brividi e la testa ora di nuovo all’indietro, appoggiata contro il mio petto, mentre gli occhi sono chiusi.
E ti prendo al volo, prima che tu possa scivolarmi fra le braccia.
Tenendoti stretto a me, lascio la tua mano sotto il getto freddo, bagnandomi le dita che ti porto poi sulla fronte.

Ti sto dando almeno un po’ di sollievo…qualcosa di buono allora so fare.
Dopo che ti ho bagnato abbastanza, chiudo il rubinetto e ti riporto in camera.
So come stai, Ed. Ci sono passato anche io molte volte, quando ero sotto la neve su in quella maledetta baita, da solo a vaneggiare per la febbre.
La stessa cosa capita a te, che ora con gli occhi dischiusi leggermente, mugoli parole senza senso, rigirandoti nella calda coperta nel quale ti ho avvolto.

Stanotte non è per me tempo di riposare. È deciso.

Filo in cucina, e preparo la tisana, tornando poco dopo da te, che stai di nuovo piangendo, invocando tua madre, questa volta.
E per l’ennesima volta di assumo tutte le colpe del tuo stato.

Spero solo che almeno queste poche cure possano farti tornare a stare meglio.


Per adesso mi accontento di questi momenti che posso tenerti stretto a me, senza che tu possa realmente saperlo, visto lo stato in cui sei.



Now, I’m all the way down here
I’m falling
All the way
All the way down here
I’m falling down again now I’m falling down







È l’ennesimo viaggio che intraprendo, ma non mi importa.
Questa volta sarò da solo, mentre Al è dovuto tornare a Reesembol per qualche giorno.
Sono stato male per cinque maledetti giorni, e ora voglio solo ributtarmi nel lavoro, per recuperare.

La prossima volta non mi fermerò sotto un acquazzone coi fiocchi, a perdermi nelle mie idiote riflessioni.
Dire che non ricordo assolutamente niente è errato..
Cioè…di sicuro ne ho passate di cotte e di crude fra febbre alta, mal di testa allucinante e alta e bassa pressione che si divertivano ad alternarsi.
Di una cosa sono sicuro: qualcuno si è preso cura di me, aiutandomi a superare le forze.

Sarebbe d’aiuto sapere chi.

Le poche volte che ero lucido, mi trovavo vicino Alphonse che mi sorrideva e mi passava un panno bagnato sulla fronte.
Il tocco gelido era una manna dal cielo per la mia pelle bollente.
Il mio Nii-chan…c’era sempre lui a vegliare su di me.
E quando gli chiedevo dove era Roy, lui mi diceva che era uscito per andare a lavorare, che non era potuto rimanere.
Con una scusa riuscivo a rimanere solo, per poter sfogare il dolore che mi aveva stretto il cuore.

Non mi voleva.
Ero qualcosa di scomodo, di impuro da poter anche solo guardare in quei giorni di malattia.
Dovevo essere sembrato ancora più debole e stupido…

Salgo sul treno, buttando la valigia sulla retina sopra al sedile, per poi affondare in questo con un sospiro sofferente.
Un po’ di moto mi farà bene…mi devo lasciare alle spalle questi cinque giorni d’inferno.
Sono sicuro di aver rivisto mia madre per alcuni minuti, come se fosse lei a darmi sollievo con l’acqua gelida, e altre figure incerte.
I sogni, o meglio incubi, sono stati più vividi….

Chiudo gli occhi, mentre il treno inizia a muoversi.
Non sono nemmeno andato da Roy.
Ho preso il primo incarico dalla Hawkeye, appena arrivato al Quartier Generale, e mi sono fiondato a casa a preparare quelle due cose che mi serviranno per una settimana di indagini in un paesino sperduto, su a Nord.

Dopo di questo, poi si vedrà.

L’importante è stare lontano da quel luogo, che non ho neanche più il coraggio di chiamare casa.


Non l’ho più, e non ne avrò mai più un’altra.


Forse è meglio così….sto bene intanto..



Si….
Sono proprio un bugiardo..














Note d‘Autrice:


E come promesso, ecco il secondo capitolo speciale preso da -I want you to Know- .
Mi sa che questo è più facile capirlo se si legge naturalmente la ficcina ^^ perché da solo non si allaccia il perché Roy allontana da se Ed.
Beh, cosa dire a parte che ho amato letteralmente la scena in cui il nostro Furher stupido si prende cura di un Fagiolino malato?
Era iniziato come solo una one-shot sul Pov di Ed, ma alla fine ho mischiato entrambi ^^ le due strofe che si leggono sono una di Frozen, dei Within Temptation e Going Down In Flames dei 3 Door Down ^^
Le strofe mi piacevano particolarmente, e mettevano bene in evidenza lo stato di Ed, nei due diversi momenti ^^
Anche questo fa intendere che volevo fare all‘inizio solo la presa di parola di Edward.
Ma l‘idea del punto di vista anche di Roy, in un momento del genere ci stava proprio bene.

Per quanto riguarda lo stato in cui è caduto il nostro FullmMetal, e che qualcuno potrebbe reputare troppo occ, beh, fate conto che anche Edward stesso se lo dice che non si riconosce più ^^ e so per certo che ferite d’amore come questa fanno davvero male, tanto da sconvolgere anche il proprio corpo. Eh, amore crudele sisi *annuisce*

Infine, per chi crede che abbia esagerato con lo stato di Ed, e delle visioni che può portare la febbre alta, beh, qua vi parla una che l‘ha avuta alta per una settimana, e che può testimoniare che quando si sta davvero male quasi si stringe la mano a Frodo del SDA XD per poi ricordarsi solamente poche cose di quello che si è vissuto v.v (tanto che mia mamma mi diceva che erano venuti i miei zii a salutarmi, ma non mi ricordo minimamente XD)


Ringrazio tutti quelli che hanno commentato la mia ficciola ^^ e le mie risposte arriveranno nel capitolo Omake che ho intenzione di mettere per chiudere il tutto ^^
Ringrazio anche chi ha messo le mie ficciole nei preferiti, *-* grassie davvero di cuore.


Un bacione^^ e fatemi sapere cosa ne pensate di questa piccola pazzia, con i vostri commenti *-* uhuhhuu (fa paura…n.d. Ed)(concordo o-o n.d.Roy)(*_* n.d. me) p.s.: la vera pazzia è essere riuscita a sistemare l’immaginetta, puntino per puntino con Paint @.@ rivoglio Photoshop ç-ç
   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Liris