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Autore: antirockstar    02/07/2014    1 recensioni
Non ci aveva mai pensato obbiettivamente, ma a Gemma Styles il corpo femminile piaceva tanto.
(Gemma/Eleanor) (Side Louis/Harry) [Maya]
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Salve a tutti!
Con questa storia comincia la scalata al successo dell'account antirockstar
La OS che state per leggere non ha niente a che fare con i ragazzi della band, o meglio, ce l'ha, ma non starò di certo qui a spiegarvelo.
Quello che segue è una delle mie coppie preferite, e non ha nemmeno un nome. Aiutatemi a trovarlo? (Personalmente, adoro Emma)
Vi consiglio di ascoltare Last Hope dei Paramore mentre leggete, perchè nel capitolo ci saranno diverse citazione della canzone.
Spero abbiate intenzione di leggere, e, ancora meglio, di recensire o farmi sapere cosa vi frulla nella testa tramite Twitter o Ask.
 Grazie infinite.

 



SPARK
by Maya



 

I don't even know myself at all
I thought I would be happy by now.



Non ci aveva mai pensato obbiettivamente.
Quando era piccola guardava sempre sua madre cambiarsi davanti a lei, la osservava e in silenzio si stringeva alle coperte e aspettava che entrasse nel letto con lei. A scuola, prima dell’ora di ginnastica, lei e le sue amiche si schizzavano con l’acqua, mentre erano in reggiseno e pantaloncini. Si scambiava i vestiti con la sua compagna di banco, la aiutava a farsi la ceretta e la invitava a casa sua per tingersi i capelli e sfoltire le sopracciglia. Era cresciuta circondata da donne nude, in ogni circonstanza, perchè suo padre non c’era, e considerava suo fratello di genere neutro o non definito. Non ci aveva mai pensato obbiettivamente, ma a Gemma Styles il corpo femminile piaceva tanto.

Non le era mai piaciuta una ragazza, però. All’età di tredici anni, usciva il sabato sera con James, il suo primo fidanzato, che andava già alle superiori e si baciavano, seduti su una panchina del freddo parco di Holmes Chapel. A sedici anni aveva ricevuto la sua prima delusione d’amore, il suo ragazzo dell’epoca, Matty, l’aveva lasciata per un’altra, piu’ grande di lei. Aveva passato molto tempo in casa : circondata dal nuovo ragazzo di sua madre, Robin, che le aveva insegnato a sparare con il fucile ; da suo fratello, Harry, che diventava sempre piu’ carino e somigliava a un fiore e da sua madre, Anne, premurosa e sorridente, bellissima come se la ricordava da sempre. Aveva deciso di prendersi una pausa dai ragazzi allora. Aveva pensato che forse non facessero per lei le spalle larghe, i visi ruvidi e i capelli a spazzola. Forse quello che cercava erano seni morbidi, fianchi larghi e guance lisce. Pochi anni dopo ne aveva parlato con Harry: lui aveva quattro anni in meno di lei, un sacco di ragazzine ai suoi piedi e un talento a intrattenere le persone. Al contrario, Gemma non si era mai considerata nè carina, nè simpatica, nè intelligente. Viveva in pace con sè stessa perchè aveva una famiglia magnifica, delle buone amiche, degli ex fidanzati e dei voti medi a scuola. Era nella media, in tutto, e le andava bene cosi’.

Quando Harry aveva quindici anni, lei ne aveva diciannove. Aveva passato anni confusi e pesanti, si era trascinata dietro tutto ciò che aveva cominciato, ma ce l’aveva fatta: si era diplomata con una media al di sopra delle sue aspettative, era dimagrita, aveva visto la Francia e aveva fatto sesso occasionale con tanti ragazzi. Quando non avevano sonno, cosa che accadeva molto spesso, lei e Harry parlavano: dei sogni che Harry aveva(Sarò famoso, vedrai!), dell’imminente iscrizione al programma X-Factor (Avrò un sacco di soldi e porterò te e la mamma in vacanza ogni mese!), dei nuovi e vecchi film (Spiderman è fantastico, ma Titanic è il mio preferito!).
Gemma sapeva che in realtà era solo Harry a parlare, con i suoi ricci sempre in movimento, le labbra sempre bagnate e le felpe oversize che non sapeva da dove provenissero. Gemma non parlava perchè non aveva nulla da dire. Quando Harry parlava non era opprimente, nè fastidioso. Chiedeva sempre il permesso e non alzava mai la voce, le lasciava l’ultima sigaretta e l’ultimo morso di torta. Gemma amava tanto Harry. Lui era bellissimo, di una bellezza quasi offensiva, troppo delicata per essere virile ma troppo compatta per essere femminile. Cantava molto bene, era loquace e riusciva a entrare dentro alle persone con una facilità spaventosa. Si sentiva quasi al sicuro avendolo come fratello. Una sera Gemma aveva sonno, ma Harry era al pieno delle sue energie. Seduta sul letto, stava leggendo un libro di un autore russo dal nome impronunciabile, quando Harry era arrivato, serio e silenzioso, sedendosi accanto a lei. “Gemma” aveva iniziato, chiudendole con garbo il libro che aveva sulle gambe.
Aveva cosi’ iniziato a raccontarle tutto: il disagio, quasi disgusto, che aveva sempre provato baciando tutte le sue fidanzate, l’apatia che lo accompagnava quando era con loro, da solo, e loro erano completamente perse per lui, mentre la sua testa non c’era. All’eccitazione che provava a scuola quando i suoi amici giocavano a calcio, ai film che aveva visto di nascosto quando nessuno era a casa. Aveva sputato tutto fuori, sorridendo, parlando lentamente e tranquillamente. Gemma, senza fare una piega, prese le sue mani e gli baciò la guancia. Quello che disse fu “stai tranquillo, non c’è niente di male”, quello che pensò fu “è esattamente come mi sento anche io”. Harry sorrise ancora di piu’, e rispose semplicemente “lo so”, poi si accasciò sulle gambe di Gemma e si addormentò mentre lei gli districava i riccioli, chiedendosi se la risposta fosse per quello che aveva detto o per quello che aveva pensato.

Stava al bootcamp da due mesi ormai. Telefonava di rado, era in tv e le richieste di amicizia sul profilo Facebook di Gemma erano triplicate. Era una domenica mattina quando il telefono di sua madre aveva cominciato a squillare: parlarono con Harry per un’ora, mezza della quale fu riservata alle domande apprensive di sua mamma (mi manca il mio bambino, quando torni?) e alle raccomandazioni di Robin (devi dormire di piu’! ieri sembravi stanco). Quando Gemma aveva preso la cornetta, Harry lo aveva capito dal respiro. Non aveva aspettato neanche che lei parlasse, ma aveva detto “sorella, mi sono innamorato!” poi aveva aggiunto “e non sono piu’ vergine” con tono di voce piu’ basso. Avevano concordato di non dire niente alla mamma e a Robin, perchè Harry li avrebbe fatti conoscere tutti il weekend seguente.

La settimana successiva il campanello di casa suonò. Gemma aveva invitato il suo ragazzo, Kevin, un americano che studiava italiano nella sua stessa classe da sei mesi. Non sapeva bene come fosse finita insieme a lui. Ricordava vagamente un concerto, tanta birra e lo scambio dei numeri di telefono. Qualche parola dolce di Kevin prima dei suoi orgasmi, le cene pagate da lui, i vestiti regalati. Gemma non amava Kevin, non provava qualcosa di neanche lontanamente simile all’amore, ma gli voleva bene e con lui passava delle belle giornate, anche se dimenticabili. Cosi’, quando si era presentato davanti alla porta di casa sua, con una camicia bottonata fino all’orlo, pantaloni perfettamente stirati e un mazzo di fiori in mano, lo aveva salutato con un bacio e lo aveva invitato a entrare. Kevin era premuroso e simpatico, ma non era assolutamente ciò che serviva a Gemma. Si riteneva fortunata però, si sentiva anche un pò in colpa, ma ciò che successe dopo le tolse tutti i pensieri dalla testa. Il campanello suonò di nuovo mentre tutta la famiglia era in salotto, con la tv accesa e Dusty, il loro gatto, che correva per i corridoi. Harry era entrato in casa, radioso e pimpante, seguito da un ragazzo. Una faccia familiare, troppo, che aveva fatto gelare il sangue a Gemma, sorridere Anne e spegnere la tv a Robin. “Parenti e non, questo è il mio ragazzo, Louis!” aveva sorriso, abbracciandolo, in piedi, e Louis aveva fatto un piccolo inchino con la testa “anche se lo conoscete già tutti”. Dopo pochi minuti di totale panico, Gemma si era ricomposta e tutti avevano salutato tutti, si erano seduti a tavola e avevano cominciato il pranzo.

Louis era il sole: quando parlava, quando si muoveva, quando rideva, quando respirava, tutti si fermavano e lo guardavano. Era bellissimo, aveva un sorriso di panna e i suoi occhi facevano le lunette storte quando rideva. "Adorabile", diceva Anne, bevendo del vino. Piano piano Gemma aveva cominciato a sentirsi male: Harry e Louis erano nella stanza, allo stesso tavolo con loro, ma era come se quella fosse solo una piccola pausa dal loro universo personale. Anzi, era come se volessero rendere partecipi anche gli altri della loro felicità. Gli occhi di Harry brillavano, non riuscendo a togliere lo sguardo da Louis, le loro mani erano intrecciate sotto il tavolo, Gemma l’aveva visto mentre si alzava. Gemma si rese conto di non essersi mai sentita cosi’ in vita sua, con nessuno. Le venne in mente il suo rapporto con Harry, lei che in silenzio ascoltava quello che lui aveva da dire, lui che si prendeva cura di lei. Quello che però Harry e Louis avevano di diverso era inspiegabile: si vedeva la voglia che avevano l’uno per l’altro, erano totalmente persi, sembrava che stessero fluttuando. Emanavano luce. Gemma non era riuscita a finire il pranzo, ma si era seduta sul divano con Louis piu’ tardi, e avevano parlato di Friends, che era la serie preferita di entrambi.

Al telefono, la sera stessa, Gemma aveva lasciato Kevin.
 

It’s just a spark but it’s enough to keep me going. 



Harry e Louis non potevano stare insieme. La loro luce, come la chiamavano Gemma ed Harry, si notava troppo. Non potevano farlo, avevano un contratto. C‘erano soldi in palio, c’erano carriere, c’erano vite di decine di persone. Dovevano fare il modo che la loro vita sentimentale fosse solo ed esclusivamente privata, e dovevano, allo stesso tempo, dare a Harry una reputazione da donnaiolo e a Louis una reputazione da fidanzato fedele e devoto. Per questo, da un giorno all’altro, dopo una sola riunione, era arrivata Eleanor Calder. Fidanzata di Louis Tomlinson, apertamente lesbica. Scelta principalmente per quello.

Gemma e Eleanor si erano conosciute dopo parecchi mesi, a una festa poco intima, dove gli invitati erano piu’ della metà fotografi.
Avevano bevuto tequila e vodka, cocktail strani e avevano mangiato tutto quello che era stato loro offerto. Sedute su dei divanetti magenta, stavano parlando da ore. Eleanor doveva assentarsi per qualche minuto, spesso, per farsi fotografare abbracciata a Louis, ma tornava subito dopo, con altri drink. Si era avvicinata a Gemma e aveva tirato fuori l’iPhone, scattando qualche foto insieme a lei e continuando a parlare. I loro drink erano davanti a loro, pieni. Nessuna delle due aveva sentito il bisogno di non ricordare quell’incontro.

Gemma studiava parecchie ore al giorno. Faceva la babysitter quando i vicini ne avevano bisogno, imparava a cucinare con l’aiuto di sua madre e guardava film d’autore. Ma sopratutto, parlava con Eleanor. Aveva come sfondo del telefono una delle foto che Eleanor aveva scattato alla festa, e sorrideva ogni volta che il telefono vibrava.
Eleanor andava all’Università a Manchester e viveva lì con due amici. Gemma frequentava l’Università a Londra. 
“Devo restare qui finchè non me lo dicono loro” aveva detto un giorno Eleanor, a tarda notte, dall’altra parte della linea “ma vorrei tanto poterti venire a trovare”.
Gemma non sapeva perchè, ma era rabbrividita, e aveva sorriso. Il giorno dopo aveva comprato un biglietto d’aereo per Manchester. Aveva fatto la valigia in fretta e furia ed era partita due giorni dopo. Eleanor neanche lo sapeva.

Harry ormai lo sentiva solo per messaggio. Stava vivendo il suo sogno: era innamorato, era ricco, era famoso. “Grazie per esserti innamorato di un tuo collega di lavoro”  gli aveva scritto lei, prima di salire sull’aereo.

Eleanor non riusciva a smettere di ridere quando Gemma l’aveva chiamata e le aveva chiesto di venirla a prendere all’aeroporto di Manchester. Gemma stava aspettando in piedi accanto alla sua valigia, e guardava il cellulare, quando aveva sentito un abbraccio dal dietro e poi fiato caldo sul collo scoperto, si era voltata e Eleanor aveva detto “Ciao”. La sua frangetta era tirata indietro da un fermaglio, e il suo viso era tondo e soffice come se lo ricordava. Forse si sbagliava, ma Gemma pensò che stesse brillando anche lei. La sera stessa, dopo aver conosciuto e cenato con i coinquilini di Eleanor, avevano deciso di uscire. Solo lei e Eleanor, però. Niente discotece o club speciali.

Ascoltando musica dall’iPod di Gemma, avevano cantato nei parchi a notte fonda, erano entrate in un market 24h e avevano comprato dei succhi di frutta in brick e una bottiglia di vodka liscia. Bevendo e cantando ancora, si erano sdraiate sull’erba. Quando erano rimaste senza fiato, si erano guardate negli occhi, e, già vicine da prima, si erano baciate A casa erano tornate mano nella mano.

“La Modest adesso ha due Styles da tenere nell’armadio!”  era il messaggio che Harry aveva mandato a Gemma su Snapchat, didascalia di una foto sua e di Louis a letto, nudi. La risposta di Gemma era stato un bacio tra lei e Eleanor, che ormai si frequentavano da due settimane, con la didascalia:“ci vediamo stasera x” 

Eleanor era per terra, a casa di Harry, con il telefono in mano.
Stava postando una foto su Instagram, taggando Louis ma pensando a Gemma. Era come timbrare il biglietto per il pullman, un’azione ormai abitudinaria, che entrambi facevano prima di passare il tempo separati. Spesso, quando erano insieme, Eleanor doveva fare una foto con Louis e metterla su Instagram, o scrivere un tweet con tante “xxx” alla fine e menzionare Louis. Gemma aspettava con ansia e poi la baciava, abbracciandola. Eleanor profumava sempre di albicocca. A tavola, quel giorno, non erano solo Louis e Harry a brillare.

Quando Louis e Eleanor erano costretti a farsi vedere insieme, parlavano dei rispettivi compagni, per questo nelle loro foto insieme sorridevano sempre.

Adesso, quasi quattro anni dopo, le cose per Gemma sono letteralmente cambiate. Si è laureata, è famosa, per qualche strano motivo, vive a Manchester con Eleanor. La loro storia, insieme a quella di Harry e Louis, è nata e cresciuta sotto agli occhi del mondo, eppure non se n’è accorto nessuno. Impossibile, pensa Gemma, mentre si sveglia e vede Eleanor con gli occhi chiusi e le labbra rosa. Non ci aveva mai pensato obbiettivamente. Quel giorno, un giorno d’estate, sono tutti e quattro su una spiaggia in Italia. Eleanor ha appena pubblicato una foto di lei e Louis su Instagram. Louis è ubriaco lievemente, a lui basta sempre poco. Prende Harry per mano, lo bacia e poi grida “sposiamoci!”, poi comincia a ballare, prendendo anche Eleanor e Gemma per mano, girando in tondo come i bambini. “Sposiamoci stanotte!” E gli altri, girando intorno al sole, fanno il bagno prima con lo champagne, e poi in mare. Si baciano e ridono urlando fino al mattino. Quel giorno è l’anniversario di entrambe le coppie.
Non ci aveva mai pensato obbiettivamente, ma Gemma Styles, 24 anni, è sposata con la finta ragazza del ragazzo di suo fratello.

   
 
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