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Autore: emily12_    02/07/2014    0 recensioni
Flashback sulla vita di Bellatrix raccontato dal suo punto di vista.
Dal capitolo 5
Le nuvole si rincorrevano senza sosta: avrei voluto essere là in alto con loro.
“Allora sei arrivata.”
Sobbalzai.
“Avevi dubbi in proposito?” domandai sprezzante.
“No.” confessò Tom e dalla sua voce capii che era rimasto piacevolmente sorpreso da me.
Del resto mi ero addentrata nella foresta seguendo le strane indicazioni di un ragazzo che conoscevo appena.
Le fronde degli alberi lasciavano filtrare poca luce che creava riflessi e chiazze sul terreno.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Sirius Black, Tom O. Riddle | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1

 

Le foglie secche scricchiolano sotto i miei piedi, le vedo accartocciarsi e venire sollevate dal vento insieme alla polvere della strada.

Alcune case hanno già cominciato a chiudere le imposte e il sole sta morendo dietro a un lampione.

Stringo le braccia al petto e ridacchio, una risatina isterica che spaventa anche me.

Ho preso l'abitudine di ridere quando ho paura, e a farmi paura in questo momento è il freddo: da quando sono uscita da Askaban mi terrorizza.

C'è una bambina poco più in là sul marciapiede: insulsa babbana...se solo sapesse chi sono se ne andrebbe via da qui.

Sta correndo verso di me e mi inciampa addosso.

“Scusa!!” mi dice tutto d'un fiato, ma ha già un nuovo sorriso all'angolo della bocca.

La guardo interdetta: “N...niente...Tranquilla...”

“Arrivederla!!”

“Ciao...” le parole mi escono dalla bocca in un sussurro.

Non credo di avere più la forza di pensare: era così felice quella bambinetta...

Sento le mani tremare: vorrei solo correre da lei e cruciarla.

“Hai bisogno di aiuto?”

Non posso crederci: è tornata indietro da me!!

Io aiutata da quella babbana?? Ma chi si crede di essere?!

Non riesco a guardarla in viso: non capisco perché, ma ogni istante che passa sento crescere il bisogno di tirarle uno schiaffo per cancellare la sua felicità.

Ma perché poi?

“Vattene via.” sussurro.

Perché sta ferma lì? Deve andarsene subito o potrebbe scapparmi di farle del male.

Mi rendo conto che sto assurdamente cercando di proteggerla da me stessa.

E' tanto vicina che le mie mani potrebbero scattare e strangolarla.

“Ma...lei non sembra stare bene, signora.”

“Senti stupida ragazzina, se non te ne vai entro dieci secondi, puoi dire addio alla tua vita.” il mio era un sussurro quasi impercettibile, mi credo mi abbia sentito.

Infatti sgrana gli occhi, le trema per un attimo il labbro inferiore, e si ritrae all'improvviso.

Non dice nulla, mi guarda spaventata e se ne va.

Torno a respirare normalmente.

Anch'io forse un tempo ero stata così felice, ma non ne sono così sicura e poi comunque sarebbe tanto tempo fa.

Non riesco a trattenere una mezza risata mentre le immagini della mia vita mi scorrono nella mente...

 

* * *

 

“Bella prendila!”

“Non voglio giocare con la tua stupida palla!”

“Ma ci divertiamo!! Non vedi che bel sole?” rise mia sorella.

Odiavo il sole: era come se tutti si aspettassero che io dovessi essere allegra e spensierata quando faceva bello.

E io non volevo fare quello che gli altri si aspettavano.

Narcissa non ne ho voglia davvero....”

Mia sorella mi si sedette accanto e cominciò a giocherellare con i fili d'erba.

“Allora cosa ti va di fare?”

Alzai per un attimo gli occhi al cielo: “ Troviamo la tana di Kalabù!”

“E chi è?” chiese mia sorella storcendo la bocca.

“Un orco che vive nella tana di un coniglio perché è capace di trasformarsi in qualunque essere voglia...ha gli occhi gialli iniettati di sangue e un naso pieno di pustole velenose...” avevo un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

“Non esiste...” abbozzò un sorriso anche lei.

“E chi te lo dice?”

Risi per l'eccitazione e ci addentrammo nel boschetto: mi era sempre piaciuto sfidare gli altri e non rispettare le regole.

 

* * *

 

“Devi smetterla di fare sempre quello che ti diciamo di non fare, ok?! Tu...tu ti caccerai in guai seri prima o poi, lo sai?” mia madre gesticolava e mi guardava con gli occhi fuori dalle orbite.

“Se non vi avessimo trovate quanto tempo sareste rimaste lì?? Una settimana? Due settimane? Perché poi sareste morte di fame se non peggio!” stavolta l'avevo combinata grossa.

“La foresta è proibita Bellatrix. La foresta è pericolosa, non ci devi andare.”

Ero abituata a queste scenate: me ne toccava una ogni due giorni.

Ricordo che concentrandomi su un certo disegno del tappeto riuscivo quasi a non sentirla.

Così osservavo dal di fuori la mia vita.

“Siamo stanchi Bella del tuo comportamento. Se seguissi l'esempio di tua sorella magari...magari miglioreresti un po'... e se non puoi fare a meno di cacciarti nei guai, almeno cacciati nei guai senza coinvolgere altra gente!!”

Il disegno del tappeto era una linea rossa circolare decorata con motivi floreali, ad un certo punto la stoffa cambiava colore e la linea si spettava lasciando posto a un..

Bellatrix!! Mi ascolti quando ti parlo??”

La guardai spaesata, quasi impaurita.

Era ingiusto. Io non volevo essere un tale disastro, ma non era colpa mia se non ero capace di essere brava.

All'improvviso tremai dalla rabbia: “No mamma, non ti stavo ascoltando.”

I vetri andarono di colpo in frantumi.

Sgranai gli occhi spaventata: ero stata io.

Bellatrix...” mia madre mi fissava sconsolata e la sua voce mi sembrò un lamento.

 

 

  
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