Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: SaraJLaw    02/07/2014    10 recensioni
Cosa è successo ad Arendelle dopo il ritorno di Elsa? Com'è ora il suo rapporto con Anna?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lo facciamo un pupazzo di neve?


Erano trascorsi tre mesi da quel terribile inverno che aveva stretto il regno di Arendelle nella sua gelida morsa. Tutto era tornato alla normalità, come se ritrovarsi a indossare pellicce e scarponi a luglio fosse stata una cosa come un'altra. Ma questo non valeva per tutti.

La regina Elsa sedeva alla sua scrivania, intenta a leggere uno dei tanti documenti di stato portati dai suoi consiglieri. Non aveva più indossato i guanti, visto che ormai riusciva a controllare abbastanza bene il suo stupendo e imprevedibile potere, eppure c'era ancora qualcosa che non andava. La giovane sospirò, poggiando la schiena contro la poltrona mentre passava una mano sugli occhi stanchi. Le mancava Anna, le mancavano le giornate intere trascorse a giocare insieme, le notti in cui la sorellina entrava nel suo letto perché aveva paura dei tuoni o per giocare con la neve. Questo era prima dell'incidente però. Da quando era tornata ad Arendelle, le capitava di incontrare Anna, di mangiare con lei addirittura, ma non le permetteva di avvicinarsi più di tanto. A seguito del suo sacrificio, Elsa l'aveva stretta forte a sé, capendo che la soluzione del suo tormento era proprio l'amore e sia a lei, sia ad Anna, sembrò possibile ricominciare da capo. Purtroppo non fu così, non per la più grande almeno. La principessa chiamava sempre la sorella per una passeggiata o una semplice conversazione, ma un impegno improrogabile o la stanchezza mandavano a monte i suoi piani ogni volta. Elsa lo faceva apposta, o meglio, non poteva farne a meno; aveva passato la maggior parte dei suoi ventuno anni di vita a proteggere la sua sorellina, la persona che amava di più, allontanandola da sé. Era ormai disabituata a dimostrare affetto, la paura di farle del male, nonostante il controllo acquisito, era ancora dolorosamente viva e ne aveva la prova quando, posando gli occhi sui suoi bei capelli castani, sentiva una morsa al cuore al ricordo di quella ciocca bianca. Le cose andavano meglio tra di loro, non c'erano dubbi, ma era più forte di lei. È per il suo bene, si ripeteva quando la tristezza rischiava di soffocarla.

I pensieri della regina furono interrotti da qualcuno che bussava; Elsa scosse leggermente la testa e drizzò la schiena. “Avanti.” Non aveva alzato lo sguardo mentre la porta si apriva, e non prestò molta attenzione all'ospite finché una voce allegra e incredibilmente vicina la fece sobbalzare.

Ciao!”

Olaf! Dove ti eri cacciato?” disse Elsa sorridendo all'adorabile pupazzo di neve che aveva creato mesi prima, identico a quello che lei e Anna costruivano da piccole. Paradossalmente era l'unico con cui potesse parlare e comportarsi liberamente, senza il timore di trasformarlo in un blocco di ghiaccio.

Scusa ma sono stato tutta la mattina con Kristoff e Anna e avevo paura di disturbarti. Mi perdoni?”

Elsa rise alla vista degli occhioni del suo piccolo amico; dato che non avvertiva il freddo, la ragazza lo abbracciò. “Certo che ti perdono Olaf.”

Questo sì che è un caldo abbraccio!” esclamò lui, contento.

Rimasero in quel modo per qualche secondo prima che la regina gli rivolgesse la domanda che le pesava sul cuore. “Come sta mia sorella?”

Olaf si scansò e poggiò nuovamente i piedi a terra, rivolgendo poi uno sguardo di rimprovero all'amica. “Perché non glielo chiedi tu?”

Lo sai.”

No, non lo so proprio.” disse il pupazzo poggiando le mani sui fianchi.

Elsa aggrottò leggermente le sopracciglia, sorpresa dall'atteggiamento dell'amico. “Che ti prende?”

Cosa prende a te! Da quando sei tornata non fai altro che evitarla e Anna soffre per questo, specialmente perché credeva che le cose tra voi fossero sistemate.”

La regina incrociò le braccia sul petto e alzò il mento, ostentando una sicurezza che in realtà non aveva. “E infatti è così.”

Sarò anche fatto di neve ma gli occhi ce l'ho, sai? Non puoi mentire a me.”

Elsa sbuffò e si alzò, camminando per la stanza. Doveva calmarsi, si stava agitando troppo.

Quando capirai che Anna ti vuole bene e che farebbe di tutto per te?”

Come rischiare la vita?” chiese, alzando la voce. Dei fiocchi di neve cominciarono a cadere sul pavimento. “Lo ha già fatto una volta e non permetterò che accada di nuovo!”. Quelli che prima erano semplici fiocchi che volteggiavano nell'aria si stavano trasformando in una vera e propria nevicata.

Elsa...” la chiamò Olaf con voce irrequieta.

Lei si accorse di ciò che stava facendo solo in quel momento, e con un lieve movimento della mano, tutto scomparve. Sospirò, guardando mortificata l'amico.

Non darti colpe, ti sei agitata ma hai saputo controllarti. Non lo avresti mai fatto fino a tre mesi fa.”

Olaf si avvicinò a Elsa, che si piegò sulle ginocchia per trovarsi alla sua altezza. “Ho paura.”

Lo so ma non devi permettere che ti domini. Ami tua sorella, non rinunciare a lei. L'hai quasi persa, non permettere che succeda davvero!”

La giovane gli sorrise e lo abbracciò di nuovo, asciugandosi una lacrima col dorso della mano. “Grazie.”


La sovrana si trovava su una delle terrazze del palazzo e stava sorseggiando il suo tè quando sentì un gran baccano in corridoio. Riconobbe il rumore delle armature che cadevano a terra: solo una persona era in grado di creare tanta confusione. Quegli affari non le piacciono proprio, pensò. Anna entrò nella stanza praticamente correndo e uscì subito in terrazza, poggiandosi alla balaustra. Non si era accorta della sorella.

Cosa ti avranno mai fatto quelle povere armature.”

Anna sobbalzò vistosamente appena udì la voce di Elsa, la quale notò che la guardava con una sorta di timore reverenziale misto alla sorpresa, probabilmente per il tono scherzoso che aveva usato, così raro in lei.

Loro niente, sono io il problema. Ehm, come sempre del resto!” rispose la più giovane, chiaramente in imbarazzo. “Comunque non volevo disturbarti, vado via subito.”

Elsa stava per annuire ma ricordò la conversazione avuta con Olaf nel pomeriggio, così le sorrise timidamente. “No, resta. Puoi sederti qui.” disse, indicando il posto vicino a sé.

Anna sgranò gli occhi. “S-Sul serio?”

La sorella si limitò a spostarsi per farle ancora più spazio. La vide avvicinarsi lentamente e sedersi, rigida e impacciata allo stesso tempo, mentre la guardava di sottecchi.

Dov'è Kristoff?”

L'ultima volta che l'ho visto stava saccheggiando la cucina. In effetti non ho sue notizie da un po'.”

Magari i cuochi lo hanno legato per fermarlo.”

Stiamo parlando di mio marito e non c'è nulla che lo fermi quando si tratta di cibo!”

Siete anime gemelle voi due.”

Entrambe scoppiarono a ridere, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Quando si calmarono, Elsa abbassò per un attimo lo sguardo e inspirò profondamente. “Come stai?”

Anna si girò per guardarla e le sorrise mestamente. “Sto... bene. Sì, bene.”

Qual è il problema?” chiese subito la regina, preoccupandosi.

Il problema è che mi manca mia sorella.”

Elsa batté le palpebre un paio di volte sentendo gli occhi improvvisamente lucidi. Prima di parlare si schiarì la gola. “Anche tu.”

Allora smettila di comportarti così! Sai controllare il potere ora, non devi avere paura.” Anna le afferrò le mani, sorprendendola, ma non si mosse di un millimetro. “Io lo so che non mi faresti mai del male” continuò la principessa “quindi lasciati andare Elsa, permetti a te stessa di essere felice.”

Le lacrime rigavano le guance della regina, lacrime per il dolore accumulato in quegli anni e per un'emozione che non provava da un po': gioia.

Ricambiò la stretta di Anna e le sorrise. “Voglio che tu capisca una cosa che non dovrai mai dimenticare: tutto quello che ho fatto è stato solo per il tuo bene.”

La giovane principessa abbracciò la sorella, che si rese pienamente conto di quanto avesse desiderato quel contatto. Elsa ebbe un'idea. Erano donne adulte ormai, Anna era addirittura sposata, ma non aveva importanza. Prese la sorella per mano e corsero fino a una stanza enorme che veniva utilizzata per i ricevimenti.

Perché mi hai portata qui?” chiese Anna, sprizzando felicità.

La regina di Arendelle si avvicinò e le sorrise come non faceva da quando erano bambine.

Lo facciamo un pupazzo di neve?”




Ciao a tutti!

Un paio di settimane fa ho visto per la prima volta quel capolavoro di film (è uscito a dicembre, lo so, sono imperdonabile per questo mio ritardo T.T) e me ne sono innamorata! Adoro con tutto il cuore il personaggio di Elsa e ho voluto scrivere questa one-shot proprio per questo motivo. Spero che vi piaccia e lasciatemi pure qualche commentino se vi va :)

Sara

  
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