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Autore: Nikj_Ginger    02/07/2014    0 recensioni
"Promesse e ancora promesse, ma questa sicuramente non l’avrebbe mai mantenuta. Parole gettate al vento."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mello, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Più volte mi ero chiesta se Mello se ne rendesse conto.
Distesa sul mio letto che quasi cadeva a pezzi riflettevo sui miei sentimenti da quando eravamo entrati a far parte della banda di Rodd e ancora di più riflettevo sulle capacità intuitive di Mello in questo campo.
Mi girai su un fianco, proprio verso la finestra aperta. Da essa entrava una leggere brezza primaverile, la quale mi diede almeno un poco di sollievo dai miei pensieri.
Da quando ci eravamo uniti alla banda mafiosa più pericolosa della California la mia ansia aveva ormai logorato il mio fegato. La mia vita, da allora era diventata piena di un solo interrogativo: e se...? E se Mello non fosse più tornato? E se uno di quei viscidi mi toccasse o ancora peggio, violentasse?
Insomma, da un anno e mezzo avevo perso quasi l’uso della parola, mangiavo in modo sregolato, non chiudevo occhio più volte alla settimana e in più lavoravo come cameriera in uno strip club. Neanche nei miei incubi peggiori mi sarei aspettata di ridurmi in quello stato.
Ma Mello si rendeva conto di come mi sentivo? Più volte mi aveva detto che ce la saremmo filata non appena avessimo avuto quel dannato quaderno, più volte mi aveva promesso che mi sarebbe stato affianco proprio come un vero fidanzato. Ma non era così.
Qualcuno bussò alla porta così da farmi sobbalzare e tornare alla realtà.
-Posso entrare?- chiese Mello con tono alquanto infastidito.
Alzai gli occhi al cielo e risposi di sì.
La porta si aprì e io neanche mi voltai a guardarlo o salutarlo. Non ne avevo il coraggio. Con lui non si sapeva mai se starsene zitti oppure scappare a gambe levate.
-Non hai cenato. Ti senti bene?-
Feci spallucce.
-Ovvio. A meraviglia.- risposi molto ironicamente.
Lo sentii sbuffare e lasciarsi cadere molto pigramente sulla poltrona accanto al tavolino.
-A cosa devo la tua ironia?- domandò mangiandosi un quadretto della sua dannatissima cioccolata.
A quel punto mi misi a sedere sul letto e lo contemplai. Aveva sempre lo stesso sguardo neutro, gli occhi color cielo erano proprio glaciali, senza nessuna emozione. Possibile che il suo ego lo aveva trasformato in un ragazzo privo di sentimenti e amor proprio?
-Al fatto che non dormo più di due ore a notte, che mangio in modo a dir poco penoso e in più mi tocca vedere tette e culi ogni giorno.- risposi cercando di mantenere la calma -Ti basta come risposta?-
Lui distolse lo sguardo dai miei occhi e lasciò la tavoletta di cioccolata sul tavolino.
-Non ce la faccio più Mello. Lo sai a cosa mi stai sottoponendo?! Ti rendi conto quanto mi sto sentendo a disagio?-
-Ti ho detto che ce la fileremo, per cui cerca di resistere.- ribatté lui. Troppa freddezza, troppa indifferenza.
-Resistere? Quelli mi guardano come se fossi uno stramaledetto pezzo di carne da divorare e tu mi dici di resistere?!- urlai indicando un qualsiasi luogo al di là della porta della mia stanza-Credo di aver fatto abbastanza per il tuo ego del cazzo Mello.-
Lui si alzò di scatto e fece un paio di veloci passi verso di me, bloccandosi a soli pochi centimetri da me. Le sue pupille si restrinsero, facendolo diventare ancora più spaventoso.
-Il mio ego del cazzo?! Se tu non avessi fatto la piccola idiota a quest’ora non dovresti sopportarlo, il mio ego, né tantomeno quei bastardi. Ma sai una cosa? Hai scelto tu di seguirmi, e ora devi sottostare alle mie decisioni.- sibilò.
Lo guardai quasi impaurita dalla sua rabbia. Aveva ragione. Io avevo scelto di andarmene dall’orfanotrofio e di affrontare l’ignoto.
-Non puoi andare da nessuna parte da sola Zoey, non senza una pallottola in corpo. Quelli non ti lasceranno andar via da sola. Potresti spifferare dei traffici di droga e prostitute, degli omicidi e chissà cos’altro.- continuò, poi si scrollò le spalle calmandosi un poco -Ti ho detto che ce la fileremo non appena il piano del quaderno sarà compiuto. Con quello in mano saremo al sicuro, e nessuno ti farà del male.-
-Me lo prometti?- domandai infine.
Lui fece un sospiro e tornò alla sua tavoletta. Le diede un morso e poi tornò a fissarmi, con le pupille finalmente a grandezza normale.
-Te lo prometto.-
Promesse e ancora promesse, ma questa sicuramente non l’avrebbe mai mantenuta. Parole gettate al vento.
   
 
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