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Autore: Sydrah    02/07/2014    7 recensioni
Jongup è uno studente liceale, che è considerato il più bello e temibile da tutta la scuola.
Il suo difetto? è una persona estremamente superficiale, e che ama far soffrire gli altri.
Cosa succederà quando, a causa di uno strano incidente, perderà la vista?
E come affronterà la sua progressiva relazione con un certo Daehyun, persona che non ha mai avuto l opportunità di vedere, ma di cui si è innamorato della voce?
"Mi chiusi in bagno e aprii l acqua del rubinetto, bagnandomi le mani e poi la faccia.
Prima di capire cosa diamine fosse accaduto, mi ritrovai per terra, con la vista che per un momento rimase completamente nera.
Nera come il vuoto.
Ebbi paura, e cercai di rialzarmi, ma non ci riuscivo.
Le gambe mi tramavano, e non avevo forza nella braccia.
Il battito cardiaco aumentó, e i respiri si fecero sempre piú affannati.
La gola diventó completamente secca, e, non so bene per quale motivo, la paura mi avvolse.
Cosa diamine mi stava succedendo???"
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Daehyun, Jongup, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Beyond Appearance- Al di là delle apparenza (parte 1)

 

 

-"Stai attento a dove metti i piedi. Perdente" spinsi con forza una persona che a malapena mi era passata vicina, facendola cadere pesantemente per terra.

Mi misi a ridere, e insieme a me tutto il mio gruppetto di seguaci.

Superammo la persona a terra e continuammo a camminare lungo i corridoio.

Era divertente, decisamente divertente prendersela con gli sfigati.

In fondo che problema c era? I perdenti sono nati perdenti e lo rimarranno a vita, e quelli come me avevano tutto il diritto di prendersela con loro.

Si tratta della catena alimentare, i piú forti sopravvivono, mentre i deboli soccombono ad essi.

Non mi ero mai messo a pensare cosa provassero tutte le persone che bullizzavo ogni giorno, semplicemente mi divertivo, e non avevo mai provato alcun senso di colpa.

Si, ero una persona superficiale, ma chi non lo sarebbe stato avendo un corpo e un viso perfetto?

Alla fine non importa il carattere o tutto ció che una persona ha dentro, l esteriore è la parte migliore.

Tutte le cavolate che dicono le persone 'si dovrebbe guardare ció che una persona ha dentro' 'non giudicare un libro dalla copertina' sono solo una perdita di tempo, scuse che persone sfigate inventano per sentirsi meglio.

Ripeto, perdenti inutili.

Tutti mentre passavo lungo il corridoio iniziarono a bisbigliare e lanciarmi occhiatine provocanti.

Per l appunto, essendo belli si ottiene tutto ció che si vuole.

Ovviamente non mi importava cosa gli altri pensassero di me, non me ne poteva fregar meno di cosa si inventavano sul mio conto.

Intanto, piú parlavano di me, piú sarei diventato famoso e, piú la gente mi avrebbe cercato e, in alcuni casi, adulato.

~~~

Come al solito, arrivai in classe in ritardo, e, come al solito, la professoressa mi mise in punizione.

Ormai ero abituato, e mi sarebbe bastato fare un po il lecchino col preside per non farmi sospendere.

O mi sarebbe bastato andare dai miei genitori, alcuni tra i maggiori investitori dell istituto, per convincerlo a promuovermi.

Non è che fossi stupido, era solo che consegnavo sempre le verifiche in bianco...o quasi sempre.

Lo facevo semplicemente per ripicca ai miei genitori.

Piú loro mi costringevano a studiare con mille inseganti diversi, piú mi rifiutavo di andare bene a scuola.

Alla fine mi bastava prendere il massimo nelle verifiche di recupero... Quindi che senso aveva farsi il culo tutto l anno??.

Mi andai a sedere al mio posto, dopo l ennesima sgridata dalla professoressa Kim.

Qualche minuto dopo bussò qualcuno alla porta dell aula.

-"Avanti"

Un ragazzo magro e piú alto di me entró in classe.

Aveva tutti i vestiti perfettamente indossati, come scritto nelle regole scolastiche, i capelli erano castani e il viso era coperto da degli enormi occhiali da nerd.

-"B-buon giorno, il professore Park mi ha detto di distribuire questi volantini nelle varie classi"

-"Fai pure, ma sbrigati" rispose un po scocciata la professoressa, probabilmente offesa per il fatto che quel nerd aveva interrotto la lezione.

Passó per i vari banchi, posando su un lato il volantino.

Il professore Park era quello che di solito organizzava i vari eventi scolastici, e, per l appunto, il volantino riguardava la festa d istituto che si sarebbe tenuta la settimana successiva.

Il ragazzo scomparve non appena ogni persona della classe aveva ricevuto il volantino.

La lezione riprese subito, ma non ci feci neanche caso, dato che iniziai a guardare fuori dalla finestra.

~~~~

All intervallo fui assalito da una mandria di ragazze che, in occasione della festa, cercarono di convincermi ad essere il loro cavaliere.

Dovevo ammetterlo, molto di loro erano piuttosto belle e sexy, ma non me ne poteva importare di meno.

Se quella che cercavo era una ragazza bella e sexy, bastava andare in discoteca o posti di quel genere, e avrei trovato sicuramente di meglio.

Quindi le rifiutai tutte.

Più tardi, quando ormai non c era piú nessuno, vidi un ragazzo avvicinarsi a me.

Era decisamente alto, aveva dei capelli biondi che avevano l aria di essere morbidissimi.

Il viso era tondeggoante, e gli occhi erano grandi.

Sulla sua camicia era attaccata la placca con su scritto il nome 'Choi Junhong'.

Si avvicinó timidamente a me.

-"J-Jongup-ssi...?"

Mi girai verso di lui, guardandolo storto.

Cosa voleva quel ragazzo da me?.

-"Si?"

-"T-tu... Hai giá una persona con cui andare al ballo?"

Aggrottai le sopracciglia.

-"No"

-"V-vorresti venire c-con m..me?"

Rimasi a bocca aperta.

Un ragazzo.

Un ragazzo mi aveva appena chiesto di andare alla festa con lui.

Scoppiai a ridere.

-"Scusa, non ne ho la minima intenzione, non sono gay e non vado sicuramente in giro con persone come te" enfatizzai la parola te, in modo da fargli capire che eravamo su livelli completamente diversi.

Vidi i suoi occhi diventare sempre più rossi, e così anche le sue guance.

Abbassó la testa, e si giró di schiena.

-"Ecco, vai a piangere, magari ti rendi conto di quanto fai schifo come persona...gay"

Era la parte migliore prendersela con le persone che mi venivano dietro.

Era divertente uccidere ogni loro storiella mentale che si erano fatti sul mio conto.

Era divertente farli soffrire.

Si giró di scatto.

-"Tu...io pensavo fossi una persona migliore! S-sei...SEI CATTIVO!"

-"Osh... Sono cattivo eh... Quanto mi dispiace. Vai a piangere dalla mammina"

Scoppió a piangere, le lacrime che gli graffiavano le guance, rendendole sempre piú bagnate, e gli occhi gli si stavano arrossando ancora di piú.

Si mise a correre, e mi lasció nuovamente solo.

Sorrisi.

~~~~

Le lezioni finirono, e io mi ritrovai seduto nella solita aula a subirmi la punizione.

Un ora di completo silenzio e poi avrei dovuto pulire tutte le aule del piano.

Che palle.

Dopo che per un intera ora rimasi fermo immobile seduto in un banco, il professore che mi stava controllando mi disse che potevo andare a finire la punizione.

Presi dallo sgabuzzino tutto ció che mi occorreva e iniziai dalla prima aula.

A quell ora, la scuola era completamente deserta, le aule vuote, e solo poche persone erano rimaste per studiare o parlare con i professori.

Ora, per quale motivo al mondo mi facevo sottomettere cosí facilmente, e mi mettevo a pulire le aule?.

Beh, uno perchè in ogni caso le avrei dovute pulire, se no mi avrebbero rotto per il resto della mia vita col 'il potere dei tuoi genitori non ti proteggerá sta volta'; e due, perchè almeno potevo stare fuori casa per più tempo.

Si, stare a casa non era mai una cosa piacevole, dato che i miei genitori, quando mi vedevano, passavano tutti il loro tempo ad urlarmi contro e a dirmi che disgrazia di figlio ero.

Ormai ero abituato alle loro grida, e al fatto che loro mi ritenevano come il loro errore piú grande.

Sospirai.

Dopo tre aule ormai pulite, ero a buon punto.

Era il turno dell aula di musica.

Mi avvicinai, e solo quando mi tolsi le cuffiete dalle orecchie sentii della musica provenire da quell aula.

Non entrai, rimasi fuori, ad ascoltare.

Doveva essere un ragazzo, anzi, era un ragazzo.

La canzone era lenta, dolce.

Di solito non mi sarebbe piaciuta una canzone di quel genere, ma stranamente mi ritrovai ad ascolatrla.

La voce era delicata, come se ti volesse cullare.

Era soffice, come se ti volesse avvolgere.

Era profonda, come se ti volesse far cadere in un sonno senza ritorno.

Mi ritrovai attratto come non mai da quella perfetta voce, ed ero curiosissimo di chi potesse esserne il proprietario.

Ma, stranamente, avevo paura.

Paura di rimanere deluso, paura di poter perdere tutto ció che avevo provato ascoltando quella voce.

Per la prima volta in anni, sentii una lacrima bagnarmi il viso.

Rimasi stupito, non sapevo neanche perchè stessi piangendo.

Purtroppo la canzone giunse al termine, e io mi ritrovai come risvegliato da quella ipnosi.

Asciugai la lacrima con forza, come se fosse un disonore, e decisi che, per quel giorno, l aula di musica avrebbe saltato la pulizia.

 

~ ~ ~ ~

 

Arrivai a casa per le 18, e non mi preoccupai neanche di salutare i miei o mio fratello.

Mi andai a chiudere in camera, e mi buttai sul letto.

Poco dopo sentii bussare la porta.

-"Nae?" urlai

-"Jongup-ah, fammi entrare"

-"Non voglio, vattene via Himchan"

Ovviamente mio fratello non si arrese, anzi, riprese a bussare e chiamarmi ancora piú forte.

Persi la panzienza e lo andai ad aprire.

-"Cosa diamine vuoi?!?"

-"Salutarti"

-"Sparisci"

-"Andiamo, non fare lo scontroso. Com è andata a scuola"

-"Al solito"

-"Aigoo, dovresti imparare a crescere un po" disse mentre mi spettinó un po i capelli.

Anche se forse non lo dimostravo, volevo un mondo di bene a mio fratello.

Ovvio, ero geloso di lui, perchè era perfetto.

Bellissimo, attraente, intelligente, un genio della musia, e come ciliegina sulla torta, anche il suo carattere era perfetto.

Per questo motivo, i miei genitori avevano sempre preferio lui a me, e ogni giorno mi dicevano che sarei dovuto essere un po piú simile a lui.

-"Jongup-ah"

-"Nae"

-"Ti volevo dire, domani riparto per il college, quindi oggi sará l ultimo giorno che ci vedremo prima della partenza"

-"Te ne vai di già?"

-"Si...mi dispiace. Ti voglio bene Jongup-ah"

-"Nae hyung"

~~~~~

La cena fu, come al solito, non molto piacevole, ma, fortunatamente c era ancora mio fratello.

Piú tardi quella sera mi andai ad intrufolare in camera sua, e parlammo.

Gli raccontai della magnifica voce che avevo sentito qualche ora prima a scuola, escludendo il particolare delle lacrime, e lui mi rispose che forse sapeva a chi apparteneva, ma che non ne era sicuro.

Lo implorai di dirmi di chi si trattasse, ma lui si rifiutó, dicendomi di scoprirlo da solo. Tsk.

Verso le due di notte ci addormentammo.

~~~

Dopo la partenza di mio fratello le giornate passarono veloci.

Sempre le solite sgridate dai miei e dai professori.

Sempre gli stessi sfigati.

Insomma, il sempre di tutto.

Solo un altro giorno fui capace di ascoltare quella magnifica voce, ma come la prima volta, non ebbi il coraggio di aprire quella porta.

Il giorno della festa arrivó in un batter d occhio, e mi ritrovai in mezzo alla folla di esuberanti ed eccitati adolescenti che saltavano al ritmo della musica.

Andai al bancone per prendere qualcosa da bere, purtroppo di analcolico, dato che la festa era organizzata nella scuola.

-"Wassup Moon" alcuni miei amici mi vennero attorno.

-"Al solito"

-"Quel ragazzo laggiú... Ha detto di voler parlarti"

Mi alzai dalla sedia e mi diressi verso quel ragazzo, confuso.

-"Tu saresti?" dissi non appena ero vicino abbastanza.

-"Il fratello del ragazzo che qualche giorno fa hai trattato come una merda"

-"Uhm, perdonami, quale dei tanti?" dissi ridendo.

-"Quello a cui ieri hai dato del gay"

-"Aah! QUEL ragazzo. Beh, che problema c è...in fondo É gay"

-"Non osare dire un altra parola su di lui. Tu non sai nulla su di lui, tu non sai quanto ti ammirasse. E tu non sai quanto ha sofferto per quelle tue parole.

-"Uhm, il tuo nome"

-"Youngjae"

-"Vedi, Youngjae, la prossima volta, di al tuo caro fratellino di riflettere prima di fare qualcosa. Gli è andata solo bene che non l ho ucciso di botte"

-"Se non tappi subito la tua bocca giuro che te ne pentirai"

-"E cosa vorresti fare"

-"Dovresti imparare a guardare non solo la copertina di una persona... Dovresti imparare a smettere di guardare le persone solo con gli occhi!"

-"Aigoo, ora mi stai cercando di dare una lezione di vita?"

-"Sinceramente, si, e te lo ripeto, smettila di giudicare le persone per il loro aspetto estetico!"

-"Osh, mi dispiace, ma non credo di esserne capace"

-"Ah, no? Presto imparerai la lezione. Di pure addio alla tua vista. Moon Jongup" dopodichè la persona se ne andó.

Assurdo, ci sono sempre piú persone pazze al mondo.

Come se si potesse perdere la vista da un giorno all altro...

Assurdo.

Mandai al diamine quel ragazzo e ritornai al posto dove ero prima, ma mi fermai non appena sentii i miei amici parlare.

Rimasi un po distante, tra tutta la folla di gente.

Non sapevo neanche io perchè lo stessi facendo, ma una voce nella mia testa mi stava dicendo 'fermati e ascolta!'.

E cosí feci.

All inizio feci molta fatica a cercare di capire cosa stavano dicendo, ma ben presto mi abituai al rumore della musica e delle urla, e riuscii piú o meno a distinguere le loro voci.

-"Ah, dov é Jongup?"

-"Non saprei, ma chissene importa, almeno se sparisce riusciró a baccagliare qualcuno sta sera"

-"Giá, senza Jongup è tutto meglio...meno casino, meno risse"

Mi morsi il labbro e trattenni l impulso di andare lí e prenderli tutti a botte.

Magari qualcuno sarebbe intervenuto a difendermi..

-"Non so neanche cosa ci vedono tutti di bello in lui...Si, potrá essere abbastanza bello e avere un fisico sviluppato...Ma il suo carattere..."

-"Per non parlare del fatto che è cosí stupido!"

-"Si, io gli vado dietro solo perchè è popolare"

-"Idem"

Presi in bel respiro, non avevo piú intenzione di ascoltri.

Vi avvicinai a loro, e mi sedetti pesantemente su una sedia, di modo che mi sentissero.

Volevano giocare sporco? Io li avrei accontentati, e avrei giocato ancora piú pesantemente di loro.

Le loro parole non mi ferivano per nulla, erano come delle gocce di pioggia che scivolavano su un ombrello.

In fondo, erano solo altri perdenti che le stavano pronunciando.

-"Buona sera ragazzi"

-"J-Jongup...D-dov eri finito?"

Ecco la loro vera natura: forti e sbruffoni quando erano al sicuro, ma dei polli quando dovevano affrontare i problemi faccia a faccia.

-"Da qualche parte. Di cosa stavate parlando?"

-"N-nulla di particolare"

-"Ah, si? Sento odore di gelosia"

-"D-di che c-cosa stai parlando?"

-"Sto parlando del fatto che siete solo dei poveri perdenti, che si fanno tanto i fighi quando valgono meno di zero. Ah, ma...chissá grazie a chi siete così popolari...uhm...fatemi pensare...ME! Andate tutti quanti a farvi fottere ed infilatevi qualcosa su per quel vostro culo da perdenti!"

Mi alzai dal tavolo bruscamente, e mi allontanai da loro.

Non avevo bisogno di amici, oh, no...Finchè ero popolare mi andava bene.

Presi da un tavolino a caso un bicchiere di non so bene quale analcolico, e lo buttai a forza in gola, sperando che fosse qualcosa di piú forte.

Fanculo tutti quanti.

Erano tutti inutili, tutti delle persone stupide.

Mi si avvicinó una ragazza.

-"Hei, splendido...hai voglia di farti un giro?"

-"Porta te e quelle tette finte da un altra parte. Troia!"

Ok...forse ero un tantino arrabbiato, ma, hei...chissene importava.

La ragazza se ne andó via con gli occhi che le lacrimavano.

Sorrisi.

A quanto pareva, l unica cose che mi faceva stare bene era ferire gli altri.

Vidi la vista appannarsi per un attimo, e gli occhi bruciare.

Li sfregai, finchè non riuscii a ri vedere tutto nitidamente.

Che diamine?!?

Decisi che per quella sera andava bene, e uscii da quella maledettissima stanza.

Appena uscito dall edificio inspirai una bella boccata d aria.

Mi diressi subito verso casa.

Appena aprii la porta con le chiavi, sentii le voci dei miei genitori.

Probabilmente stavano di nuovo litigando.

Non sapevo neanche il motivo dei loro litigi, ma infondo, tutto il loro matrimonio era un fallimento.

Evitai di passare per la sala, e salii subito al piano di sopra.

Mi chiusi in bagno e aprii l acqua del rubinetto, bagnandomi le mani e poi la faccia.

Strofinai ancora gli occhi, dato che sentivo uno strano fastidio, lo stesso che si prova piú o meno per le allergie, ma un po piú forte.

Prima di capire cosa diamine fosse accaduto, mi ritrovai per terra, con la vista che per un momento rimase completamente nera.

Nera come il vuoto.

Ebbi paura, e cercai di rialzarmi, ma non ci riuscivo.

Le gambe mi tramavano, e non avevo forza nella braccia.

Il battito cardiaco aumentó, e i respiri si fecero sempre piú affannati.

La gola diventó completamente secca, e, non so bene per quale motivo, la paura mi avvolse.

Cosa diamine mi stava succedendo???

Cercai di calmarmi, di dirmi che andava tutto bene e che era tutta colpa dello stress, ma la vista continuava a venire e tornare, come se fosse una lampadina malfunzionante.

Ad un certo punto sentii una voce nella mia mente.

Era la SUA voce.

Non so bene per quale motivo mi stessi immaginando la sua voce cantarmi quella canzone che avevo sentito giorni prima, e non sapevo neanche perchè la sua voce mi stesse rilassando cosí tanto, ma riuscii a riprendermi.

La vista era tornata normale, e cosí anche tutto il resto.

Mi cambiai velocemente e mi misi sotto le coperte.

Andava tutto bene.

O forse no.

~~~~

La mattina dopo non andai a scuola.

Non ne avevo la minima intenzione, contando tutto quello che era successo il giorno prima.

E poi non ero neanche riuscito a dormire.

Le urla dei miei genitori erano continuate fino a quando? Le quattro di notte?

Manco avessero la dignità di andare a litigare in camera loro.

Ma infondo a loro non importava nulla di me, non importava se stavo male, non inportava se avevo bisogno del loro supporto.

Uscii comunque di casa per le otto di mattina, decidendo che tutto sarebbe stato meglio che stare a casa.

Purtroppo, il dolore agli occhi non era passato, probabilmente avrei dovuto iniziare a mettere gli occhiali, o meglio, le lenti a contatto.

Stavo camminando per strada, quando non vidi nuovamente nulla.

Fu un attimo, bastó veramente un secondo, e tutto ció che riuscii a sentire fu il rumore di un auto...o forse era una moto, seguito dalle voci di qualcuno e da...era l ambulanza quel rumore assordante?.

Non riuscivo ad aprire gli occhi, continuavo a vedere tutto completamente nero, fino a quando non persi coscenza.

~~~~

Sentii odore di disinfettante, e rumori di passi e altre cose che non riuscii bene ad identificare.

-"Buongiorno, ti sei svegliato?"

-"Perchè me lo state chiedendo se non lo sapete?"

-"Oh, andiamo, non darmi del lei, non sono poi cosí vecchio. Comunque, come ti chiami?"

-"Jongup, Moon Jongup"

-"Puoi darmi qualche numero di telefono, magari dei tuoi genitori, per contattrli?"

-"Saranno impegnati col lavoro"

-"Sorelle? Fratelli?"

-"Troppo lontani"

-"Beh, non c è proprio nessuno? Perchè la situazione potrebbe essere un po grave"

-"In che senso? E, ah, mi potrebbe togliere ció che mi copre gli occhi?"

-"Stavo proprio parlando di questo"

-"Cosa intende?"

-"Non c è nulla che ti copre gli occhi"

-"E allora..."

-"Potrebbe essere una notizia molto pesante...ma...hai perso la vista"

Chiusi la bocca, e emisi un respiro tremante, dopodichè mi mancó il fiato per qualche secondo.

-"C-come?" fu tutto ció che riuscii a dire.

-"Non ne siamo certi, potrebbe essere a causa dell incidente, come no"

Annuii lentamente, ancora sconvolto dalla notizia.

-"P-posso..ecco...posso rinanere un attimo solo?" chiesi con la voce che mi tremava.

-"Certamente".

Sentii la porta della stanza chiudersi, e poi silenzio totale.

La mia gola emise un rumore strano, quasi un urlo strangolato, il mio respiro diventó nuovamente affannato.

Sentii delle lacrime bagnarmi le guance, e le asciugai furiosamente, urlando nella mia mente 'Se riuscite ancora a piangere, ALLORA PERCHÉ NON RIESCO A VEDERE?!?'.

Cercai di piangere il piú silenziosamente possibile, mentre nella mia mente stavo completamente impazzendo.

Era tutta colpa di quel tipo, Youngjae!.

Qualche minuto dopo sentii qualcuno bussare la porta.

-"Avanti"

-"Stai meglio ora?"

-"Come si potrebbe stare bene, dopo aver scoperto di aver perso la vista"

-"Scusa"

-"..."

-"Vuoi chiamare qualcuno?"

-"No. Quando posso tornare a casa?"

-"Il suo corpo non ha riportato alcuna ferita, quindi penso che dopo alcune visite, oggi potrai tornare a casa"

-"Okai"

~~~~

Un oretta dopo mi portarono in una stanza, dove mi fecero alcuni esami e altre cose, che, non potendo vedere, non capii.

Dopodichè mi diedero alcune medicine da prendere.

-"Jongup, scusa, ma mi sa che non potrai lasciare oggi l ospedale. Non avendo alcun accompagnatore, e, a causa del tuo stato attuale, non possiamo lasciarti andare. Preferiamo che prima tu riesca a convivere con la tua attuale mancanza".

Annuii, quando quello che volevo veramente fare era mandare tutti a quel paese.

Già dallo stesso giorno mi fecero assistire da un medico, in modo da riuscire a camminare da solo, a capire se c erano ostacoli, afferrare oggetti, insomma, dovevo re imparare a fare tutto da capo.

La mia pazienza non era mai stata molta, quindi, dopo vari scleri e insulti, e dopo ben tre settimane di ricovero, imparai a convivere con la mia cecitá.

Imparai anche a tenere sempre gli occhi aperti, controllando anche i movimenti della mia pupilla, in modo che non si notasse la perdita della mia vista.

Era strano non poter piú vedere, anche se, in fondo, avevo scoperto che grazie a vari strani impulsi del cervello, riuscivo a vedere tipo dei piccoli flash che mi permettevano di, per lo meno, delimitare gli spazi.

I miei genitori non erano per nulla dispiaciuti o preoccupati, anzi, erano ancora piú arrabbiati, dato che ormai non ero solo piú una disgrazia, ma anche una disgrazia con problemi.

Nessuno in quell arco di tempo si era degnato di contattarmi, neanche di scrivermi UN fottutissimo messaggio, a parte mio fratello ovviamente, ah, e anche la scuola, a cui i miei genitori avevano detto una bugia.

Ovviamente, per persone come loro, avere un figlio cieco era una vergogna.

Il giorno prima di tornare a scuola, fui assalito dal nervosismo.

Se qualcuno lo avesse scoperto?

Chissene importava.

Intanto nessuno mi avrebbe piú parlato.

Meglio cosí, fanculo a tutte quelle persone.

Solo perdenti, solo degli stupidi bruttissimi perdenti.

Per prima cosa, decisi, sarei andato a fare due chiacchere con quel Youngjae.

~~~~

Appena arrivai a scuola, anche se non potevo vedere, sentivo che tutti, lungo il corridoio, mi stavano fissando, e parlando di me.

Quanto tempo che era passato.

Andai direttamente in classe, non volevo aver nulla a che fare con quelle persone, e, dover pulire senza vedere sarebbe stato difficile, quindi, decisi che per il momento sarebbe stato meglio tenersi fuori dai guai.

Andai a sedermi al mio solito vecchio posto, e aspettai che le lezioni incominciassero, almeno avrebbero smesso di fissarmi.

Appena la lezione finii, andai in segreteria a chiedere di un certo Choi Youngjae, fratello di Choi Junhong, ma mi dissero che entrambi gli studenti si erano trasferiti durante la mia assenza, e che non disponevano di alcun loro recapito.

Tch. Codardi.

Ben presto anche le ore successive passarono, e, nonostante non dovevo rimanere a scuola per fare nulla, rimasi seduto in un aula, in silenzio.

Nessuno si era avvicinato a me, nessuno mi aveva chiesto come stavo.

Era turbante non poter vedere, ma almeno avrei evitato di rivedere quella facce da schiaffi dei miei vecchi 'amici'.

La stanza in cui ero attualmente era quella di musica.

Certo, sarei potuto andare in un posto meno usato, ma mi riportava in mente quella voce.

L unica cosa che mi riusciva a consolare nei momenti piú difficili.

Certo, era più che inquietante essere cosí attaccato ad una voce, nonostante non sapessi neanche di chi fosse.

Nei giorni passati, avevo spesso pensato a chi potesse appartenere, e mi era anche capitato di ricordare qualcuno che avesse la stessa voce.

Ma chi era??

Nonostante mi sforzassi con tutto me stesso, non riuscivo a ricordare quando l avevo già sentita.

Non doveva essere qualcuno che conoscevo, perchè la avrei sicuramente riconosciuta.

Sentii qualcuno entrare, e chiudere la porta alle sue spalle.

Rimasi seduto per terra, dov ero, senza spostarmi di un millimetro.

-"Ommioddio!!! Mi hai spaventato a morte!!!" sentii dire, ma non importava ció che aveva detto, ma la voce!!

Okai, dovevo ammetterlo, forse ero un po ossessionato da quella voce.

Non risposi, rimasi in silenzio, cercando di capire se quella voce fosse reale, o se era il mio cervello ad averla modificata per accontentarmi.

-"W-wow tu sei Moon Jongup"

La voce sembrava essere reale, quindi decisi di dare a quella persona un minimo di attenzioni.

Anche se non potevo negare che il mio cuore stesse battendo alla velocitá della luce.

-"Si. Mi conosci?"

-"Chi in questa scuola non ti conosce?"

Sorrisi.

-"Che ci fai qui?" mi chiese

-"Potrei farti la stessa domanda"

-"Vengo spesso qui per cantare, esercitarmi. Tu?"

-"Come ti chiami?"

-"Aigoo, neanche rispondere alla mia domanda. Dovresti avere un po piú di rispetto per le persone piú grandi.

Mi misi a ridere. Chiunque fosse il proprietario della voce, o aveva un grande coraggio, o era estremamente spaventato e stava cercando di sembrare confidente.

-"Come fai a sapere di essere piú grande?"

-"Quante domande! Il mio nome è Jung Daehyun, e, come ho detto prima, sei molto famoso nella scuola"

-"Capisco"

Cercai di ricordare dove avevo sentito il suo nome, perchè ero certo di averlo giá sentito.

Purtroppo non mi venne nulla in mente, quindi decisi di rinunciare.

Sentii un rumore di passi sempre piú vicino e per istinto mi misi allerta. Non doveva avvicinarsi troppo, o se ne sarebbe potuto accorgere.

-"Non ti avvicinare!" dissi quasi urlando.

Lui si fermó di colpo, e dai suoi respiri, capii che era un po spaventato.

-"S-scusa...non volevo"

Non risposi, abbassai lo sguardo, e fissai i miei occhi verso quello che doveva essere il pavimento.

Ci fu un attimo di silezio, prima che parlai.

-"Fai come se non ci fossi, canta tranquillamente"

All inizio rimase ancora immobile, probabilmente acora confuso, ma poi si diresse verso il pianoforte.

Era un bene conoscere le stanze a memoria, almeno riuscivo a capire dove si spostavano le persone, e verso quali oggetti si dirigevano.

Sentii il suono del pianoforte riempire tutta la camera, ben presto seguito dalla sua voce.

Chiusi gli occhi, anche se tenerli aperi o chiusi non c era differenza, e mi persi ancora una volta nel suono.

Non so bene per quale motivo, ma sentii il mio cuore battere piú velocemente, e uno strano calore avvolgermi.

La sua voce era perfetta, acuta, ma anche profonda, calda, ma soprattutto, riusciva a trasmetterti tutte le emozioni.

Riusciva a renderti protagonista della canzone, riusciva a renderti dipendete, riusciva a farti pensare.

Pensare che infondo, avevo sempre sbagliato.

Avevo sbagliato tutto nella mia vita, avevo sbagliato ad essere ancora vivo, ma ero comunque felice di esserlo...per poter ascoltare la sua voce.

La canzone finí, e, come al solito, tornai al mondo reale.

-"Hai una voce bellissima, lo sai?" dissi senza neanche volerlo.

-"N-no! Per nulla. Sono solo un principiante, ci sono miliardi di persone con una voce migl-"

-"Ho detto che hai una voce bellissima. Se non lo pensavo veramente non te l avrei detto.

Chissene importa degli altri miliardi di persone, per me la tua voce è perfetta. Non dovresti essere cosí insicuro, ti farai solo mettere i piedi addosso. Ci vediamo" dissi mentre mi alzavo da per terra, usando il muro come appoggio.

Mi avvicinai alla porta, e esitai un attimo ad aprirla, non sapendo esattamente dove fosse la maniglia.

Fortunatamente ci impiegai solo qualche secondo per aprila, e uscii il piú velocemente che potevo.

 

~ ~ ~ ~

 

Il giorno dopo, alcuni miei vecchi 'amici' provarono ad avcicinarsi, ma li evitai brutalmente.

Evitai di parlare con chiunque, a parte una persona.

Bang Yongguk.

Non veniva a scuola con me, ma lo conosceco da tutta la mia vita.

Yongguk era il migliore amico di mio fratello, e, a mio detto, anche qualcosa di piú.

Si erano conosciuti alle elementari, e da quel momento erano stati inseparabili.

Qualche volta li avevo visti anche darsi dei baci, ma non avevo mai detto nulla.

Avrei sempre voluto bene ad entrambi, e non sarei stato io a giudicarli, se si amavano ne avevano il diritto.

Allora perchè avevo preso in giro quel ragazzo?

Semplicemente perchè ero una testa di cazzo.

Comunque, Yongguk, in assenza di mio fratello e della mia famiglia, fu l unico a starmi accanto, e a venirmi a trovare sia all ospedale che a casa.

Gli ero veramente grato.

Anche quel giorno, venne a trovarmi dopo scuola.

-"Hyung!"

-"Nae?"

-"Conosci per caso un certo Jung Daehyun?"

-"Uhm, mi pare di averlo giá sentito"

-"Viene a scuola con me"

-"Ah! Ho capito! Si, lo conosco, ma solo di vista. Era appena una matricola quando io ero all ultimo anno di liceo."

-"Sai qualcosa su di lui? Anche solo com è fatto esteticamente?"

-"Uhm, no...mi dispiace, non ricordo, e poi sono passati tanto anni...probabilmente sará cambiato. Perchè ti interessa?" disse sorridendo maliziosamente.

-"Nulla di particolare. Solo curiositá. E non pensare che mi provocherai. Intanto non riesco neanche a vederlo quel sorrisetto che sarà sicuramente stampato sulla tua faccia"

-"Peró sai che lo sto facendo, quindi significa che lo stai immaginando" disse ridendo -"Comunque, se mai ti serviranno consigli in amore, non esitare!" continuó prima di alzarsi velocemente dal mio letto e uscire dalla mia stanza -"Ora devo andare, ci vediamo okai?"

-"Nae hyung, vai via prima che venga a picchiarti" sentii acora una volta la sua risata, prima che chiudesse la porta della mia camera.

Io.

Innamorato di quel tipo.

No, mai.

~~~

Qualche giorno dopo, mi ritrovai nella stessa aula di musica.

Verso la stessa ora, la porta si aprí.

-"Oh, ciao. Sei di nuovo qui?"

-"Te l avevo detto che ci saremmo rivisti"

-"Pensavo fosse una cortesia"

-"A quanto pare non lo é" dissi sorridendo, e alzando lo sguardo verso di lui.

Quanto avrei voluto poterlo vedere, ma mi era impossibile.

Per sempre.

-"Posso farti una domanda?"

-"Dimmi"

-"Come mai non sei venuto a scuola per un mese?"

-"Uhm...varie...cose"

-"Ok, se non vuoi parlarne non ti obbligo. Ma se un giorno vorrai, sai che sono qui"

Si avvicinó a me, e fui di nuovo spaventato, ma questa volta non lo fermai.

Si sedette vicino a me, e rimasimo di nuovo in silezio.

-"Non parli piú con i tuoi amici?"

-"Sembra che qualcuno mi osserva da lontano"

-"N-no è..è ch-"

-"Tranquillo, stavo scherzando. Comunque no"

-"Perchè?"

-"Perchè sono degli stronzi"

-"Beh, anche tu lo sei..c-cioè v-volev-"

-"Hai ragione. Sono uno stronzo, con tanto di attestato. Ma sto cercando di cambiare"

-"Perchè?"

-"Perchè mi sono accorto che ho completamente mandato la mia vita a farsi fottere comportandomi in quel modo. In questo mese...ho pensato molto. Ho pensato a tutte le persone che ho ferito. Ho pensato a che genere di persone mi sono accollato comportandomi come un bastardo. Ho pensato che mi sono meritato tutto. Tutto"

-"Ma almeno ti sei reso conto dei tuoi sbagli"

-"Peró non cambierá nulla"

-"Questo dipende da te"

-"Cosa intendi?"

-"Non è mai troppo tardi per rimediare"

-"Vuoi dire che dovrei andarmi a scusare con ogni persona? Perchè se è cosí mi rifiuto"

-"No, nel senso che puoi sempre smettere di comportarti in quel modo. Penso che tu sia una persona migliore di quello che mostri agli altri. Penso che tu abbia solo paura di mostrarti, perché credi che le altre persone ti giudicheranno e hai paura che non sarai ancora abbatanza"

Rimasi in silezio, colpito da quelle sue parole.

Aveva ragione.

Tutto ció che avevo fatto nel passato era dovuto, a mia volta, ad una questione d insicurezza.

Avevo paura di non essere notato. Avevo paura di essere calpestato, e di essere trattato come io trattavo gli altri.

Alla fine ero io il perdente.

Che persona miserabile.

Sfogarmi sugli altri.

Che ribrezzo.

Iniziai a piangere.

Cercai di nascondere le mie lacrime, cercai di non fargliele vedere.

Non volevo fargli vedere quanto ero debole.

Non volevo deludere ancora di piú le sue aspettative.

Insomma, ero pur sempre Moon Jongup, il piú popolare della scuola.

Che si era rivelato essere il piú perdente di tutti.

Sentii delle braccia avvolgermi e stringermi.

Sentii lo stesso calore sconosciuto e il battito del mio cuore aumentare.

Sentii un profumo riempire i miei polmoni.

Era leggermente, come dire, secco, ma allo stesso tempo aromatico e non troppo forte. Era un profumo molto maschile, di quelli che appena li senti il ti cuore va a fuoco.

Quelli che non puoi dimenticare, e ti rimangono impressi nella pelle e nei vestiti, quelli per cui impazzisci. Insomma, era anche un po...sexy...

Presi un altro bel respiro per cercare di capire di quale si trattasse.

Ah....Bulgari... Ecco qual era.

Mi persi in quel bellissimo calore, e mi tenni forte alla sua schiena, come se avessi paura di lasciarlo andare, come se fosse la mia unica ancora di salvezza.

Piansi fino a quando quei miei maledettissimi occhi non fecero scendere nessun altra lacrima.

Ma non mi staccai da lui.

Nascosi il mio viso ancora di piú nell incavo del suo collo, respirando ancora quel profumo, l unica cosa che potevo sentire, oltre la sua voce e il suo tocco.

Neanche lui sembrava mi volesse lasciare, dato che mi strinse ancora di piú a lui, e mi disse dolcemente che tutto andava bene, e che sarebbe andato tutto per il verso giusto.

Dopo un altra decina di minuti lo lasciai andare, e asciugai le ultime lacrime che erano rimaste sul mio viso.

-"Scusa. Ti ho bagnato la maglia"

-"Non è un problema"

Mi girai verso di lui, e non riuscii a vedere altro che nero.

Sorrisi malinconicamente, e allungai la mia mano lentamente verso il suo viso.

Non sapevo bene perchè, ma sapevo che mi sarei potuto fidare di lui.

Quando la mia mano toccó il suo viso, sentii dei brividi lungo tutto il mio corpo.

Tracciai lentamente i suoi lineamenti del viso.

La sua mascella, il mento, il suo orecchio.

-"Non pensavo avessi dei buchi alle orecchie"dissi ridendo.

Lui non rispose.

Intanto, continuai a toccare il suo viso.

Poteva sembrare una cosa molto inquietante, ma mi aiutava a capire i visi dell persone.

Gli spostai leggermente la frangia, poi feci scendere la mia mano lungo la fronte.

Sentii qualcosa di freddo a contatto con le mie mani.

-"Neanche che portassi occhiali"

Poi, mi resi conto di quanto strano e inquetante dovessi sembrare in quel momento.

-"S-scusa!" che diamine, ora perchè avevo balbettato?!?

-"Jongup"

-'Nae?"

-"Ecco... Quand è che hai perso la vista?"

Deglutii lentamente.

Cazzo.

-"Uhm...ecco...il giorno dopo della festa d istituto"

-"É per questo che non sei venuto a scuola?"

Annuii.

-"Mi dispiace"

-"Non dispiacerti!" dissi alzandomi in fretta in piedi -"Me lo meritavo!" uscii subito dall aula e mi misi a correre.

Il cuore mi batteva a mille, e l adrenalina era altissima.

Prima di uscire dall edificio scolastico, rischiai piú di una volta di andare a sbattere contro un muro.

Che diamine!

Per tutta la mia vita, nessuno si era dispiaciuto per me a parte Himchan e Yongguk, e ora ecco che spuntava lui.

Prima mi fa innamorare della sua voce, poi mi fa aprire a lui, poi mi abbraccia e mi avvolge con quel calore e profumo...e poi si preoccupa per me.

Chi è lui per preoccuparsi per me???

Chi è lui per farmi provare cosí tanti strani sentimenti??? Chi è lui per confondermi in quel modo???

 

 

 

Giorno Mondo!!!

Eccomi qui con un altra storia Daejong ^^

Questa storia sarà solo una two shot, e l ho scritta per farmi perdonare da tutti coloro che stanno leggendo la mia storia a capitoli “Don't fall in love with me” (ovviamente l ho scritta anche per tutti gli altri eh XD)

Beh, che dire...spero che fino a qui non vi faccia troppo schifo XD

In teoria era solo una one shot, ma dato che mi è uscita fuori fin troppo lunga...ho deciso di tagliarla ^^”

Spero che la leggerete, recensirete, ma soprattutto spero che vi piaccia!!

Posterò la prossima parte se vedrò che piace, ok?

(perdonate gli errori ^^”)

Alla prossima

Sydrah

 

 

  
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