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Autore: DanilaCobain    02/07/2014    18 recensioni
Dafne è una ragazza di ventuno anni con tanti sogni nel cassetto e una vita tranquilla, almeno fino a quando Jader non entra a farne parte. Bello e misterioso, il ragazzo ruba il cuore di Dafne fin da subito. Ma Jader ha dei pericolosissimi segreti e cercherà in tutti i modi di tenere lontana la ragazza dalla sua vita pericolosa, anche se questo dovesse significare lasciarla andare per sempre...
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutti! 
Questo primo capitolo è puramente introduttivo e quindi senza particolari colpi di scena. Spero comunque che riesca a catturare il vostro interesse e che decidiate di continuare a seguire la storia.
Nuovo avviso: la storia è diventata un ebook! I primi cinque capitoli li lascerò interi, in modo che potrete farvi un'idea sulla storia, degli altri rimarrà solo qualche riga. Per poter scaricare il libro andate a questo indirizzo o sugli store on line. <3
 

1. Occhi verdi
 

Il rumore assordante della musica house mi pervase e il mio cuore sembrò martellare a quel ritmo sfrenato, appena entrai nella discoteca.
Era affollata e calda. Mi sentivo soffocare nonostante avessi un vestitino che a stento mi copriva il sedere. Non era mio, me lo aveva prestato la mia amica Victoria e mi sentivo molto a disagio. Cercavo continuamente di tirarlo giù e di stare in equilibrio sui tacchi vertiginosi che avevo ai piedi.

La discoteca non era proprio il mio ambiente, non mi piaceva la musica e ballavo pochissimo. Mi piacevano invece i luoghi aperti, le piazze, i parchi e i locali dove suonavano musica dal vivo. Vicky al contrario, adorava la discoteca. Eravamo amiche da un paio di anni, da quando ci eravamo conosciute alla facoltà di lettere che entrambe frequentavamo. Per questo genere di cose avevamo un compromesso: un sabato in discoteca e uno in un pub. Così entrambe non dovevamo rinunciare a stare insieme e a fare ciò che ci piaceva. 
Questo sabato era dedicato alla discoteca.
‹‹Dafne, andiamo a prendere da bere.›› Vicky mi prese per mano e la seguii, facendomi strada tra la calca di ragazzi addossati alla pista che si godevano lo spettacolo che ballerini e ballerine in maschera stavano inscenando sul palco al centro della pista.
Presi il mio solito drink: un gin lemon. Mi guardai attorno, più per abitudine che per interesse e alla fine decisi di concentrare la mia attenzione sui bellissimi ballerini a torso nudo sul palco. 
Un ragazzo ci passò davanti e squadrò Vicky. ‹‹Ciao bambola.››
Lei gli sorrise con fare provocatorio. Non so come facesse ad essere sempre così con i ragazzi. Io, al contrario, ero sempre scontrosa. 
Vicky mi tirò una gomitata per attirare la mia attenzione. ‹‹Dafne, c'è quel ragazzo laggiù che ti sta mangiando con gli occhi››, mi sorrise entusiasta.
Di solito quando uscivamo era lei quella che veniva sempre guardata e avvicinata. Non che io fossi brutta, ero magra e alta, e carina, ma, come ho detto prima, ero scontrosa. Diffidente. Quei pochi che si avvicinavano scappavano a gambe levate dopo due o tre minuti di conversazione. Cosa potevo farci? Odiavo i loro modi di fare: banali e sempre uguali.
Guardai nella direzione che mi aveva indicato e incrociai lo sguardo di un bel ragazzo: i capelli non troppo corti incorniciavano un viso ben definito, labbra carnose e un bel taglio degli occhi. Lui mi sorrise e io ricambiai, ma la mia attenzione fu catturata dal ragazzo che gli sedeva accanto.
Era il ragazzo più bello che avessi mai visto. Non il tipo di bellezza da copertina, il tipo di bellezza rude e mascolina che avrebbe fatto perdere la testa a qualsiasi donna. Il suo sguardo scivolava indifferente tra la gente, senza soffermarsi mai su niente in particolare. Sembrava assorto nei suoi pensieri e vagamente attento agli amici che gli si avvicinavano per salutarlo.
‹‹Hai visto quanto è bello il ragazzo vicino al tuo tipo?››
Il mio tipo?
‹‹Non è il mio tipo!›› dissi acida.
‹‹Senti Dafne, hai ventuno anni, quando pensi di iniziare a divertirti un po' e a lasciarti andare? Devi smetterla di essere così rigida. Hai intenzione di morire vergine?››
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo. Quante volte avevamo avuto quella conversazione...
‹‹Oh guarda, sembra che quei due stiano venendo qui!››
Ed in effetti i due stavano venendo proprio verso di noi. Mi incantai a guardare il ragazzo bellissimo. Era enorme, forse alto uno e novanta, le sue spalle erano larghe e le braccia sembravano forti e immaginai come sarebbe stato averle strette attorno a me... I muscoli dell'addome risaltavano sotto la maglietta attillata grigio scuro e fui attraversata da un brivido, che si trasformò subito in una vampata di calore quando i suoi occhi si posarono su di me.
Erano di un verde scuro e intenso, dello stesso colore dell'acqua del mare.
Il ragazzo carino si avvicinò a me e si abbassò verso il mio orecchio per farsi sentire.
‹‹Sei molto bella›› mi disse. 
Sorrisi, in segno di ringraziamento.
‹‹Come ti chiami? Io sono Francesco.››
‹‹Dafne›› risposi ‹‹E lei è la mia amica Vicky›› mi girai verso Victoria, che era intenta a squadrare il ragazzo amico di Francesco.
Lui si era appoggiato al bancone e guardava distrattamente le persone che ballavano in pista. 
Forse si sta annoiando, pensai. 
‹‹E il tuo amico invece?›› chiese subito Vicky.
‹‹Lui è Jader.››
‹‹Ciao Jader, io sono Vicky››, la lunga chioma bionda le ondeggiò sulle spalle nude quando si spostò al fianco di Jader.
Lui la guardò per un istante. ‹‹Ciao›› rispose, poi si girò a guardare altrove.
Wow che loquacità!
Dopo un po' di chiacchiere scoprimmo che i due gestivano una palestra nel quartiere dove viveva Vicky e che avevano entrambi ventisette anni.
Jader parlava poco e non mi degnò di uno sguardo. Non che mi aspettassi chissà cosa, ma mi sarebbe piaciuto incrociare di nuovo il suo sguardo. Desideravo che poggiasse ancora una volta i suoi occhi su di me.
Mentre Francesco mi chiedeva cosa facessi nella vita, sentii Vicky chiedere a Jader:
‹‹E tu come mai sei così misterioso?››
Jader sorrise mentre prendeva il bicchiere in mano, un sorriso sexy e disarmante. Poi mi guardò, uno o due secondi al massimo, ma questo bastò a scombussolarmi lo stomaco. Il sorriso scomparve dal suo volto nel momento in cui guardò di nuovo Vicky.
‹‹Non amo molto parlare di me.››
‹‹Ti va di ballare?››
‹‹Perché non balli con Francesco?››
Vicky perse un po' del suo solito sorriso e si girò verso Francesco.
‹‹Sì, sì, balliamo! Dafne, tu vieni?›› 
‹‹Magari tra un po'››, dissi alzando il bicchiere vuoto. ‹‹Vado a prendere da bere.››.
‹‹Ti aspetto in pista, allora.››
Francesco e Vicky si unirono alla folla che ballava e io guardai in direzione di Jader, ma lui era già sparito. Scorsi tra la gente le sue ampie spalle in direzione dei bagni.
Sospirai. Ora non mi rimaneva che unirmi a Vicky e Francesco. Decisi però che avrei mandato giù un altro po' di gin. Mi misi in fila alla cassa e di tanto in tanto sbirciavo tra la gente per cercare di individuare Jader. Ma niente. Sembrava sparito nel nulla. Decisi di non pensarci e mi concentrai sul mio obiettivo primario: raggiungere la cassa e ordinare il mio drink.
Finalmente, dopo un quarto d'ora arrivò il mio turno.
‹‹Un gin lemon›› dissi alla ragazza.
‹‹Sono sette euro.››
Presi una banconota da dieci dalla borsetta e mentre gliela stavo dando udii una voce dietro di me dire: ‹‹Offro io.››
Mi girai accigliata, pronta a rifiutare, ma...rimasi a bocca aperta. Jader mi sorrise, ordinò la sua consumazione e pagò.
‹‹Come mai non balli?›› mi chiese mentre aspettavamo i nostri drink.
‹‹Non amo molto la discoteca.››
‹‹Siamo in due.››
Già. Dio, era veramente bello. Non volevo fare la figura della stupida, ma non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso e avevo il cervello in tilt.
‹‹Sei di qui?›› chiesi. Stranamente, mi sentivo in imbarazzo a starmene in silenzio. Avevo bisogno di fare conversazione.
‹‹Si. Anche tu?››
‹‹Anche io.››
‹‹Sei una studentessa, giusto? Cosa studi?››
‹‹Lettere.››
Lo vidi sorridere e guardarmi con più interesse. 
‹‹Anche io ho frequentato la facoltà di lettere per un periodo.››
‹‹Davvero?››, chiesi stupita. ‹‹E poi? Come sei finito a fare il personal trainer?››
‹‹Mi piace lo sport. Ho preferito seguire questa passione.››
Mi guardava negli occhi mentre parlavamo, sorridendo un poco. Poi lo vidi infilare una mano nella tasca dei jeans ed estrarre un cellulare. Lesse un messaggio e scrisse una rapida risposta, mi guardò e per un momento pensai che fosse dispiaciuto per qualcosa, poi la sua espressione tornò seria e buttò giù tutto d'un fiato il contenuto del suo bicchiere.
‹‹Devo andare›› disse. ‹‹Ciao Dafne.››
Non ebbi il tempo nemmeno di dirgli "ciao". Mi lasciò lì, sola, a chiedermi se mai l'avessi rivisto.

   
 
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