«Pokémon, persone… tutta la vita si è sviluppata sulla terra. Ecco perché il Team Magma vuole espandere i continenti del mondo. Concordi? Ciò che stiamo facendo è una magnifica impresa. Ma infondo non importa: sei ancora giovane per capire.»
 
Una sconfitta.
 
« Ancora tu… ascoltami bene. Noi umani siamo cresciuti in aride lande. La terra è tutto per noi! Questa è la visione del Team Magma e non posso permettere ad un’ignorante ragazzina come te di intromettersi. Io, Matsubusa, ti mostrerò la conseguenza della tua ingerenza!»
 
Due sconfitte.
 
« Non tu, di nuovo… Stai intralciando continuamente i nostri piani, ma questa volta arrivi in ritardo. Finalmente potrò realizzare il mio grande piano!»
 
Tre.
 
« Fufu… Sei ancora qui. Mi sorprendi: mi hai inseguito fin a qui. Ma ora è tutto finito. Per la realizzazione del miei sogni, devi sparire! »
 
Quattro...
 
 

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Guardando con degli occhi esterni quella fragile sfera di cristallo blu, nessuno avrebbe mai potuto immaginare quante disgrazie aveva quasi portato alla regione di Hoenn.
Una sfera per comandare un leggendario Pokémon creatore dei continenti? Una sfida millenaria con il mare? Pare come una fiaba inventata dalle nonne per i bambini che non voleva addormentarsi senza il dolce suono della voce delle anziane.
Matsubusa, il leader del “Team malvagio di Hoenn” – o almeno era così che lo avevano definito –, rimase fermo a contemplare tale glauca ed eterea bellezza nelle sue mani. Più la guardava e più ne rimaneva rinchiuso all’interno, dentro l’angusto sogno di gloria che aspirava per la sua terra.
 
Come poteva una ragazza rovinare così facilmente i sentimenti costruiti in una vita? Era incredibilmente sempre in mezzo a ciò in cui non doveva stare, quella donna.
Una figura così infantile, così fisicamente debole e dannatamente smielata da uscirsene con un: «Matsubusa, facciamo come se non fosse successo nulla!». Una frase che suscitò un disgusto delle farfalle nello stomaco del rosso.
 
Sospirò sconsolato, pensando al doversi separare dall’oggetto più importante della sua vita, che poggiò sopra il sacro altare del Monte Pira, accanto alla sfera rossa appartenuta al suo rivale in questi folli anni; quasi gli venne il gusto di sputare sul terreno sacro delle sfere, ripensando a tutto ciò che aveva perso a causa loro e di quel Pokémon drago.
 
A rompere i suoi pensieri dei passi dietro di lui che, seppur voltandosi, Matsubusa non riuscì a identificare a chi appartenessero a causa della fitta nebbia.
 
Poi, si ricordò di una promessa. Era venuto lì per lei e le sue dannate e smielate insistenze.
 
 

«Haruka.»




{ Note dell'autrice - che ama Maxie oddioooh }

Sì, i dialoghi per chi non lo avesse notato sono tutte frasi che Maxie dice al pg nel gioco, compresa la frase finale / lo si trova sul serio sul Monte Pira (ma nessuno ci avrà fatto caso perché solo io lo amo okk)
Sono convinta che questa storia avrà 0 recensioni e 10 visualizzazioni.
Sono l'unica che shippa Haruka e Matsubusa, lo so, è inutile che me lo diciate.
... Dannazione però sono caruccissimiii *^* ♥
Sarà la vostrà ottippì d'ora in poi, ci conto.
Domani scriverò una AkatsukiShipping per chiudere questa raccolta a caso di due fanfiction ♥